Infine, Il Mio Cuore Immacolato Trionferà!

6S.E. mons. Athanasius Schneider sulla consacrazione della Russia

Mons. Athanasius Schneider risponde alle domande della nota vaticanista americana Diane Montagna riguardo l’importanza della Consacrazione del 25 marzo, la sua portata, la controversia sull’espressione “Terra del Cielo” attribuita alla Madonna e altri importanti aspetti dell’evento.

OnePeterFive: Sono sorte polemiche per una discrepanza nella traduzione di un titolo attribuito alla Madonna nell’atto di consacrazione. Mentre la traduzione inglese dice “Regina del Cielo”, l’originale italiano dice “Terra del Cielo”.

Mons. Schneider: L’espressione “Terra del Cielo” è stata tradotta nelle altre lingue latine allo stesso modo. In tedesco “Du Irdische im Himmel” (Tu sei la terra del Cielo). In molte lingue slave, e in russo, “Terra celeste”; in slovacco “Terra dal cielo”, e in polacco “Terra del cielo”. In inglese, invece, è stata tradotta “Queen of Heaven”.

L’espressione “terra del Cielo” non è di per sé eretica o pagana. Non bisogna vedervi un parallelo con la Pachamama, ma interpretarla in modo oggettivo, benevolo e cattolico. Ci sono poesie e canti mariani tradizionali cattolici con espressioni abbastanza simili, come “Maria è il giardino celeste” o il “giardino del cielo”. Consideriamo poi come l’espressione si accorda con la Sacra Scrittura, i Padri e la Liturgia.

L’espressione “Terra del Cielo” può essere interpretata in modo coerente con la Sacra Scrittura. Può avere il significato di “nuova terra” usato in 2Pietro 3, 13 e Apocalisse 21, 1-2, ed è coerente con la profezia dell’Antico Testamento che vediamo realizzata in Maria: “Si apra la terra e produca la salvezza e germogli insieme la giustizia” (Is 45,8).

Troviamo espressioni simili nei Padri della Chiesa. Sant’Efrem il Siro scrisse: “La terra vergine di un tempo diede alla luce l’Adamo che è signore della terra, ma oggi un’altra vergine ha dato alla luce l’Adamo che è signore del cielo” (Inni sulla Natività, 1,16). Qui, la verginità è paragonata alla terra; la “terra vergine” scelta da Dio per far nascere il primo Adamo è un tipo di Maria, la terra vergine che ha dato alla luce Gesù Cristo, il secondo Adamo. Più tardi, San Giovanni Crisostomo dirà: “La parola Eden significa terra vergine. Ora tale era quella regione in cui Dio piantò il paradiso. … Ora questa vergine (terra) è un tipo della Vergine. Perché come quella terra, senza aver ricevuto alcun seme, fiorì per noi il paradiso; così anche Maria, senza aver concepito l’uomo, fiorì per noi Cristo” (De mutatione nominum, 2, 3-4)”.

Allo stesso modo, San Giovanni Damasceno disse: “Le porte del paradiso si aprono e ricevono la terra portatrice di Dio, sulla quale ha avuto origine Cristo, l’albero della vita eterna” (Omelia 3 sulla Dormizione di Santa Maria). E in un inno del XI secolo composto da San Pier Damiani in onore della Beata Vergine Maria, il santo esclama “Es et terra cœlestis”, cioè “e tu sei la terra celeste” (Rhythmus de S. Maria virgine).

Secondo un articolo pubblicato il 23 marzo dall’Osservatore Romano, l’espressione “Terra del Cielo” è “tratta da un inno monastico bizantino-slavo, e significa poeticamente l’unione del cielo e della terra che possiamo contemplare in Maria, che è anche assunta in cielo con il suo corpo”. La liturgia bizantina contiene, infatti, espressioni simili. Di Maria si dice: “Io sono la terra incolta” (Liturgia bizantina, Octoechos [Libro degli Inni], voce 8, domenica, inno 6), che significa: “Io sono la terra celeste”, “la terra verginale”, la “terra paradisiaca”. E altrove è lodata come “Terra benedetta, sposa benedetta di Dio, terra incolta e salvatrice del mondo” (Canone per la Santa Cena, Ode 1, Theotokos).

OnePeterFive: La formula usata da Papa Francesco soddisfa gli elementi essenziali della richiesta della Madonna a Fatima?

Mons. Schneider: Rispetto alla formulazione dei due precedenti atti di consacrazione, fatti da Papa Pio XII (nel 1952) e da Papa Giovanni Paolo II (nel 1984), le parole e la forma della consacrazione usata da Papa Francesco esprimono più chiaramente le richieste della Madonna di Fatima. Papa Francesco ha persino aggiunto la parola “solennemente” a “consacrare”, un’espressione che mancava nelle altre formule.

D’altronde, la Madonna non ha detto che l’approvazione papale della comunione riparatrice nei primi sabati debba essere parte della formula di Consacrazione. Ella chiese l’approvazione papale di questa pratica solo al fine di ottenere i frutti da Lei promessi con l’atto di Consacrazione. L’approvazione papale potrebbe manifestarsi, per esempio, in un decreto della Penitenzieria Apostolica che dica che i fedeli che praticano la comunione riparatrice nei cinque Primi Sabati otterranno l’indulgenza plenaria. Un tale decreto generalmente indica che è stato approvato dal Santo Padre.

OnePeterFive: Eccellenza, alcuni lettori potrebbero non conoscere la storia e i dettagli della richiesta della Madonna a Fatima di consacrare la Russia al suo Cuore Immacolato.

Mons. Schneider: Vorrei offrire ai lettori il seguente estratto tratto da un articolo di Padre David Francisquini, pubblicato sulla rivista brasiliana Catolicismo (Nº 836, Agosto/2020), e intitolato “A consagração da Rússia foi efetivada como Nossa Senhora pediu?” [La consacrazione della Russia è stata effettuata come la Madonna ha chiesto?].

Nell’apparizione del 13 luglio 1917, la Madonna disse ai bambini che Dio avrebbe “punito il mondo per i suoi crimini con la guerra, la fame e la persecuzione della Chiesa e del Santo Padre. […] Per impedire questo, verrò a chiedere la consacrazione della Russia al mio Cuore Immacolato e la comunione riparatrice nei primi sabati. Se le mie richieste saranno ascoltate, la Russia si convertirà e ci sarà la pace; in caso contrario, essa diffonderà i suoi errori in tutto il mondo, promuovendo guerre e persecuzioni; i buoni saranno martirizzati, il Santo Padre avrà molto da soffrire, varie nazioni saranno annientate; alla fine, il mio Cuore Immacolato trionferà. Il Santo Padre mi consacrerà la Russia, che si convertirà, e un periodo di pace sarà concesso al mondo”.

Dodici anni dopo, il 13 giugno 1929, mentre risiedeva a Tui, in Spagna, Suor Lucia ebbe una visione in cui la Madonna le disse: “È giunto il momento in cui Dio chiede al Santo Padre di fare, in unione con tutti i vescovi del mondo, la consacrazione della Russia al mio Cuore Immacolato, promettendo di salvarla con questo mezzo”.

Ancora nel 1929, la veggente fece conoscere questa richiesta a Papa Pio XI, e l’anno successivo scrisse al suo confessore, P. José Bernardo Gonçalves S.J., riferendo che Nostro Signore l’aveva esortata a chiedere al Santo Padre l’approvazione della devozione riparatrice dei primi sabati. E aggiungeva: “Se non mi sbaglio, il buon Dio promette di porre fine alla persecuzione in Russia se il Santo Padre si degnerà di fare, e allo stesso modo ordinerà ai Vescovi del mondo cattolico di fare, un atto solenne e pubblico di riparazione e di consacrazione della Russia ai Santissimi Cuori di Gesù e Maria”.

In una successiva comunicazione intima, Nostro Signore si lamentò con Suor Lucia: “Non accoglieranno la mia richiesta. Come il re di Francia, si pentiranno; e lo faranno, ma sarà tardi. La Russia avrà già diffuso i suoi errori in tutto il mondo”. In una lettera al suo confessore, datata 18 maggio 1936, Suor Lucia dichiara: “Intimamente, ho parlato con Nostro Signore della questione; e poco tempo fa Gli ho chiesto perché non ha convertito la Russia senza che Sua Santità facesse questa consacrazione”. Questa fu la risposta che Suor Lucia ricevette da Gesù: “Perché voglio che tutta la mia Chiesa riconosca questa consacrazione come un trionfo del Cuore Immacolato di Maria, per poi estendere la sua venerazione e porre, accanto alla devozione del mio Cuore Divino, la devozione di questo Cuore Immacolato”.

Dopo lo scoppio della seconda guerra mondiale, Suor Lucia si rivolse direttamente al nuovo Papa, Pio XII: “In diverse comunicazioni intime, Nostro Signore non ha cessato di insistere su questa richiesta, promettendo recentemente – se Vostra Santità si degnerà di fare la consacrazione del mondo al Cuore Immacolato di Maria, con menzione speciale della Russia, e di ordinare che, in unione con Vostra Santità e allo stesso tempo, lo facciano anche tutti i Vescovi del mondo – di abbreviare i giorni di tribolazione con cui ha deciso di punire le nazioni per i loro crimini, attraverso la guerra, la carestia e varie persecuzioni alla Santa Chiesa e a Vostra Santità”.

Dal 1984 fino alla caduta del muro di Berlino, Suor Lucia sostenne che nessuna delle consacrazioni fatte fino ad allora era stata valida (nel senso che avevano soddisfatto i requisiti fissati dalla Madonna). In un’intervista rilasciata nel 1985 alla rivista Sol de Fátima, dichiarò perentoriamente, riguardo a quelle effettuate da Giovanni Paolo II a Fatima (1982) e a Roma (1984): “Non c’è stata la partecipazione di tutti i vescovi, né è stata menzionata la Russia”.

Poi , in una lettera dell’8 novembre 1989, Suor Lucia dichiarò: “Sì [la consacrazione] è stata effettuata come richiesto dalla Madonna, il 25 marzo 1984”.

OnePeterFive: Come spiega questo cambiamento nel pensiero di Suor Lucia?

Mons. Schneider: Nel suddetto articolo, P. Francesquini offre questa plausibile risposta: È legittimo congetturare che, nel rivalutare l’atto di Giovanni Paolo II del 1984, Suor Lucia si sia lasciata influenzare dall’atmosfera di ottimismo che si diffuse nel mondo dopo il crollo dell’Impero Sovietico. Va notato che Suor Lucia non godeva del carisma dell’infallibilità nell’interpretazione dell’alto messaggio ricevuto. Pertanto, spetta agli storici, ai teologi e ai pastori della Chiesa analizzare la coerenza di queste dichiarazioni con le precedenti affermazioni della stessa Suor Lucia. Tuttavia, una cosa è chiara: i frutti della consacrazione della Russia al Cuore Immacolato di Maria, annunciati dalla Madonna, sono lontani dall’essersi materializzati. Non c’è pace nel mondo.

OnePetereFive: Alcuni si chiedono perché il Papa abbia incluso l’Ucraina, e se la sua inclusione rappresenti un ostacolo all’adempimento della specifica richiesta della Madonna.

Mons. Schneider: Data l’attuale e dolorosa guerra in Ucraina, è del tutto comprensibile che Papa Francesco menzioni anche l’Ucraina. Si dovrebbe anche considerare che nel luglio 1917, quando la Madonna parlò per la prima volta della consacrazione della Russia, una gran parte del territorio dell’attuale Ucraina apparteneva all’Impero Russo. Se il Papa oggi menzionasse solo la Russia, una gran parte del territorio (cioè la maggior parte dell’attuale Ucraina), che la Madonna aveva davanti agli occhi nel luglio 1917, sarebbe esclusa dalla consacrazione.

OnePeterFive: Eccellenza, quali sono le sue speranze per la consacrazione della Russia?

Mons. Schneider: Si deve sperare che la consacrazione della Russia acceleri la sua conversione, che include necessariamente la riunificazione della Chiesa ortodossa russa con la Sede Apostolica, diventando così veramente cattolica. Solo allora ci sarà una vera conversione agli occhi di Dio, poiché la conversione non può essere a metà. Il vescovo Alexander Chira (+ 1983), un vescovo greco-cattolico clandestino di Zakarpattia (Rutenia carpatica), che viveva in esilio a Karaganda, Kazakistan, disse nel suo ultimo sermone, pronunciato in tedesco, il 13 maggio 1983:

“A Fatima, in Portogallo, la Madre di Dio ha rivelato: La Russia si convertirà all’unità cattolica. La dolorosa divisione tra la Chiesa dell’Est e dell’Ovest ha già strappato la Russia alla vera Chiesa di Cristo per 900 anni. I tentativi di guarire questa vecchia ferita nel Corpo Mistico di Cristo sono stati fatti più di una volta. La malvagità umana, l’iniquità e l’astuzia hanno frustrato i più amorevoli e nobili sforzi della Chiesa Cattolica. E ora, inaspettatamente, l’amorevole Madre di Dio prende la questione nelle sue mani. È apparsa a Fatima a tre bambini. E ha rivelato: La Russia si convertirà alla Chiesa cattolica!”.

Dobbiamo anche sperare che la consacrazione della Russia affretti il trionfo del Cuore Immacolato di Maria, che consisterà in un autentico rinnovamento della vita della Chiesa Cattolica, cioè in un nuovo splendore della purezza della Fede Cattolica, della sacralità della liturgia e della santità della vita cristiana.

Infine, dobbiamo sperare che la consacrazione della Russia affretti un’era di pace per l’umanità. Tuttavia, una pace vera e duratura nella società umana sarà stabilita solo se Cristo regnerà sulla società umana.

(OnePeterFive, 25 Marzo 2022. Brani scelti.)

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Pubblicato da gianluca05

Pace: l’altra condizione della Madonna di Julio Loredo Da quando Papa Francesco ha annunciato che consacrerà la Russia (e l’Ucraina) al Cuore Immacolato di Maria, insieme a tutti i vescovi del mondo – ai quali ha rivolto un preciso appello in questo senso – tutto il mondo cattolico vive nell’attesa di questo storico evento. C’è chi, mosso da spirito pio, vede nel gesto pontificio una soluzione definitiva che metterà fine alla guerra, porterà alla conversione della Russia e al risanamento morale del mondo moderno. Altri, invece, mossi da spirito critico, vi segnalano possibili omissioni e contraddizioni. In ogni caso, bisogna rimarcare come l’annuncio di Papa Francesco – mettendo Fatima al centro degli avvenimenti contemporanei – abbia toccato una fibra profonda nell’opinione pubblica mondiale. L’atto di Francesco si collega a una precisa richiesta fatta dalla Madonna a Fatima nel 1917. Parlando ai pastorelli, la Madonna volle parlare al mondo intero, esortando tutti gli uomini alla preghiera, alla penitenza, all’emendazione della vita. In modo speciale, Ella parlò al Papa e alla sacra Gerarchia, chiedendo loro la consacrazione della Russia al suo Cuore Immacolato. Queste richieste, la Madre di Dio le fece di fronte alla situazione religiosa in cui si trovava il mondo intero all’epoca delle apparizioni. La Madonna indicò tale situazione come estremamente pericolosa. L’empietà e l’impurità avevano a tale punto preso possesso della terra, che per punire gli uomini sarebbe esplosa quella autentica ecatombe che fu la Grande Guerra 1914-1918. Questa conflagrazione sarebbe terminata rapidamente, e i peccatori avrebbero avuto il tempo di emendarsi, secondo il richiamo fatto a Fatima. Se questo richiamo fosse stato ascoltato, l’umanità avrebbe conosciuto la pace. Nel caso non fosse stato ascoltato, sarebbe venuta un’altra guerra ancora più terribile. E, nel caso che il mondo fosse rimasto sordo alla voce della sua Regina, una suprema ecatombe, di origine ideologica e di portata universale, implicante una grave persecuzione religiosa, avrebbe afflitto tutti gli uomini, portando con sé grandi prove per i cattolici: “La Russia diffonderà i suoi errori nel mondo, promuovendo guerre e persecuzioni alla Chiesa (...) I buoni saranno martirizzati. Il Santo Padre dovrà soffrire molto”. “Per impedire tutto questo – continua la Madonna – verrò a chiedere la consacrazione della Russia al Mio Cuore Immacolato e la Comunione riparatrice nei primi sabati. Se accetteranno le Mie richieste, la Russia si convertirà e avranno pace”. Dopo un periodo di estrema tribolazione e di terribili castighi “come non si sono mai visti” (santa Giacinta di Fatima), la Madonna promette il trionfo finale: “Finalmente, il Mio Cuore Immacolato trionferà. Il Santo Padre Mi consacrerà la Russia, che si convertirà, e sarà concesso al mondo un periodo di pace”. Ancor oggi gli esperti discutono sulla validità o meno delle varie consacrazioni fatte da Pio XII e da Giovanni Paolo II. La Madonna aveva posto tre condizioni: che la consacrazione fosse fatta dal Sommo Pontefice, che menzionasse la Russia, e che fosse fatta in unione con tutti i vescovi del mondo. In un modo o nell’altro, a tutte le consacrazioni – 1942, 1952, 1982, 1984 – mancava almeno una di delle condizioni. Dopo aver affermato perentoriamente che la consacrazione del 1984, fatta da Giovanni Paolo II, non era valida, la veggente suor Lucia aveva cambiato opinione, attestando invece la sua conformità a quanto richiesto dalla Madonna. Questa è la posizione più diffusa negli ambienti della Chiesa e fra i fedeli in generale. Non vogliamo entrare in un tema tanto complesso. Facciamo però notare che, alla Cova da Iria, la Madonna indicò due condizioni, entrambe indispensabili, perché si allontanassero i castighi con cui ci minacciava. Una di queste condizioni era la consacrazione. Supponiamo che sia stata fatta nel modo richiesto dalla santissima Vergine. Rimane la seconda condizione: la divulgazione della pratica della comunione riparatrice dei primi cinque sabati del mese. Ci sembra evidente che questa devozione non si è propagata fino a oggi nel mondo cattolico nella misura desiderata dalla Madre di Dio. E vi è ancora un’altra condizione, implicita nel messaggio ma anch’essa indispensabile: è la vittoria del mondo sulle mille forme di empietà e di impurità che oggi, molto più che nel 1917, lo stanno dominando. Tutto indica che questa vittoria non è stata ottenuta, e, al contrario, che in questa materia ci avviciniamo sempre più al parossismo. Così, un mutamento di indirizzo dell’umanità sta diventando sempre più improbabile. E, nella misura in cui avanziamo verso questo parossismo, diventa più probabile che avanziamo verso la realizzazione dei castighi. A questo punto bisogna fare una osservazione, e cioè che, se non si vedessero le cose in questo modo, il messaggio di Fatima sarebbe assurdo. Infatti, se la Madonna affermò nel 1917 che i peccati del mondo erano giunti a un tale livello da richiedere il castigo di Dio, non parrebbe logico che questi peccati siano continuati ad aumentare per più di mezzo secolo, che il mondo si sia rifiutato ostinatamente e fino alla fine di prestare ascolto a quanto gli fu detto a Fatima, e che il castigo non arrivi. Sarebbe come se Ninive non avesse fatto penitenza e, nonostante tutto, le minacce del profeta non si fossero realizzate. Per di più, la stessa consacrazione richiesta dalla Madonna non avrebbe l’effetto di allontanare il castigo se il genere umano dovesse restare sempre più attaccato alla empietà e al peccato. Infatti, fintanto che le cose staranno così, la consacrazione avrà qualcosa di incompleto. Insomma, siccome non si è operato nel mondo l’enorme trasformazione spirituale richiesta alla Cova da Iria, stiamo sempre più avanzando verso l’abisso. E, nella misura in cui avanziamo, tale trasformazione sta diventando sempre più improbabile. Applaudiamo l’atto di Papa Francesco e ci sommiamo toto corde a esso se seguirà i requisiti posti dalla Madonna a Fatima. Tuttavia, finché a questo atto non seguirà una vera e propria crociata spirituale contro l’immoralità dilagante – aborto, omosessualità, LGBT, mode indecenti, pornografia, gender e via dicendo – la semplice consacrazione della Russia – per quanto gradita alla Divina Provvidenza – non allontanerà il castigo. Mi sia permesso di sollevare un’altra perplessità, e non di piccolo peso. A Fatima la Madonna indicò, come l’elemento allora più dinamico del processo rivoluzionario che portava l’umanità verso l’abisso, gli “errori della Russia”, ossia il comunismo, che proprio nell’Unione Sovietica trovò la sua sede e fuoco di espansione. Non ci sarà una vera conversione finché questa ideologia non sarà rigettata in ogni sua manifestazione. Ora, proprio in questo campo il pontificato di Papa Francesco si è contraddistinto per la sua prossimità all’estrema sinistra: dalla vicinanza alla dittatura cubana, al sostegno ai “movimenti popolari” latinoamericani di matrice marxista, senza dimenticare i contatti col patriarca Kiryll, che della dittatura sovietica fu fedele servitore e propagandista. Anche qui, salvo miglior giudizio, ci sembra che, finché all’atto di venerdì a San Pietro non seguirà una vera e propria crociata spirituale contro il comunismo e i suoi epigoni, la sola consacrazione della Russia non fungerà da toccasana per risparmiare una catastrofe alla civiltà contemporanea. Fonte: TFP - Tradizione Famiglia Proprietà -