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5TFP: Tradizione

TFP: Tradizione
TFP: Tradizione

Quando si parla di tradizione, molte persone pensano all’Inghilterra, alla Regina della Camera dei Lord, alle Rolls Royce, ai cappelli a cilindro e alla distinzione e al portamento britannici…

Tutte queste impressioni, considerate nel loro insieme, provocano reazioni divergenti nella mente delle persone.

Molti vedono la tradizione sotto sfumature diverse col passare del tempo, a seconda delle diverse impressioni che gli stili di vita attuali provocano successivamente su di loro. A volte, il trambusto delle grandi città moderne li affascina. Si sentono entusiasti delle colossali organizzazioni di oggi, della gigantesca pianificazione e della tecnologia che stanno trasformando la fantascienza in realtà. In quei momenti, la tradizione appare come una triste arretratezza a molti dei nostri contemporanei.

In mezzo al turbine che sta rovesciando tutte le gerarchie e spazzando via tutti i vestiti, la tradizione sembra un giogo soffocante. Ma quando la volgarità trionfante di un mondo sempre più egualitario, il ritmo chiassoso, frenetico e frenetico della vita quotidiana e l’instabilità che minaccia tutte le istituzioni, tutti i diritti e tutte le situazioni provocano nevrosi, angosce e stress in milioni di nostri contemporanei, allora la tradizione appare loro come un elevato riposo dell’anima, il buon senso, la buona educazione, il buon ordine e, in una parola, l’arte di vivere saggiamente.

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La domanda allora è cosa fare della tradizione? Cosa pensare di quei momenti di eccessiva nostalgia e di lunghe giornate di smodato disgusto così simili agli attacchi di fame e di inappetenza di alcuni pazienti?

Ci sono molti che non sanno come risolvere il fugace e sottile dilemma spirituale che a volte lacera loro l’anima di fronte a questa domanda. E per questo fuggono dall’argomento. Indubbiamente, questo volo produce un muro di silenzio su questo argomento. In generale, però, questo silenzio non significa indifferenza. Al contrario, è il risultato sia della perplessità che dell’ipersensibilità. L’argomento è troppo doloroso. Non è meglio, allora, schivarlo e bere qualcosa?

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Gli stendardi cremisi con il leone rampante d’oro che le TFP innalzano in tante città del mondo, invitano a non scoraggiarsi e debolmente sottrarsi alla questione, ma a risolverla e acquisire così una pace interiore che solo la verità dona interamente e che tutte le bevande del mondo non possono fornire.

TFP: Tradizione
La tradizione è la somma del passato più un presente che gli è affine. Oggi non dovrebbe essere la negazione di ieri, ma piuttosto la sua armoniosa continuazione.

Perché il nostro stendardo provoca reazioni ben più vivaci dello stemma di qualsiasi partito o associazione? Perché suscita simpatie e antipatie di ogni genere, da persone che lo baciano pieni di ammirazione, guardandolo come se cantassero un inno di lode, a odiosi tentativi di strapparlo e scaraventarlo a terra? In larga misura, credo che sia proprio perché solleva questo problema.

Cosa significa allora questo standard? Che il passato avrebbe dovuto fermarsi? Che tutto del presente debba essere accettato?

Lo standard TFP non fugge dal problema. Lo nega. Nega che la tradizione sia solo il passato e quindi non si adatti al presente. La vera tradizione, in linea di principio, non è né per il passato in quanto tale né per il presente in quanto tale. Presuppone due principi: a) che ogni ordine di cose autentico e vivente abbia in sé un continuo impulso al miglioramento e alla perfezione; (b) che, quindi, il vero progresso non è rompere ma andare in alto.

Insomma, la tradizione è la somma del passato più un presente che gli è affine. Oggi non dovrebbe essere la negazione di ieri, ma piuttosto la sua armoniosa continuazione.

In termini più concreti, la nostra tradizione cristiana è un valore incomparabile che deve governare il presente. Agisce, ad esempio, affinché l’eguaglianza non sia intesa come spazzamento via delle élite e come apoteosi della volgarità; affinché la libertà non serva da pretesto per il caos e la depravazione; perché il dinamismo non diventi frenesia; in modo che la tecnologia non schiavizzi l’uomo. In una parola, mira a impedire che il progresso diventi disumano, insopportabile e odioso.

Tradizione, dunque, non significa soffocare il progresso, ma proteggerlo dall’assurda perversione fino a diventare una barbarie organizzata. Quella barbarie contro la quale si leva un’altra barbarie, scarmigliata e furiosa: quella del marcusianesimo.

L’articolo precedente è stato originariamente pubblicato nella Folha de S.Paulo . È stato tradotto e adattato per la pubblicazione senza la revisione dell’autore. –Ed.

Plinio Corrêa de Oliveira 19 dicembre 2007

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