Infine, Il Mio Cuore Immacolato Trionferà!

8Salve, Madre della Speranza

Salve, Madre della Speranza

Ottimismo, pessimismo, realismo: quale posizione assumere di fronte all’attualità? Prima di rispondere a questa domanda dobbiamo dare alle parole il loro vero significato.

A rigor di termini, un realista è colui che vede i fatti come sono.

Pertanto, un ottimista sarebbe colui che, con una visione difettosa, immagina gli eventi con un aspetto più luminoso di quello che effettivamente mostrano; e uno pessimista che, per un difetto simmetrico e contrario, li vedesse con colori più scuri di quelli che effettivamente hanno. Pertanto, un medico con una nozione obiettiva e veritiera delle condizioni del suo paziente sarebbe realistico; sarebbe ottimista chi erroneamente diagnosticasse la malattia come meno grave di quanto non fosse in realtà; e uno che pensava che la malattia fosse peggiore di quanto non fosse in realtà, un pessimista.

Una volta definiti questi vari significati, diventa più facile e più accurato dire se si debba essere ottimisti, pessimisti o realistici. Ovviamente, in ogni caso bisogna essere realistici.

Perché se il realismo è la visione esatta delle cose e, al contrario, l’ottimismo e il pessimismo sono errori, si dovrebbe preferire restare fedeli alla verità piuttosto che all’errore. Così quando sentiamo parlare di “sano ottimismo” in cronica e necessaria opposizione al “malsano pessimismo” ci viene spesso da sorridere: se l’ottimismo è una visione luminosa ma distorta della verità, come può essere sano? Come può esserci salute nella distorsione?

Ma, qualcuno potrebbe dire, il sano ottimismo consiste nell’avere una visione sana delle cose con colori chiari quando in realtà sono chiare. Siamo d’accordo. Ma in tal caso non si dovrebbe sempre parlare di “malsano pessimismo”. Dovrebbe esserci spazio anche per un “sano pessimismo” che consisterebbe nel vedere le cose oscure quando in realtà lo sono. Tuttavia, per le persone che parlano costantemente di “sano ottimismo”, il pessimismo è necessariamente “malsano”. Si è “sani” quando si è ottimisti e “malsani” quando si è pessimisti. La possibilità di un “sano pessimismo” è proprio ciò che molte persone vogliono negare a tutti i costi.

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Insomma, bisogna essere sempre e fermamente realistici. Quando la realtà è buona, bisogna trarne presagi ottimistici nel senso buono della parola. E – anche nel senso buono della parola – quando la realtà è brutta bisognerebbe trarne previsioni pessimistiche. Il “sano ottimismo” e il “sano pessimismo” sono espressioni legittime e ragionevoli solo se si identificano sempre e inesorabilmente con il “realismo assoluto”.

Detto questo, la domanda se dovremmo essere ottimisti o realistici riguardo al tempo presente si traduce in questo: se il nostro tempo giustifica prognostici buoni o cattivi.

Di questo, dunque, ci occuperemo.

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Qualcosa che è in cattive condizioni garantisce cattive prognosi. E qualcosa che va bene giustifica buoni pronostici. Perché un effetto non può avere qualità che in qualche modo non siano contenute nella sua causa. Di conseguenza, dobbiamo chiederci se oggi le cose vanno bene o male.

Ora, è bene che l’uomo provveda ai beni necessari od opportuni per il sostentamento della vita. Quindi, nella misura in cui un ladro ha a cuore il proprio futuro e vuole provvedere alla propria sussistenza, ha ragione. Il suo peccato inizia solo nel momento in cui decide di impiegare mezzi illegali per far fronte a quella preoccupazione, del tutto giusta di per sé.

Pertanto, non tutto nelle intenzioni di un ladro è cattivo. In questo senso, a rigor di termini, l’atto stesso di Giuda, quando rubava le elemosine che gli Apostoli avevano riservato ai poveri e quando infine vendeva l’Uomo-Dio, aveva qualcosa di legittimo in quanto derivava da un appetito per i beni necessari al sostentamento della sua vita. Ma ciò non salvò Giuda dalla sentenza “melius erat illi si natus non fuisset” [sarebbe stato meglio per lui non essere nato] (Mt 26,24), né risparmiò ai ladri di essere puniti come delinquenti ovunque, né ancora il popolo di Israele dal subire la punizione più clamorosa di tutta la storia umana all’assedio di Gerusalemme nel 70 d.C.

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Salve, Madre della Speranza
Il Prof. Plinio Corrêa de Oliveira, uomo di fede e di azione cattolica, ha indicato a innumerevoli anime la via per vivere un’autentica devozione mariana.

Non è questa la sede per fare il punto su ciò che a noi sembra essere buono o cattivo e poi capire se è il bene o il male a prevalere. Sarebbe un compito erculeo che difficilmente potrebbe stare in un libro, figuriamoci in un articolo.

Ma ciò non significa che la nostra domanda rimarrà senza risposta. Se vogliamo sapere cosa prevale oggi, se è l’amore di Nostro Signore Gesù Cristo o lo spirito del mondo, basta leggere San Paolo.

Secondo l’Apostolo, le opere della carne sono: «fornicazione, impurità, immodestia, lusso, idolatria, stregoneria, inimicizie, contese, emulazioni, collere, liti, dissensi, sette, invidie, omicidi, ubriachezza, bagordi e simili ” (Galati 5:19-21). Al contrario, il frutto dello Spirito è «carità, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, longanimità (calma in mezzo alle sofferenze), mitezza, fede, modestia, continenza, castità» (Gal 5,22-23). Non c’è bisogno di chiedersi se ciò che prevale nel nostro secolo sono le opere della carne o il frutto dello Spirito.

Prendiamo la stessa verità da un’altra angolazione. Oseremo dire che la civiltà odierna è ancora prevalentemente cristiana? In tal caso bisogna riconoscere che la corruzione dei costumi, l’avidità, le rivalità, le lotte, il disordine universale che in essa regna sono frutti tipici e specifici dell’influsso della Chiesa. Chi non vede che bestemmieremmo se lo dicessimo? Quindi, dobbiamo riconoscere la verità: la nostra civiltà non è informata dallo spirito di Gesù Cristo. Produce frutti tipici delle civiltà dominate dall’oscurità.

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Cosa possiamo aspettarci da questo? Dove andremo a finire tra qualche altro decennio di guerre, conflitti, lotte tra nazioni e classi? Dove saremo tra cinquant’anni se la corruzione dei costumi continua a svilupparsi con la velocità crescente che ha mostrato, ad esempio, in materia di danza, mode immodeste e movimenti omosessuali e transgender?

Se si vuole ragionare con tutta onestà, bisogna riconoscere che ben poco ci separa dalla catastrofe totale, e che se continuiamo su questa linea, entro non molto tempo subiremo un’eclissi di cultura e civiltà simile alla caduta dell’Occidente Impero romano.

E quale sarà il futuro della Chiesa in quel mondo? Sarà condannata a vivere ancora qualche secolo nelle catacombe? Il numero dei fedeli si ridurrà a un gruppetto insignificante?

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Dio solo conosce il futuro. Nessuno potrebbe ragionevolmente meravigliarsi se l’intera struttura della civiltà moderna si sgretolasse fragorosamente e tragicamente in un grande bagno di sangue. Ma c’è un motivo – e non è l’unico – per sperare che la Provvidenza non permetta a lungo il ritorno della Santa Chiesa nelle catacombe. È che esiste già un presagio di vittoria nella desolazione del tempo presente: l’azione visibile, per così dire, della Beata Vergine sulla terra.

Salve, Madre della Speranza
Milioni di pellegrini vengono ogni anno al santuario della Madonna a Fatima per cercare speranza per le crisi odierne.

Da Lourdes e Fatima fino ad oggi, più cresce la crisi universale, più gli interventi della Madonna diventano numerosi e tangibili. La devozione alla Madonna si combatte – è orribile dirlo – non solo fuori della Chiesa ma anche in ambienti presunti cattolici. Ma senza successo. Si può vedere che qua e là la Beata Madre continua ad attrarre a sé migliaia di anime ea sviluppare un piano di rigenerazione che ovviamente porta a un risultato grandioso e spettacolare.

Tutte le circostanze sembrano appropriate per un immenso trionfo della Vergine. La crisi è tragica. Si avvicina a un apice. A dire il vero, i mezzi umani di salvezza sono nulli. Per i nostri peccati non meritiamo alcuna grazia di segnalazione ma solo punizione e ancora punizione. Tutte le caratteristiche di una situazione umanamente perduta – non solo tipiche ma archetipiche – sembrano accumularsi allo stato attuale.

Salve, Madre della Speranza

Chi potrebbe salvarci? Solo qualcuno che ha avuto per noi la sconfinata compiacenza di una Madre straordinariamente buona, generosa e compassionevole . Ma allo stesso tempo quella Madre avrebbe dovuto essere più potente di tutte le forze del mondo, del diavolo e della carne. Dovrebbe essere onnipotente presso Dio stesso, giustamente irritata dai nostri peccati. Salvarci da questa situazione sarebbe la manifestazione più brillante del potere di quella Madre.

Ora, dunque, abbiamo quella Madre. Lei è la nostra Madre e la Madre di Dio. Come non rendersi conto che tanti disastri e innumerevoli peccati reclamano, per così dire, l’intervento della Beata Vergine Maria? E come non vedere che Ella ascolterà quel grido?

Quando sarà? Durante il grande dramma che si avvicina? Dopo ciò? Noi non sappiamo. Ma una cosa appare assolutamente probabile: che come esito di questa crisi, Maria Santissima si stia preparando alla Santa Chiesa, non secoli di agonia e di dolore, ma un’epoca di trionfo universale.

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E così, in questo mese dedicato a Maria, con gli occhi fissi su di Lei e in tutta serenità possiamo rispondere alla domanda se dobbiamo essere ottimisti o pessimisti: un sano pessimismo dovrebbe persuaderci che meritiamo tutto e forse subiremo un terribile quantità; ma un sano e soprannaturale ottimismo dovrebbe persuaderci che il trionfo della Chiesa si sta preparando nelle pene di oggi attraverso un completo schiacciamento della mentalità del nostro tempo. Sia quello del pessimismo che quello dell’ottimismo sono sano realismo perché tengono conto di una grande realtà senza la quale ogni visione dei problemi umani è viziata: la Provvidenza di Maria.

E, infine, Maria deve essere terribile per il diavolo e il suo equipaggio, come un esercito schierato in battaglia, principalmente in questi ultimi tempi, perché il diavolo, sapendo che ha poco tempo, e ora meno che mai, per distruggere le anime, ogni giorno raddoppierà i suoi sforzi e le sue lotte. Presto susciterà nuove persecuzioni e metterà insidie ​​terribili ai servi fedeli e ai veri figli di Maria, che gli dà più fatica a vincere che a conquistare gli altri.

L’articolo precedente è stato originariamente pubblicato su Catolicismo (n. 17), nel maggio 1952. È stato tradotto e adattato per la pubblicazione senza la revisione dell’autore. –Ed.

Plinio Corrêa de Oliveira 21 maggio 2016

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