Infine, Il Mio Cuore Immacolato Trionferà!

6La Consacrazione della Russia e la partecipazione di Benedetto XVI

Odio satanico e beffe della Provvidenza

Dice loro Pilato: «Che farò dunque di Gesù, chiamato Cristo?». Tutti dicono: «Sia crocifisso!». Il procuratore disse loro: «Perché? Che male ha fatto?». Ma quelli gridavano di più, dicendo: «Sia crocifisso!»  (Mt 27, 22-23).

Soltanto l’odio per Dio spiega questa scena. Dio, Sommo Bene, è tutto bontà e misericordia: ci ha creati senza alcun bisogno da parte Sua, per pura generosità, unicamente per comunicare l’essere a ciò che non era; ben al di là delle nostre più alte aspirazioni, vuol renderci partecipi della Sua felicità infinita; per togliere l’impedimento che noi stessi, col cattivo uso del libero arbitrio, avevamo posto alla realizzazione del Suo disegno, ha mandato il Figlio a espiare per noi i nostri peccati.

Nella Sua missione pubblica, Gesù non aveva fatto altro che beneficare chiunque avesse avuto bisogno di aiuto e si fosse rivolto a Lui con fede, senza mai sottrarsi alla fatica né negarsi alle attese dei sofferenti, se non, talvolta, differendo un po’ l’esaudimento per purificarle. Con la Sua condotta umana era stato la manifestazione perfetta dell’amore disinteressato del Padre, mentre insegnava a rivolgersi a Lui con fiducia incondizionata: «Se voi, pur essendo cattivi, sapere dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a coloro che lo invocano!» (Mt 7, 11).

Pilato aveva ben compreso che quell’oscuro accusato non aveva commesso alcun crimine; la moglie lo aveva del resto avvertito di aver fatto un sogno molto sofferto, la notte prima, riguardante quel giusto, come egli stesso lo definirà davanti alla folla nel tentativo di discolparsi della Sua condanna (cf. Mt 27, 19.24). Con un astuto stratagemma era pur riuscito ad accertarsi che il Nazareno non rappresentasse affatto una minaccia per lo Stato: posto di fronte alla scelta tra Lui e Barabba, colpevole di sedizione e omicidio, il popolo aveva richiesto il secondo senza la minima esitazione.

Come sempre accade, la massa s’era lasciata manipolare dai capi, che sanno bene come piegarla ai propri scopi; era dunque chiaro che Gesù, fino allora ignoto all’autorità romana, non era certo un pericoloso agitatore né veniva manovrato dalla classe dirigente giudaica, che anzi voleva eliminarlo per invidia, come Pilato era stato informato (cf. Mt 27, 18).

La brutale e insistente risposta della folla alla domanda del procuratore reclamava – per un uomo del tutto innocente, eppure già crudelmente flagellato e coronato di spine (cf. Gv 19, 4-6) – nientemeno che la crocifissione. Ciò che lascia sgomenti non è soltanto la stolida ingratitudine del popolo verso il Salvatore, ma soprattutto l’accanimento con cui le sue guide lo persuasero ad esigere quella somma ingiustizia. Anche tale fatto aberrante, tuttavia, ha una spiegazione.

L’uomo falsamente pio pratica la religione per amore di sé, al fine di ottenere consenso e potere sugli altri; al centro ha collocato se stesso e la propria autoaffermazione, al cui servizio vorrebbe Dio e tutto il resto. Quando la parola divina lo esorta a farsi da parte per lasciare quel posto al Signore, si ritrova di fronte a un’opzione decisiva: o l’obbedienza, con l’ineludibile conversione del cuore e una totale revisione di vita, o il rifiuto, con la conseguente reazione di odio verso Dio stesso.

È una scelta analoga a quella che si trovò a compiere Lucifero; chi la imita non può quindi far altro che seguirlo nella rivolta contro il Creatore, diventando suo schiavo e rendendogli culto in luogo di Lui.

Che tale sia la condizione degli attuali eredi del sinedrio non desta meraviglia più di tanto; ben più dolorosa e preoccupante è l’infiltrazione dei loro agenti all’interno della Chiesa Cattolica, in tutto il ventaglio delle posizioni esistenti: dal progressismo più estremo al tradizionalismo puro e duro.

Da un lato c’è chi, dall’alto del soglio, abusa del santissimo nome di Gesù per schierarsi politicamente a favore di una delle due parti in lotta, anziché mantenere quell’equidistanza che è necessaria al ruolo di pacificatore; dall’altro c’è chi pesca nel ciarpame gnostico-massonico per interpretare lo scontro in atto da un preteso punto di vista superiore, accreditandosi così – per chi può e deve intendere – come un perfetto gnostico massone, benché travestito da cattolico tradizionalista.

Sul piano pratico, pur partendo da presupposti apparentemente contrari, i diversi interventi convergono verso il medesimo risultato: la demonizzazione di un capo di Stato che o risponde a un’altra obbedienza, o sta agendo in modo troppo indipendente e sembra sfuggito di mano.

Comunque sia, la quasi totale unanimità del coro di condanne appare quanto meno poco obiettiva: dov’erano quegli indefessi pacifisti quando gli Stati Uniti, con la complicità di altri Paesi della NATO (fra cui il nostro), conducevano guerre di sterminio in Medio Oriente e nei Balcani? Su quale pianeta vivono gli acuti analisti che considerano Putin un dittatore e, al contempo, approvano senza ambagi gli inauditi soprusi perpetrati da Draghi? È arduo reprimere il sospetto che siano stati tutti comprati, dal primo all’ultimo.

Per rimanere in casa cattolica, è davvero triste sentirsi indotti a considerazioni analoghe, al vedere come coloro che con tanta veemenza deprecavano la corruzione dell’Occidente difendano appassionatamente il sistema che di quella corruzione è la causa, nel momento in cui esso è posto seriamente in pericolo, appellandosi addirittura al messaggio di Fatima e plaudendo beati a un atto di consacrazione compiuto proprio da chi, in occasione del centenario, ha seppellito quella mariofania con un funereo rituale massonico.

Quei ferventi paladini della Tradizione paiono dimenticare che la Vergine, nel Luglio del 1917, alluse profeticamente all’avvento del regime sovietico, che però, con loro grande esultanza, è crollato nel 1991. A meno di non essere in aperta malafede, non si può non ammettere che la Russia, da allora, abbia intrapreso un nuovo corso, comunque lo si giudichi. Certo, non si può neppure ingenuamente escludere che anche dietro di esso ci sia il capitale gestito da mani giudee, ma lo scontro all’interno di quel mondo è reale e può servire alla realizzazione di disegni provvidenziali.

Quel settore del “sinedrio” che aveva forti interessi in Ucraina è furioso nei confronti di Putin, così come lo è con l’alleato Xi Jinping in seguito al suo clamoroso voltafaccia. La minaccia del comunismo, tuttavia, non viene tanto da loro quanto dai nostri governanti, per mezzo dei quali l’alta finanza vuol depredare gli Italiani delle proprietà e dei risparmi in vista dell’instaurazione di un feroce regime capitalistico-statalistico in cui saremmo spogliati di ogni bene e diritto a vantaggio di un pugno di ultramiliardari.

Tutto questo, curiosamente, sfugge ai nostri infaticabili controrivoluzionari, i quali, dopo anni di asperrime critiche, si sono inopinatamente ritrovati in perfetta sintonia con l’arcivescovo emerito di Buenos Aires, riguardo non solo alla guerra, ma già alla cosiddetta pandemia. I padroni del mondo, del resto, adottano diverse modalità per ottenere il controllo generale: corrompere i politici, piazzare i loro agenti alla testa dei governi “democratici”, provocare primavere arabe e rivoluzioni colorate, suscitare movimenti che coagulino il malcontento popolare per imbrigliarlo ai loro fini, foraggiare istituzioni che intercettino le frange più estremiste e le dirottino su un binario morto…

I nostri eroi, evidentemente, appartengono all’ultima categoria: rastrellano tutti coloro che rimangono fuori delle altre con la pia illusione di farli partecipare a una guerra santa che, in realtà, non ha la benché minima incidenza sul reale, ma si consuma in dotte conferenze, convegni, proclami, manifesti, dichiarazioni programmatiche e appelli alla mobilitazione privi di ogni ulteriore sviluppo.

Ai nostri “amici” sfugge pure qualcos’altro: ancora una volta la Provvidenza si è genialmente beffata dell’odio che divora i sinedriti servendosene per i Suoi scopi. Senza la partecipazione di Benedetto XVI, la consacrazione della Russia al Cuore Immacolato di Maria avrebbe rischiato di ridursi a un mezzo di mera propaganda politica, con un uso tanto blasfemo del sacro da risultare, in definitiva, una profanazione.

Grazie a lui, invece, essa può essere stata accettata dal Cielo; in tal modo la Russia (le cui radici etniche e religiose sono nell’attuale Ucraina, che per secoli ha formato con essa un unico Stato) può diventare non solo lo strumento del castigo dell’Occidente asservito al sinedrio, ma anche la culla di un rinnovamento mondiale.

La Mediatrice di tutte le grazie può infatti liberarla dalle antiche suggestioni imperialistiche della Terza Roma per ricondurla all’unità cattolica, volgendo così pienamente le sue immense risorse materiali e spirituali a beneficio di tutta la Chiesa e dell’umanità intera. Come la crocifissione del Figlio di Dio, dunque, fu la redenzione del mondo, così il ricorso strumentale alla Sua santissima Madre può avviare il trionfo da Lei annunciato.

Fonte: lascuredielia

Vedi anche, importante: E’ valida la CONSACRAZIONE della RUSSIA? Ecco la verità

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Pubblicato da gianluca05

Pace: l’altra condizione della Madonna di Julio Loredo Da quando Papa Francesco ha annunciato che consacrerà la Russia (e l’Ucraina) al Cuore Immacolato di Maria, insieme a tutti i vescovi del mondo – ai quali ha rivolto un preciso appello in questo senso – tutto il mondo cattolico vive nell’attesa di questo storico evento. C’è chi, mosso da spirito pio, vede nel gesto pontificio una soluzione definitiva che metterà fine alla guerra, porterà alla conversione della Russia e al risanamento morale del mondo moderno. Altri, invece, mossi da spirito critico, vi segnalano possibili omissioni e contraddizioni. In ogni caso, bisogna rimarcare come l’annuncio di Papa Francesco – mettendo Fatima al centro degli avvenimenti contemporanei – abbia toccato una fibra profonda nell’opinione pubblica mondiale. L’atto di Francesco si collega a una precisa richiesta fatta dalla Madonna a Fatima nel 1917. Parlando ai pastorelli, la Madonna volle parlare al mondo intero, esortando tutti gli uomini alla preghiera, alla penitenza, all’emendazione della vita. In modo speciale, Ella parlò al Papa e alla sacra Gerarchia, chiedendo loro la consacrazione della Russia al suo Cuore Immacolato. Queste richieste, la Madre di Dio le fece di fronte alla situazione religiosa in cui si trovava il mondo intero all’epoca delle apparizioni. La Madonna indicò tale situazione come estremamente pericolosa. L’empietà e l’impurità avevano a tale punto preso possesso della terra, che per punire gli uomini sarebbe esplosa quella autentica ecatombe che fu la Grande Guerra 1914-1918. Questa conflagrazione sarebbe terminata rapidamente, e i peccatori avrebbero avuto il tempo di emendarsi, secondo il richiamo fatto a Fatima. Se questo richiamo fosse stato ascoltato, l’umanità avrebbe conosciuto la pace. Nel caso non fosse stato ascoltato, sarebbe venuta un’altra guerra ancora più terribile. E, nel caso che il mondo fosse rimasto sordo alla voce della sua Regina, una suprema ecatombe, di origine ideologica e di portata universale, implicante una grave persecuzione religiosa, avrebbe afflitto tutti gli uomini, portando con sé grandi prove per i cattolici: “La Russia diffonderà i suoi errori nel mondo, promuovendo guerre e persecuzioni alla Chiesa (...) I buoni saranno martirizzati. Il Santo Padre dovrà soffrire molto”. “Per impedire tutto questo – continua la Madonna – verrò a chiedere la consacrazione della Russia al Mio Cuore Immacolato e la Comunione riparatrice nei primi sabati. Se accetteranno le Mie richieste, la Russia si convertirà e avranno pace”. Dopo un periodo di estrema tribolazione e di terribili castighi “come non si sono mai visti” (santa Giacinta di Fatima), la Madonna promette il trionfo finale: “Finalmente, il Mio Cuore Immacolato trionferà. Il Santo Padre Mi consacrerà la Russia, che si convertirà, e sarà concesso al mondo un periodo di pace”. Ancor oggi gli esperti discutono sulla validità o meno delle varie consacrazioni fatte da Pio XII e da Giovanni Paolo II. La Madonna aveva posto tre condizioni: che la consacrazione fosse fatta dal Sommo Pontefice, che menzionasse la Russia, e che fosse fatta in unione con tutti i vescovi del mondo. In un modo o nell’altro, a tutte le consacrazioni – 1942, 1952, 1982, 1984 – mancava almeno una di delle condizioni. Dopo aver affermato perentoriamente che la consacrazione del 1984, fatta da Giovanni Paolo II, non era valida, la veggente suor Lucia aveva cambiato opinione, attestando invece la sua conformità a quanto richiesto dalla Madonna. Questa è la posizione più diffusa negli ambienti della Chiesa e fra i fedeli in generale. Non vogliamo entrare in un tema tanto complesso. Facciamo però notare che, alla Cova da Iria, la Madonna indicò due condizioni, entrambe indispensabili, perché si allontanassero i castighi con cui ci minacciava. Una di queste condizioni era la consacrazione. Supponiamo che sia stata fatta nel modo richiesto dalla santissima Vergine. Rimane la seconda condizione: la divulgazione della pratica della comunione riparatrice dei primi cinque sabati del mese. Ci sembra evidente che questa devozione non si è propagata fino a oggi nel mondo cattolico nella misura desiderata dalla Madre di Dio. E vi è ancora un’altra condizione, implicita nel messaggio ma anch’essa indispensabile: è la vittoria del mondo sulle mille forme di empietà e di impurità che oggi, molto più che nel 1917, lo stanno dominando. Tutto indica che questa vittoria non è stata ottenuta, e, al contrario, che in questa materia ci avviciniamo sempre più al parossismo. Così, un mutamento di indirizzo dell’umanità sta diventando sempre più improbabile. E, nella misura in cui avanziamo verso questo parossismo, diventa più probabile che avanziamo verso la realizzazione dei castighi. A questo punto bisogna fare una osservazione, e cioè che, se non si vedessero le cose in questo modo, il messaggio di Fatima sarebbe assurdo. Infatti, se la Madonna affermò nel 1917 che i peccati del mondo erano giunti a un tale livello da richiedere il castigo di Dio, non parrebbe logico che questi peccati siano continuati ad aumentare per più di mezzo secolo, che il mondo si sia rifiutato ostinatamente e fino alla fine di prestare ascolto a quanto gli fu detto a Fatima, e che il castigo non arrivi. Sarebbe come se Ninive non avesse fatto penitenza e, nonostante tutto, le minacce del profeta non si fossero realizzate. Per di più, la stessa consacrazione richiesta dalla Madonna non avrebbe l’effetto di allontanare il castigo se il genere umano dovesse restare sempre più attaccato alla empietà e al peccato. Infatti, fintanto che le cose staranno così, la consacrazione avrà qualcosa di incompleto. Insomma, siccome non si è operato nel mondo l’enorme trasformazione spirituale richiesta alla Cova da Iria, stiamo sempre più avanzando verso l’abisso. E, nella misura in cui avanziamo, tale trasformazione sta diventando sempre più improbabile. Applaudiamo l’atto di Papa Francesco e ci sommiamo toto corde a esso se seguirà i requisiti posti dalla Madonna a Fatima. Tuttavia, finché a questo atto non seguirà una vera e propria crociata spirituale contro l’immoralità dilagante – aborto, omosessualità, LGBT, mode indecenti, pornografia, gender e via dicendo – la semplice consacrazione della Russia – per quanto gradita alla Divina Provvidenza – non allontanerà il castigo. Mi sia permesso di sollevare un’altra perplessità, e non di piccolo peso. A Fatima la Madonna indicò, come l’elemento allora più dinamico del processo rivoluzionario che portava l’umanità verso l’abisso, gli “errori della Russia”, ossia il comunismo, che proprio nell’Unione Sovietica trovò la sua sede e fuoco di espansione. Non ci sarà una vera conversione finché questa ideologia non sarà rigettata in ogni sua manifestazione. Ora, proprio in questo campo il pontificato di Papa Francesco si è contraddistinto per la sua prossimità all’estrema sinistra: dalla vicinanza alla dittatura cubana, al sostegno ai “movimenti popolari” latinoamericani di matrice marxista, senza dimenticare i contatti col patriarca Kiryll, che della dittatura sovietica fu fedele servitore e propagandista. Anche qui, salvo miglior giudizio, ci sembra che, finché all’atto di venerdì a San Pietro non seguirà una vera e propria crociata spirituale contro il comunismo e i suoi epigoni, la sola consacrazione della Russia non fungerà da toccasana per risparmiare una catastrofe alla civiltà contemporanea. Fonte: TFP - Tradizione Famiglia Proprietà -