Il Prof. Plinio Corrêa de Oliveira fu uomo di profonda pietà e di fede incrollabile, e intensamente devoto della Beata Vergine Maria, alla quale si consacrò secondo il metodo di San Luigi de Montfort. I suoi commenti su brani tratti dal famoso libro di san Luigi de Montfort Trattato della vera devozione alla Beata Vergine(paragrafo n. 260, riprodotto poco sotto), furono dati durante una conferenza ai membri della TFP nel 1972. Sono stati tradotti e adattati per pubblicazione senza la sua revisione.

Dobbiamo fare tutto con Maria, vale a dire, in tutte le nostre azioni dobbiamo guardare a Maria, pur essendo un semplice essere umano, come il modello perfetto di ogni virtù e perfezione, plasmato dallo Spirito Santo per essere imitato, per quanto come la nostra capacità limitata lo consente. In ogni azione poi dovremmo considerare come l’ha compiuta Maria o come l’avrebbe compiuta se fosse stata al nostro posto. Per questo dobbiamo esaminare e meditare le grandi virtù che esercitò durante la sua vita, in particolare:
1) La sua fede viva, per la quale ha creduto alla parola dell’angelo senza la minima esitazione, e ha creduto fedelmente e costantemente fino ai piedi della Croce sul Calvario.
2) La sua profonda umiltà, che le faceva preferire la clausura, mantenere il silenzio, sottomettersi ad ogni evenienza e porsi all’ultimo posto.
3) La sua purezza veramente divina, che mai ebbe e mai avrà eguali al di qua del cielo.
E così via per le sue altre virtù.
Ricordati quello che ti ho detto prima, che Maria è il grande, unico stampo di Dio, destinato a fare immagini viventi di Dio con poca spesa e in breve tempo. Chi trova questo stampo e si getta in esso si trasforma presto in Nostro Signore perché è la sua vera somiglianza.
Fare tutte le azioni con Maria significa essenzialmente prendere Maria come nostro modello

L’idea di compiere tutte le nostre azioni con Maria significa avere Maria come nostro modello. Perché dovremmo avere Maria come nostro modello e compiere le nostre azioni con Maria? Perché la parola “con” si applica in questo caso?
Vale per l’idea dello stampo che san Luigi descrive nel suo libro. Mostra la differenza tra uno scultore che fa una statua e qualcuno che fa una statua da uno stampo. Che lo stampo sia di metallo o di legno, il compito è molto più semplice. Basta mettere il gesso, lasciarlo asciugare e si ottiene una figura. Mentre il lavoro di uno scultore, con martello e scalpello, è molto più grande e rischioso in quanto un pezzo di pietra o marmo può semplicemente staccarsi. Uno stampo al contrario è rapido, economico e senza difetti in quanto la figura così stampata sarà una copia esatta dell’originale.
San Luigi dice che la Madonna è lo stampo di Nostro Signore Gesù Cristo e che è anche il nostro stampo. In altre parole, se noi, come gesso, ci plasmiamo interamente secondo lei, poiché lei è stampo di Cristo, saremo simili a Nostro Signore. Quindi averla come nostro modello significa averla come nostro stampo. Se lei è il nostro stampo, faremo tutto con lei. Questo è il senso di fare tutto “con lei”.
Avere Maria come nostro modello presuppone un tipo di anima che sia costantemente consapevole di tutto ciò che accade al suo interno
Come possiamo avere Maria come nostro modello? Fornisce alcuni elementi per questo. Innanzitutto, presuppone che l’anima conosca la Madonna, quindi abbia un’idea chiara dell’ideale da imitare.
In secondo luogo, l’anima deve averla in mente in tutto ciò che fa. Ciò presuppone che l’anima abbia l’abitudine alla vigilanza interiore e alla continua meditazione. Questo significa che per ogni azione ho bisogno di avere come modello la Madonna. Dovrei prestare molta attenzione a tutto ciò che faccio. È in accordo con la Madonna o no? Tanta vigilanza su noi stessi è necessaria. In ogni momento la mia anima ha bisogno di vedere cosa sta succedendo al suo interno e giudicarlo.
Fede, umiltà e purezza: virtù eminentemente controrivoluzionarie
Abbiamo visto che San Luigi ci indica di imitare le virtù della Madonna. E mentre li imitiamo, ne indica tre principali: la fede, l’umiltà e la purezza. Sono tre virtù eminentemente controrivoluzionarie.
La fede è il fondamento di ogni virtù. Senza di essa nessuna virtù può veramente essere chiamata virtù. È la radice di ogni virtù. Se una pianta non ha un apparato radicale sano, l’intera pianta ne risente perché il suo intero, o quasi intero, sistema nutritivo sarà difettoso.
In questa luce la Chiesa cattolica è il suolo. La nostra radice è la fede con cui le nostre anime emergono nel suolo benedetto della Chiesa cattolica.
La fede è la fiducia in Dio per la quale, nelle circostanze più avverse, si ha la certezza che la bontà di Dio non verrà meno
Il terreno della Chiesa cattolica è sempre fertile. Il problema è sapere se la nostra fede, se la radice della nostra virtù è viva. San Luigi di Montfort assume la parola fede con un duplice significato. La prima è la fede in tutto ciò che la Chiesa insegna e la seconda è una fiducia in Dio per la quale, nelle circostanze più avverse, si ha la certezza che la bontà di Dio non verrà meno.
San Luigi dà poi l’esempio supremo in cui la Madonna ha dimostrato la sua fede in entrambi i modi: la Madonna ai piedi della Croce. Sul Calvario fu messa alla prova soprattutto nella sua fede. Perché è veramente terribile che Lei, la Madre di Dio, sapendo che suo Figlio era la vittima innocente per eccellenza, abbia dovuto vedere suo Figlio trattato come se fosse perseguitato dalla giustizia di Dio e degli uomini.

La passione: un aspetto misterioso della vita di nostro Signore Gesù Cristo
C’è un mistero che circonda Nostro Signore. Dal momento della sua agonia nell’orto degli ulivi, si ha l’impressione che si sia scatenata contro di lui l’ira piena del Padre celeste e che da quel momento tutto sia sofferenza.
Assistiamo a una sequenza impressionante di tormenti e dolori che Egli sopporta con una grandezza, una serenità e una determinazione che va dal primo momento di sudare sangue e di paura fino al momento in cui esclama dall’alto della Croce: “Mio Dio, mio Dio, perché mi hai abbandonato? E poi c’è il consumatum est come a dire: «La coppa è piena e l’ho bevuta tutta».
La Madonna, sia attraverso le rivelazioni sia dal momento in cui Lo incontra, è presente in ogni momento e crede senza la minima esitazione. Crede in ciò in cui dovrebbe credere, ovvero che si tratta di una terribile ingiustizia. Suo Figlio si è offerto per espiare tutti i peccati del mondo e, come tale, l’ira che questi peccati meritano si scatena contro di Lui. Egli è sublimemente schiacciato dall’ira divina. E con questo redime il mondo. Questo è il significato più alto e profondo che Lui sta compiendo la sua missione e lei sta compiendo la sua.

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Lo crede in ogni momento e questa fede la sostiene ai piedi della Croce senza alcuna esitazione. D’altra parte, ha una fiducia illimitata nella bontà di Dio. E sa che questi tormenti ridondano nella gloria della Risurrezione, dell’Ascensione e della Pentecoste. Glorificherà il suo nome in ogni epoca della storia. La gloria culminante sarà alla fine del mondo quando l’intera umanità, per tutta l’eternità, sarà ai Suoi piedi quando Egli pronuncerà il giudizio finale: coloro che erano Suoi, vadano in Paradiso; e quelli che non lo erano, vanno all’Inferno.
In altre parole la Madonna poteva vedere questa gloria immensa che sarebbe stata la ricompensa che la Divina Bontà avrebbe dato per una così grande fedeltà. Era ai piedi della Croce sostenuta da questa sublime speranza e credendo fermamente in essa. Questa era Maria.
Anche se le tempeste si scatenano contro di noi portandoci a credere che la bontà non esiste, dovremmo confidare ciecamente che verrà il momento in cui questa si manifesterà
Dobbiamo credere a tutto ciò che insegna la Chiesa. Perciò dobbiamo credere in tutto ciò che è soprannaturale e nella bontà totale della Madonna. Dobbiamo anche continuare a credere ciecamente a questa bontà anche quando le tempeste ci portano a credere diversamente. Questa bontà si manifesterà concretamente nella nostra vita. Ad un certo punto renderà manifesta la sua grande bontà.
Questo è lo stato d’animo della Madonna nelle circostanze difficili della vita. E questo è l’atteggiamento che ci chiede di assumere mentre la guardiamo pensando: “È nostra Madre e nostra Regina. Se è passata lei, dobbiamo farlo anche noi. Lei ha dato l’esempio e noi dobbiamo seguirlo”.
Naturalmente c’è un’immensa differenza che è che la Madonna non può essere paragonata a nessun essere creato. Nessuna creatura può essere paragonata in alcun modo alla Madonna. Sia che consideriamo l’angelo più brillante, il santo più santo, nessuno può essere paragonato in alcun modo alla Madonna. Il granello di sabbia più bello e il gioiello più bello sono più simili tra loro di quanto il più alto cherubino o serafino o santo sia alla Madonna.
Lei lo sa e conosce la nostra debolezza. E per questo è Madre di Misericordia anche in un altro senso. Non ci chiede solo sacrifici strangolanti o afflizioni cocenti. Lei è anche la nostra consolatrice, la nostra consolatrice nelle nostre afflizioni.
Se dovessimo soffrire i dolori che ha sopportato la Madonna, ci disintegreremmo
In altre parole viene in aiuto di chi soffre. Diminuisce il loro dolore, allevia le loro afflizioni e interviene in mille modi per dimostrare di essere madre. Sorride e ci aiuta a capire che non dovremo fare quello che le è stato richiesto. Perché se dovessimo soffrire il dolore che ha dovuto sopportare lei in un solo momento della Passione di Nostro Signore, ci disintegreremmo.
Per esempio, se dovessimo amare Nostro Signore Gesù Cristo come lei lo amava e dovessimo incontrarlo lungo la Via Crucis tutta sfigurata, ci disintegreremmo. Lei lo sa e molto di ciò che ha sofferto in quel momento è stato perché non dovessimo soffrire così tanto. Per questo è chiamata Regina dei martiri oltre che Consolatrice degli afflitti.
Qui c’è quasi una contraddizione di termini perché una Regina dei martiri dovrebbe insegnare ai martiri a soffrire e una Consolatrice degli afflitti aiuta una persona a non soffrire o addirittura glielo toglie. Tuttavia è Consolatrice degli afflitti. A volte ci dà forza per sopportare un’afflizione mentre altre volte toglie la sofferenza.
Quindi ai piedi della Madonna dovremmo presentare quelle afflizioni che non possiamo sopportare e dirle: “Madre mia, vedi la mia debolezza. Se non mi dai una forza eccezionale, non potrò sopportarla, quindi vieni presto in mio aiuto. Oppure si potrebbe dire: “Madre mia, non ho il coraggio di chiederti la forza in più necessaria, ma ti chiedo di sorridere alla mia debolezza, di perdonare la mia debolezza, di avere pietà della mia debolezza. Potrei essere in grado di sopportarlo ad un certo punto. Se non posso, perdonami e portami lo stesso in Paradiso perché sei la Madre di ogni misericordia”.
Questo è l’atteggiamento che la nostra fede ci insegna ad assumere. Qui abbiamo la Madonna come modello di fede alla luce delle nostre afflizioni personali.

L’umiltà è capire che dobbiamo attribuire tutto ciò che abbiamo a Dio
Potremmo parlare dell’umiltà della Madonna. Certo non è l’umiltà sentimentale di chi nega le qualità date da Dio. Lo vediamo nel Magnificat quando dice “tutte le generazioni mi chiameranno beata”.
Dov’è l’umiltà della Madonna? È capire che dovrebbe attribuire a Dio tutto ciò che ha e non voler essere più di quello che è. Questa è umiltà. Si potrebbe obiettare: “Ma se lei era tutto, come poteva voler essere più di quello che era?” La capacità dell’uomo di infelicità è senza fondo. Questo non è stato un problema per lei poiché è stata concepita senza peccato originale. Ma tante volte chi ha di più invidia chi ha di meno perché, non contento di quello che ha, vuole anche quello che ha l’altro.
Diciamo allora che la persona è un grande violinista, ma vede un altro che fischia bene. Il fischio è qualcosa di inferiore, ma lui, tuttavia, può essere invidioso: “Quella persona fischia bene. Anch’io voglio sapere come fischiare! La Madonna non invidiava chi era da meno. Si sentiva bene dov’era. Questa è la vera umiltà.
E infine san Luigi di Montfort parla della purezza della Madonna. Cosa si può dire di più sulla purezza della Madonna? Lei è la Santa Vergine delle vergini. Lei è la Vergine Madre prima, durante e dopo il parto. Lei è il modello dei modelli di purezza. Lei è la fonte della purezza.
Fare tutto con Maria è essere un cattolico perfetto per i nostri tempi

Se abbiamo una fede viva e una profonda umiltà, cioè un senso gerarchico e sacrale delle cose per cui attribuiamo tutto a Dio, e una purezza senza macchia, saremo dei controrivoluzionari per eccellenza.
Così fare tutto con Maria è essere un cattolico perfetto per i nostri tempi. Se la prendiamo come modello, diventa molto facile perché ci aiuterà. Saremo come lei molto rapidamente fintanto che crediamo interamente nell’efficacia della devozione a lei . Quello che dico è che bisogna fare tutto proprio come dice san Luigi di Montfort per essere molto uniti a lei. Se lo faremo, otterremo tutto ciò di cui abbiamo bisogno. Se ci riesce difficile ottenere ciò che chiediamo è perché non siamo uniti a lei come dovremmo esserlo. Questo è ciò su cui dovremmo riflettere.
Insomma, dobbiamo chiedere ardentemente alla Madonna che ci conceda questa vigilanza. Ma, soprattutto, che ci aiuti a comprendere le sue più alte virtù per fare di tutto per essere dei perfetti controrivoluzionari come Lei, modello supremo, fonte e canale della Controrivoluzione. Se lo facciamo, verremo trasformati molto rapidamente.
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Consacrazione a Gesù Cristo per mezzo di Maria
Plinio Corrêa de Oliveira 5 novembre 2015