
I racconti che seguono sono tratti dalle memorie del Signore di Joinville, nobile della Champagne, divenuto consigliere e confidente del re San Luigi IX. Racconta come san Luigi avrebbe esercitato la giustizia nelle cause intentate davanti a lui, a volte difendendo anche il suo popolo davanti allo stesso ufficiale giudiziario da lui stesso nominato.
Aveva organizzato i suoi affari in modo tale che il mio signore di Nesle e il buon conte di Soissons, e noi altri che eravamo intorno a lui dopo aver ascoltato la messa, andavamo ad ascoltare le suppliche della porta (che ora chiamano ” petizioni”). E quando tornava dalla cattedrale, ci mandava a chiamare, e si sedeva ai piedi del suo letto e ci faceva sedere tutt’intorno a lui, e ci chiedeva se c’erano casi da sbrigare che non potevano essere spedito senza di lui, e li nominavamo, e lui mandava a chiamare le parti e chiedeva loro: “Perché non accetti ciò che i nostri ufficiali ti offrono?” e dicevano: “È molto poco, signore”. E parlava loro come segue: “Dovresti davvero prendere ciò che le persone sono pronte a concedere”. E in questo modo il sant’uomo si adoperava con tutte le sue forze per portarli sulla retta e ragionevole condotta.
Molte volte capitava d’estate che andasse a sedersi nel bosco di Vincennes, dopo la messa, e tutti quelli che avevano da fare venissero a parlare con lui, senza impedimenti da parte di uscieri o di nessuno. Poi chiedeva loro con le proprie labbra: “C’è qualcuno qui che ha un vestito?” e quelli che avevano abiti si alzarono. Poi diceva: “Tacete, tutti; e sarai trattato in ordine. Poi chiamava monsignor Peter di Fontaines e monsignor Geoffrey di Villette e diceva a uno di loro: “Spediscimi questo vestito!” e se nel discorso di quelli che parlavano per conto d’altri vedeva che si poteva mettere meglio un punto, lo metteva lui stesso con le proprie labbra. L’ho visto qualche volta d’estate, quando per ascoltare i corteggiamenti della sua gente, veniva nei giardini di Parigi, vestito con un cappotto di pelo di cammello, con una sopravveste senza maniche di tiretaine, un mantello di taffettà nero intorno al collo, i capelli ben pettinati e senza cuffia, e un cappello bianco di piume di cigno in testa. Faceva stendere un tappeto perché potessimo sederci intorno a lui; e tutte le persone che avevano da fare davanti a lui stavano intorno, e poi fece spedire i loro affari, proprio come ti ho detto prima della foresta di Vincennes.
Ethel Wedgwood, trad. Le memorie del signore di Joinville : una nuova versione inglese (New York: EP Dutton and Co., 1906), pp. 20-22.
John Horvat II 10 gennaio 2013