
di Guido Vignelli
A Fatima la Madonna promise il trionfo del suo Cuore Immacolato. Cosa implica questo trionfo? Camminiamo verso il Regno di Maria? Questo Regno sarà solo religioso, o avrà anche risvolti politici? Ci sono altre profezie?
«Infine, il mio Cuore Immacolato trionferà!». Com’è noto, il 13 maggio 1917, proprio un secolo fa, al culmine del suo messaggio di Fatima, la Madonna affidò ai tre veggenti questa sorprendente profezia. Sorprendente, perché la Ss.ma Vergine lo annunciò dopo aver tracciato un drammatico panorama, dopo aver ammonito su peccati, tradimenti e apostasie, dopo aver minacciato punizioni che avrebbero colpito individui, nazioni e perfino la Chiesa (1).
Questa solenne profezia ci fa tuttora tremare di timore, perché parla di colpe, castighi e penitenze, ma ci fa anche esultare nella speranza, perché parla di riscossa e di trionfo, promette l’avvento del Regno di Maria.
Per capire il significato e la portata di tale previsione, bisogna rispondere ad alcune inevitabili e problematiche domande.
Un trionfo condizionato o incondizionato?
La prima domanda da porci è la seguente: quella della Madonna sul trionfo del suo Cuore Immacolato, è una profezia condizionata, ossia che si compirà solo se le richieste mariane saranno esaudite, o è una profezia incondizionata, cioè destinata a realizzarsi anche se quelle richieste saranno eluse?
Un serio esame della questione ci spinge a rispondere affermando la seconda ipotesi: quella del trionfo mariano sembra essere una profezia incondizionata che si compirà comunque, anche se le richieste avanzate a Fatima non sono state esaudite, come purtroppo appare evidente.
In effetti, la Madonna annunciò il suo trionfo dopo e nonostante Ella stessa avesse previsto che le sue richieste sarebbero state esaudite insufficientemente e troppo tardi. Questa è la tesi di molti mariologi studiosi di Fatima, i quali si basano soprattutto sul messaggio stesso della Madonna, ma anche sui chiarimenti espressi da suor Lucia a commento delle rivelazioni ricevute.
Scrive ad esempio padre Stefano Manelli: «Da tutto l’insieme del messaggio di Fatima, appare chiaro che, per il ‘castigo’, la Madonna afferma che noi possiamo evitarlo, se non offendiamo più il Signore con tanti peccati, adoperando i mezzi da Lei proposti e raccomandati. (…) Per il trionfo del Cuore Immacolato di Maria, invece, la Madonna non pone condizioni di sorta perché esso avvenga, ma fa capire con chiarezza che, in ogni caso – con la corrispondenza o con la incorrispondenza degli uomini alle sue richieste – il trionfo del suo Cuore Immacolato ci sarà, a conforto e gioia di tutti gli uomini. (…) La Ss.ma vergine pone condizioni soltanto per evitare il castigo, non tuttavia per fare trionfare il suo Cuore Immacolato. Dopo l’annuncio di una serie di calamità, che avverrebbero all’umanità nel caso che questa non si convertisse, la Madonna conclude categoricamente: ‘Alla fine, il mio Cuore Immacolato trionferà’. Questo è l’annuncio della Sua vittoria sull’impero del male, ossia il Regno di Maria, previsto da san Luigi Grignion di Montfort e da molti altri santi. Perciò, in questo inizio di millennio, che sprofonda nei peccati più abominevoli, la promessa celestiale della Madonna ci deve incoraggiare e dare speranza. Il trionfo del Cuore Immacolato di Maria, in ogni caso, ci sarà e donerà al mondo intero un periodo di pace per la rifioritura della vita cristiana a beneficio di tutta l’umanità» (2).
Infatti, pur essendo così drammatico, il messaggio mariano del 13 luglio 1917 si conclude con questo fausto e categorico preannuncio: «Infine, il Santo Padre mi consacrerà la Russia, che si convertirà, e sarà concesso al mondo un tempo di pace». In un’apparizione a suor Lucia (Pontevedra, maggio 1936), Gesù stesso, dopo aver ammonito che la consacrazione della Russia verrà fatta “troppo tardi”, tuttavia profetizzò: «Eppure, il Cuore Immacolato di Maria salverà la Russia, perché gli è stata affidata» (3).
Anche il cosiddetto terzo segreto di Fatima, pur descrivendo una drammatica scena di rovina della Cristianità e di cruenta persecuzione della Chiesa, si conclude con un preannuncio di conversione e di riscatto, descrivendo «le anime che si avvicinano a Dio» per merito del sangue versato dai martiri. Dunque, si prevede chiaramente una conclusione immancabilmente vittoriosa.
In una lettera del 1940 al p. Gonçalves, volendo spiegare come mai Dio tollera che le richieste mariane siano eluse per tanti anni, suor Lucia avanzò questa ipotesi: «Il nostro buon Dio (…) si serve di questo tempo per punire il mondo di tanti delitti con la sua giustizia, e per prepararlo a un ritorno più completo a Lui» (4).
Sappiamo che la Madonna apparve a Fatima appena otto giorni dopo che papa Benedetto XV, preoccupato per il perdurare della prima guerra mondiale, aveva stabilito di aggiungere alle Litanie Lauretane l’invocazione “Regina della pace, prega per noi”. Il papa si riferiva a una pace intesa solo come fine della guerra; la Madonna invece andò ben oltre e promise anche una pace gloriosa che sarebbe stata frutto della conversione dell’umanità e del trionfo della Chiesa sui suoi nemici plurisecolari.
Un trionfo escatologico o storico?
La seconda domanda da porci è la seguente: annunciando il trionfo del suo Cuore Immacolato, la Madonna allude a un evento “escatologico”, ossia riguardante la fine dei tempi, o allude a un evento storico, ossia riguardante solo la fine di un tempo, per quanto lungo e importante? La parola “infine”, posta all’inizio della profezia sul trionfo, allude alla fine assoluta, ossia alla conclusione della storia, o allude solo a una fine relativa, ossia alla conclusione di un’epoca storica?
Un serio esame della questione ci spinge a rispondere affermando la seconda ipotesi: il trionfo del Cuore Immacolato di Maria segnerà non la fine dei tempi o della storia, ma la fine dell’epoca rivoluzionaria che stiamo vivendo.
Questo trionfo mariano non allude agli eventi escatologici, ossia alla fine della storia e del mondo determinata dal ritorno visibile di Gesù Cristo come Giudice universale; non allude nemmeno a un millenario Regno di Cristo come culmine della storia sacra, come talvolta si è detto per screditarlo. Questo trionfo allude a un Regno di Maria come epoca che costituirà una rivincita soprannaturale sulla Rivoluzione anticristiana che avrà tentato d’instaurare il dominio del demonio sulla terra.
Il 13 luglio 1917, la Madonna assicurò che «sarà concesso al mondo un tempo di pace». Evidentemente, Ella non allude alla pace definitiva riservata alla Chiesa trionfante alla fine dei tempi e nell’altro mondo, ma a una pace temporanea concessa alla Chiesa militante in un’epoca storica e in questo mondo: ossia l’epoca del Regno di Maria. Si tratta quindi di un Regno che non sarà escatologico ma storico, non sarà celeste ma terreno, dunque temporaneo, parziale e imperfetto, come tutte le vicende della Chiesa sulla Terra; non sarà l’inaugurazione della Chiesa trionfante in Cielo, ma solo un episodio della Chiesa militante nella storia.
Dopo aver ammonito che la profezia di Fatima non si è conclusa, Benedetto XVI nel 2010 espresse un augurio: «Possano questi sette anni, che ci separano dal centenario delle apparizioni, affrettare il preannunciato trionfo del Cuore Immacolato di Maria a gloria della Ss.ma Trinità» (5). In quello stesso 2010, mons. Serafim de Sousa, vescovo di Leiria, in una sua intervista smentì che il messaggio di Fatima chiuda la storia del mondo e aggiunse: «Io direi piuttosto che si apre una finestra di speranza su questo secolo, la speranza della conversione personale di ognuno di noi e dell’umanità intera, perché essa possa finalmente trovare la pace» (6).
Profezie sul trionfo del Cuore Immacolato
Del resto, il trionfo storico della Chiesa fu preannunciato nei secoli da molte autentiche e significative profezie concesse all’età moderna.
Fin dal 1454, nel monastero domenicano di Alba dedicato a S. Maria Maddalena, le apparizioni della Madonna a Fatima e la sua vittoria sui nemici della Chiesa furono profetizzate dalla veggente suor Filippina de’ Storgi, figlia di Filippo II di Savoia-Acaia. Esattamente due secoli dopo, per commemorare questa profezia, le suore del suo monastero la riportarono in una pergamena: «Satanasso farà una guerra terribile ma perderà, perché la Vergine Santissima, madre di Dio e del Rosario di Fatima, più forte di ogni esercito schierato in battaglia, lo vincerà per sempre» (7).
Nel 1634, nel monastero della Immacolata Concezione a Quito (Ecuador), la Madonna apparve alla superiora, la beata Mariana Torres Berriochoa, svelandole quanto sarebbe avvenuto alla sua patria e al mondo. Il 2 febbraio 1634, dopo aver previsto per il XX secolo l’apostasia dei popoli e la crisi della Chiesa, la Ss.ma Vergine concluse: «Questa sarà la più orribile delle notti perché, secondo le umane apparenze, la malvagità sarà trionfante. Eppure sarà giunta la mia ora, in cui io, in maniera meravigliosa, detronizzerò il superbo e maledetto Satana, ponendolo sotto il mio piede e incatenandolo nell’abisso infernale, liberando infine la Chiesa e la Patria dalla sua crudele tirannia» (8).
Nel 1689 avvenne la profezia più autorevole: quella contenuta nel messaggio del Sacro Cuore di Gesù. Il Redentore preannunciò a santa Margherita Maria Alacoque un nuovo trionfo storico della Chiesa all’insegna del proprio Cuore divino: «Io regnerò, malgrado i miei nemici! Il mio Cuore adorabile vuole trionfare sui grandi della terra, (…) abbattendo tutti i nemici della Santa Chiesa».
Profezie e avvertimenti analoghi si moltiplicarono lungo il XIX secolo. Nel 1846, la Madonna apparve a La Salette e affidò ai due fanciulli veggenti un suo messaggio. Dopo aver previsto decadenza e persecuzione della Chiesa, la Ss.ma Vergine aggiunse: «Tutti crederanno che sia giunta la fine [del mondo]. Ma il trionfo del male non sarà assicurato per sempre. (…) Improvvisamente, tutti i nemici della Chiesa di Cristo scompariranno e la Terra diventerà un deserto. Poi inizierà lentamente una nuova epoca, in cui gli uomini della Terra si porranno al vero servizio di Cristo. La pace, l’armonia tra gli uomini e Dio e l’amore per il prossimo prevarranno su tutto. (…) Il Vangelo sarà predicato ovunque: tutti i popoli e tutte le nazioni conosceranno la verità divina e gli uomini vivranno dei frutti di Dio» (9).
Nel 1820, la beata Elisabetta Canori Mora ebbe la visione della vittoria della Chiesa sulle sette massoniche che l’avevano infiltrata e inquinata: «Si vide apparire un bello splendore, che annunciava la riconciliazione di Dio con gli uomini. (…) Il santo [Pietro apostolo] scelse il nuovo Pontefice, fu riordinata tutta la Chiesa secondo i veri dettàmi del santo Evangelo (…) In questa maniera si formò in un momento il trionfo, la gloria, l’onore della Chiesa Cattolica: da tutti era acclamata, da tutti stimata, da tutti venerata, tutti si diedero alla sequela di essa, riconoscendo tutti il vicario di Cristo, il sommo Pontefice» (10).
Quasi contemporaneamente, nel 1822, la beata Anna Katharina Emmerich ebbe la visione della Madonna che, «ritta in piedi su un monte e indossando un’armatura», guiderà una battaglia per difendere la Chiesa dagli assalti dei suoi nemici; «alla fine, solo pochi combattenti per la santa causa erano sopravvissuti, ma la vittoria era per loro» (11).
Infine, bisogna ricordare un famoso sogno profetico di san Giovanni Bosco, quello “delle due colonne” (1862), che descrisse la nave della Chiesa tornare trionfalmente in porto dopo una terribile battaglia marittima vinta da un nuovo pontefice (12).
Insomma, la sapienza e la prudenza ci suggeriscono che non ci troviamo alla fine dei tempi, ma solo alla fine di un tempo o di un’epoca: quella della Rivoluzione gnostica e anticristiana iniziata con l’umanesimo neopagano del XV secolo; non siamo giunti alla fine del mondo, ma solo alla fine di un mondo. Si può quindi prevedere che all’epoca attuale ne succederà una nuova: quella del reiterato trionfo della Chiesa; alla società attuale ne succederà una nuova: quella della risorta Cristianità che realizzerà il Regno sociale di Cristo.
A questa conclusione si potrebbe obiettare: “Ma allora, se la nostra epoca non è quella della fine del mondo, come mai le assomiglia tanto?” La risposta è semplice: le assomiglia perché ne costituisce una prefigurazione storica. L’attuale crisi della Chiesa prefigura la finale apostasia generale; l’attuale persecuzione anticristiana prefigura quella che colpirà i fedeli degli ultimi tempi; gli attuali anticristi prefigurano l’Anticristo come suoi anticipatori; i castighi minacciati a Fatima prefigurano quelli che provocheranno la fine del mondo. Ma proprio questa somiglianza tra il nostro tempo e quello apocalittico ci conferma l’imminenza di un’epoca storica che vedrà un trionfo della Chiesa tale, da prefigurare (sia pure debolissimamente) il finale e definitivo trionfo della “Gerusalemme celeste” nella beata eternità.
Un trionfo solo religioso o anche politico?
La terza domanda da porci è la seguente: il Regno di Maria profetizzato a Fatima consisterà in un evento solamente religioso o comporterà anche una dimensione politica?
Una integra concezione del Cristianesimo ci spinge a rispondere affermando la seconda ipotesi: il Regno di Maria non sarà un evento solamente religioso, consistente nella riforma e riscossa spirituale della Chiesa, ma comporterà anche una dimensione politica, consistente nella ricristianizzazione della società e nella restaurazione della Cristianità.
Ciò è confermato dal fatto che la Madonna ha chiesto non una generica consacrazione dell’umanità, ma la specifica consacrazione di una nazione: quella russa. Il fatto che questa consacrazione sia stata e sia tuttora malvista dalle autorità politiche e religiose russe, ponendo quindi un ostacolo al compimento delle promesse di Fatima, conferma quanto sia importante riaffermare la Regalità mariana su una nazione e il diritto della Chiesa a consacragliela.
Inoltre, in una lettera scritta al patriarca di Lisbona (10 gennaio 1940), suor Lucia lo avvertì che Gesù chiedeva, in subordine, di consacrare almeno il Portogallo al Cuore Immacolato di Maria, e che l’episcopato vi coinvolgesse il governo lusitano, ad esempio vietando le feste pagane di carnevale tornate in auge nella popolazione (13). Due anni dopo, Gesù disse che, se altre nazioni europee si fossero consacrate alla Madonna seguendo l’esempio del Portogallo, sarebbero state come questo risparmiate dalla guerra mondiale che imperversava per punire la loro apostasia (14). Ciò presuppone una soprannaturale Regalità della Madonna, partecipata da quella di Gesù stesso, sulle società politicamente organizzate.
Non si tratta certo di una novità. Basti ricordare il noto precedente del messaggio del Sacro Cuore, trasmesso da Gesù a santa Margherita Maria Alacocque nel XVII secolo. Annunciando le richieste del Redentore, la veggente francese ne sottolineò le conseguenze politiche: «Si vedranno i regnanti umiliarsi davanti al Cuore adorabile del Salvatore e, dai tesori di grazie che vi sono racchiusi, ricavare il modello della loro condotta e il più efficace sostegno del loro potere» (15). Non a caso, in una sua apparizione a suor Lucia (Tuy, 28 agosto 1931), Gesù stesso ha collegato il passato mancato trionfo del suo Sacro Cuore con il futuro trionfo del Cuore Immacolato di Maria (16).
A questo possiamo aggiungere che, profetizzando la vittoria della Fede sulla Rivoluzione, nel 1851 la Madonna precisò ai veggenti di La Salette che «i nuovi governanti diventeranno il braccio destro della Santa Chiesa» (17).
Secondo il Catechismo del Concilio Tridentino, quando recitiamo il Pater noster, chiedendo che “venga il tuo Regno”, «noi chiediamo pure che, scacciati dal suo Regno gli eretici e gli scismatici, banditi gli scandali e le cause dei peccati, il nostro Padre celeste purifichi il campo della sua Chiesa, affinché questa goda di una dolce e tranquilla pace, tributandogli un pio e santo culto. (…) Noi chiediamo dunque ardentemente allo Spirito divino (…) che abbatta il regno di Satana; (…) chiediamo che Cristo vinca e trionfi, che la sua Legge sia in vigore nel mondo intero e che i suoi decreti siano eseguiti» (18).
Del resto, la glorificazione sociale di Gesù Cristo e della Madonna può realizzarsi solo durante la storia e sulla Terra, per cui non può essere rinviata alla fine dei tempi e tantomeno esiliata nell’altro mondo. Pertanto, non solo le “culture” e le “civiltà”, ma anche le comunità, le società, i popoli, le strutture e le istituzioni politiche (sia nazionali che internazionali) hanno il dovere di sacralizzarsi convertendosi a Cristo, sottomettendosi alla Chiesa e contribuendo alla edificazione della Cristianità.
Una evoluzione nella continuità o una rottura nella discontinuità?
La quarta domanda da porci è la seguente: il trionfo del Cuore Immacolato, come accadrà? Si realizzerà mediante una graduale e pacifica evoluzione in continuità con la “modernità”, producendo quella nuova sintesi tra Tradizione e Rivoluzione – una sorta di storico “matrimonio tra il Cielo e l’Inferno” – auspicata dai fautori del “dialogo” e della “riconciliazione”? (19) Oppure si realizzerà mediante una brusca e cruenta rottura storica in discontinuità con la “modernità”, suscitando quello scontro tra forze rivoluzionarie e forze contro-rivoluzionarie auspicato dai fautori della riscossa cristiana?
La prima prospettiva, quella pacifista della evoluzione nella continuità, appare non tanto vile quanto illusoria: «la vittoria del Figlio della Donna non avverrà senza una dura lotta che deve attraversare l’intera storia umana» (20). La Sacra Scrittura ci ammonisce che Dio non concede perdono delle colpe né remissione delle pene senza sofferenze morali e fisiche, anzi senza “spargimento di sangue”: ciò vale anche per espiare i “peccati sociali”, come il “peccato di Rivoluzione” commesso da autorità statali ed assemblee nazionali.
Dobbiamo allora domandarci: quanta sofferenza e quanto sangue purificatore dovranno ancora scorrere, perché l’umanità possa espiare l’empietà di una Rivoluzione plurisecolare che ha portato la ribellione a Dio a una gravità mai vista prima? Se l’empietà della lunga “epoca liberale” (1789-1814) è stata punita con un secolo di devastazioni e poi con due guerre mondiali, come verranno punite le offese a Dio e la rovina delle anime commesse durante decenni di comunismo, di laicismo, di pansessualismo e ormai anche di crisi della Chiesa? La drammatica profezia di sanguinosa persecuzione, contenuta nel “terzo segreto” di Fatima, ci ha avvisato della punizione che sta ormai inevitabilmente arrivando.
Eppure, proprio la drammatica situazione che subiamo ci fa sperare che sia vicina l’ora del pentimento e della conversione. «Il mondo geme nelle tenebre e nel dolore, proprio come il figliol prodigo quando giunse agli estremi della vergogna e della miseria, lontano dal focolare materno. Ma, nel momento in cui l’iniquità sembra trionfare, c’è qualcosa di vano nella sua apparente vittoria. L’esperienza ci mostra che da un simile malcontento nascono le grandi sorprese della storia. Man mano che le deformazioni si acuiranno, si acuità il malessere. Chi potrà dire quali magnifici sussulti ne potranno scaturire? Nell’estremo peccato sta molte volte l’ora della misericordia divina verso il peccatore» (21).
Comunque sia, risulta credibile solo la seconda prospettiva enunciata: quella della discontinuità, della rottura e dello scontro. Si tratta di una prospettiva non tanto eroica quanto realistica, perché conforme al modo di agire tipico della divina Provvidenza nei momenti critici e decisivi.
Infatti, se è vero che natura non facit saltus, il soprannaturale invece suole provocare quei “salti” che sono le grandi conversioni (individuali e sociali) capaci di cambiare il corso della storia e di risolvere le crisi epocali. Dobbiamo quindi attenderci un nuovo “salto” storico, una rottura traumatica, uno scontro cruento che finalmente interromperà quel graduale e indolore processo di avvelenamento che sta estinguendo la vita religiosa, morale e civile dei popoli cristiani e sta mettendo in pericolo la sopravvivenza della Chiesa visibile.
Dobbiamo quindi aspettarci una catastrofe: ma non una catastrofe fallimentare che chiuderà la storia, bensì una catastrofe risanatrice che aprirà una nuova epoca storica, come è già avvenuto più volte nella storia della Chiesa. Il messaggio di Fatima, così in bilico tra minaccia e promessa, tra tragedia e speranza, non mira forse anche a preparare spiritualmente i fedeli ad affrontare questa prospettiva?
Dobbiamo insomma attenderci una sorta di miracolo, un prodigioso intervento divino nella storia che – in modo imprevisto, improvviso e decisivo – all’ultimo momento risolverà una situazione apparentemente disperata, rovesciando la sconfitta in trionfo.
Probabilmente, questo intervento risolutivo sarà preparato da un drammatico evento chiarificatore che produrrà due risultati decisivi. Dapprima ci sarà una folgore che illuminerà l’oscuro panorama, in modo da dissipare quegli errori, equivoci e compromessi che illudono, indeboliscono e dividono i cristiani rendendoli incapaci di smascherare i nemici di Dio. Poi ci sarà una spada che imporrà una separazione di campo tra fede ed empietà, in modo da permettere alle forze cattoliche di riunirsi per sconfiggere la schiera diabolica. Questo sarà il vero “scontro tra civiltà” opposte e inconciliabili (22).
E noi, “piccolo gregge” rimasto fedele, che ruolo abbiamo e forse avremo in questo panorama storico?
Non facciamoci quindi illusioni di una vittoria pacifica e a basso prezzo. Per vincere bisogna combattere, per combattere bisogna sperare nella vittoria, per sperare bisogna amare ciò in cui si spera, per amare bisogna credere in ciò che si ama, rifiutando colpevoli illusioni e false consolazioni. La riscossa tanto auspicata presuppone l’impegno fino all’olocausto di cristiani dall’animo retto, forte e generoso, dotati delle qualità donate dallo Spirito Santo ai “puri di cuore”; infatti «solo un cuore puro può dire senza timore alcuno: “venga il tuo Regno!” (…) Solo colui che si conserva integro nelle azioni, nei pensieri e nelle parole, può chiedere a Dio: “venga il tuo Regno!”» (23). Se il “resto d’Israele”, se i cristiani rimasti fedeli pregheranno, combatteranno e si sacrificheranno per l’avvento del Regno di Cristo in Maria, dimostrando di desiderare quel bene futuro che non possono vedere, essi otterranno da Dio la ricompensa di vedere ciò che hanno desiderato.
Note
1. Lucia racconta Fatima. Memorie, lettere e documenti di suor Lucia, Queriniana, Brescia 2005, pp.80-82.
2. S. MANELLI F.I., Alla fine il mio Cuore Immacolato trionferà, su “Il Settimanale di Padre Pio”, Frigento, 24 marzo 2012.
3. Lucia racconta Fatima, p. 147.
4. Cfr. A BORELLI, Fatima: messaggio di tragedia o di speranza?, Luci sull’Est, Roma 2000, p. 93.
5. BENEDETTO XVI, discorso a Fatima del 13-5-2010.
6. Avvenire, 27-6-2000.
7. Cfr. C. SICCARDI, Fatima e la passione della Chiesa, Sugarco, Milano 2012 pp. 45-58.
8. M. SOUSA PEREIRA O.F.M., The admirable life of mother Mariana, Quito 1790, vol. II, pp. 211.
9. L’apparition de la T. S. Vierge sur le mont de La Salette, Lecce 1879 – Lyon 1904, pp. 13-14.
10. E. CANORI MORA, La mia vita nel cuore della Trinità, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano, parte III, cap. 50, § 7.
11. Visione del 22 ottobre 1822.
12. Cfr. E. PILLA, I sogni di don Bosco, Cantagalli, Siena 2004, pp. 193-196.
13. Lucia racconta Fatima, p. 161.
14. Lucia racconta Fatima, p. 158.
15. S. MARGUERITE MARIE ALACOQUE, Vie et oeuvres, Paris-Fribourg 1990, vol. II, p. 327.
16. Fra MICHEL DE LA SAINTE TRINITÉ, op. cit., vol. II, pp. 344-346.
17. L’apparition de la T. S. Vierge sur le mont de La Salette, cit., p. 14.
18. Concilii Tridentini catechismus romanus, §§ 383 e 385.
19. The marriage of Heaven and Hell (1793) è il titolo di una nota poesia esoterica dell’inglese William Blake.
20. GIOVANNI PAOLO II, Redemptoris Mater, enciclica del 25-3-1987, § 11.
21. P. CORRÊA DE OLIVEIRA, La cornice iniziale del risorgimento contro-rivoluzionario, in A. BORELLI, op. cit., pp. 102-103.
22. Cfr. H. DELASSUS S.J, Il problema dell’ora presente. Antagonismo tra due civiltà, Desclée, Roma 1910, vol. I.
23. S. CIRILLO DI GERUSALEMME, Catechesi mistagogiche, V, 13.
Come sarà il Regno di Maria?

Ogni immaginazione sul trionfo del Cuore Immacolato di Maria non è altro che un semplice abbozzo rispetto alle meraviglie che il Signore opererà per glorificare la sua Figlia prediletta, la sua Madre verginale, la sua Sposa immacolata.
Sarebbe fuorviante pensare che gli eletti, partendo per il Cielo, considerino conclusa la loro missione sulla terra. Al contrario, la vera azione di coloro che si salvano inizia una volta varcata la soglia dell’eternità. Questo è ciò che il Dott. Plinio Corrêa de Oliveira denominava la post storia di un’anima, ancora più ricca ed efficace di quella della sua esistenza terrena, anche se quest’ultima può essere stata risonante e piena di splendore.
Alla luce di ciò, dovremmo chiederci: come avviene l’intervento materno della Madonna negli eventi successivi alla sua Assunzione nella dimora celeste?
Per l’Autore, la post storia della Santissima Vergine si divide in tre grandi fasi: il diluculo, l’aurora e lo splendore meridiano. L’era del diluculo è trascorsa dagli albori della Chiesa primitiva fino al culmine del Medioevo. L’aurora ha avuto inizio con lo scoppio della Rivoluzione, nefasto processo di deterioramento della Civiltà Cristiana che sfocia nei giorni nostri, segnati dal caos, dall’ateismo e dalla stravaganza. E lo splendore meridiano inizierà con il trionfo del Cuore Immacolato di Maria, preceduto, come tutto indica, da un castigo di proporzioni apocalittiche.
Occorre qui trattare l’ultima di queste tappe, cioè quella del regno di Gesù Cristo per mezzo di sua Madre.
Glorioso avvenire, superiore a qualsiasi immaginazione
All’Autore risulta impossibile trasmettere ciò che gli attraversa l’anima riguardo al futuro glorioso riservato alla Santa Chiesa durante il Regno della Vergine Celeste. Gli mancano le parole per descriverla rinnovata e ricolma di grazia per l’azione del Divino Spirito Santo, che agirà in suo favore in Maria, con Maria e per mezzo di Maria.
Un passaggio della profezia di Baruc offre una pallida idea delle intuizioni che riempiono di entusiasmo il suo cuore: “Deponi, o Gerusalemme, la veste del lutto e dell’afflizione, rivèstiti dello splendore della gloria che ti viene da Dio per sempre. Avvolgiti nel manto della giustizia di Dio, metti sul capo il diadema di gloria dell’Eterno, perché Dio mostrerà il tuo splendore ad ogni creatura sotto il cielo. Sarai chiamata da Dio per sempre Pace della giustizia e gloria della pietà!” (5, 1-4).
Tuttavia, il piano dell’Altissimo sorprenderà anche gli spiriti di più ampie vedute, infatti Egli “in tutto ha potere di fare molto più di quanto possiamo domandare o pensare” (Ef 3, 20). Ogni immaginazione sul trionfo del Cuore di Maria e della conseguente esaltazione della Chiesa non è altro che un semplice abbozzo rispetto alle meraviglie che il Signore degli Eserciti opererà per glorificare la sua Figlia prediletta, la sua Madre verginale, la sua Sposa immacolata.
Desideri che anticipano l’intervento divino
Questa sublime realtà non ne esclude però un’altra ancora più bella, segnalata dal Dott. Plinio: “A mano a mano che i giusti vanno generando l’idea di come sarà il Regno di Maria, questo si avvicina a noi”. È proprio del profetismo non solo prevedere e annunciare, ma in qualche modo anticipare e già pregustare i fatti percepiti a distanza.

Ricevuta la notizia che una piccola nuvola, con l’aspetto di una mano, si stava alzando all’orizzonte, Elia vide la pioggia torrenziale che sarebbe caduta su Israele e che avrebbe fatto rinverdire il suolo reso sterile a causa dell’incessante siccità con cui Dio aveva punito per tre anni i peccati del popolo. Immediatamente mandò a dire al re Acab di affrettarsi a tornare al suo palazzo, in modo che la pioggia non lo fermasse durante il cammino (cfr. I Re 18, 41-46).
Ora, al di là del fenomeno fisico, il profeta igneo scorse nella nuvoletta una prefigurazione della Vergine che avrebbe portato sulla terra un altro diluvio, non di acqua ma di grazia: la stessa Fonte divina della grazia, che avrebbe riscattato il genere umano reso sterile dalla disobbedienza dei nostri progenitori. E la Beata Anna Caterina Emmerick narra che, scegliendo tre dei suoi discepoli, Elia li inviò come messaggeri ai pagani del nord e del sud, anche nel lontano Egitto, per annunciare loro di prepararsi, perché stava per arrivare una Vergine da cui sarebbe nato il Salvatore degli uomini.
Questo episodio dimostra che, quando certe anime vengono portate dal soffio della grazia a volare nel firmamento della futura esaltazione della Madonna, devono lasciarsi condurre senza paura. Sebbene rimangano sempre al di sotto della realtà, il loro desiderio elevato di vedere vendicato l’onore della Madre di Dio affretta la manifestazione della giustizia e della misericordia divina.
Di conseguenza, l’Autore desidera svolgere alcune considerazioni riguardo al futuro, sulla base dei commenti profetici del suo maestro spirituale, Plinio Corrêa de Oliveira, per incoraggiare così le ispirazioni della grazia che parlano nell’intimo delle anime al fine di attendere con fiducia l’intervento divino negli eventi, determinando la fine del dominio rivoluzionario e l’instaurazione del regno di Gesù per mezzo di Maria.
“Le anime respireranno Maria”
Nell’aspettativa profetica del Dott. Plinio, l’era mariana sarà un’epoca di trasmissione di doni celesti senza precedenti: “Spero che la Madonna ci dia doni inimmaginabili, sovrabbondanti, tanto più belli e tanto più pregevoli di quelli già conosciuti, da non sapere nemmeno cosa dire”. Ora, perché si verifichi tale comunicazione di grazie e disegni, l’umanità deve seguire la stessa via percorsa da Maria Santissima: quella della Sacra Schiavitù.
Nel Regno della Vergine, gli uomini parteciperanno in altissimo grado all’amore che unisce il Divino Spirito Santo alla Madonna. Secondo l’espressione di San Luigi Grignion de Montfort, “le anime respireranno Maria”, ossia, si sentiranno pervase dal Suo incommensurabile e gratuito amore e, di conseguenza, La ameranno con fiducia, estasi e affetto. Da questo amore ineffabile nascerà un discernimento degli spiriti reciproco, attraverso il quale contempleranno le une nelle altre l’aspetto specifico della Madre di Dio su cui sono chiamate a riflettere.
Tuttavia, questo si realizzerà soltanto attraverso uno strettissimo vincolo di schiavitù spirituale con la Sovrana dell’Universo, tutto fatto di elevazione, venerazione e tenerezza, oltre che di disposizione radicale al servizio, all’obbedienza e all’olocausto. In questo modo tutta la società sarà innalzata ad un nuovo livello di vita soprannaturale, adempiendo in pienezza le parole di San Paolo: “Se uno è in Cristo, è una creatura nuova” (II Cor 5, 17). Nella globalità dell’Opinione Pubblica risplenderà l’immagine e somiglianza di Gesù, attraverso la Mediazione Universale di Maria.
Regno della clemenza, della pietà e della dolcezza
In funzione di questa prospettiva, come definire il Regno di Maria?

Casa di Formazione Thabor nel giugno 2015
Sarà il regno della clemenza, della pietà e della dolcezza della Madonna, l’era storica in cui lo spirito di Lei sarà presente in ogni creatura e il Suo amore coprirà, come una nebbia bianca e discreta, tutta la terra. Così come al giorno d’oggi si respira ovunque l’alito pestilenziale e immondo della Rivoluzione, caratterizzato dalla rivolta, dall’egualitarismo e dalla sensualità sguaiata, durante il Regno di Maria si respirerà il soave profumo della presenza e delle virtù della Regina Celeste, sia nelle anime che negli ambienti, nei costumi e persino nelle civiltà.
Il grande profeta e apostolo di Maria, San Luigi Grignion de Montfort, spiega che la Madonna susciterà nelle anime dei paladini del suo regno una santità talmente superiore, perché si tratterà di una partecipazione alle sue stesse virtù, che essi avranno, nell’ordine della grazia, la proporzione che hanno i cedri del Libano rispetto ai cespugli se paragonati ai Santi delle epoche precedenti.
A questi eletti Ella Si mostrerà e Si darà completamente, come non ha mai fatto. Ci sarà un momento in cui ciascuno dei Suoi figli e schiavi La vedrà trasfigurata davanti a sé e sperimenterà i torrenti di amore e di misericordia che emanano dal Suo Cuore. Tutto sarà purificato, perdonato e restaurato. Il Regno di Maria, realizzazione massima del Regno di Cristo, sarà fondato nelle anime.
Sarà svelato il Segreto di Maria
Un tale slancio di vitalità soprannaturale farà della Chiesa e della società un’immagine del Corpo glorioso di Cristo. Sostanzialmente sarà sempre lo stesso e unico Corpo Mistico, ma sarà adornato di qualità nuove che gli conferiranno una luce intensissima. Da parte loro, gli uomini continueranno ad essere soggetti alle tendenze malvagie instillate dal peccato originale; tuttavia, si spera che, nella maggior parte dei casi, queste rimangano sottomesse alla ragione illuminata dalla fede, come risultato di una straordinaria mozione della grazia concessa dalla misericordia divina.
Per raggiungere questo grado di santificazione e di rinnovamento della sua Sposa Mistica, Nostro Signore realizzerà a favore dell’umanità qualcosa di analogo a quanto è accaduto ai discepoli nei giorni successivi alla Pasqua di Risurrezione: Egli aprirà la loro mente, affinché comprendano le Scritture (cfr. Lc 24, 45). Sarà allora svelato il Segreto di Maria, che consiste in una verità conosciuta, ma non interamente compresa e amata. In questo senso, il Dott. Plinio afferma:
“Ho l’impressione, non posso avere la certezza, che il Segreto di Maria sarà una luce nuova su una verità già manifestata, ma la cui interpretazione salterà agli occhi particolarmente in questa epoca della Storia. Una tale verità, contenuta nella Rivelazione ufficiale, riguarderebbe l’essenza stessa di Dio e, a partire da essa, le relazioni di Dio con la Madonna, con la Chiesa e con tutte le anime. Di conseguenza, il rapporto degli uomini con l’universo – in ambito culturale, politico, sociale ed economico – sarà profondamente condizionato da questo nuovo dato, sul quale risplenderà una luce speciale”.

Dott. Plinio Corrêa de Oliveira
Il Segreto di Maria non si limiterà però alla semplice assimilazione di una verità, sebbene essa sia necessaria visto che non si ama ciò che non si conosce. La chiara nozione rispetto alla Madonna produrrà nei cuori un effetto simile a quello sperimentato dai discepoli di Emmaus quando ascoltarono gli insegnamenti del Divin Maestro: “Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture?” (Lc 24, 32).
Per un’azione della grazia, questa cognizione sarà accompagnata da un aumento di amore, devozione e pietà verso di Lei, che ridonderà, come indica il Dott. Plinio, in “una certa unione di cogitazioni e di vie con Maria e, attraverso di Lei, con Gesù, che noi ora non comprendiamo ancora come potrà essere. Si tratta di qualcosa di sublime e misterioso”.
Da queste grazie sorgerà una nuova civiltà
La piena rivelazione di questo Segreto schiuderà le menti e i cuori a due aspetti specifici della Madonna. Da un lato, si verificherà un enorme approfondimento nella comprensione dei Suoi rapporti con le Tre Persone Divine, come menzionato sopra. Alla luce di questa comunione, l’intreccio tra le anime acquisirà un tale tenore che, come spiega il Dott. Plinio, “si stabilirà una sorta di pace e di tranquillità tra gli uomini, dando luogo a una nuova civiltà”. E, in special modo, “si inaugurerà un modo di relazionarsi con i Cuori di Gesù e di Maria, segnato da una nota di intimità che prima non esisteva”.
D’altra parte, in virtù di uno sviluppo teologico favorito da grazie insigni e, forse, da doni mistici, diventerà evidente la Mediazione Universale della Madonna e il suo ruolo nella salvezza degli uomini, mettendo in evidenza la sovraeccellenza della Sua santità. Come corollario, si farà luce sull’enigmatico processo rivoluzionario e sui falsi profeti che lo sostengono, che hanno avvolto nelle tenebre la Chiesa stessa.
Il Dott. Plinio sottolinea inoltre che “questa nuova comprensione aprirà agli uomini una tale vastità di grazie, darà un carattere così filiale e, allo stesso tempo, così umile al vincolo con Lei, che innalzerà il livello di pietà dei fedeli e, a fortiori, del clero ad un’altezza solo vagamente presentita dai secoli precedenti. Così, giunto il momento della rivelazione del Segreto di Maria, le nostre speranze di santità si moltiplicheranno all’infinito!”
Di conseguenza, il bene sarà esaltato come mai prima, e il male sarà esecrato fino alle estreme conseguenze. A mano a mano che quest’epoca benedetta progredirà e raggiungerà il suo apogeo, saranno gettate le basi affinché l’onore dovuto al Creatore sia reso pienamente, ponendo così un glorioso termine alla Storia.
Fonte: https://rivistacattolica.it/come-sara-il-regno-di-maria/
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