Proprio quando tutto sembrava tornare alla nuova normalità, l’anormalità ha colpito ancora. La guerra in Ucraina infuria e sta cambiando il volto del mondo globalizzato.
La situazione è confusa mentre la gente lotta per capire le ragioni dietro all’invasione. Le teorie del complotto abbondano da entrambe le parti. Come le scene di battaglia in Ucraina, il caos regna nella mente di molti. Sembra che non ci sia una logica o una ragione negli attacchi.
Tuttavia, quattro punti possono aiutare le persone a capire meglio ciò che sta accadendo. C’è del metodo nella follia.
La Russia era già parte dell’ordine mondiale
Il primo punto è che le sanzioni provano che la Russia era ben integrata nel mondo globalizzato. Vasti settori dell’economia russa erano intrecciati alle reti mondiali e ai mercati delle materie prime. Non era facile sganciarsi da essi.
Questa conclusione contraddice la tesi di coloro che affermano che la Russia è una potenza che si oppone all’attuale ordine mondiale. Questo non è vero.
Il denaro e gli investimenti occidentali hanno aiutato a ricostruire il paese nei decenni successivi la guerra fredda. La maggior parte delle grandi compagnie petrolifere, per esempio, erano coinvolte nell’estrazione del petrolio in Russia. Le multinazionali erano ovunque. Le banche e le società di contabilità occidentali hanno aiutato a integrare la Russia nel sistema finanziario. Persino il franchising McDonald’s operava in centinaia di sedi russe. Le sanzioni hanno dimostrato tutta l’estensione della partecipazione russa all’economia mondiale.
Purtroppo, la Russia ha assorbito completamente la decadente cultura globalizzata contenuta nei film, nei concerti e nelle cattive mode. Tutte queste cose hanno danneggiato la nazione (così come l’Occidente). Anche sotto questo aspetto, le sanzioni dimostrano che, prima della guerra, la Russia era pienamente integrata nell’ordine mondiale.
Da un momento all’altro, la Russia decide di sganciarsi da questo ordine mondiale
Il secondo punto è che la Russia sta perseguendo un rapido disimpegno dal suo importante ma secondario posto nell’attuale ordine mondiale. Il presidente Putin ha usato l’unica cosa che avrebbe potuto motivare rapidamente le sanzioni economiche occidentali: una guerra ingiusta che, per la sua brutalità, avrebbe galvanizzato l’opinione pubblica mondiale.
Egli sa bene che l’Occidente è terrorizzato dalla prospettiva della guerra e che userà ogni sanzione economica possibile per evitare il conflitto. Così, mentre la guerra diventa sempre più intensa, le sanzioni economiche imposte contro la Russia crescono di portata. Il presidente russo facilita le sanzioni economiche immediate e permette che l’Occidente le implementi.
In poche settimane, è riuscito a distruggere un lavoro di decenni. Per lui, le sanzioni hanno il vantaggio che le imprese occidentali saranno costrette a lasciare la Russia di propria iniziativa con l’approvazione e la pressione dei propri governi. Si lasciano alle spalle beni invenduti o a prezzi stracciati. Tutto cadrà nelle mani dei russi o rischierà la nazionalizzazione.
Un riallineamento geopolitico voluto e forzato
In terzo luogo, la Russia non ha nascosto il suo allineamento con la Cina nel periodo precedente la guerra. Alle Olimpiadi invernali, il presidente Putin e il leader cinese Xi Jinping hanno firmato una dichiarazione congiunta che segnala il loro desiderio di costruire un nuovo ordine mondiale “multipolare”. Hanno concordato di cooperare “senza limiti” per raggiungere l’obiettivo di inaugurare “relazioni internazionali di un nuovo tipo”. Il presidente russo ha a lungo idealizzato un’unione eurasiatica per formare un unico blocco commerciale e culturale indipendente dall’Occidente.
La guerra in Ucraina mette in atto questo piano che non è segreto e che costringe la Russia a unirsi alla Cina, unica potenza abbastanza grande da resistere alla pressione delle sanzioni occidentali. L’aver bruciato i ponti economici con l’Occidente rende la Cina l’unica nazione che può assorbire le massicce quantità di materie prime e cereali che la Russia produce. I due paesi insieme possono stravolgere l’ordine economico e politico post guerra fredda e creare nuove tensioni e carenze. Alcuni ipotizzano che il matrimonio forzato tra Cina e Russia porterà a un sistema finanziario parallelo con lo yuan come valuta di riserva.
Questo auspicato riallineamento metterà l’Occidente decadente contro l’Oriente post-comunista. Si stanno formando due blocchi politici distinti, che presenteranno al mondo due false alternative: una democrazia liberale fatiscente o un socialismo nazionale autocratico.
L’obiettivo è un Occidente vulnerabile
Infine, questa mossa arriva in un momento di estrema vulnerabilità dell’Occidente. Due anni di pandemia hanno già disfatto molte relazioni complesse e catene di rifornimento che tenevano insieme il mondo. Restrizioni e ordini brutali hanno polarizzato le popolazioni e ostacolato le capacità dei governi di unire gli sforzi e affrontare i problemi. Decisioni governative irresponsabili e problemi di lavoro e di approvvigionamento stanno alimentando alti livelli di inflazione.
La guerra porterà scompiglio in Occidente, strapazzando ulteriormente i sistemi produttivi ormai sotto stress. I milioni di rifugiati che si stanno riversando in Europa aumenteranno gli oneri già sostenuti dai paesi ospitanti, assorbendo risorse che potrebbero essere utilizzate per rafforzare le capacità di difesa in Occidente.
In questo scenario, l’Oriente ha dei vantaggi. L’Est e l’Ovest sono così integrati che non sarà facile per l’Occidente diventare rapidamente libero dai prodotti orientali (soprattutto quelli cinesi). Le merci cinesi dominano talmente il mercato che ci sono poche alternative. I gasdotti sono come un cappio al collo dei paesi occidentali troppo dipendenti dal combustibile russo. La guerra in Ucraina e le sanzioni economiche mettono l’Occidente in una posizione precaria.
I regimi autocratici (leggi totalitari) dell’Est soffrono molto meno di questi problemi rispetto alle frammentate società occidentali. L’Oriente ha molto da guadagnare e l’Occidente molto da perdere da questa scissione.
C’è un metodo in questa follia. Un risultato finale della guerra in Ucraina sarà questa divisione permanente tra Est e Ovest, che segnerà il fallimento dell’esperimento post guerra fredda, il quale, si supponeva, avrebbe dovuto determinare la fine della storia. Ci sarà un grande riallineamento geopolitico che potrebbe avere conseguenze drammatiche e portare alla guerra mondiale.
Pace: l’altra condizione della Madonna
di Julio Loredo
Da quando Papa Francesco ha annunciato che consacrerà la Russia (e l’Ucraina) al Cuore Immacolato di Maria, insieme a tutti i vescovi del mondo – ai quali ha rivolto un preciso appello in questo senso – tutto il mondo cattolico vive nell’attesa di questo storico evento.
C’è chi, mosso da spirito pio, vede nel gesto pontificio una soluzione definitiva che metterà fine alla guerra, porterà alla conversione della Russia e al risanamento morale del mondo moderno. Altri, invece, mossi da spirito critico, vi segnalano possibili omissioni e contraddizioni. In ogni caso, bisogna rimarcare come l’annuncio di Papa Francesco – mettendo Fatima al centro degli avvenimenti contemporanei – abbia toccato una fibra profonda nell’opinione pubblica mondiale.
L’atto di Francesco si collega a una precisa richiesta fatta dalla Madonna a Fatima nel 1917.
Parlando ai pastorelli, la Madonna volle parlare al mondo intero, esortando tutti gli uomini alla preghiera, alla penitenza, all’emendazione della vita. In modo speciale, Ella parlò al Papa e alla sacra Gerarchia, chiedendo loro la consacrazione della Russia al suo Cuore Immacolato.
Queste richieste, la Madre di Dio le fece di fronte alla situazione religiosa in cui si trovava il mondo intero all’epoca delle apparizioni. La Madonna indicò tale situazione come estremamente pericolosa. L’empietà e l’impurità avevano a tale punto preso possesso della terra, che per punire gli uomini sarebbe esplosa quella autentica ecatombe che fu la Grande Guerra 1914-1918.
Questa conflagrazione sarebbe terminata rapidamente, e i peccatori avrebbero avuto il tempo di emendarsi, secondo il richiamo fatto a Fatima. Se questo richiamo fosse stato ascoltato, l’umanità avrebbe conosciuto la pace. Nel caso non fosse stato ascoltato, sarebbe venuta un’altra guerra ancora più terribile. E, nel caso che il mondo fosse rimasto sordo alla voce della sua Regina, una suprema ecatombe, di origine ideologica e di portata universale, implicante una grave persecuzione religiosa, avrebbe afflitto tutti gli uomini, portando con sé grandi prove per i cattolici: “La Russia diffonderà i suoi errori nel mondo, promuovendo guerre e persecuzioni alla Chiesa (...) I buoni saranno martirizzati. Il Santo Padre dovrà soffrire molto”.
“Per impedire tutto questo – continua la Madonna – verrò a chiedere la consacrazione della Russia al Mio Cuore Immacolato e la Comunione riparatrice nei primi sabati. Se accetteranno le Mie richieste, la Russia si convertirà e avranno pace”. Dopo un periodo di estrema tribolazione e di terribili castighi “come non si sono mai visti” (santa Giacinta di Fatima), la Madonna promette il trionfo finale: “Finalmente, il Mio Cuore Immacolato trionferà. Il Santo Padre Mi consacrerà la Russia, che si convertirà, e sarà concesso al mondo un periodo di pace”.
Ancor oggi gli esperti discutono sulla validità o meno delle varie consacrazioni fatte da Pio XII e da Giovanni Paolo II. La Madonna aveva posto tre condizioni: che la consacrazione fosse fatta dal Sommo Pontefice, che menzionasse la Russia, e che fosse fatta in unione con tutti i vescovi del mondo. In un modo o nell’altro, a tutte le consacrazioni – 1942, 1952, 1982, 1984 – mancava almeno una di delle condizioni. Dopo aver affermato perentoriamente che la consacrazione del 1984, fatta da Giovanni Paolo II, non era valida, la veggente suor Lucia aveva cambiato opinione, attestando invece la sua conformità a quanto richiesto dalla Madonna. Questa è la posizione più diffusa negli ambienti della Chiesa e fra i fedeli in generale.
Non vogliamo entrare in un tema tanto complesso. Facciamo però notare che, alla Cova da Iria, la Madonna indicò due condizioni, entrambe indispensabili, perché si allontanassero i castighi con cui ci minacciava.
Una di queste condizioni era la consacrazione. Supponiamo che sia stata fatta nel modo richiesto dalla santissima Vergine. Rimane la seconda condizione: la divulgazione della pratica della comunione riparatrice dei primi cinque sabati del mese. Ci sembra evidente che questa devozione non si è propagata fino a oggi nel mondo cattolico nella misura desiderata dalla Madre di Dio.
E vi è ancora un’altra condizione, implicita nel messaggio ma anch’essa indispensabile: è la vittoria del mondo sulle mille forme di empietà e di impurità che oggi, molto più che nel 1917, lo stanno dominando. Tutto indica che questa vittoria non è stata ottenuta, e, al contrario, che in questa materia ci avviciniamo sempre più al parossismo. Così, un mutamento di indirizzo dell’umanità sta diventando sempre più improbabile. E, nella misura in cui avanziamo verso questo parossismo, diventa più probabile che avanziamo verso la realizzazione dei castighi.
A questo punto bisogna fare una osservazione, e cioè che, se non si vedessero le cose in questo modo, il messaggio di Fatima sarebbe assurdo. Infatti, se la Madonna affermò nel 1917 che i peccati del mondo erano giunti a un tale livello da richiedere il castigo di Dio, non parrebbe logico che questi peccati siano continuati ad aumentare per più di mezzo secolo, che il mondo si sia rifiutato ostinatamente e fino alla fine di prestare ascolto a quanto gli fu detto a Fatima, e che il castigo non arrivi. Sarebbe come se Ninive non avesse fatto penitenza e, nonostante tutto, le minacce del profeta non si fossero realizzate.
Per di più, la stessa consacrazione richiesta dalla Madonna non avrebbe l’effetto di allontanare il castigo se il genere umano dovesse restare sempre più attaccato alla empietà e al peccato. Infatti, fintanto che le cose staranno così, la consacrazione avrà qualcosa di incompleto.
Insomma, siccome non si è operato nel mondo l’enorme trasformazione spirituale richiesta alla Cova da Iria, stiamo sempre più avanzando verso l’abisso. E, nella misura in cui avanziamo, tale trasformazione sta diventando sempre più improbabile.
Applaudiamo l’atto di Papa Francesco e ci sommiamo toto corde a esso se seguirà i requisiti posti dalla Madonna a Fatima. Tuttavia, finché a questo atto non seguirà una vera e propria crociata spirituale contro l’immoralità dilagante – aborto, omosessualità, LGBT, mode indecenti, pornografia, gender e via dicendo – la semplice consacrazione della Russia – per quanto gradita alla Divina Provvidenza – non allontanerà il castigo.
Mi sia permesso di sollevare un’altra perplessità, e non di piccolo peso.
A Fatima la Madonna indicò, come l’elemento allora più dinamico del processo rivoluzionario che portava l’umanità verso l’abisso, gli “errori della Russia”, ossia il comunismo, che proprio nell’Unione Sovietica trovò la sua sede e fuoco di espansione. Non ci sarà una vera conversione finché questa ideologia non sarà rigettata in ogni sua manifestazione.
Ora, proprio in questo campo il pontificato di Papa Francesco si è contraddistinto per la sua prossimità all’estrema sinistra: dalla vicinanza alla dittatura cubana, al sostegno ai “movimenti popolari” latinoamericani di matrice marxista, senza dimenticare i contatti col patriarca Kiryll, che della dittatura sovietica fu fedele servitore e propagandista.
Anche qui, salvo miglior giudizio, ci sembra che, finché all’atto di venerdì a San Pietro non seguirà una vera e propria crociata spirituale contro il comunismo e i suoi epigoni, la sola consacrazione della Russia non fungerà da toccasana per risparmiare una catastrofe alla civiltà contemporanea.
Fonte: TFP - Tradizione Famiglia Proprietà -
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