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6Non è mai lecito giudicare gli altri?

Non è mai lecito giudicare gli altri?

Nell’odierno clima di relativismo filosofico e morale in cui viviamo, ogni volta che critichiamo azioni o comportamenti oggettivamente immorali come l’aborto, gli atti omosessuali, l’adulterio e così via, spesso sentiamo qualcuno citare le parole del Divin Salvatore: «Non giudicate. “

L’assurdità di non giudicare

Eppure un’interpretazione letterale e fuori contesto di queste parole porta a una conclusione assurda. Perché se non potessimo giudicare le azioni degli altri, ciò equivarrebbe a negare che i principi morali possano essere applicati in pratica, anche se devono essere accettati in teoria. La conseguenza finale è che la moralità sarebbe priva di significato come standard per guidare le azioni umane. Ciò porta al soggettivismo più completo: un libero per tutti in cui ognuno fa ciò che gli pare. Ciò fa anche perdere completamente il senso morale alle persone; ed è forse una delle cause dell’amoralità del nostro tempo presente.

Poiché le persone religiose diventano insicure di fronte all’argomento del Vangelo del “non giudicare”, esaminiamo più da vicino cosa significa in realtà.

Mosè con le tavole dei dieci comandamenti
Mosè abbatte le tavole dei comandamenti di Dio perché “questo popolo ha commesso un peccato atroce”. Esodo. 32:31

Il Vangelo vieta di giudicare?

Giudicare gli altri è condannato in una parte del Discorso della Montagna in cui Gesù ci insegna come procedere per raggiungere la perfezione. Dopo aver trattato delle Beatitudini e aver condannato l’omicidio, l’adulterio, lo spergiuro e aver comandato di amare il prossimo e di evitare l’ostentazione, Nostro Signore si occupa di giudicare gli altri.

Proibisce di giudicare gli altri ingiustamente e maliziosamente, poiché questo si ritorcerà contro di noi: “Non giudicate, affinché non siate giudicati, poiché con quale giudizio giudicate, sarete giudicati: e con quale misura misurate, sarà misurato di nuovo tu.”

Sarebbe ipocrita condannare gli altri per colpe in cui noi stessi incorriamo, senza prima cercare di eliminarle nel nostro stesso comportamento: “E perché vedi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello? e non vedi la trave che è nel tuo occhio? O come dici a tuo fratello: Lasciami togliere la pagliuzza dal tuo occhio; ed ecco una trave è nel tuo occhio? Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio, e poi vedrai come si toglie la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello».

Le azioni oggettivamente immorali dovrebbero essere condannate

Quando si tratta di difetti secondari o azioni ambigue che si prestano a varie interpretazioni, dobbiamo essere pronti ad evitare il più possibile di interpretarli negativamente. Tuttavia, di fronte ad azioni palesemente contrarie ai principi della morale, o ad azioni scandalose, non dobbiamo mancare di formulare un rigoroso giudizio morale.

Ecco quanto spiega sant’Agostino quando analizza questo brano del Vangelo: «Suppongo che qui il comando non sia altro che quello di dare sempre la migliore interpretazione a quelle azioni che sembrano dubbie con quale mente siano state fatte. Ma riguardo a ciò che non può essere fatto con buona intenzione, come adulteri, bestemmie e simili, ci permette di giudicare; ma delle azioni indifferenti che ammettono di essere fatte con uno scopo buono o cattivo, è temerario giudicare, ma soprattutto condannare.

Cristo scaccia i cambiavalute, Carl Heinrich BLOCH
Gesù andando al tempio vide che l’avevano trasformato in un covo di ladri, ed Egli “scacciò tutti quelli che vendevano e compravano nel tempio, e rovesciò i tavoli dei cambiavalute”.

E in un’altra omelia il santo presenta un altro aspetto della questione dicendo: “Quanto dunque alle cose che sono note a Dio, a noi sconosciute, giudichiamo il nostro prossimo a nostro rischio e pericolo. Di questi il ​​Signore ha detto: “Non giudicate, affinché non siate giudicati”.

Quanto invece alle cose che sono mali aperti e pubblici, si può e si deve giudicare e riprendere, ma sempre con carità e amore, odiando non l’uomo, ma il peccato, detestando non il vizioso ma il vizio, la malattia più del malato. .

Infatti, a meno che l’adultero dichiarato, il ladro, l’ubriacone abituale, il traditore o il superbo non fossero giudicati e puniti, in essi si adempirebbe ciò che disse il beato martire Cipriano: “Chi placa un peccatore con parole lusinghiere alimenta il suo peccato”. “

Giudice secondo la verità

Il precetto evangelico non è, quindi, che ci si astenga dal giudicare e condannare quegli atti che sono oggettivamente cattivi, ma che lo si faccia secondo la regola data dallo stesso Salvatore: «Non giudicate secondo l’apparenza, ma giudicate con giusto giudizio. “

Pertanto, coloro che citano le parole del Salvatore per imporre uno stato di completa amoralità in cui nessuno giudichi nessuno, e accettano, in pratica, i peggiori oltraggi morali in un atteggiamento di completo soggettivismo e relativismo morale, semplicemente sbagliano.

Luiz Sérgio Solimeo 22 maggio 2012

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