Infine, Il Mio Cuore Immacolato Trionferà!

7Il profeta Daniele e la bellezza della morte

Il profeta Daniele e la bellezza della morte

Il testo che segue è tratto da una conferenza informale tenuta dal professor Plinio Corrêa de Oliveira il 20 luglio 1968. È stato tradotto e adattato per la pubblicazione senza la sua revisione. – Ed.

Il 21 luglio è la festa del profeta Daniele. Le ultime parole che l’angelo gli disse furono: “Ma va’ per la tua strada fino al tempo stabilito: e riposerai e starai nella tua sorte fino alla fine dei giorni”. (Dan. 12:13)
Analizzando le parole dell’angelo, ci si rende conto che è la dichiarazione della morte di Daniele.

Sebbene i conquistatori, i saggi, tutte le persone e persino i leoni riverissero Daniele durante la sua vita, dopo le parole dell’angelo, il profeta dormì il sonno della morte, in attesa della risurrezione generale.

Queste parole angeliche racchiudono una maestà grande e virile, propria dell’Antico Testamento. Nel Nuovo Testamento, una maestà più grande, soprannaturale, ha soppiantato quella naturale. Sebbene superiore, la maestà soprannaturale non era focalizzata su questa virilità comune nell’Antico Testamento.

Tuttavia, le parole dell’angelo sono virili: “Riposerai e starai nella tua sorte fino alla fine dei giorni”. Dopo questo, tutto è finito e nessun appello può essere fatto, nemmeno per un uomo della grandezza di Daniele. L’inevitabilità della morte supera la capacità dell’uomo di intervenire. In questo si percepisce la bellezza divina della morte.

È bello, perché proclama che tutto nel mondo sensibile è delicato. Esiste solo con l’intervento di Dio e senza alcun merito proprio. Posto davanti allo spettro della morte, l’uomo avverte in sé tutto ciò che è piccolo e fragile. La morte gli sussurra all’orecchio: “Non ti rendi conto che tutto nella vita è polvere e cenere?” Questo è un bene per l’uomo, poiché è abituato a vedere la sua grandezza rispetto a tutte le altre cose corruttibili.

Ci sono altre due frasi dell’Antico Testamento che esprimono questa stessa idea: “Vanità delle vanità e tutto è vanità” (Ecclus. 1:2) e “Ho visto tutte le cose che si fanno sotto il sole, ed ecco tutto è vanità, e vessazione di spirito”. (Eccl. 1:14)

Questa voce sale sopra queste piccole cose periture, per insegnare all’uomo che anche quelle apparentemente grandi, non sono niente. C’è però Qualcuno, che aleggia sopra tutto il creato, che è una vera meraviglia. Egli è Dio, nostro Signore nella sua eternità, inaccessibilità, immaterialità e immutabilità, che tocca tutte le cose senza essere toccato.

Il profeta Daniele e la bellezza della morte
È bello pensare alla morte, perché ricorda all’uomo la sua piccolezza davanti a Dio.

In questo spirito, l’angelo proclama: “Va’ per le tue vie… e riposerai”. In altre parole: “Tu, che eri grande agli occhi di Dio e degli uomini, andrai anche tu alla tua fine. Anche tu sei perituro e il tuo stato transitorio sarà infranto stanotte. La legge che tutte le cose materiali devono finire, si applica anche a te. Pensa a questo e non sarai indotto a misurare le cose divine dalla tua piccola grandezza.

“Devi renderti conto che sei piccolo davanti alle cose di Dio, ma anche che hai un’anima immortale. Hai qualcosa che non è materiale, ma imperituro. Quindi, questa fine in cui entri stasera è temporanea. In te esiste il principio stesso della vita, che è più nobile di te e rimarrà.

“Inoltre, la tua anima è buona, quindi possederai la felicità che le cose della terra non possono dare. Dormirai, ma dopo verrà la riconciliazione tra Dio e l’uomo e infine la tua risurrezione”.

Dio è così buono che, nonostante la caducità della carne, risusciterà il corpo affinché possa partecipare alle gioie o ai tormenti dell’anima, a seconda che l’uomo sia stato buono o cattivo in questa vita.

Alla fine del suo annuncio, l’angelo afferma: “Stai nella tua sorte fino alla fine dei giorni”. Questo è un riferimento a questa Risurrezione Generale. Si cominciano a sentire gli angeli che suonano le trombe e le coroncine che chiameranno tutti gli uomini al giudizio. L’angelo dice a Daniele di dormire tranquillo e di aspettare quel giorno, perché la morte del giusto è un sogno che attende la risurrezione.

Ecco perché si dovrebbe sempre tenere davanti agli occhi la morte e ordinare la propria vita di conseguenza. Poi, quando la morte si avvicina, può aspettarsi una gioiosa risurrezione nel Giorno del Giudizio. Vivere in questa prospettiva lo preparerà al momento in cui Nostro Signore apparirà con la Madonna al suo fianco, per adempiere, forse, la sua più grande promessa: “Sarò la tua ricompensa straordinariamente grande”.

Quindi, l’uomo sarà giudicato prima immediatamente alla morte, quando il suo corpo sarà ancora caldo. Aiutato dalla misericordia della Madonna, sarà condannato secondo il suo amore e la sua unione con Dio, non secondo la sua posizione agli occhi degli uomini. Allora vedrà Dio faccia a faccia.

L’uomo sarà giudicato una seconda volta, quando il Figlio dell’Uomo apparirà come un lampo di luce proveniente da Oriente e si poserà sulla valle di Giosafat, dove saranno radunati tutti gli uomini di tutti i tempi.

Vedranno Nostro Signore Gesù Cristo nella Sua Maestà, Divinità, Bontà e Misericordia. Vedranno anche la Madonna inondata di luce. Apparirà nella sua grandezza e dolcezza che è così grande, che anche allora l’uomo non potrà comprenderla.

Poi sorriderà a tutti gli eletti, ma particolarmente a quelli a lei consacrati come schiavi dell’amore secondo il metodo di san Luigi di Montfort. Li amerà gratuitamente senza che meritino in alcun modo il suo amore.

Poi, insieme a lei, canteranno il Magnificat…

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