Infine, Il Mio Cuore Immacolato Trionferà!

28Fatima messaggio di tragedia o di speranza?

Fatima: perché è così importante? E che cosa ancora non sappiamo?

Fatima: profezia di speranza

“PENSATE ALLE COSE DI LASSÙ, NON A QUELLE DELLA TERRA”

Sperare è un bisogno primario dell’uomo: sperare nel futuro, credere nella vita, “pensare positivo”.

Nella nostra epoca però, molto spesso, speriamo sì ma in realtà, come le ideologie, le ricchezze, il potere, la vanità, il successo, la bellezza fisica, la salute, etc., che ci illudono di eternità ed onnipotenza, confondono la nostra mente e il nostro cuore e, pian piano, affievoliscono la vita stessa, ci svuotano, tanto che ci sentiamo incapaci di dire, di aiutare, cambiare le cose, incapaci di sorridere, di donarci, incapaci di amare.

È necessario, dunque, sperare, ma soprattutto è importante che la nostra speranza sia riposta in ciò che veramente può aiutare a vivere e a dare senso alla nostra esistenza. Noi, invece, siamo spesso più presi dalla conquista di una felicità terrena ed effimera che dal desiderio di Dio, fine ultimo della nostra esistenza.

Ma: «Che gioverà a un uomo se, dopo aver guadagnato tutto il mondo, perde poi l’anima sua?» (Mt 16,26). Siamo stati creati da Dio con il bisogno e la capacità di andare oltre una speranza esclusivamente umana, che si basa sulla fede nel progresso tecnico-scientifico e sulle nostre capacità, abbiamo dunque bisogno di riappropriarci della speranza nella risurrezione e nella vita eterna, che si fonda sulla risurrezione stessa di Cristo.

In questo senso, il Messaggio di Fatima, come ha affermato Benedetto XVI durante il suo pellegrinaggio a Fatima del 2010, è «come una finestra di speranza che Dio apre quando l’uomo Gli chiude la porta».

Esso, infatti, ci riporta a guardare al Cielo come dimora eterna e pegno della nostra felicità futura e ad appoggiarci non sulle nostre forze ma sull’aiuto della grazia dello Spirito Santo.

La Madonna, apparendo poi ai tre pastorelli il 13 maggio 1917, dirà di venire dal Cielo, e da allora i tre bambini non faranno altro che desiderare quel luogo in cui finalmente avranno la possibilità di incontrare Dio e contemplarlo nella magnificenza del suo Essere, e lo desidereranno sia per se stessi che per ogni altro uomo della terra.

Dunque, per quanto il dramma del peccato venga profeticamente denunciato dal Messaggio di Fatima e confermato dalle visioni dell’inferno, della città in rovina descritta nel racconto del Terzo Segreto e dai numerosi riferimenti ai peccati umani, in esso non manca mai l’invito a sperare, invito per ogni uomo, per ogni “povero peccatore”; anzi, il Messaggio che la Vergine Santissima ci comunica nelle apparizioni ci sprona proprio a combattere la lotta della nostra vita tra l’uomo vecchio e l’uomo nuovo, lasciandoci sostenere dal Signore per vincere su quell’uomo che vive nell’illusione di ottenere felicità solo attraverso le cose terrene e cerca di trasformarle a suo favore per godere di tutto e assoggettare gli altri, affinché prevalga l’uomo che ha compreso che può esser redento solo dall’amore di Dio, poiché Egli è l’unico che non delude e ci ama «sino alla fine» (cfr. Gv 13,1). Chi viene toccato da quest’amore, infatti, capisce per cosa vale la pena lottare: la vita eterna, vita in pienezza e in abbondanza (cfr. Gv 10,10).

Il Messaggio di Fatima, dunque, ci insegna a sperare, secondo quella virtù teologale che ognuno di noi ha ricevuto come dono il giorno del Battesimo, virtù che è fiducia in Dio e sfiducia in noi stessi, che ci consente di riporre in Lui tutte le nostre attese e preoccupazioni, ci fa essere docili e riconoscenti e, nell’esperienza dei nostri limiti, ci conforta e ci fa percepire che l’unica cosa importante è lasciarci guidare da Dio. Questa virtù non è generico ottimismo, legato ad una visione senza meta; anzi, la virtù della speranza è virtù del cammino, un cammino che ci procura la gioia anche nella prova, poiché abbiamo certezza della meta, una meta così grande da giustificare la fatica.

Il Messaggio di Fatima, dunque, ci insegna che c’è qualcosa di più prezioso da afferrare e da conquistare: il Cielo; per questo, dobbiamo desiderare e dedicarci alla salvezza della nostra anima e di quelle dei fratelli.

Dio, infatti, ha compassione per i suoi Figli, ma ogni uomo è invitato a convertirsi, a credere nell’amore misericordioso, a rivolgersi a Lui nella preghiera e compiere la sua volontà. 

«Sono del Cielo» -ha detto la Madonna ai pastorelli il 13 maggio 1917-; con ciò, li invitava a guardare il Cielo, a pensare al Cielo, a desiderare il Cielo. E così, facendo esperienza della bellezza del Cielo e della mostruosità dell’Inferno, essi hanno elevato il loro cuore orientandolo a quella «luce più splendente del sole», che li ha fatti avanzare nella vita cristiana, anche talvolta nella notte della fede (il dubbio sull’autenticità delle apparizioni, le persecuzioni, le sofferenze, etc.), sempre guidati dalla Croce di Cristo verso la Patria eterna. Come san Paolo, anche i piccoli veggenti di Fatima ci ribadiscono: «Se dunque siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove si trova Cristo assiso alla destra di Dio; pensate alle cose di lassù, non a quelle della terra. Voi infatti siete morti e la vostra vita è ormai nascosta con Cristo in Dio!» (cfr. Col 3,1).

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Il castigo nel messaggio di Fatima. Un’intervista a Suor Lucia

Far tacere i Messaggeri
Padre Fuentes (1959 – 1965)

Intervista con Suor Lucia

Il 26 dicembre 1957, Padre Agustin Fuentes, che si stava preparando a diventare il postulatore delle cause per la beatificazione di Francesco e Giacinta Marto, si incontrò con Suor Lucia al suo convento di Coimbra, in Portogallo. Qui, egli fu in grado di conversare a lungo con la veggente di Fatima. Al suo ritorno in Messico, egli organizzò una conferenza stampa riguardo al suo incontro, nel quale riferì le parole di Suor Lucia. Padre Alonso, l’archivista ufficiale di Fatima per più di 16 anni, affermò che il racconto di questa conferenza fu pubblicato “con ogni garanzia di autenticità e con la dovuta approvazione episcopale, inclusa quella del Vescovo di Fatima.”

Padre Fuentes affermò che il messaggio proveniva “dalle labbra stesse della veggente principale”.
Fonti: Questo argomento è stato trattato lungamente da Frère Michel de la Sainte Trinité, nel Terzo Volume della sua serie The Whole Truth About Fatima (Tutta la Verità su Fatima). Il testo seguente è la traduzione, comparsa in Inglese sul The Fatima Crusader, dei testi in Spagnolo ed in Inglese pubblicati nel libro di Frère Michel The Third Secret (Il Terzo Segreto) (Vol. III, pagg. 336-338).

Il resoconto di Padre Fuentes
Vorrei parlarvi dell’ultima conversazione che ho avuto con Suor Lucia il 26 dicembre (dello scorso anno). La incontrai nel suo convento. Ella appariva molto triste, molto pallida ed emaciata. Mi ha detto,” “Nessuno ha prestato attenzione”..
“Padre, la Santissima Vergine è molto triste perché nessuno ha prestato attenzione al Suo Messaggio, né i buoni né i malvagi. I buoni continuano sulla loro strada ma senza dare alcuna importanza al Suo Messaggio. I cattivi, sui quali non è ancora caduta la punizione divina, continuano anche essi la loro vita peccaminosa, senza curarsi del Messaggio. Ma mi creda, Padre, Dio punirà il mondo e lo farà in modo terribile. La punizione del Cielo è imminente.”

Il Segreto non ancora rivelato

“Padre, quanti giorni mancano all’arrivo del 1960? Sarà un anno molto triste per tutti, nessuno potrà provare alcuna gioia se il mondo non prega e non fa penitenza. Non posso fornire altri dettagli, perché è ancora un segreto. Secondo il volere della Santissima Vergine, solo al Papa e al Vescovo di Fatima è permesso conoscere il segreto, ma hanno preferito non conoscerlo per non esserne influenzati. Questa è la Terza parte del messaggio della Nostra Signora, che rimarrà segreta fino al 1960.”

La Russia, il flagello di Dio

“Dica loro, Padre, che molte volte la Santissima Vergine ha detto, ai miei cugini Francesco e Giacinta e a me, che molte nazioni scompariranno dalla faccia della terra. Ella ha detto che la Russia sarà lo strumento scelto dal Cielo per punire il mondo intero, se prima non otterremo la conversione di quella povera nazione.”

“La battaglia decisiva” tra Maria e Satana: la caduta delle anime consacrate e dei sacerdoti

Suor Lucia mi disse: “Padre, il diavolo è in procinto di ingaggiare una battaglia decisiva contro la Beata Vergine. E il diavolo sa cos’è che più di tutto offende Dio e che gli procurerà in breve tempo il maggior numero di anime. Così il diavolo fa di tutto per avere la meglio sulle anime consacrate a Dio, perché sa che in questo modo, le anime dei fedeli, lasciate senza guida, cadranno più facilmente nelle sue mani.”
“Ciò che offende soprattutto il Cuore Immacolato di Maria e il Cuore di Gesù è la caduta delle anime dei religiosi e dei sacerdoti. Il diavolo sa che per ogni religioso o sacerdote che rinnega la sua santa vocazione, molte anime sono trascinate all’inferno… Per questo il diavolo brama di impossessarsi delle anime consacrate. Cerca in ogni modo di corromperle, per addormentare le anime dei fedeli e condurle alla peggiore impenitenza. Si serve di ogni tipo di trucchi, giungendo a suggerire una dilazione dell’ingresso nella vita religiosa.
Da questo derivano la sterilità della vita interiore e, tra i laici, la freddezza (mancanza di entusiasmo) nei riguardi della prospettiva di rinunciare ai piaceri terreni per dedicarsi totalmente a Dio.”

Ciò che ha santificato Giacinta e Francesco

“Dica loro anche, Padre, che i miei cugini Francesco e Giacinta si sacrificarono perché, in tutte le apparizioni, la Santissima Vergine aveva un aspetto molto triste. Ella non ci ha mai sorriso. Questa tristezza, questa angoscia che percepimmo in Lei penetrò nelle nostre anime. Essa era causata dalle offese a Dio e dalle punizioni che minacciano i colpevoli. E così noi bambini non sapevamo casa fare, se non trovare diversi modi di pregare e di fare sacrifici.”

L’altra cosa che ha santificato i miei cugini fu la visione dell’Inferno.

La missione di Suor Lucia
“È per questo, Padre, che la mia missione non è quella di indicare al mondo il castigo materiale che certamente lo attende, se non si converte per tempo alla preghiera e alla penitenza. No! la mia missione è di ricordare a ciascuno di noi il pericolo di perdere le nostre anime immortali, se ci ostineremo nel peccato.”

L’urgenza della conversione

Suor Lucia mi disse inoltre: “Padre, non dovremmo attendere un appello del Santo Padre da Roma, che chiami il mondo a fare penitenza. Né dovremmo attendere un appello del genere dal nostro vescovo nella nostra diocesi, o dalle congregazioni religiose. No! Nostro Signore si è già servito molto spesso di questi mezzi e il mondo non se ne è curato affatto. È per questo che ora è necessario che ciascuno di noi inizi a riformare se stesso spiritualmente. Ognuno di noi ha il dovere di salvare non solo se stesso, ma anche di aiutare tutte le anime che Dio pone sul nostro cammino.
“Il diavolo fa tutto quanto è in suo potere per distrarci e per allontanarci dalla preghiera; ci salveremo insieme o saremo dannati insieme.”

Gli ultimi tempi
“Padre, la Santissima Vergine non mi ha detto esplicitamente che siamo giunti agli ultimi tempi, ma ci sono tre ragioni che mi spingono a crederlo.”

La battaglia finale
“La prima ragione è che Ella mi ha detto che il diavolo è in procinto di ingaggiare una battaglia decisiva contro la Vergine. E questa battaglia decisiva è lo scontro finale, da cui una parte uscirà vittoriosa e l’altra sconfitta. Dobbiamo scegliere sin da ora da che parte stare, se con Dio o con il diavolo. Non c’è altra possibilità.”

Gli ultimi rimedi
“La seconda ragione è che Ella ha detto a me ed ai miei cugini, che il Signore aveva deciso di dare al mondo gli ultimi due rimedi contro il male, che sono il Santo Rosario e la Devozione al Cuore Immacolato di Maria. Questi sono gli ultimi due rimedi possibili, il che significa che non ce ne saranno altri.”

Il peccato contro lo Spirito Santo
“La terza ragione è che, nei piani della Divina Provvidenza, quando Dio è costretto a punire il mondo, prima di farlo cerca di correggerlo con tutti gli altri rimedi possibili. Ora, quando vede che il mondo non presta alcuna attenzione ai Suoi messaggi allora, come diciamo nel nostro linguaggio imperfetto, Egli ci offre ‘con un certo timore’ l’ultima possibilità di salvezza, l’intervento della Sua Santissima Madre. Lo fa ‘con un certo timore’ perché, se anche quest’ultima risorsa non avrà successo, non potremo più sperare in nessun tipo di perdono dal Cielo, perché ci saremo macchiati di quello che il Vangelo definisce un peccato contro lo Spirito Santo. Questo peccato consiste nell’aperto rifiuto, pienamente consapevole e volontario, della possibilità di salvezza che ci viene offerta. Non dimentichiamo che Gesù Cristo è un Figlio molto buono e non ci permetterà di offendere e disprezzare la Sua Santissima Madre. La secolare storia della Chiesa conserva le testimonianze dei terribili castighi inflitti a quanti osarono attaccare l’onore della Sua Santissima Madre, dimostrando quanto il Nostro Signore Gesù Cristo abbia sempre difeso l’Onore di Sua Madre.”

Preghiera, sacrificio e il Santo Rosario
Suor Lucia mi disse: “I due strumenti che ci sono stati dati per salvare il mondo sono la preghiera e il sacrificio.”
Riguardo al Santo Rosario, Suor Lucia disse: “Vede, Padre, la Santissima Vergine ha voluto dare, in questi ultimi tempi in cui viviamo, una nuova efficacia alla recita del Santo Rosario. Ella ha talmente rinforzato la sua efficacia, che non esiste problema, per quanto difficile, di natura materiale o specialmente spirituale, nella vita privata di ognuno di noi o in quella delle nostre famiglie, delle famiglie di tutto il mondo, delle comunità religiose o addirittura nella vita dei popoli e delle nazioni, che non possa essere risolto dalla preghiera del Santo Rosario. Non c’è problema, vi dico, per quanto difficile, che non possa essere risolto dalla recita del Santo Rosario. Con il Santo Rosario, ci salveremo, ci santificheremo, consoleremo Nostro Signore e otterremo la salvezza di molte anime.”

La devozione al Cuore Immacolato di Maria

“Infine, la devozione al Cuore Immacolato di Maria, Nostra Madre Santissima, consiste nel considerarLa quale sede della clemenza, della bontà e del perdono e come la via sicura attraverso la quale entreremo in Paradiso.”

La reazione Ecclesiastica a quest’intervista
L’intervista a Suor Lucia, pubblicata da Padre Fuentes, determinò più di un anno dopo, una forte reazione da parte della curia episcopale di Coimbra, diocesi in cui era situato il convento di Lucia. Essa pubblicò un comunicato anonimo che accusava Padre Fuentes di aver inventato quelle dichiarazioni di Suor Lucia, affermando che Suor Lucia aveva accusato quella testimonianza pubblicata di essere falsa. La curia dichiarò che Padre Fuentes aveva inventato completamente le affermazioni riportate in quest’articolo. Fino ad oggi, nessuno si è preso la responsabilità di aver scritto tale comunicato. In quanto anonimo, un documento di quel genere, per la legge, non ha alcun valore, ed è nullo.
In Messico, l’Arcivescovo Manuel Pio Lopez ed il Cardinale Josè Garibi Y Rivera difesero Padre Fuentes, ma inutilmente. Venne infatti rimosso dall’incarico di postulatore per la beatificazione di Giacinta e Francesco, e successivamente rimpiazzato da Padre Luis Kondor.

Commento
Cosa determinò una tale reazione? Qualcuno ha mentito riguardo all’intervista tra Padre Fuentes e Suor Lucia. Sia Padre Kondor che Padre Alonso ritennero che Padre Fuentes non aveva falsificato i resoconti della sua intervista a Suor Lucia. Dopo essere stato nominato archivista ufficiale di Fatima, nel 1966, sulle prime Padre Alonso aveva adottato l’opinione che Padre Fuentes avesse inventato le affermazioni da lui attribuite a Suor Lucia. Tuttavia, dopo dieci anni di studi e ricerche negli archivi di Fatima e di incontri con Suor Lucia, Padre Alonso cambiò opinione ed anzi cercò di riabilitare Padre Fuentes. Egli affermò che i testi della conferenza di Fuentes “non dicevano niente che fosse stato detto già da Suor Lucia nei suoi numerosi scritti, già pubblicati”. Egli dichiarò inoltre che “il testo genuino… non contiene, secondo la mia opinione, niente che possa aver portato al comunicato diffamatorio rilasciato da Coimbra.” Pertanto, possiamo concludere con certezza che la risposta della Curia all’intervista pubblicata da Padre Fuentes è un’indicazione che il messaggio di Suor Lucia è un qualcosa che si vuole far tacere.

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Pubblicato da gianluca05

Pace: l’altra condizione della Madonna di Julio Loredo Da quando Papa Francesco ha annunciato che consacrerà la Russia (e l’Ucraina) al Cuore Immacolato di Maria, insieme a tutti i vescovi del mondo – ai quali ha rivolto un preciso appello in questo senso – tutto il mondo cattolico vive nell’attesa di questo storico evento. C’è chi, mosso da spirito pio, vede nel gesto pontificio una soluzione definitiva che metterà fine alla guerra, porterà alla conversione della Russia e al risanamento morale del mondo moderno. Altri, invece, mossi da spirito critico, vi segnalano possibili omissioni e contraddizioni. In ogni caso, bisogna rimarcare come l’annuncio di Papa Francesco – mettendo Fatima al centro degli avvenimenti contemporanei – abbia toccato una fibra profonda nell’opinione pubblica mondiale. L’atto di Francesco si collega a una precisa richiesta fatta dalla Madonna a Fatima nel 1917. Parlando ai pastorelli, la Madonna volle parlare al mondo intero, esortando tutti gli uomini alla preghiera, alla penitenza, all’emendazione della vita. In modo speciale, Ella parlò al Papa e alla sacra Gerarchia, chiedendo loro la consacrazione della Russia al suo Cuore Immacolato. Queste richieste, la Madre di Dio le fece di fronte alla situazione religiosa in cui si trovava il mondo intero all’epoca delle apparizioni. La Madonna indicò tale situazione come estremamente pericolosa. L’empietà e l’impurità avevano a tale punto preso possesso della terra, che per punire gli uomini sarebbe esplosa quella autentica ecatombe che fu la Grande Guerra 1914-1918. Questa conflagrazione sarebbe terminata rapidamente, e i peccatori avrebbero avuto il tempo di emendarsi, secondo il richiamo fatto a Fatima. Se questo richiamo fosse stato ascoltato, l’umanità avrebbe conosciuto la pace. Nel caso non fosse stato ascoltato, sarebbe venuta un’altra guerra ancora più terribile. E, nel caso che il mondo fosse rimasto sordo alla voce della sua Regina, una suprema ecatombe, di origine ideologica e di portata universale, implicante una grave persecuzione religiosa, avrebbe afflitto tutti gli uomini, portando con sé grandi prove per i cattolici: “La Russia diffonderà i suoi errori nel mondo, promuovendo guerre e persecuzioni alla Chiesa (...) I buoni saranno martirizzati. Il Santo Padre dovrà soffrire molto”. “Per impedire tutto questo – continua la Madonna – verrò a chiedere la consacrazione della Russia al Mio Cuore Immacolato e la Comunione riparatrice nei primi sabati. Se accetteranno le Mie richieste, la Russia si convertirà e avranno pace”. Dopo un periodo di estrema tribolazione e di terribili castighi “come non si sono mai visti” (santa Giacinta di Fatima), la Madonna promette il trionfo finale: “Finalmente, il Mio Cuore Immacolato trionferà. Il Santo Padre Mi consacrerà la Russia, che si convertirà, e sarà concesso al mondo un periodo di pace”. Ancor oggi gli esperti discutono sulla validità o meno delle varie consacrazioni fatte da Pio XII e da Giovanni Paolo II. La Madonna aveva posto tre condizioni: che la consacrazione fosse fatta dal Sommo Pontefice, che menzionasse la Russia, e che fosse fatta in unione con tutti i vescovi del mondo. In un modo o nell’altro, a tutte le consacrazioni – 1942, 1952, 1982, 1984 – mancava almeno una di delle condizioni. Dopo aver affermato perentoriamente che la consacrazione del 1984, fatta da Giovanni Paolo II, non era valida, la veggente suor Lucia aveva cambiato opinione, attestando invece la sua conformità a quanto richiesto dalla Madonna. Questa è la posizione più diffusa negli ambienti della Chiesa e fra i fedeli in generale. Non vogliamo entrare in un tema tanto complesso. Facciamo però notare che, alla Cova da Iria, la Madonna indicò due condizioni, entrambe indispensabili, perché si allontanassero i castighi con cui ci minacciava. Una di queste condizioni era la consacrazione. Supponiamo che sia stata fatta nel modo richiesto dalla santissima Vergine. Rimane la seconda condizione: la divulgazione della pratica della comunione riparatrice dei primi cinque sabati del mese. Ci sembra evidente che questa devozione non si è propagata fino a oggi nel mondo cattolico nella misura desiderata dalla Madre di Dio. E vi è ancora un’altra condizione, implicita nel messaggio ma anch’essa indispensabile: è la vittoria del mondo sulle mille forme di empietà e di impurità che oggi, molto più che nel 1917, lo stanno dominando. Tutto indica che questa vittoria non è stata ottenuta, e, al contrario, che in questa materia ci avviciniamo sempre più al parossismo. Così, un mutamento di indirizzo dell’umanità sta diventando sempre più improbabile. E, nella misura in cui avanziamo verso questo parossismo, diventa più probabile che avanziamo verso la realizzazione dei castighi. A questo punto bisogna fare una osservazione, e cioè che, se non si vedessero le cose in questo modo, il messaggio di Fatima sarebbe assurdo. Infatti, se la Madonna affermò nel 1917 che i peccati del mondo erano giunti a un tale livello da richiedere il castigo di Dio, non parrebbe logico che questi peccati siano continuati ad aumentare per più di mezzo secolo, che il mondo si sia rifiutato ostinatamente e fino alla fine di prestare ascolto a quanto gli fu detto a Fatima, e che il castigo non arrivi. Sarebbe come se Ninive non avesse fatto penitenza e, nonostante tutto, le minacce del profeta non si fossero realizzate. Per di più, la stessa consacrazione richiesta dalla Madonna non avrebbe l’effetto di allontanare il castigo se il genere umano dovesse restare sempre più attaccato alla empietà e al peccato. Infatti, fintanto che le cose staranno così, la consacrazione avrà qualcosa di incompleto. Insomma, siccome non si è operato nel mondo l’enorme trasformazione spirituale richiesta alla Cova da Iria, stiamo sempre più avanzando verso l’abisso. E, nella misura in cui avanziamo, tale trasformazione sta diventando sempre più improbabile. Applaudiamo l’atto di Papa Francesco e ci sommiamo toto corde a esso se seguirà i requisiti posti dalla Madonna a Fatima. Tuttavia, finché a questo atto non seguirà una vera e propria crociata spirituale contro l’immoralità dilagante – aborto, omosessualità, LGBT, mode indecenti, pornografia, gender e via dicendo – la semplice consacrazione della Russia – per quanto gradita alla Divina Provvidenza – non allontanerà il castigo. Mi sia permesso di sollevare un’altra perplessità, e non di piccolo peso. A Fatima la Madonna indicò, come l’elemento allora più dinamico del processo rivoluzionario che portava l’umanità verso l’abisso, gli “errori della Russia”, ossia il comunismo, che proprio nell’Unione Sovietica trovò la sua sede e fuoco di espansione. Non ci sarà una vera conversione finché questa ideologia non sarà rigettata in ogni sua manifestazione. Ora, proprio in questo campo il pontificato di Papa Francesco si è contraddistinto per la sua prossimità all’estrema sinistra: dalla vicinanza alla dittatura cubana, al sostegno ai “movimenti popolari” latinoamericani di matrice marxista, senza dimenticare i contatti col patriarca Kiryll, che della dittatura sovietica fu fedele servitore e propagandista. Anche qui, salvo miglior giudizio, ci sembra che, finché all’atto di venerdì a San Pietro non seguirà una vera e propria crociata spirituale contro il comunismo e i suoi epigoni, la sola consacrazione della Russia non fungerà da toccasana per risparmiare una catastrofe alla civiltà contemporanea. Fonte: TFP - Tradizione Famiglia Proprietà -