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9“Primavera araba” o espansionismo islamista?

“Primavera araba” o espansionismo islamista?

Fr. Samir Khalil Samir è un rinomato gesuita egiziano esperto del mondo islamico. Recentemente ha fatto un’analisi della “Primavera araba” e della sua evoluzione, nonché della situazione confusa e pericolosa in Siria.1 Dato il suo interesse, riassumiamo di seguito alcune delle sue osservazioni.

Egitto: da una dittatura all’altra

La cosiddetta “primavera araba”, iniziata in Egitto sotto l’egida della democrazia per abbattere una dittatura militare durata tre generazioni, sta diventando una nuova dittatura con sfumature religiose. La lotta contro la dittatura di Mubarak è stata generalmente sostenuta dall’opinione pubblica e soprattutto dai giovani. Ma una volta caduto il dittatore militare, il potere è finito nelle mani di chi è meglio organizzato per assumerlo: i Fratelli Musulmani. E ora il nuovo leader, Morsi, ha brevemente assunto poteri dittatoriali, assumendo tutti i rami del governo: esecutivo, legislativo e giudiziario.

Supporto militare

“Primavera araba” o espansionismo islamista?
In Siria i cristiani devono scegliere tra una dittatura laicista che garantisce la libertà di religione e una dittatura islamica che la nega. Un posto di blocco militare alla periferia di Damasco.   (E.Arrott/VOA)

Per il momento la reazione dell’Esercito è stata passiva, il che sembra indicare la sua disponibilità a sostenere il nuovo governo. Anche se molto vicine agli Stati Uniti, che le hanno finanziate e addestrate, le forze armate egiziane sono pragmatiche, a differenza di quelle turche che difendono il laicismo. Se i Fratelli Musulmani continueranno a garantire i propri privilegi, i militari probabilmente continueranno a sostenere la nuova leadership.

La diffusione delle dittature islamiste

Quanto sta accadendo in Egitto è, in un modo o nell’altro, lo stesso che sta accadendo in Tunisia, Iraq e Siria. “La mia impressione”, dice padre Samir, “è che il mondo arabo e forse l’intero mondo musulmano debba passare da una dittatura militare a una potente dittatura islamica perché il popolo musulmano è molto religioso e tiene in grande considerazione questo ideale per la società”.

“Primavera araba” o espansionismo islamista?
La cosiddetta “primavera araba”, iniziata sotto l’egida della democrazia per rovesciare una dittatura militare, sta ora diventando una nuova dittatura con sfumature islamiste.

In Siria, il conflitto che divide il Paese ed è diventato una guerra civile è stato internazionalizzato e le potenze occidentali, oltre a Israele, Turchia e Russia, presentano piani per affrontare la situazione.

Divisioni all’interno dell’Islam

Per comprendere meglio le trasformazioni che sta attraversando il Medio Oriente, afferma p. Samir, bisogna tenere conto delle divisioni esistenti all’interno dell’Islam. Prendendo i due gruppi più numerosi (che presentano numerose divisioni interne), i sunniti si oppongono violentemente agli sciiti. “Si può dire”, ha aggiunto lo specialista, “che i nemici dell’Iran, più di Israele, sono i sunniti”. E continua: “Questo conflitto è ancora più duro dell’odio tra palestinesi e israeliani”.

Questa divisione tra i musulmani influenza notevolmente il conflitto siriano. Pur essendo a maggioranza sunnita, il Paese è dominato dagli alawiti, una sorta di branca sciita seguita solo dal 12-13% della popolazione. Il 10% dei siriani sono cristiani e il 7% drusi, musulmani con caratteristiche proprie.

“Primavera araba” o espansionismo islamista?
In Siria, l’attuale governo non fa distinzioni tra musulmani e cristiani, entrambi ugualmente considerati come cittadini.

“La grande paura per i sunniti e per la maggior parte dei Paesi arabi”, osserva padre Samir, “è che la Siria, legata all’Iran dalla religione, diventi sempre più uno strumento di espansione sciita”.

La posizione dei cristiani siriani

L’attuale governo siriano, il partito Ba’ath, non fa distinzione tra musulmani e cristiani, considerati ugualmente come cittadini. Quindi i cristiani devono scegliere tra una dittatura laicista che garantisce la libertà di religione e una dittatura islamica che la nega.

Non si tratta di simpatizzare o sostenere il regime di Assad, riflette il gesuita, ma di scegliere il male minore. Rispetto all’Egitto, ad esempio, la situazione dei cristiani in Siria è molto migliore.

Impatto in Occidente

“Primavera araba” o espansionismo islamista?
Fr. Samir Khalil Samir, SJ è un rinomato gesuita egiziano, esperto del mondo islamico.

L’Occidente, sottolinea l’islamologo, non si rende conto che il crescente potere dell’Islam in Medio Oriente e Nord Africa si riverbererà nelle comunità musulmane sempre più numerose in Europa e negli Stati Uniti.

“Per il mondo fondamentalista musulmano”, avverte, “l’Occidente è contro Dio e quindi va combattuto; nel discorso islamista, l’Occidente è la ‘nuova Jahiliyyah’, il nuovo paganesimo”.

Queste osservazioni di padre Samir Khalil Samir sono molto opportune in quanto contrastano con il diffuso ottimismo che i media occidentali hanno diffuso sulla rivolta islamista in Medio Oriente.

Luiz Sérgio Solimeo 13 dicembre 2012

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