
Quando San Paolo fu sbalzato da cavallo, fu scosso dalla svolta degli eventi quando Nostro Signore gli fece la domanda: “Perché mi perseguiti?” In altre parole, apri gli occhi! Esamina la tua coscienza!
Rendetevi conto che state facendo una cosa che, se fate un onesto esame di coscienza, scoprirete che è sbagliata.
La domanda di Nostro Signore ricordava una domanda che Nostro Signore stesso fece all’uomo che Lo colpì durante la Sua Passione: “Se ho parlato male, testimonia del male; ma se bene, perché mi colpisci?
San Paolo infatti non gli ha dato risposta perché non ne aveva da dare. Ha semplicemente risposto: “Chi sei, Signore?” E disse subito “Signore” perché intuì Chi era veramente. Nostro Signore rispose: “Io sono Gesù che tu perseguiti”.
Dicendo “Chi tu perseguiti”, Nostro Signore ha chiarito Chi Egli è. Stava dicendo a San Paolo: Guarda chi sono. Guarda chi stai perseguitando e quindi misura quanto è orribile il tuo crimine.
Dopo questo, Nostro Signore aggiunge un’affermazione alquanto misteriosa: “Ti è difficile resistere al pungolo”. Il pungolo è il vento. Diceva che è difficile opporsi al vento. In questo caso il vento è il soffio della grazia che da tempo chiamava Paolo alla conversione, ma lui resisteva. Il contesto almeno porta a questa ipotesi.
San Paolo ha risposto nel suo modo radicale. Non ha perso tempo. Ha visto che aveva torto e si è messo al servizio di Dio. Disse: “Signore, cosa vuoi che io faccia?” Gli Atti degli Apostoli dicono che tremava e si stupiva mentre poneva la domanda. In altre parole, il colpo era andato a segno. Era disorientato e spaventato. Era scosso mentre attraversava una breve prova di pochi minuti che lo cambiò completamente e scosse la sua anima. Nostro Signore allora gli disse: “Alzati ed entra in città, e lì ti sarà detto ciò che devi fare”.

Basilica di San Pietro, Roma
Perché Nostro Signore non gli disse subito cosa fare? Tutto il dialogo si è svolto mentre San Paolo era accecato e prostrato a terra. Gli fu detto di alzarsi e andare in città e scoprire cosa doveva fare. In altre parole, deve ricevere gli ordini di Nostro Signore lentamente, sottomettendosi con umiltà come un bambino che prende ordini dal suo superiore.
Nostro Signore gli diceva: Vai dunque, brancolando e avanzando passo dopo passo, per scoprire ciò che voglio, perché io sono il tuo Signore e te lo comando come un servo, che è agli ordini del suo Signore e non può fare altro.
Così san Paolo non sapeva cosa Dio voleva da lui. Non sapeva nemmeno se Dio potesse volere che rimanesse cieco per tutta la vita. Lui, il grande Paolo, l’ottimo e illustre fariseo, stava ora per entrare nella città di Damasco come un bambino, condotto per mano. In altre parole, è stato il completo crollo del suo orgoglio. Il testo degli Atti termina così: “Ma quelli, conducendolo per mano, lo condussero a Damasco”.
In altre parole, entrò a Damasco da cieco. Lì sarebbe rimasto cieco per alcuni giorni, finché le squame non gli sarebbero cadute dagli occhi.
Il testo precedente è tratto da una conferenza informale tenuta dal professor Plinio Corrêa de Oliveira il 24 gennaio 1966. È stato tradotto e adattato per la pubblicazione senza la sua revisione. –Ed.
Plinio Corrêa de Oliveira 20 gennaio 2012