In omaggio al cinquantesimo anniversario di Rivoluzione e Contro-Rivoluzione – il libro sul comodino dei membri della TFP in tutto il mondo – la TFP americana è felice di pubblicare questa prima traduzione inglese di un articolo del Legionário del 13 maggio 1945 del Prof. Plinio Corrêa de Oliveira.
In questo articolo intitolato “Riflessioni su dieci anni di lotta contro il nazismo”, il fondatore della TFP brasiliana e ispiratore delle altre TFP mondiali condanna il nazismo definendolo “la più terribile macchina di perdizione e mistificazione che il diavolo abbia mai architettato nel corso della storia .” Scritto una settimana dopo la fine della seconda guerra mondiale, questo articolo è stata la degna conclusione dei circa 2.500 articoli contro il nazismo e il fascismo che il prof. Corrêa de Oliveira e il suo team di scrittori hanno pubblicato sulle pagine di Legionario a partire dal 1933.
In questo articolo, il prof. Corrêa de Oliveira ha anche fornito un’ampia analisi della tremenda crisi morale che ha colpito la Chiesa cattolica e distrutto la civiltà cristiana. Sebbene sia stata scritta 14 anni prima di Revolution and Counter-Revolution (pubblicata per la prima volta nel 1959), questa analisi di Legionário è un’eccellente sinossi di quest’ultima.
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Legionário non poteva non segnare la fine della seconda guerra mondiale e lo schiacciamento dei poteri totalitari con un numero dedicato quasi interamente a questo grande sviluppo. In effetti, la fine definitiva del totalitarismo segna, per noi, la fine di una lunga e dolorosa campagna che ci ha costretto a sacrifici estremi per illuminare l’opinione pubblica sul grande pericolo che minacciava la Chiesa. In questo senso, la vita di Legionário dal 1933 al 1942 fu una vera via crucisdurante il quale non ci è stato risparmiato alcun processo. Dal 1942 al 1945, sebbene meno ostentata e diretta, la lotta continuò in modo velato. La fine della guerra chiude tutto questo passato e apre un futuro con problemi radicalmente diversi. Approfittiamo di questi momenti fugaci in cui i cadaveri sono ancora caldi, le lacrime non si sono ancora asciugate, la terra non ha ancora assorbito il sangue dei combattenti, i fuochi fumano ancora e le canne delle mitragliatrici non si sono ancora raffreddate per riparare in un quadro ancora vivo il ricordo di questi anni di confusione e sconvolgimento. Questo è il momento propizio per questo compito. L’esperienza storica è molto più consistente se raccolta da un passato recente e palpitante che dagli erbari secchi e avvizziti di compendi e archivi.
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Ad esempio, sarà molto difficile per la storia capire come noi l’era agitata, al tramonto e indecisa in cui sono scoppiati i partiti totalitari in tutto il mondo. Bisognerebbe vivere nel 1920 o nel 1925 per comprendere il tremendo caos ideologico in cui si trovava l’umanità.
La cristianità somigliava a un immenso edificio in fase finale di demolizione. Nulla è stato trascurato per distruggerlo. Specialisti silenziosi e metodici ne tolsero le travi portanti e le porte e le finestre dai telai. Questo compito, che essi compirono con il silenzio, l’astuzia e l’agilità dei cospiratori, proseguì con inesorabile freddezza e non perse un secondo. I lavoratori si alternavano giorno e notte in modo che il compito non si interrompesse nemmeno mentre gli uomini dormivano, lavoravano o si divertivano.
Più in là, mostri dalle sembianze umane assaltavano le vecchie mura della cristianità con il furore delirante e impetuoso con cui si assalirebbe non un edificio di pietra ma un edificio di carne viva, un grande corpo. Fu un’escalation di moltitudini rabbiose che entravano da porte e finestre, saccheggiando reliquie indifese e tesori abbandonati, infrangendo vetrate, profanando altari, distruggendo statue o abbattendo torri secolari, mura immense e bastioni fino ad allora inespugnabili con un grande tuono di dinamite. E a distanza, tra gli applausi di predoni e vagabondi, altri operai tentarono, con materiali rubati alla Casa di Dio, di costruire in linee stravaganti e sensuali l’orgogliosa Città del Diavolo.
Tutto questo non è che un’allegoria. Eppure nessuna allegoria, immagine o descrizione potrebbe rappresentare la confusione di quei giorni del “dopoguerra”.
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La conversione dell’Occidente non è stata un fenomeno superficiale. Il seme della vita soprannaturale entrò nel cuore stesso delle loro anime e formò gradualmente la mentalità un tempo rozza, lasciva e superstiziosa delle tribù barbare a somiglianza di Nostro Signore Gesù Cristo. Così, la società soprannaturale – la Chiesa – ha esteso il suo tessuto gerarchico su tutta l’Europa; e a poco a poco, dalle nebbie della Scozia alle pendici del Vesuvio, fiorirono diocesi, monasteri, cattedrali, conventi o parrocchie, e intorno a loro, il gregge di Cristo.
Questo germoglio religioso si rifletteva nella società civile. Il principe, l’artigiano, il filosofo, il guerriero, il menestrello era cristiano non solo all’interno del tempio al momento della preghiera. Ha regnato, prodotto, pensato, fatto la guerra e cantato da cristiano. Il suo regno era un regno cristiano, la sua opera un’opera cristiana; il suo pensiero un pensiero cristiano; la sua guerra una guerra cristiana; e il suo canto un canto cristiano. Tutta la vita civile, organizzata e fondata sulla Legge di Dio, era ordinata secondo la volontà di Dio e secondo l’ordine naturale da Lui stabilito creando l’universo, il mondo e l’uomo. Fu così costituita una società temporale sotto il segno di Cristo, secondo la legge di Cristo, e conforme all’ordine e alla natura propria di ogni cosa che Dio creò.
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Tutto questo è ben lungi dall’essere una vuota retorica. Facciamo l’esempio di un orologio. Un orologiaio intende mettere insieme uno strumento per segnare il tempo. A tal fine, elabora un progetto che richiede di mettere insieme più pezzi, ciascuno funzionante secondo la propria natura e configurazione, per lo scopo previsto dall’orologiaio. Nel caso dell’orologio, ogni parte svolge il proprio lavoro secondo la natura e la configurazione stabilite dall’orologiaio. Se funziona secondo quella natura e configurazione, avrà fatto tutto ciò che il suo creatore intendeva e tutto ciò che era necessario, da parte sua, per il buon funzionamento dell’orologio.
Orbene, la famiglia è lo strumento umano voluto da Dio per perpetuare la specie. Così anche nella casa familiare: se ogni membro agisce rettamente secondo la sua intenzione e il suo ruolo, avrà fatto tutto il necessario perché la famiglia funzioni bene. E se tutti i membri agiscono con la stessa rettitudine, la vita familiare avrà raggiunto la sua giusta perfezione proprio come un orologio raggiunge la perfezione quando tutte le sue parti funzionano perfettamente.
Quello che si dice di un orologio o di una famiglia si può dire anche della società civile. La sua giusta grandezza come società civile deriva dal fatto che ogni elemento che la compone, classi, associazioni e persone, agisce rettamente secondo la propria natura e configurazione. In questo modo, e solo in questo modo, la società civile raggiungerà la sua grandezza.

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I Comandamenti sono l’espressione della volontà di Dio per gli uomini. Insegnano all’uomo ad agire come Dio vuole. Dio, infinitamente saggio e buono, non potrebbe volere che agiamo in disaccordo o in opposizione con la natura che ci ha dato. Pertanto, i Comandamenti ci insegnano ad agire secondo la nostra natura. E quindi contengono le regole fondamentali che devono essere osservate per raggiungere la grandezza della società civile in quanto tale.
Gloria e benessere temporale sono la ricompensa naturale della società civile. Tuttavia, ha anche una ricompensa più alta in questo mondo. Sant’Agostino spiega che gli uomini possono essere ricompensati o puniti con le loro azioni buone o cattive nella vita successiva, ma che le nazioni ricevono punizioni o premi in questa vita perché una nazione in quanto tale non varca la soglia dell’eternità. In paradiso non ci saranno Greci, Troiani, Romani o Egiziani. Non ci saranno né la Grecia, né Troia, né Roma, né l’Egitto. Così, Troia, Grecia o qualsiasi altra nazione deve ricevere la sua ricompensa in questo mondo. Dio aiuta la grandezza dei popoli fedeli non solo attraverso il gioco naturale delle cause secondarie, ma con una moltitudine di grazie speciali e talora miracolose, che si riscontrano nella storia di tali popoli.
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Questo spiega perché, sotto l’influsso di tutte le energie naturali e soprannaturali accumulate nello scrigno delle nazioni cristiane, nell’alto Medioevo emerse lentamente dal caos e dalla barbarie una società civile cristiana: la cristianità.
Indecisa e sottile all’inizio, la sua bellezza era più promessa che realtà, ma si affermò nella misura in cui, con il passare dei secoli di vita cristiana, l’Europa battezzata «crebbe in grazia e santità». Da queste umane energie vivificate dalla grazia nacquero regni, casate nobiliari, costumi cortesi e leggi giuste, corporazioni e cavalleria, Scolastiche e università, lo stile gotico ei canti dei menestrelli.
Gli ammiratori del Medioevo si esprimono male quando dicono che in quel tempo il mondo raggiunse l’apice del suo sviluppo. C’erano ancora molti progressi da fare nella linea che si stava muovendo la civiltà medievale. Il grande e delicato fascino del Medioevo deriva non tanto da ciò che ha realizzato quanto dalla scintillante veridicità e dalla profonda armonia dei principi su cui si è costruito. Nessuno possedeva come lui la profonda conoscenza dell’ordine naturale delle cose; nessuno aveva un senso così acuto dell’insufficienza del naturale – anche se sviluppato nella sua giusta pienezza – e della necessità del soprannaturale; nessuno brillava come al sole dell’influsso soprannaturale con maggiore chiarezza o il candore di maggiore sincerità.
Che cos’è la civiltà cristiana?
Era fatta di uomini che hanno lottato e sofferto per raggiungere questo ideale, e che spesso si sono ritirati o hanno vacillato lungo il cammino; ma uomini che rimasero sempre fedeli al loro ideale anche quando se ne allontanarono con i loro atti. E quindi vi era una profonda consonanza tra tutte le istituzioni, i costumi e le tradizioni nate in quell’età, non solo con le circostanze contingenti e transitorie del tempo in cui nascevano, ma con le esigenze generali dell’animo umano, “naturaliter christiana” e spirituale tendenze peculiari dei popoli dell’Occidente.
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Tocchiamo qui un punto di fondamentale importanza. Ogni popolo ha la sua mentalità collettiva e problemi regionali. C’è un’enorme differenza tra un indiano e uno svedese, uno spagnolo e un cinese. C’è una mentalità nazionale indiana, svedese, cinese o spagnola che rimane intatta nel tempo finché esiste la nazione. Gli uomini, come i fiumi, possono correre verso l’eternità. Ma le nazioni, come i fiumi, rimangono sempre le stesse nei tratti essenziali del loro temperamento. A queste circostanze psicologiche si aggiungono problemi peculiari della situazione geografica di ogni regione: India, Svezia, Cina o Spagna. Anche questi problemi – almeno i più profondi e degni di nota – sono invariabili.
Ogni civiltà cristiana dovrà essere interamente cristiana, cattolica e universale, ma deve accettare, rispettare, sviluppare e stimolare le caratteristiche di ogni regione e di ogni popolo.
La società cristiana, dicevamo, è quella che vive secondo il proprio ordine naturale. Per questo deve rispettare pienamente le caratteristiche peculiari di ogni popolo o regione; rispetta e sviluppa, perché queste caratteristiche sono doni di Dio, e tutti i doni di Dio meritano di essere sviluppati.
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Nei secoli della civiltà cristiana, ogni popolo aveva caratteristiche distintive e ben definite. Nella civiltà cristiana l’anima della nazione, in tutte le sue aspirazioni universali e umane, e in tutte le sue aspirazioni nazionali e locali, conobbe una piena e ordinata espansione. Di qui l’enorme varietà di forme di governo e di organizzazione sociale o economica, di espressioni artistiche e di produzione intellettuale presenti nelle varie nazioni dell’Europa medievale.
L’espansione delle tendenze di una nazione porta alla sua gente un grande benessere fisico. La mentalità della nazione ispira la formazione di simboli, costumi e arti in cui si esprime, si definisce e si afferma, si contempla e si solidifica. Questi simboli sono un patrimonio della nazione e una condizione essenziale per la sua sopravvivenza e il suo progresso spirituale. Hanno una consonanza indefinibile e profonda con la mentalità della nazione, una consonanza che è naturale e vera piuttosto che meramente fittizia e convenzionale. Per questo motivo, di regola, ogni popolo elabora una sola arte, una sola cultura, e avanza in essa finché esiste. Il più grande tesoro di un popolo è il possesso della propria cultura, cioè il possesso della propria mentalità.
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Una civiltà cristiana può essere ammirata solo da anime che, pur essendo fuori della Chiesa, tendono al cattolicesimo; può essere ammirato e vissuto solo da anime che, all’interno della Chiesa, vivono di cattolicesimo. Per le anime che cominciano ad abbandonare la Chiesa oa bestemmiare contro di essa dall’esterno, la civiltà cristiana è altamente noiosa e persino odiosa nella sua stellare superiorità. La civiltà cristiana è esistita pienamente solo finché l’Europa è stata sinceramente e profondamente cattolica.
La Chiesa può abbandonare la sua missione di salvare le anime?
E la grande tragedia del mondo occidentale fu proprio la rottura cinquecentesca con il cattolicesimo, che strappò le anime protestanti dal seno della Chiesa.
Non è questo il momento di fare un’analisi del protestantesimo. Fu letteralmente la realizzazione della Rivoluzione francese nella sfera religiosa, così come la Rivoluzione del 1789 fu il protestantesimo applicato alla sfera civile. Nato dall’orgoglio e dalla lascivia, il protestantesimo negava ora implicitamente, ora esplicitamente, in radice, tutto ciò che significava autorità, ordine e ascesi. Dovunque poté, proclamò l’abolizione di ogni gerarchia ecclesiastica, livellando completamente chierici e laici e abolendo la gerarchia stessa. Ovunque non è riuscita ad arrivare a tanto perché la gente aveva ancora qualche frammento di senso cristiano, ha conservato il sacerdozio ma ha rifiutato l’episcopato e la supremazia papale, oppure ha ammesso l’episcopato ma ha negato il papa.
Tuttavia, se si analizza a fondo la situazione di un vescovo o ministro protestante davanti ai suoi fedeli, si vede che il suo incarico è più vana apparenza che realtà, e che anche tra gli episcopali un vescovo differisce essenzialmente poco o nulla da ogni singolo fedele; questo, nell’ordine del governo e dei sacramenti. In materia dottrinale, il libero esame protestante è l’affermazione dell’anarchismo nella vita dell’intelletto. Inteso secondo l’esegesi del “Comité de Salut Public”, il motto del 1789, “liberté, égalité, fraternité” potrebbe essere perfettamente il grande motto della rivoluzione religiosa del Cinquecento.
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Nella sua magistrale enciclica, Parvenu à la Vingt-Cinquième Année,Leone XIII mostra che il protestantesimo non era altro che un palcoscenico. Dai suoi principi derivarono sconvolgimenti molto più profondi di quelli operati sotto il respiro personale e diretto dei suoi autori. Dal Cinquecento a oggi, ora in modo più, ora in modo meno esplicito, la storia del mondo non è altro che la storia del dispiegarsi dei principi che costituiscono il sostrato più profondo del protestantesimo. La Controriforma riuscì a mantenere i popoli cattolici indenni dall’eresia protestante. Impedita di attaccare apertamente sul terreno del dogma, la mentalità protestante si manifestò tuttavia attraverso mille tendenze filosofiche, scientifiche, letterarie e artistiche, infiltrando così nelle società cattoliche gli errori fondamentali da cui ebbe origine lo stesso protestantesimo.
“Il nostro mandato apostolico”: una chiave per restaurare la civiltà cristiana!
Nei cosiddetti tempi moderni molto continuò ad essere fatto dai popoli cattolici nella linea della civiltà cristiana. Ma molto è stato fatto anche sotto il segno del disordine. Il generale decadimento dei costumi indicava chiaramente un ribollire interiore di sensualità in Occidente, che dapprima si espresse in modo sentimentale e allegorico ma poi iniziò ad abbattere ogni barriera fino a raggiungere la grande esplosione della concupiscenza del 1789, le “orge civiche” del 1792, e la completa paganizzazione dei costumi moderni. Il continuo decadimento della famiglia annientò gradualmente le classi sociali. Nel medioevo aristocrazia, borghesia e popolo erano corpi sociali vigorosi, coesi e perfettamente definiti ciascuno consapevole della propria dignità (e ognuno vantava, si noti bene, delle loro secolari stirpi di carbonai o di artigiani con lo stesso orgoglio di un aristocratico ricorderebbe i principi visigoti da cui discendeva). Nei tempi moderni, le classi sociali hanno perso la nozione del loro ruolo. La nobiltà tendeva a diventare borghese. La borghesia tendeva a imitare la nobiltà, la gente comune a rovesciare la nobiltà e la borghesia, e così via. L’assolutismo reale, che sembrava un consolidamento del principio di autorità, non era altro che un principio rivoluzionario: l’onnipotenza dello Stato di fronte alle leggi di Dio e della Chiesa. la gente comune per rovesciare la nobiltà e la borghesia, e così via. L’assolutismo reale, che sembrava un consolidamento del principio di autorità, non era altro che un principio rivoluzionario: l’onnipotenza dello Stato di fronte alle leggi di Dio e della Chiesa. la gente comune per rovesciare la nobiltà e la borghesia, e così via. L’assolutismo reale, che sembrava un consolidamento del principio di autorità, non era altro che un principio rivoluzionario: l’onnipotenza dello Stato di fronte alle leggi di Dio e della Chiesa.
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Attive nella filosofia, nelle arti, nella cultura, nella politica e nella vita sociale, le forze psicologiche che avevano causato l’esplosione protestante in altri paesi e insieme la loro completa trasformazione, provocarono gradualmente nei paesi cattolici un profondo cambiamento della vita civile e generarono uno stato di contraddizione diventata cronica e abituale. Tutto in questi paesi è cambiato sotto il soffio dell’orgoglio e della sensualità moderna, con la sola eccezione delle credenze religiose.
La disconnessione tra le convinzioni delle persone e lo stile di vita divenne sempre più profonda. Tutto è stato gradualmente paganizzato dall’opera di queste masse ed élite che tuttavia hanno continuato a non essere pagane. In materia religiosa professavano convinzioni sempre più dissonanti da tutto ciò che pensavano, sentivano o facevano in altri campi. Durante i tempi moderni, le istituzioni, i costumi e le tradizioni cristiane hanno gradualmente perso la loro vitalità. A poco a poco tendevano a trasformarsi in reliquie senza vita, abitudini meramente formali, vestigia di un passato mummificato. Verso la fine del Settecento, sotto le sembianze di una società cristiana, esisteva infatti una realtà sociale che già tendeva al paganesimo con tutta la forza del suo dinamismo. La Rivoluzione francese, che si diffuse in tutto il mondo cattolico,
Effetti della Rivoluzione francese sull’America
Non si capirà mai del tutto la Rivoluzione del 1789 finché non si riconoscerà che essa fu più profonda e importante sul terreno ideologico che su quello politico. In Francia, Italia, Spagna e Portogallo, il passaggio del potere ai liberali e l’avvento di nuove forme di organizzazione statale simboleggiarono allo stesso tempo il trionfo di nuove forme di vita, di pensiero, di sentimento, di vestire, di nuovi standard di vita sociale, e la comparsa di un nuovo ideale di perfezione umana. Tutto cambiava aspetto e sostanza, e tutte le trasformazioni avvenivano nel senso di meglio soddisfare orgoglio e sensualità. Orgoglio, a ciascuno è stato dato il diritto di organizzare il proprio pensiero senza alcun rispetto per le leggi della logica e del buon senso; sopprimendo o declassando al minimo tutti i posti, gradi, trattamenti, categorie e distinzioni che potrebbero contenere o esprimere autorità; e sensualità, attraverso la trasgressione sempre più ardita dei principi della morale, l’abolizione di tradizioni e costumi che salvaguardavano il pudore ed evitavano l’eccessiva familiarità, attraverso mille riforme che davano nella vita sociale la preminenza al corpo sull’anima, all’immaginazione e al sentimento sullo spirito, all’immaginazione e al sentimento sulla ragione, e l’impianto di mille mezzi destinati a indebolire la volontà ea diminuire lo sforzo della mente per lo studio.
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È un errore supporre che la Rivoluzione francese si sia conclusa con Napoleone o Luigi XVIII. In effetti, è rimasto negli anni ei suoi frutti più immediati non hanno mai smesso di essere prodotti fino al 1925 o 1926 in Europa e fino al 1935 o 1936 in Brasile. Facciamo così un confronto tra l’Europa del 1789 e quella del 1925. Quali trasformazioni ha visto nei temi che ci interessano in questi 140 anni? Quelli puramente negativi.
Per quanto riguarda la religione, le masse cristiane sono diventate rivoluzionarie e le élite sono passate dal deismo all’indifferentismo o all’ateismo. In materia filosofica, dal cartesianesimo, le persone si sono rivolte al materialismo evoluzionista. La politica è passata da uno Stato organizzato à la Rousseau a una negazione nichilista di qualsiasi Stato. Nelle questioni sociali, la borghesia ha distrutto l’aristocrazia in nome dell’uguaglianza; e da parte sua, armata dello stesso principio, la gente comune si è affrettata a strangolare la borghesia. L’istruzione è stata cambiata dall’autoritarismo pedagogico della vecchia scuola all’egualitarismo socialista e all’insegnamento conveniente e facile della nuova scuola. In materia artistica e letteraria, un classicismo rigido e formalista ha ceduto il passo alle convulsioni del romanticismo e poi alle stravaganze dei sistemi artistici moderni.
Cosa significa il socialismo autogestito per il comunismo: una barriera? O una testa di ponte?
Nelle vicende umane, gli eroi e le eroine del romanticismo scarni, sciupati, sentimentali e spettinati, hanno lasciato spazio a sportivi dalla mentalità utilitaristica e dall’eleganza altamente “vitaminica” del tipo “Yankee”. Tutto diventava più comodo, accessibile, e si cercava nelle cose molto più il piacere del “godimento comodo” che quello della bellezza. La bellezza incanta l’anima, ma il “godimento” delizia il corpo. Dalle eleganti sedie in stile Luigi XVI ai pigri ragazzi moderni rivestiti in pelle, che differenza dal punto di vista della bellezza! Ma a sua volta, quanto più comodo si sente il corpo adagiato su quelle pelli lisce e accarezzato dalla flessibilità di quelle molle! Questi cambiamenti sono abbastanza appropriati per le nuove case moderne senza salotto (per risparmiare) ma con cucine estremamente confortevoli, dispense e bagni. Risparmiare in salotto per spendere in bagno! La decrepitezza dei salotti dorati e l’apogeo dei bagni! Che argomento di meditazione!
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Nel 1918 un vento di mentalità rivoluzionaria investì l’Europa con singolare violenza. Lo zarismo crollò con un ruggito e il comunismo fu impiantato in Russia. Tutta la vita intellettuale e sociale si staccò ancora di più dal passato. In Occidente, l’egemonia passò gradualmente dall’Europa tradizionale al livellamento degli Stati Uniti.
In mezzo a tutto questo sgretolamento, che faceva sempre più presagire l’imminente fine della civiltà cristiana in quanto tale, ebbe luogo una salutare reazione. Molte persone hanno finalmente capito verso quali abissi era diretto il mondo e quali guide lo stavano conducendo all’abisso. Come scriveva Pio XI, una brezza universale dello Spirito Santo orientava verso la Chiesa le menti ribelli. Nel mezzo dell’ecatombe della civiltà cristiana, la Chiesa di Dio cominciava a rifiorire, producendo germogli che attestavano innegabilmente il suo eterno vigore. Il movimento cattolico si stava organizzando in tutta Europa. Miriadi di giovani, disgustati dalla direzione delle cose, aprirono gli occhi alla verità rivelata e desiderarono con tutto il cuore il trionfo della civiltà cristiana. Ovunque trionfavano le opere sociali cattoliche, la stampa cattolica, la radio cattolica, l’azione politica cattolica. Così, in Germania, Austria, Spagna, Francia, Brasile, Olanda, Belgio, i guadagni elettorali dei candidati cattolici furono sempre più notevoli. E quanto più cresceva il pericolo comunista, tanto più era accesa la reazione cattolica. Dio attira certe anime in paradiso facendo loro vedere l’inferno. Questa è stata la medicina che ha usato con il mondo occidentale permettendo ai tormenti che il comunismo ha imposto alla Russia, al Messico e poi alla Spagna, di apparire in tutta la loro bruttezza. Non c’è tormento più grande per un popolo che essere spogliato ogni giorno di una tradizione, di un’abitudine o di un simbolo. È un terribile squartamento dell’anima, al quale sono stati gradualmente esposti tutti i popoli cristiani. la reazione cattolica più ardente fu. Dio attira certe anime in paradiso facendo loro vedere l’inferno. Questa è stata la medicina che ha usato con il mondo occidentale permettendo ai tormenti che il comunismo ha imposto alla Russia, al Messico e poi alla Spagna, di apparire in tutta la loro bruttezza. Non c’è tormento più grande per un popolo che essere spogliato ogni giorno di una tradizione, di un’abitudine o di un simbolo. È un terribile squartamento dell’anima, al quale sono stati gradualmente esposti tutti i popoli cristiani. la reazione cattolica più ardente fu. Dio attira certe anime in paradiso facendo loro vedere l’inferno. Questa è stata la medicina che ha usato con il mondo occidentale permettendo ai tormenti che il comunismo ha imposto alla Russia, al Messico e poi alla Spagna, di apparire in tutta la loro bruttezza. Non c’è tormento più grande per un popolo che essere spogliato ogni giorno di una tradizione, di un’abitudine o di un simbolo. È un terribile squartamento dell’anima, al quale sono stati gradualmente esposti tutti i popoli cristiani.
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Ogni volta che il diavolo sta per perdere una partita, la sua grande arma è la confusione. E questa volta l’ha usato ancora una volta. La storia potrà dire, un giorno, in quali caverne fu tracciato il piano tenebroso. Ma il fatto è che per soddisfare i desideri delle masse assetate di civiltà cristiana, è apparso in Germania un partito, presto copiato in altri luoghi, che si proponeva di impiantare un nuovo mondo cristiano. A prima vista, niente potrebbe essere più bello del nazismo, movimento mistico-eroico che difendeva le tradizioni della Germania cristiana e medievale contro la dissoluzione demagogica e corruttrice della propaganda bolscevica.
È fascista essere anticomunista?
I termini meramente negativi della dottrina nazionalsocialista corrispondevano in molti punti ai sentimenti più vivi delle coscienze cristiane, indignate per l’indebolimento del principio di autorità, ordine, morale e diritto.
Tuttavia, se si guarda al lato positivo di questa ideologia, che la macchina machiavellica della propaganda nazista ha rivelato solo a poco a poco agli “iniziati”, quale terribile delusione! È un’ideologia confusa, impregnata di evoluzionismo e materialismo storico, satura di influssi filosofici e teologici pagani, con un programma politico ed economico radicale e tipicamente socialista, e intollerabili pregiudizi razzisti. In una parola, dietro i ringhi anticomunisti dei nazisti era il comunismo stesso che intendeva installare: un comunismo furbo con una maschera cristiana. Un comunismo mille volte peggiore perché ha mobilitato contro la Chiesa tutte le armi sataniche dell’astuzia invece delle incapaci armi della forza bruta. Un comunismo che è iniziato affascinando le menti delle persone con alcune verità, portandoli al delirio con il pretesto di mostrare entusiasmo per quelle verità, e poi attirandoli agli errori più terribili. Un comunismo, dunque, che significava non l’annientamento del male ma quello del bene; la più terribile macchina di perdizione e mistificazione che il demonio abbia mai escogitato nel corso della storia.
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Tale è il peso della verità, così duro il fardello del bene che purtroppo molte persone, seppur sincere cattoliche, si sono lasciate ingannare dalla manovra. Mancava loro quella fame e sete di giustizia che è la radice della santa intransigenza. Mancava loro quell’appetito di cattolicesimo a tutti gli effetti che li avrebbe portati a rifiutare come impurità ogni alleanza con i fermenti rivoluzionari dell’epoca. Le cose molto marcatamente cattoliche, esclusivamente cattoliche, feriscono i loro occhi come il sole ferisce quelli degli uccelli notturni. Preferivano forme pallide, diluite, indirette di radiazioni cattoliche, come i gufi preferiscono la luce della luna. E si sono dati corpo e anima a queste tendenze di carattere chiaramente anticattolico. In Italia, come in Germania e altrove, una coorte di ingenui e incauti, anche se le persone ben intenzionate si sono lasciate affascinare e travolgere da un branco di truffatori e avventurieri di ogni genere. E Dio solo sa con quale furore e collera innumerevoli minacce furono scagliate contro i fratelli nella Fede che si concedevano il lusso di essere più lucidi, perspicaci e vigorosi nella difesa della Fede.
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Il grande sogno, la terribile costruzione eretta dagli artefici dei sistemi totalitari pseudocristiani, è ormai fatto a pezzi. Nessuno oggi oserebbe sostenere la legittimità della sua posizione, causa di tanto sangue, lacrime e sudore negli ultimi anni di guerra. Quando i campi di concentramento saranno esposti alla visita pubblica e la gente realizzerà la terribile macchina dell’odio che era il totalitarismo, c’è da aspettarsi che le ultime scaglie cadranno finalmente da occhi volontariamente accecati e le rovine e i resti di tutto questo passato saranno rimossi da le ultime menti che il fanatismo mantiene ancora in una posizione di folle ostinazione.
Ma come abbiamo detto, da questo passato ancora caldo nasce una grande lezione. È inutile voler fare l’opera di Dio senza la Chiesa, contro la Chiesa, senza la Gerarchia, o contro di essa. “Se il Signore non costruisce la casa, invano faticano quelli che la costruiscono. Se il Signore non custodisce la città, invano vigila chi la custodisce» (Sal 126,1). Il mondo non può essere salvato da forme diluite di cristianesimo o da sistemi che rappresentano una tappa conveniente o indolente sulla via della restaurazione della cristianità. Il nostro filo conduttoredeve essere che fuori della Chiesa non c’è salvezza per l’ordine temporale dell’Occidente. Ciò che dobbiamo desiderare è una civiltà romana, cattolica e apostolica, in modo assoluto e particolare. Il fallimento degli ideali politici, sociali e culturali di mezzo è palese. Non ci si ferma sulla via del ritorno a Dio: fermarsi è tornare indietro e fare il gioco della confusione. Vogliamo solo una cosa: il cattolicesimo completo.
Cosa hanno da dire i papi sul socialismo
Questa è la grande verità che rivela il fallimento del totalitarismo. Ricordiamolo in questa memorabile occasione, non per riaccendere i dissapori con i nostri fratelli cattolici ma per dichiarare che, fatta eccezione per questa grande lezione che contiene l’essenza di tutta l’esperienza tragica di questi ultimi anni, così ricca di insegnamenti, dimentichiamo tutto e voglio solo guardare al futuro. Dal passato non portiamo né lamentele né risentimenti, ma solo la convinzione della vittoria di questa tesi, che deve rimanere: i cattolici vinceranno dispiegando interamente la bandiera cattolica e non nascondendola nelle pieghe di equivoche dottrine politiche.
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Quindi qui abbiamo davanti a noi il grande e irrisolto problema del comunismo. Ancora una volta, il nostro dovere ci impone di combattere con più acutezza che mai questa idra che rappresenta, al pari del nazismo, la quintessenza dello spirito della Rivoluzione. I cattolici devono unirsi di fronte al comune avversario, dimenticare ogni scrupolo e risentimento e, in consonanza con l’insegnamento di Pio XI, accettare la leale collaborazione di tutti gli uomini degni sinceramente impegnati nella lotta contro il totalitarismo rosso. Ma il segreto della vittoria della Chiesa consiste proprio nel rinunciare agli ideali intermediari e, uniti a tutti coloro che offrono la loro collaborazione, vincere l’idra bolscevica con l’unica arma che la schiaccerà: la Croce, che rappresenta la Chiesa di Dio e la più antiche e legittime tradizioni della civiltà cristiana.“In hoc signo vinces”, disse una Voce a Costantino in un momento in cui l’esito della battaglia appariva incerto. Quella Voce non tace da quindici secoli e oggi il suo messaggio al mondo è lo stesso.
Plinio Corrêa de Oliveira 9 aprile 2009
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