Infine, Il Mio Cuore Immacolato Trionferà!

6Beato Francesco: Contemplatore dell’Universo

Beato Francesco: Contemplatore dell'Universo
In Blessed Francisco: Contemplator of the Universe, Suor Lucia fa diversi commenti su suo cugino Francisco.

Nel maggio 1946 Suor Lucia, allora suora dorotea, si recò a Fatima per visitare i luoghi delle apparizioni dell’angelo (1916) e della Madonna (1917). A Valinhos, dove avvenne la quarta apparizione della Madonna, l’attendeva un gruppo che comprendeva suo zio Marto, padre di Francesco e Giacinta. Vedendola, esclamò felice:

“Che bella signorina sei diventata!… Ricordi la mia Jacinta e il mio Francisco?… Se fossero vivi, sarebbero come te!”

Lucia rispose: “Sarebbero come me?… Sarebbero più bravi di me! Questa volta, Nostro Signore ha fatto una svista. Avrebbe dovuto lasciare qui uno di loro al posto mio!…».

Suor Lucia mostrò sempre grande riguardo per le virtù dei cugini Francesco e Giacinta, morti rispettivamente il 4 aprile 1919 e il 20 febbraio 1920. Lucia li ha seguiti il ​​13 febbraio 2005, quando Giovanni Paolo II aveva già beatificato i suoi cugini.

In onore del centenario della nascita del beato Francesco, appena celebrato l’11 giugno 2008, è opportuno dedicare un articolo alle sue virtù e alle grazie elargitegli dalla Madonna.

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Un veggente immeritatamente dimenticato

Chi conosce la storia delle apparizioni di Fatima sa che Suor Lucia ha visto, sentito e parlato con la Madonna; Giacinta vide e udì; Francisco vedeva ma non sentiva né parlava.

Così, Nostra Signora stabilì una gerarchia tra i veggenti, portando molti a mettere da parte Francisco come il meno favorito. Questo atteggiamento errato ignora il fatto che vedere la Madonna, in sé e per sé, è un privilegio altissimo, al quale Francisco corrispondeva mirabilmente.

Contemplazione sacrale delle opere di Dio

Beato Francesco: Contemplatore dell'Universo
Beato Francesco Marto.

Nel 1986 p. Fernando Leite, SJ ha scritto un bel libro sul beato Francesco, in cui commenta:

Questa piccola anima poetica [di Francisco], questa persona gentile, questo cuore sensibile, questo contemplativo embrionale amava tutte le cose. Li intese come opere di Dio, il quale dopo averli creati li guardò con sguardo compiaciuto e vide che «erano tutti molto buoni» (Gen 1,31).

Numerosi sono i maestri della dottrina cattolica che provano che la contemplazione delle cose create può elevare l’anima a Dio, poiché ciascuno di essi contiene un riflesso delle divine perfezioni.

Così, ad esempio, i veggenti si riferivano alle stelle come alle candele degli angeli, alla luna come alla candela della Madonna e al sole come alla candela di Nostro Signore. Nelle sue Memorie, Suor Lucia cita questo episodio:

[Francisco] stava andando lì con noi a pregare mentre aspettavamo che la Madonna e gli angeli accendessero le loro candele… “Nessuna candela è bella come quella di Nostro Signore”, diceva a Giacinta, a cui piacevano di più quelle della Madonna, che lei disse, “non era duro per gli occhi.”

Per questo motivo p. Fernando Leite lo descrive così:

Francisco ci appare come una di quelle anime interiori, sensibilissime, di stampo contemplativo, che non amano il trambusto e apprezzano più il pensare che il parlare.

Allo stesso modo, quando Francesco accompagnava Lucia a scuola, le diceva spesso di lasciarlo a pregare e consolare il “Gesù nascosto” in una Chiesa di passaggio. Avrebbe lasciato la presenza divina solo quando Lucia sarebbe venuta a prenderlo dopo la scuola.

Grazie mistiche dell’ordine supremo

Fr. Joaquin María Alonso della Congregazione del Cuore di Maria, che ha lavorato dal 1966 fino alla sua morte nel dicembre 1981 preparando i documenti su Fatima, concorda con la descrizione del giovane di padre Leite.

Padre Alonso gli dedica un capitolo speciale, nella sua poco conosciuta opera postuma, Doctrina y espiritualidad del mensaje de Fatima.

In essa egli ritiene che Francisco possedesse una percezione mistica di altissimo livello e che per questo motivo:
anche la visione dell’Inferno non gli fece tanta impressione, certamente perché contemplava il mistero dell’iniquità nella luce superiore della contemplazione mistica .

Fr. Alonso spiega anche che questo lato mistico di Francisco era saziato solo da quello che i bambini chiamavano il “riflesso”, un fenomeno per cui i veggenti si vedevano come immersi in Dio. Suor Lucia spiega ancora: “Ciò che più lo impressionava o lo assorbiva [Francesco] era Dio, la Santissima Trinità, in quella luce immensa che penetrava fin nei recessi più intimi delle nostre anime”.

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Pertanto, padre Alonso conclude che Francisco possedeva una “percezione mistica” di prim’ordine e osa persino affermare che le sue visioni erano “misticamente più perfette” di quelle degli altri veggenti.

Vero o no, la conclusione di padre Alonso indica che Francisco non era un partecipante poco brillante agli eventi di Fatima, ma un protagonista con la sua prospettiva speciale.

La priorità di Francesco: consolare Nostro Signore

Il sacerdote osserva anche che la spiritualità unica di Francesco lo rendeva più preoccupato di consolare Nostro Signore che di convertire i peccatori. Quindi, è stato un grande promotore della riparazione. Questa conversazione che Suor Lucia narra nelle sue memorie, illustra i desideri di Francesco:
Un giorno gli chiesi: “Francisco, cosa ti piace di più: consolare Nostro Signore o convertire i peccatori per impedire alle anime di andare all’Inferno?”

“Mi piaceva di più consolare Nostro Signore. Non hai notato il mese scorso come la Madonna era così triste quando ha detto che la gente non deve più offendere Dio Nostro Signore, che è già molto offeso? Volevo consolare Nostro Signore e, dopo, convertire i peccatori perché non lo offendessero più».

La priorità di consolare Dio era così chiara nella sua mente che spesso la rendeva esplicita. Suor Lucia racconta che un giorno, mentre stava visitando Francisco, già nella sua ultima malattia, si lamentava di un forte mal di testa. Quando Giacinta gli ha ricordato di offrirlo per la conversione dei peccatori, ha risposto: “Sì, ma prima lo offro per consolare Nostro Signore e Nostra Signora; e solo allora lo offro per i peccatori e per il Santo Padre”.

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Questa intenzione era molto chiara nella sua mente fino al momento della sua morte. Arrivava persino a esprimere il timore che, arrivato in Paradiso, fosse così ansioso di consolare Nostro Signore, da dimenticare di pregare per la conversione dei peccatori.

Quindi, padre Alonso conclude:

Il contributo di Francisco al Messaggio di Fatima non è principalmente nell’ordine dell’apologetica. …La sua importanza viene dall’ineffabile desiderio della consolazione di Dio, dal carattere assolutamente originale della sua spiritualità ‘teocentrica’, cioè tesa prima e soprattutto a restituire a Dio la gloria perduta con il peccato e solo dopo alla salvezza delle anime.

La Chiesa insegna che i santi sono speciali intercessori per ottenere grazie legate alla loro scuola spirituale. Pertanto, i fedeli dovrebbero chiedere al Beato Francesco di Fatima di acquisire una partecipazione al suo desiderio di consolare Nostro Signore e Nostra Signora, accettando valorosamente tutte le sofferenze derivate dall’opposizione al mondo di oggi, che si ribella con orgoglio a tutti i Comandamenti di Dio.

Beato Francesco: Contemplatore dell'Universo
I tre veggenti di Fatima: Giacinta, Francesco e la loro cugina Lucia.

Tommaso Agostinho Correa 27 giugno 2008

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