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9Chiedere a papa Francesco di affrontare i “dubbi” su ‘Amoris laetitia’ e il comunismo

Chiedere a papa Francesco di affrontare i “dubbi” su 'Amoris laetitia' e il comunismo

Circa due anni fa si è aperto un acceso dibattito tra cardinali, vescovi e laici cattolici su alcuni punti della dottrina cattolica relativi alla morale e ai sacramenti.

Le persone che vivono in adulterio possono ricevere la comunione?

Più precisamente, la disputa riguarda se i cattolici divorziati che vivono in nuove unioni civili possano ricevere la Santa Comunione mentre si trovano in quello stato. Basandosi sulle parole del nostro Salvatore, la morale cattolica ha sempre detto che un marito che abbandona la moglie per vivere con un’altra o una moglie che lascia il marito per vivere con un’altra è in stato di adulterio.

La polemica è iniziata al Concistoro straordinario sulla famiglia tenutosi nel febbraio 2014, quando il cardinale Walter Kasper, intervenuto su richiesta del Papa, ha difeso la possibilità di permettere ai cattolici divorziati e “risposati” civilmente di ricevere la Comunione. Le polemiche sono culminate il 19 marzo 2016 quando papa Francesco ha pubblicato l’esortazione apostolica Amoris laetitia, che ha accolto con discrezione la tesi del cardinale tedesco.

Considerazioni e richieste non prese in considerazione

Nel periodo compreso tra il Concistoro Straordinario e la pubblicazione di Amoris Laetitia , cardinali, vescovi e laici cattolici hanno pubblicato libri, saggi e articoli che confutavano la “tesi di Kasper”. Inoltre, 880.000 persone da tutto il mondo, tra cardinali e vescovi, hanno firmato un Appello Filiale chiedendo chiarimenti a Papa Francesco. È stato anche pubblicato il documento intitolato “ Dichiarazione di fedeltà all’insegnamento immutabile della Chiesa sul matrimonio e alla sua disciplina ininterrotta ”, al quale hanno aderito finora oltre 17.000 cattolici, tra cardinali, vescovi, sacerdoti e laici.

Il 29 giugno 2016, un gruppo di quarantacinque teologi e studiosi laici ha inviato ai cardinali uno studio teologico di Amoris Laetitia che censura diverse sue affermazioni come eretiche, al limite dell’eresia, scandalose e così via.

Purtroppo, pur basandosi su una solida dottrina e tradizione della Chiesa, quei documenti e quelle richieste di chiarimento rimangono senza risposta.

Quattro cardinali chiedono chiarimenti

Da ultimo, visto il silenzio del Papa e della Congregazione per la Dottrina della Fede, quattro Cardinali di Santa Romana Chiesa Cattolica hanno scritto una lettera al Santo Padre, con copia al Cardinale Ludwig Müller, datata 19 settembre 2016. A questa lettera allegavano una richiesta formale di chiarimenti su alcune affermazioni errate in Amoris Laetitia .

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I firmatari sono l’americano Raymond Leo Cardinale Burke, Cardinale Patronus del Sovrano Ordine di Malta, tedeschi, il Cardinale Walter Brandmüller, Presidente Emerito del Pontificio Comitato di Scienze Storiche e il Cardinale Joachim Meisner, Arcivescovo Emerito di Colonia, e l’italiano Carlo Cardinale Caffarra, Arcivescovo Emerito di Bologna.

Hanno adottato la tradizionale richiesta di chiarimento nota come dubium (singolare) o dubia (plurale). I dubia chiedono una risposta sì o no su ogni punto senza ulteriori spiegazioni.

Ad esempio, il 1° febbraio 2008 la Congregazione per la Dottrina della Fede ha risposto ai dubia sulla validità del battesimo fatto con formule stravaganti e se tali persone debbano essere battezzate in modo “assoluto”. Le risposte della Congregazione furono semplicemente: Ad primum: Negativo; Ad secundum: Affermativo (negativamente sul primo, affermativamente sul secondo).

Dubia su Amoris Laetitia

Il testo completo dei Dubia può essere letto qui. Questo è un riassunto:

1. La possibilità, sollevata da Amoris laetitia alla nota 351 (n. 305), di dare l’assoluzione sacramentale e la santa Eucaristia «in certi casi», «dovrebbe applicarsi ai divorziati che sono in una nuova unione e che continuano a vivere more uxorio [come marito e moglie]” tenendo presente che ciò contraddice il precedente Magistero pontificio?

2. L’insegnamento contenuto nell’Enciclica Veritatis Splendor (n. 79) di Giovanni Paolo II “basato sulla Sacra Scrittura e sulla Tradizione della Chiesa”, “sull’esistenza di norme morali assolute che proibiscono atti intrinsecamente cattivi e che vincolano senza eccezioni” restano valide “dopo la pubblicazione dell’Esortazione apostolica postsinodale Amoris laetitia” (cfr n. 304)?

3. Dopo Amoris laetitia (n. 301), è ancora possibile affermare che una persona che vive abitualmente in contraddizione con un comandamento della legge di Dio, come ad esempio quello che proibisce l’adulterio (cfr Mt 19,3-9) ), si trova in una situazione oggettiva di grave peccato abituale?

4. Dopo le affermazioni di Amoris laetitia (n. 302) sulle «circostanze che attenuano la responsabilità morale», l’insegnamento dell’enciclica Veritatis splendor (n. 81), fondato sulla Sacra Scrittura e sulla Tradizione della Chiesa, secondo quali “circostanze o intenzioni non potranno mai trasformare un atto intrinsecamente cattivo in virtù del suo oggetto in un atto ‘soggettivamente’ buono o difendibile come scelta” restano valide?

5. Infine, i cardinali si chiedono se l’insegnamento della Veritatis splendor , (n. 81), “basato sulla Sacra Scrittura e sulla Tradizione della Chiesa, che esclude un’interpretazione creativa del ruolo della coscienza e che sottolinea che la coscienza non può mai essere autorizzati a legittimare deroghe alle norme morali assolute che vietano atti intrinsecamente cattivi in ​​virtù del loro oggetto”.

“Leali al Santo Padre essendo fedeli a Cristo soprattutto”

In un’intervista all’Azione cattolica per la fede e la famiglia, il cardinale Burke ha spiegato che la richiesta di chiarimenti rivolta al Papa era sia un obbligo morale sia un atto di giustizia e carità verso i fedeli, ora immersi nella confusione.

Non è stato un atto di ostilità verso il Santo Padre, ha aggiunto, ma di lealtà. I quattro cardinali “si sforzano di essere fedeli al Santo Padre essendo fedeli soprattutto a Cristo”.

In un’altra intervista con il giornalista Edward Pentin, il cardinale Burke ha dichiarato:

Per noi tacere su questi dubbi fondamentali, che sono sorti a seguito del testo di Amoris Laetitia , sarebbe, da parte nostra, una grave mancanza di carità verso il Papa e una grave mancanza nell’adempimento dei doveri del proprio ufficio nella chiesa.

Più avanti, rispondendo alla domanda su cosa accadrebbe se il Papa non rispondesse ai dubia , il porporato ha detto categoricamente:

Quindi dovremmo affrontare quella situazione. C’è, nella Tradizione della Chiesa, la pratica della correzione del Romano Pontefice. È qualcosa che è chiaramente abbastanza raro. Ma se non c’è risposta a queste domande, allora direi che si tratterebbe di compiere un atto formale di correzione di un grave errore.

Il Papa ha risposto ai cardinali?

Diverse testate cattoliche stanno presentando le recenti dichiarazioni di papa Francesco al quotidiano dei vescovi italiani, Avvenire , come una risposta indiretta a quella richiesta formale di chiarimento .

Ad esempio, sul blog Crux, Inés San Martin commenta:

Papa Francesco ha risposto al fuoco contro i suoi critici sul documento Amoris Laetitia , suggerendo che soffrono di “un certo legalismo, che può essere ideologico”. Tra i critici c’è ora un gruppo di quattro cardinali che hanno accusato il pontefice di aver causato grave confusione e disorientamento e hanno persino avanzato la prospettiva di una correzione pubblica.

«Alcuni – si pensi alle risposte ad Amoris laetitia – continuano a non capire», ha detto Francesco. Pensano che sia “bianco e nero, anche se nel flusso della vita devi discernere”.

Chiedere a papa Francesco di affrontare i “dubbi” su 'Amoris laetitia' e il comunismo

Ovviamente non bisogna confondere tale critica poco misericordiosa dei cardinali per una risposta formale ai loro dubbi, formulata in termini teologici e canonici corretti. Infatti, invece di chiarire i dubbi sollevati, le dichiarazioni del Papa hanno aggiunto confusione.

La citazione sembra implicare che i principi tratti dalla Rivelazione divina non siano sufficienti per formare un giudizio morale perché le cose non sono “bianche e nere”, cioè buone o cattive. Al contrario, è nel “flusso della vita”, nella prassi, che si discerne se un atto o una situazione è moralmente corretta o meno.

Ebbene, questo è uno dei concetti di Amoris laetitia più meritevoli di critica. Ci ricorda la “situazione etica” condannata da Pio XII. Ad esempio, in un discorso del 1952 alla Federazione Mondiale della Gioventù Cattolica Femminile, disse:

[Queste nuove morali] potrebbero essere chiamate “esistenzialismo etico”. [Essi] non si basano su leggi morali universali come i Dieci Comandamenti ma su condizioni o circostanze concrete e reali in cui si deve agire e secondo le quali la coscienza individuale deve giudicare e scegliere.

[La] nuova etica è così contraria alla fede e ai principi cattolici che anche un bambino che conosce il catechismo se ne renderà conto.

Anche dire che non c’è “bianco o nero” nelle questioni morali, ma che i principi morali devono essere scoperti nel “flusso della vita”, richiama alla mente la teoria modernista della continua evoluzione del dogma. Questo errore del Modernismo, come spiega san Pio X, «loro [i Modernisti] lo deducono dal principio dell’immanenza vitale ; che le formule religiose, per essere realmente religiose e non mere speculazioni teologiche, dovrebbero vivere e vivere la vita del sentimento religioso».

Sostegno ai Quattro Cardinali

Nel momento in cui scriviamo, alcuni vescovi e laici progressisti hanno attaccato i coraggiosi prelati. Altri si sono espressi in loro difesa, come Mons. Józef Wróbel, Vescovo ausiliare di Lublino (Polonia), Mons. Athanasius Schneider, Vescovo ausiliare dell’Arcidiocesi di Santa Maria ad Astana (Kazakhstan), Mons. Jan Watroba, Presidente di il Consiglio per la Famiglia dei Vescovi polacchi’, p. George Woodall, Docente di Teologia Morale e Bioetica presso il Pontificio Ateneo Regina Apostolorum di Roma, e p. Alexander Lucie-Smith un dottore in teologia morale.

Potrebbero esserci altre affermazioni di ecclesiastici sulla stessa linea. In ogni caso, è impossibile elencare qui tutti i blog di laici cattolici che sostengono pienamente e mostrano vero entusiasmo per l’affermazione dei cardinali.

Dubia sul comunismo

Oltre a questi dubia su Amoris laetitia sollevati dai coraggiosi cardinali, se ne dovrebbero sollevare altri su questioni di dottrina sociale cattolica?

Se consideriamo le ripetute dichiarazioni ostili del Papa sulla proprietà privata e la libera impresa, la sua simpatia per i governanti socialisti e comunisti di Cuba, Venezuela, Bolivia e Cina, il suo appoggio ai movimenti sociali rivoluzionari sovversivi, e infine le sue dichiarazioni con un “pauperista  o di tendenza “miserabilista”, è ancora vera e vincolante la dottrina tradizionale della Chiesa che condanna il socialismo e il comunismo?

Sembrerebbe che vi siano fondati tali dubia , se si considerano, ad esempio, le recenti dichiarazioni di Papa Francesco al giornalista Eugenio Scalfari – suo confidente, ateo e apostata dalla Fede – pubblicate sul quotidiano laico italiano La Repubblica l’ 11 novembre In questa intervista, il Papa sogna un mondo egualitario e vede la disuguaglianza e non il peccato come il male più grande:

Quello che vogliamo è una battaglia contro la disuguaglianza, questo è il male più grande che esista al mondo. È il denaro che lo crea e che va contro quelle misure che cercano di rendere più diffusa la ricchezza e quindi promuovere l’uguaglianza.

Ricordando al Papa che questo era il programma del socialismo e del comunismo marxisti, il giornalista ha chiesto: «Pensa dunque a una società di tipo marxista?». Il Papa ha risposto: «È stato detto tante volte e la mia risposta è sempre stata che, semmai, sono i comunisti che la pensano come i cristiani».

Di questa intervista ha dato notizia la Radio Vaticana, e L’Osservatore Romano l’ha trasmessa l’11 novembre, dandone ampia diffusione nel mondo cattolico. Sono passate due settimane, ma il Papa non ha ritirato né corretto queste osservazioni.

Se si dovessero formulare dei dubia riguardo a queste affermazioni di papa Francesco, potrebbero assomigliare a questo:

Dubbia

1. Alla luce dell’affermazione “la disuguaglianza, questo è il male più grande che esista nel mondo”, è possibile continuare a sostenere l’insegnamento tradizionale della Chiesa secondo cui la disuguaglianza di ricchezza è legittima e conforme all’ordine stabilito da Dio?

2. Ad esempio, rimane vero questo insegnamento di Papa Pio XII nella sua Enciclica Sertum Laetitiae (1939)?

“Degni di onore sono i poveri che temono Dio perché di loro è il Regno dei Cieli e perché abbondano volentieri di grazie spirituali. Ma i ricchi, se sono retti e onesti, sono dispensatori e fornitori di Dio dei beni di questo mondo; come ministri della Divina Provvidenza assistono gli indigenti attraverso i quali spesso ricevono doni per l’anima e la cui mano – così sperano – li condurrà nei tabernacoli eterni. Dio, che provvede a tutti con consigli di somma munificenza, ha disposto che per l’esercizio delle virtù e per la prova del proprio valore vi siano nel mondo ricchi e poveri; ma non vuole che alcuni abbiano ricchezze esagerate, mentre altri si trovino in tali angustie da mancare del necessario per vivere.

3. Alla luce dell’affermazione che “sono i comunisti che la pensano come i cristiani”, sono ancora vere le seguenti affermazioni di Pio XI nella sua enciclica Divini Redemptoris (1937)?

UN. Il comunismo è un “flagello satanico” che “contrasta con i suoi falsi principi la chiara dottrina della Chiesa”.

B. Il comunismo “scorre con logica satanica” da una “fonte inquinata”.

C. Questo sistema “mantiene [s] il principio di assoluta uguaglianza, rifiutando ogni gerarchia e autorità divinamente costituita, inclusa l’autorità dei genitori”.

D. Il comunismo “è assolutamente contrario alla stessa legge naturale”.

e. Riguardo ai cattolici “più o meno contaminati dalla peste comunista” egli “prega il Signore che li illumini affinché abbandonino il sentiero scivoloso che precipiterà tutti alla rovina e alla catastrofe”.

4. È ancora vero l’insegnamento dello stesso Papa nell’Enciclica Quadragesimo anno (1931) secondo cui “nessuno può essere nello stesso tempo un buon cattolico e un vero socialista”?

Madre del Buon Consiglio, prega per noi

Chiudiamo queste considerazioni citando le parole del grande campione cattolico, Plinio Corrêa de Oliveira, scritte alla fine degli anni Sessanta, quando nella Chiesa cominciava a dilagare la confusione:

La Chiesa può analogicamente applicare a se stessa le parole di Nostro Signore: “Io sono la Via, la Verità e la Vita” (Gv 14,6). Se la confusione è diffusa negli ambienti cattolici, inevitabilmente si estenderà a tutti gli altri ambiti dell’esistenza. E non può esistere nella Chiesa confusione peggiore di quella sui principi.

È naturale, allora, per noi affermare che questi tempi rappresentano la più grande confusione della storia e per le nostre labbra rivolgere una supplica alla Madre di Dio: Madonna del Buon Consiglio, prega per noi e aiutaci a rimanere fedeli alla Via, Verità e Vita in mezzo a tanta ribellione, tanto inganno e tanta distruzione!

Luiz Sérgio Solimeo 2 dicembre 2016

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