Infine, Il Mio Cuore Immacolato Trionferà!

5I mezzi per preservarsi ed evitare il Purgatorio.

Ma per noi, per i nostri interessi, cosa c’è da fare per evitare il Purgatorio? Perché non credo che siamo abbastanza santi da volere, con Santa Caterina da Genova o Santa Caterina da Siena, rimanervi fino alla fine dei tempi, con l’intenzione di glorificare la giustizia di Dio; sono sentimenti e aspirazioni il cui eroismo supera troppo il livello comune della nostra grazia.

La cosa più saggia per noi è desiderare umilmente e cercare con cura modi per abbreviare il tempo della nostra futura espiazione. Questi mezzi sono di due tipi; ci sono mezzi generali e mezzi particolari; entrambi ci sono noti attraverso le numerose rivelazioni che ho citato in precedenza, così che questo capitolo sarà come il riassunto pratico di tutti gli altri.

I mezzi generali possono essere ridotti a uno; sei seriamente intenzionato a evitare il Purgatorio?

Fuggi dall’unica cosa che vi conduce, il peccato; fuggi ogni sorta di peccati, ma soprattutto il peccato veniale, che insidia fatale a tante povere anime; non disprezzare le piccole cose, questi debiti quotidiani che si accumulano senza preoccuparci, proprio per la loro piccolezza, e che riescono così a formare alla fine della nostra vita, un totale che fa paura all’immaginazione; non dimenticare che ti verrà chiesto conto di tutto, anche di una parola inutile! De omni verbo otioso red dent rationem.

Costruisci seriamente l’edificio della tua vita soprannaturale; utilizzare solo marmi e pietre di solide virtù; rifiuta con cura ciò che brilla solo agli occhi degli uomini. Queste virtù della spazzatura, questo legno, questa paglia che, secondo la testimonianza dell’Apostolo, sono buone solo per essere consumate dal fuoco; soprattutto veglia, perché il nemico ti attacca vicino e prega, perché sei debole.

E siccome, nonostante i tuoi sforzi, farai ancora molte colpe, e queste colpe dovranno necessariamente essere espiate in questo mondo o nell’altro, se vuoi evitare le fiamme del Purgatorio (vedi anche Fatima e il Purgatorio), fai penitenza in questo mondo. Questo è molto facile per te, devi solo aggiungere alla penitenza sacramentale, l’accettazione rassegnata delle pene di ogni giorno; con questo e le indulgenze che la santa Chiesa, questa buona Madre, ti concede, puoi star certo di fare il tuo Purgatorio in anticipo, affinché se un giorno scendi in queste oscure segrete, sarà perché lo avrai bene volendo, tali sono i consigli generali datici dai libri sacri; non insisto su questo; tutti ne comprendono il significato.

Ma voglio concentrarmi maggiormente sui mezzi particolari che abbiamo per esercitare la giustizia divina e quindi abbreviare il nostro Purgatorio. Benché tutte le virtù cristiane siano eccellenti in se stesse, ve ne sono tuttavia alcune che hanno per il cuore di Dio, se così è lecito dire, una particolare attrattiva, e che ovviamente lo inclinano a mostrare misericordia verso coloro che le praticano.

Quali sono queste virtù privilegiate la cui pratica dovrebbe risparmiarci il favore del nostro giudice e addolcire il nostro Purgatorio? In prima fila abbiamo sempre messo la devozione alla Beata Vergine. È un fatto di esperienza, che potrebbe essere basato su una moltitudine di storie; certo è che la divina Madre, che si compiace di prendere il titolo di regina del Purgatorio, è onnipotente per aiutare i suoi devoti servitori nelle fiamme espiatrici e per abbreviare il tempo del loro esilio.

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Come è possibile, dirà un teologo, dal momento che il Salvatore stesso non può cambiare nulla nei decreti della sua giustizia? La Beata Vergine è dunque diventata più potente del suo divin Figlio? Affatto; ma che mezzi ha lei per aiutarci senza intaccare in alcun modo i diritti inalienabili della giustizia divina! Nessuno negherà che ella possa risparmiarci la grazia di una santa morte, assistendoci in modo particolarissimo in quest’ora suprema; ed ecco che storie toccanti potrei provare!

Mi hai chiesto tante volte di venire alla tua ultima ora, disse un giorno a uno dei suoi servi, apparendogli sul suo letto di agonia; ogni volta che recitavi il saluto angelico, mi chiedevi di proteggerti nell’ora della morte; mi hai chiesto con fervore migliaia di volte durante la tua vita; ehi! Figlio mio, eccomi, non temere nulla.

Se i suoi figli morenti sono in stato di peccato mortale, e non possono più confessarsi, ottiene loro la grazia della contrizione perfetta; Ho citato diversi esempi di questo tipo; ne faremmo volumi, proprio di quelli che si conoscono, e quanti fatti sconosciuti di questo genere devono avvenire nell’ombra della morte! Quali misteri di misericordia, che non saranno pubblicati a gloria di Maria fino al giorno del giudizio finale; Certo, non è presuntuoso affermare che ci sono migliaia di anime che sarebbero attualmente negli abissi dell’Inferno, senza l’intervento di colui che la Chiesa acclama con il titolo di Rifugio dei peccatori.

Abbiamo visto nel capitolo 1 che la Beata Vergine assiste talvolta al giudizio dei suoi devoti servi, per difenderli dalle accuse dei maledetti e per addolcire la severità della sentenza.

Una volta in Purgatorio, i figli di Maria non vengono abbandonati dalla loro divina Madre; ogni sabato, ci hanno insegnato le rivelazioni dei santi, scende in queste oscure segrete per visitare i suoi amici e liberarne alcuni, specialmente coloro che, avendo portato fedelmente il santo scapolare e adempiuto alle condizioni della confraternita, hanno diritto, secondo La promessa formale di Maria, da consegnare il primo sabato dopo la loro morte.

I confratelli del Rosario non hanno tale promessa, ma abbiamo visto che sono potentemente aiutati dopo la loro morte dai meriti di questa preghiera; è lo stesso di chi porta con amore la medaglia miracolosa; hanno diritto, in Purgatorio, alla speciale protezione di Maria, e numerosi fatti ci attestano che questa protezione non manca loro.

Infine ci sono tutte le feste della Beata Vergine, che sono, come ho detto altrove, le feste del Purgatorio e, soprattutto, la festa dell’Assunta; tuttavia, sono le centinaia di migliaia che contiamo le anime consegnate ogni anno. Dopo di che non ci resta che gridare con san Bernardo; Oh ! Com’è bello essere devoti di Maria!

La devozione alla Santa Eucaristia è molto efficace anche per alleviare, in Purgatorio, coloro che l’hanno praticata durante la loro vita; questo è comprensibile; di tutte le opere che si possono offrire per il sollievo del defunto, la prima è senza dubbio l’oblazione del divino Sacrificio; per una conseguenza molto naturale, coloro che hanno una particolare devozione ad onorare il divin Sacramento dell’altare hanno diritto a una partecipazione eletta ai frutti redentori del Sacrificio. Ecco cosa leggiamo su questo argomento nelle rivelazioni di santa Gertrude.

(Louis de Blois, Miroir spiri tuel, cap. XII.) Una delle sue monache, che aveva condotto la vita di un angelo nel chiostro, gli apparve un giorno per raccomandarsi alle sue preghiere; a causa di parecchie imperfezioni, era ancora priva della chiara visione di Dio; ma come premio del suo tenero amore per la divina Eucaristia, contemplava, nei rapimenti d’amore, la santa umanità del Salvatore; Oh ! Mamma mia, diceva al santo, quanto sono felice per il culto che ho reso a Gesù-Eucaristia, nei giorni fugaci della mia esistenza terrena! Oh ! Il buon padrone che serviamo! Grazie a questa particolare devozione al divin Sacramento, raccolgo frutti più abbondanti dall’ostia adorabile, quando viene offerta per me! Perciò non tarderò ad essere introdotto per sempre al soggiorno celeste,

Ricordiamo anche la commovente storia di questo vecchio contadino, che, racconta il venerabile Curato d’Ars, trascorreva ogni giorno lunghe ore ai piedi dell’altare; era all’epoca in cui la chiesetta d’Ars, ancora sconosciuta come il suo parroco, non vedeva quasi nessuno fuori dagli uffici; ahimè! Questa è la storia di quanti santuari! Almeno il santo sacerdote era lì ogni giorno, in questo posto d’onore che è nostro; non passò molto tempo che si accorse della presenza di questo buon contadino.

-Amico mio, gli disse un giorno, cosa fai in chiesa così per lunghe ore?

– Monsieur le Curé, gente del mondo, quando hanno un processo, non mancano di andare dai loro giudici per spiegare loro il loro caso; ormai sono vecchio: presto comparirò davanti al mio giudice, è un grosso caso che vengo a raccomandargli ogni giorno, perché voglio assolutamente vincere la mia causa.

-E cosa gli dici durante queste lunghe ore?

– Monsieur le Curé, non gli ho detto niente, l’ho guardato e lui ha guardato me: ci capiamo bene, dai, basta!

O mirabile semplicità! Il regno dei cieli ti è promesso. Da tutto quello che ho detto in precedenza, parlando del nostro obbligo di aiutare i defunti, possiamo concludere che uno dei modi migliori per abbreviare il proprio Purgatorio è quello di applicare con zelo per alleviare le anime del Purgatorio; se Dio, come abbiamo visto, punisce ordinariamente con l’oblio e la privazione dei voti, coloro che si sono mostrati egoisti e dimentichi del defunto; non c’è dubbio che mostri specialissime misericordie verso coloro che si sono mostrati devoti alle anime del Purgatorio; dai, e ti sara dato. Date et dabitur vobis è la regola del Vangelo.

Un’altra virtù che sembra molto adatta a toccare il cuore di Dio è la carità verso i fratelli. Vuoi risparmiarti un giudizio favorevole? Niente di più facile! Non giudicare e non sarai giudicato, non condannare e non sarai condannato: Nolite judicare, e non judicabimini, nolite condannare e non condannare bimini.

Avrai certamente bisogno del perdono di Dio, che hai molto offeso, perdona e sarai a tua volta perdonato. Più di una volta, forse, il peccato mortale ti ha reso nemico di Dio, per questo ti dico: ama i tuoi nemici, fa’ del bene a quelli che ti odiano, e il tuo Padre celeste farà altrettanto con te; benefacite his qui oderunt vos, e persecuti fue runt vos.

Anche qui gli esempi abbondano per confermare la dottrina del maestro: qui ce ne sono solo due.

Una povera vedova aveva un figlio unico, al quale, naturalmente, aveva trasferito tutto il suo affetto; era in Italia, in un’epoca in cui le strade erano spesso insanguinate dalle liti dei singoli. Una sera, era sola in casa, quando un giovane senza fiato venne da lei: –

O Madame, per favore nascondimi; Ho avuto la sfortuna di uccidere un uomo; vengo inseguito. Salvami!

La buona signora lo riceve, lo nasconde nella stanza del figlio e un attimo dopo si presentano gli sgherri: –

Signora mia, non avete visto un assassino fuggito da questa parte; non possiamo sapere dove sia andato.

La signora li mostra in giro per l’appartamento; non c’è traccia di quello che stanno cercando. Tuttavia, prima di ritirarsi, uno degli agenti gli disse:

-Madame non vorrebbe certo sviare la giustizia e facilitare un disgraziato che ha appena ucciso suo figlio, i mezzi per fuggire.

A queste terribili parole, la povera madre si sentì svenire dall’orrore.

Hey! Che cosa, è l’assassino di suo figlio che si nasconde lì a casa sua, e che sta per rubare alla ricerca della giustizia; ma presto l’eroismo del cristiano prende il sopravvento sulla debolezza della madre, lascia andare gli agenti, e quando sono già lontani, troverà l’assassino di suo figlio:

-Infelice cosa ti ho fatto così che mi hai privato della mia unica consolazione? Ma ti perdono per l’amore di N.-S. Gesù Cristo; ecco una borsa, troverai un cavallo nella stalla; fuggi, non riapparire mai in una casa che hai riempita di lutto.

O potenza di perdono degli insulti! La notte seguente, vede apparire suo figlio tutto raggiante di gloria:

– O madre mia, sii benedetta con la tua generosità! Sono stato condannato a un lungo Purgatorio, ma poiché hai generosamente perdonato il mio assassino, il Signore mi ha dato tutta la mia espiazione. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia; beati misericordes, quoniam ipsimisericordiam conseguentiur!
(Vedi P. Seigneri, Istruzione del cristiano. – Parte I, 11° disco.)

Il secondo esempio è tratto dalla vita della Beata Margherita-Marie. Mentre era a capo del collegio del convento di Paray, uno degli studenti ha perso suo padre. Poiché la Beata era molto rinomata per la santità tra i bambini, questa giovane si affrettò a raccomandare alle sue preghiere il suo caro defunto.

Qualche giorno dopo, la sorella, chiamandolo in disparte, gli disse:

-Mio caro figlio, grazie a Dio; tuo padre è in paradiso; ma, quando vedi tua madre, chiedile allora qual è l’atto straordinario di carità che fece tuo padre nella sua ultima malattia; fu questo atto che gli permise di sfuggire, quasi del tutto, alle espiazioni del Purgatorio.

Ora, ecco cosa era successo. Il defunto, che proveniva da una buona famiglia, aveva avuto qualche guaio con un macellaio, suo vicino; quando stava per ricevere il santo Viatico, lo chiamò a letto e con commovente umiltà gli chiese perdono per i torti che gli aveva fatto. Questa umile riconciliazione, notevolissima in un uomo del suo rango, nei confronti di un semplice artigiano, era bastata al giudizio di Dio per coprire tutte le altre sue colpe e per esentarlo dalle fiamme del Purgatorio. (Vita della Beata Margherita-Marie.)

Ecco cosa scrisse la Beata Marguerite Marie alla madre di Greffyé, sua superiora:

Una persona era in Purgatorio solo per tanti giorni quanti erano gli anni vissuti sulla terra. Nostro Signore mi fece sapere che tra tutte le opere buone che questa persona aveva fatto, aveva avuto una considerazione molto speciale per dargli un giudizio favorevole, a causa di alcune occasioni di umiliazione che aveva avuto nel mondo, e che aveva sofferto per spirito cristiano, non solo senza lamentarsi, ma senza parlarne.

Il Gretz qui, riecheggia la scrittura délivre de la mort est aussi bien propre à nous MÉNAGER miséricordieux a giudizio; beato, dice il Signore, chi ha intendimento dei poveri e degli orfani, beato chi ha intendimento del soprannaturale e dei poveri.

In un brutto giorno Dio lo libererà, in die mala liberabit eum Dominus. Che cos’è questo brutto giorno se non il giorno dell’ira in cui tutti saremo chiamati a rendere i nostri conti alla giustizia divina? Ricordiamo ciò che ho detto altrove nel capitolo dell’elemosina, vedremo che non è meno efficace nel preservare il Purgatorio che nel sollevare coloro che già vi sono. Per consolazione di coloro che vivono in comunità, e che avrebbero potuto spaventare ciò che ho detto altrove sul Purgatorio dei religiosi e delle religiose, devono sapere che hanno un mezzo molto semplice per esentarsi dal Purgatorio. , è la perfetta osservanza delle loro regole; e questa penitenza non è piccola, secondo il beato Berchmans: mea maxima pænitentia vita communis.

Abbiamo visto che la venerabile Agnès de Langeac ricevette i ringraziamenti da una delle sue suore defunte, per aver notevolmente accorciato il suo Purgatorio, avendo cura di farle osservare perfettamente tutte le sue regole; Potrei citare molti fatti dello stesso genere, mi accontenterò del seguente.

(Vita della beata Emilia nel Diario domenicano, 3 maggio). La beata Emilia, priora delle domenicane di Vercelli, guidava le sue consorelle su questo duro cammino di sacrificio. Una delle suore della comunità, di nome suor Marie-Isabelle, era negligente nell’ufficio; adempiva questo dovere quotidiano con il più grande disgusto, così, appena finito l’ultimo versetto dei Salmi, lasciò il coro il primo; un giorno che se ne andava di fretta, passando davanti alla bancarella della priora, quest’ultima la fermò: dove vai così presto, mia buona sorella, e chi ti spinge ad uscire? La povera sorella, colta di sorpresa, confessò umilmente di essersi annoiata in ufficio e che avrebbe voluto che fosse più breve.

Va tutto bene, continuò la priora, ma se ti costa tanto cantare, comodamente seduto, le lodi di Dio, in mezzo ai tuoi fratelli, come farai, dimmi, in Purgatorio quando sarai? in mezzo alle fiamme? Per evitare questa terribile prova, ti ordino in futuro di non lasciare il tuo posto, ma l’ultimo.

La povera sorella si sottomise con semplicità; è stata ben ricompensata. Qualche tempo dopo morì, e Dio le contò, come tante ore del Purgatorio, le ore che aveva così speso nella pratica dell’obbedienza.

C’è infine una virtù dell’ultima ora, che è facilissima da praticare, e che tocca singolarmente il cuore di Dio e lo inclina al giudizio misericordioso. È l’accettazione umile e sottomessa della morte come espiazione dei nostri peccati. Ho letto, nella vita di Madre Françoise du Santissimo Sacramento, che un’anima è stata condannata a un lungo Purgatorio… Per non aver avuto questa sottomissione.

Era una giovane, piena di virtù, del resto, ma quando la gelida mano della morte volle cogliere la sua giovinezza nel suo fiore, resistette con tutte le sue forze, dicendo, come il giovane prigioniero di Chénier: non morire ancora! Dovette espiare più tardi, con lunghe sofferenze, questa rivolta della natura. Al contrario, ecco un esempio dove questa volontaria accettazione meritava a chi l’avesse la totale esenzione dal Purgatorio.

Padre Caraffa, generale della Compagnia di Gesù, dovette assistere alla morte di un giovane signore, ingiustamente condannato al supplizio finale. Morire nel fiore degli anni, quando sei ricco, felice, la vita trabocca e il futuro ci sorride, è dura, dobbiamo ammetterlo; un criminale poteva ancora rassegnarsi, per l’orrore del suo delitto, ma innocente! Tuttavia il Padre seppe tanto bene esortarlo, gli parlò con tanta unzione della necessità di accettare la morte, in espiazione delle sue colpe passate, che questo povero infelice salì sul patibolo, non solo con rassegnazione, ma con una gioia molto cristiana, certi che questa morte ingiusta gli otterrebbe il perdono di Dio.

Le persone, che hanno assistito alla sua tortura, erano estremamente edificate nel sentirlo esprimere questi bei sentimenti, anche sotto la mannaia del carnefice. Ora, cadendo la testa, Padre Caraffa vide la sua anima ascendere trionfante al Cielo; andò subito a trovare la madre del forzato, e le raccontò ciò che aveva visto, per consolarla, e fu così rapito dalla gioia per ciò che aveva visto, che continuava a gridare, nella sua cella:

– Oh ! Il benedetto! Oh ! Il benedetto!

La famiglia voleva far celebrare un gran numero di Messe in suffragio della sua anima:

– È inutile, rispose il Padre, rallegriamoci piuttosto, perché vi dichiaro che quest’anima non è passata neppure per il Purgatorio.

Un altro giorno, mentre era impegnato in qualche lavoro, si fermò improvvisamente, cambiando volto e alzando gli occhi al cielo, come se vi vedesse uno spettacolo meraviglioso, poi lo si udì esclamare:

– O felice sorte! Oh felice sorte!

E mentre il suo compagno gli chiedeva la spiegazione di queste parole.

– Hey! Padre mio, è l’anima del torturato che mi è apparsa nella gloria. Oh ! Quanto sono state proficue le sue dimissioni!
(Vita di padre Vincenzo Caraffa, libro II, cap. VII.)

Ecco cosa leggiamo ancora su questo argomento, nella vita di Madre Isabelle de Saint-Dominique, liv. III, cap. vile.

Si tratta di suor Marie de Saint-Joseph, una delle prime quattro carmelitane che hanno abbracciato la riforma di Santa Teresa. Nostro Signore, volendo che la sua santa Sposa fosse accolta trionfante in cielo, subito dopo il suo ultimo respiro, finì di purificare e abbellire la sua anima, attraverso le sofferenze che segnarono la fine della sua vita.

Gli ultimi quattro giorni che trascorse su questa terra, perse la parola e l’uso dei sensi; era in preda a un’agonia dolorosa; le suore avevano il cuore spezzato nel vederla in questo stato. Madre Isabella di San Domenico, avvicinandosi alla paziente, le suggerì di compiere molti atti di rassegnazione e di abbandono nelle mani di Dio.

Suor Marie de Saint-Joseph ascoltava e compiva interiormente questi atti, ma senza poter dare alcun segno esterno. Morì in queste sante disposizioni e, il giorno stesso della sua morte, mentre Madre Isabella ascoltava la messa, pregando per il resto della sua anima, Nostro Signore le mostrò la sua fedele sposa coronata di gloria, e le disse:

– È una di coloro che seguono l’agnello;

Maria di San Giuseppe, da parte sua, ringraziò Madre Isabelle per tutto il bene che gli aveva fatto nell’ora della morte; aggiunse che gli atti di rassegnazione che le aveva suggerito le avevano procurato grande gloria in Paradiso, e l’avevano esentata dalle pene del Purgatorio.

È facile comprendere che l’accettazione religiosa e rassegnata della morte ha virtù di abbreviare il Purgatorio, se siamo disposti a riflettere su quanto dice san Paolo, che la morte è la pena dovuta al peccato, stipendium peccati mors, accettare umilmente questa pena è elevarla a livello di espiazione, è addirittura farne un sacramento, secondo il bel pensiero di padre Lacordaire.

Per questo la Chiesa, concedendo ai suoi figli l’indulgenza plenaria in articulo mortis, vi pone, come condizione essenziale, l’accettazione religiosa della morte. Un’anima santa vissuta all’inizio di questo secolo, Madre Marie-Anne du Bourg, diceva che c’è, in questa disposizione, una virtù così appagante, che il momento in cui il corpo è sepolto, è spesso, per le anime purissime , quello dove lasciano il Purgatorio ed entrano in Paradiso; è quello che è successo a padre de la Colombière, direttore della Beata Margherita-Marie. (Vita del Bienh, lettera alla madre di Greffyé.)

Meditiamo su questi esempi e traiamo profitto; tutte queste pratiche sono facili, queste virtù non richiedono sforzi eroici. Evitiamo ogni sorta di peccato, ma specialmente il peccato veniale; preghiamo per chiedere l’aiuto di Dio, senza il quale non possiamo fare nulla; e alla preghiera aggiungiamo la vigilanza, la vigilanza in ogni tempo; in una parola, adempiamo al meglio delle nostre capacità ai doveri generali della vita cristiana e ai doveri particolari del nostro stato.

A ciò aggiungiamo la devozione alla Beata Vergine; ogni volta che recitiamo l’Ave Maria, pensiamo a quest’ultima invocazione: Santa Maria, prega per noi, ora e nell’ora della nostra morte. Amiamo la santa Eucaristia! Sacerdoti, celebriamo con tutto il fervore possibile; semplici fedeli, riceviamo spesso e devotamente le comunioni, tutti, sacerdoti o fedeli, amano visitare, nella solitudine del tabernacolo, colui che un giorno sarà il nostro giudice.

Nei nostri rapporti con i nostri fratelli, siamo buoni, caritatevoli, prudenti per risparmiare la loro reputazione; amiamo i poveri, i prediletti di Nostro Signore; Diamo loro l’elemosina dalla nostra borsa, se possiamo, e se non possiamo, se siamo poveri noi stessi, diamo loro l’elemosina ancora più preziosa della nostra devozione.

Pregate molto per le anime sofferenti; non abbiamo una devozione egoista e senza cuore; pensiamo agli altri, durante la nostra vita, se vogliamo essere pensati a noi dopo la nostra morte. Se abbiamo la felicità di essere sotto il giogo dell’obbedienza religiosa, portiamo questo giogo con amore, sarà più leggero.

Non facciamo con negligenza l’opera di Dio, e poi, quando verrà per noi l’ora suprema, addormentiamoci fiduciosi e con amore tra le braccia di Gesù e di Maria. Vivendo e morendo così, avremo preso il mezzo migliore per liberarci dai tormenti del Purgatorio, e per andare senza indugio in cielo a godere della felicità dei santi.

Fonte: Purgatorio secondo le rivelazioni dei Santi.

lecatho.fr/…s-moyens-de-se-preserver-et-deviter-le-purgatoire/

Consigli per evitare il Purgatorio

Dagli scritti di Don Giuseppe Tomaselli

Abbiamo pensato ai morti e a coloro che stanno per rendere l’anima a Dio. Poichè dovremo morire anche noi, pensiamo un po’ ai nostri interessi personali.

Come possiamo noi liberarci dal Purgatorio completamente ovvero ridurlo al minimo? E se avessimo peccato molto nel passato, come potremmo rimediare? Ecco lo scopo di quest’appendice.

L’amore di Dio

L’amore di Dio è un fuoco che distrugge il peccato ed anche la pena ad essa dovuta. Più forte è l’amore, più l’anima resta purificata.

Chi potesse emettere un solo atto di puro amore di Dio, nelle condizioni dovute, in un istante potrebbe annullare tutto il Purgatorio meritato in lunghi anni di vita.

Si esorta quindi a fare continui atti di amore di Dio, con più perfezione che sia possibile, specialmente quando ci si accosta al Sacramento della Confessione.

L’atto d’amore di Dio, perfetto, non abbisogna di molte parole; può farsi anche in un attimo con il pensiero. Il sentimento dominante però sia questo: o Dio, mi umilio riconoscendo le mie colpe! Le detesto con tutto il cuore, dalla più grande alla più piccola, perchè con esse ho offeso voi! Signore vi amo con tutto il cuore e lavate col vostro Sangue l’anima mia!

Chi sa quanto Purgatorio venga diminuito, ogni qualvolta una persona si mette in tale disposizione di animo!

Non si conosce abbastanza il valore dell’atto d’amor di Dio, per questo tanti non lo sfruttano a proprio vantaggio. Si consiglia di farlo almeno mattino e sera e quando si è davanti al Tabernacolo; davanti all’immagine di Gesù Crocifisso, sanguinante, è facile eccitarsi al vero dolore dei peccati ed anche al puro amore di Dio.

L’amore del prossimo

Il primo comandamento è l’amore di Dio; il secondo è simile al primo ed è l’amore del prossimo.

L’esercizio della carità, cioè compiere le opere di misericordia corporali e spirituali, è il segreto per evitare il Purgatorio. Ad ogni atto di carità, compiuto in grazia di Dio e con retta intenzione, corrisponde una grande sottrazione di pena temporanea, più che con atti di altre virtù, perchè la carità è la regina delle virtù. Non si dimentichi che il Giudizio Universale sarà fatto esclusivamente sull’esercizio della carità; basta leggere il Vangelo per convincersene.

Pensare al Purgatorio

Sono già troppi i peccati commessi. Chi teme il Purgatorio, faccia di tutto per vivere in grande delicatezza di coscienza. La vita cristiana edificante risparmia il Purgatorio ed è una predica continua, che avvicina le anime a Dio. In questo secolo di raffreddamento religioso, in cui si corre pazzamente dietro al piacere ed ai divertimenti, è difficile restare esenti dalla corruzione, se non si medita sui castighi riservati al peccato nell’altra vita. Pensando seriamente al Purgatorio, è assai difficile, anzi impossibile, cadere in peccato. Lo dice Dio stesso: Ricordati dei tuoi novissimi ( VEDI QUI ) e non peccherai in eterno!

Messe in vita

Si sogliono celebrare molte Messe per i morti e poche per i vivi. Da che ho raccomandato dal pulpito e con la stampa di far celebrare Messe per l’anima propria mentre si è in vita, molti si son decisi a farlo.

Ciascuno pensi all’anima sua mentre è su questa terra e non abbia troppa fiducia nei suffragi che i parenti faranno dopo la morte. Appena si muore, dei parenti e degli amici alcuni piangeranno, altri non faranno neppure questo, taluni diranno: Che anima buona! Certamente è in Paradiso! – I suffragi potranno ridursi a qualche preghiera ed a qualche Messa sporadica.

Conoscevo una signorina attempata, molto pia e ricca. Lasciò per testamento i suoi beni ai parenti e lasciò pure il denaro per duemila Messe di suffragio, da celebrarsi al più presto. Gli eredi non vollero farle celebrare e divisero il denaro. Quanto avrebbe fatto meglio la signorina ad applicarsi le Messe mentre era viva!

Per conoscere l’utilità delle Messe in vita si ricordino i frutti del Santo Sacrificio:

1° Merito di gloria per il Cielo.

2° Merito impetratorio per ottenere grazie.

3° Merito soddisfattorio per scontare i peccati, cioè abbreviare il Purgatorio.

Quando i vivi fanno celebrare una Messa per un defunto, a questi arriva soltanto il merito soddisfattorio ed arriva in quella misura che vuole Iddio, potendo, come si è detto innanzi, dare il Signore il merito soddisfattorio ad un’altra anima, o in parte o tutto. Il suffragio arriverà ai morti quando si celebreranno le Messe; cosicché le anime purganti dovranno aspettare con ansia.

Quando le Messe si fanno celebrare in vita, l’anima acquista tutti e tre i meriti ed invece di aspettare il suffragio dopo morte, giunta nell’altra vita i peccati li trova già scontati, in parte o totalmente.

Le Messe per i vivi non si possono chiamare Messe Gregoriane; quindi non sarebbe esatto dire al Sacerdote: Desidero celebrate le Messe Gregoriane. –

I legati

Un ottimo mezzo per liberarsi dal Purgatorio è il pio legato, cioè destinare i propri beni a qualche opera pia.

Chi ha eredi diretti che non nuotano nell’abbondanza, non farebbe bene a lasciare un legato religioso, privando i figli del necessario.

Chi non ha eredi diretti e può disporre del suo, se tra i parenti c’è qualcuno veramente bisognoso, il primo bene lo faccia al parente. Se ciò non fosse, si assegnino i beni ad opere pie.

Quando una persona vive nell’agiatezza, è un male aumentare la ricchezza, se non ha diritto all’eredità; il più viene facilmente sprecato.

Non s’illudano certe persone, troppo attaccate ai nipoti. Quando costoro ricevono l’eredità, tranne rare eccezioni, dicono: Poteva morire prima!… E perchè non mi ha lasciato di più?… – All’esterno, per convenienza, forse si mostreranno addolorati, ma nel cuore godranno. Certe eredità vanno a finire in festa, donde il detto: I morti alla vita eterna ed i vivi alla taverna!

Sogliono i nipoti ricompensare l’eredità con molti suffragi? Càpita raramente. Può avvenire invece che qualche nipote, deluso nella speranza di ricevere di più, maledica l’anima trapassata. Ho visto in una famiglia un grande quadro in pittura; aveva al centro un grosso strappo. Son venuto a sapere che un nipote aveva dato una coltellata sul quadro alla direzione del cuore, perchè arrabbiato per le disposizioni testamentarie dello zio.

Dice Gesù: Fatevi degli amici col mammona d’iniquità, cioè col denaro, affinchè quando sarete venuti meno, possiate essere ricevuti negli eterni tabernacoli! –

Chi può, lasci i beni, o tutti o in maggioranza, a qualche ospizio di beneficenza, o a qualche ospedale. Si pensi alle Missioni ed all’Opera dele Vocazioni Sacerdotali. Quanti giovani non possono divenire Sacerdoti per mancanza di mezzi!

Per i legati ci si consigli bene con persona prudente e competente, affinchè il testamento non possa essere impugnato da qualcuno e non si sprechi il denaro in cause disastrose.

Il bene che faranno i Sacerdoti, tirati su con borse di studio, gli atti di carità che riceveranno gli orfanelli ed i ricoverati negli ospedali, oltre ad arricchire di gloria eterna il testatore, abbrevieranno il suo Purgatorio o lo renderanno esente del tutto.

Il Privilegio Sabatino

A conclusione del lavoro, dedichiamo qualche pagina alla Regina del Purgatorio.

La Madonna ha ottenuto dal suo Divin Figliuolo Gesù un insigne favore a vantaggio dei suoi devoti, cioè l’esenzione completa o quasi completa del Purgatorio. Sappiamo questo dietro una rivelazione avuta da S. Simone Stok.

Pregava questo Santo, quand’ecco apparirgli la Vergine con Gesù Bambino in braccio, avente in mano l’abitino del Monte Carmelo. La Madonna prese a dire: Chiunque porterà degnamente questo abitino in mio onore, il primo sabato dopo la morte sarà da me liberato dal Purgatorio. –

I Sommi Pontefici hanno approvato e raccomandato vivamente questa devozione alla Madonna del Carmine.

Per godere del Privilegio Sabatino, così chiamato perchè si esce dal Purgatorio il primo sabato dopo la morte, ci sono delle condizioni da osservare:

1. – Deve portarsi l’abitino della Madonna del Carmine, ovvero una medaglietta che abbia da una parte l’immagine del Cuore di Gesù e dall’altra quella della Madonna, di qualsiasi titolo. Tanto l’abitino quanto la medaglietta devono portarsi al collo e tenersi sempre.

2. – E’ necessario che l’abitino o la medaglietta ricevano la benedizione dal Sacerdote che ne abbia la facoltà.

3. – E’ prescritta ogni giorno la recita del Piccolo Ufficio della Madonna, ovvero bisogna astenersi dal mangiare la carne nei mercoledì, nei venerdì e nei sabati. Il Sommo Pontefice ha dato facoltà ai Sacerdoti Confessori di cambiare questa condizione in qualunque altra opera buona. Ordinariamente i Confessori assegnano la preghiera di alcuni Pater, Ave e Gloria, da recitarsi ogni giorno.

4. – L’ultima condizione, che è la più importante, è la seguente: Praticare bene la virtù della purezza, in conformità al proprio stato. – Chi è dunque nella vita matrimoniale, osservi bene la purezza coniugale; chi non è nel matrimonio, pratichi con delicatezza la purezza verginale. Chi non è puro nei pensieri, negli sguardi, nelle parole e nelle azioni non si riprometta questo Privilegio. Tuttavia, se capitasse qualche caduta, si pensi subito a rialzarsi.

Onoriamo la Madonna

La Madonna è la Regina del Purgatorio.

Narra San Pier Damiani che ai suoi tempi c’era il pio uso nel popolo romano di visitare, nella notte della vigilia dell’Assunta, le principali Basiliche di Roma con ceri in mano.

Accadde che una nobile dama, mentre pregava nella Chiesa dell’Ara Coeli, sul Campidoglio, vide comparirsi dinnanzi una signora che le sembrava di riconoscere e che era morta da parecchi mesi. Presala per mano e trattala in disparte, le chiese:

– Non siete voi la mia madrina Marozia, che mi tenne al fonte battesimale? 
– Sì, sono proprio quella.

– E come vi trovate qui, se siete morta da tempo?

– Sino ad oggi sono rimasta in un fuoco cocentissimo in pena, delle molte vanità; ma in occasione di questa festa dell’Assunzione, Maria Santissima è scesa in Purgatorio a liberarmi assieme a moltissime altre anime, che superano il numero degli abitanti di Roma. In riconoscenza di tale liberazione, che Ella rinnova tutti gli anni in questa festa, noi ci rechiamo durante la notte nei suoi santuari; che se i vostri occhi vedono me sola, sappiate che siamo in grande moltitudine. –

L’interlocutrice ascoltava attonita e dubbiosa; allora la defunta soggiunse: In prova di quanto vi ho detto, vi annunzio che tra un anno e precisamente nel giorno dell’Assunta, anche voi morrete; e se ciò non avvenisse, riterrete per non vero quanto vi ho detto. –

San Pier Damiani ci fa pure sapere che quella dama, dopo un anno di santa vita, morì proprio nel giorno dell’Assunta.

La Madonna è la nostra buona Madre, in vita, sul letto di morte e nel Purgatorio; ma non si può attendere la sua amorosa protezione, se non la si onora.

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