Infine, Il Mio Cuore Immacolato Trionferà!

4La natura soffre del peccato dell’uomo

Sappiamo dalla storia e dall’archeologia che le frenetiche metropoli sono state testimoni di una rapida e totale devastazione. Tali eventi cataclismici possono essere castighi divini (per esempio, Sodoma e Gomorra). Purtroppo, l’evoluzione teistica ci ha condizionato a vedere i disastri naturali dannosi per l’uomo come mere manifestazioni del corso “normale” della natura. Una tale prospettiva può portare le persone a dubitare del Messaggio di Fatima e delle profezie condizionali fatte dalla Madonna.

Pertanto, è utile ricordare ancora una volta un esempio concreto di un santo dei tempi moderni che ha visto chiaramente la connessione tra peccato e disordini nella natura: Sant’Antonio Maria Claret (1807-1870), il fondatore dei Padri Clarettiani.

Chiara prova dell’adorabile misericordia di Dio

Sant’Antonio fu inviato dalla Spagna a Cuba come vescovo missionario a metà del XIX secolo, per riportare l’ordine nella Chiesa di quel paese. Attraverso molte prove e tribolazioni, incluso un attentato quasi fatale alla sua vita, il santo arcivescovo ha guidato una completa riforma della Chiesa. Il seguente racconto descrive la sua risposta profetica ai disordini della natura, prima sotto forma di un terremoto e poi sotto forma di una malattia mortale.

Sant’Antonio Maria Claret (1807-1870)

Era il 20 agosto 1852. L’arcivescovo Claret predicava una missione a Bayamo [Cuba], città a più di trenta leghe [1] dalla capitale. Una notte la gente notò qualcosa di straordinario nel santo missionario. Questa stranezza si rifletteva nel pallore del suo viso e nel tremito della sua voce. Iniziò il suo sermone come era sua abitudine, con tutta la forza, ma nel punto più ardente e commovente della sua eloquenza, improvvisamente tacque; poi rivolgendosi al suo uditorio, che lo guardava costernato, pronunciò queste parole profetiche:

Devastazione a Cuba

“Preghiamo Dio per i nostri fratelli, residenti a Santiago de Cuba, perché sono in grande tribolazione. Domani andremo a consolarli». “Ma cosa è successo a Santiago?”, scrive dettagliatamente un testimone oculare. Dice: “Si udì un rumore sotterraneo di tuono, e da quel momento tutto si mosse; edifici vibrati; mobili nelle stanze spostati; i vetri delle finestre e le porte scricchiolavano; crollarono case e chiese, crollarono muri e tetti; gli abitanti furono presi dal terrore e, non sentendosi sicuri nelle loro case, uscirono nei cortili, nelle strade e nelle piazze. Un terrore glaciale gelava il sangue nelle loro vene. Rimasero immobili e rimasero in silenzio, guardandosi l’un l’altro senza riuscire a spiegare cosa stesse accadendo. Con voce atterrita gridarono: ‘Misericordia! Misericordia!’

Basilica Cattedrale di Nostra Signora dell’Assunzione a Santiago de Cuba

«È arrivato l’arcivescovo. Vedendo migliaia di suoi figli dispersi per i campi, le strade coperte di macerie, le case in rovina, il palazzo vescovile abbattuto, le chiese crollate, la cattedrale squarciata e gli altari infranti, mosso a profonda pietà dalla tragica vista della catastrofe , pianse come Gesù pianse sulle rovine di Gerusalemme. I Domestici ed i Missionari vollero consolare l’Arcivescovo; vollero rallegrarlo dicendogli che la pena del terremoto non si sarebbe ripetuta. Ma lui rispose: ‘Torneranno. È inutile costruire la cattedrale e le case. Il terremoto tornerà presto. Dio lo desidera. Sono loro i grandi missionari che Dio invia perché si convertano i cuori ostinati, che non vogliono ascoltare parole d’amore’”.

Le chiese erano ancora piene di detriti. Le famiglie colpite avevano piantato tende sulle rive del mare. Avevano anche improvvisato una cappella sotto un’immensa copertura. Il pulpito era un palco e da esso il santo arcivescovo predicava una Missione.

Cessate di offendere Dio, pregate e fate penitenza

Migliaia di persone lo ascoltarono. La sua voce era dolce e sincera, minacciosa e terrificante, annunciava semplici verità evangeliche e sorprendenti profezie.

Un giorno fece il seguente paragone: “Dio fa con molti di noi come fa una madre con un fanciullo pigro che dorme, scuote il lettino o il letto per svegliarlo e farlo alzare. Se ciò non basta, lo frusta.

“Dio fa lo stesso con tanti suoi figli, peccatori letargici. Scuote i loro letti, cioè le loro case, per mezzo dei terremoti, salvando i loro corpi e le loro vite. Se ciò non li sveglia e non si alzano, darà loro dei colpi, mandando loro il colera e la peste. Dio me lo ha fatto conoscere”.

Queste ultime parole, pronunciate con accento profetico, spaventarono e commossero il pubblico, che, tra i singhiozzi, implorava pietà e perdono di Dio.

“Era passato solo un mese”, disse un testimone oculare, “dacché l’arcivescovo aveva parlato, ispirato dal Cielo, del castigo del colera che minacciava la città, quando la terribile infermità già innalzava il suo impero di terrore e di morte.

“Santiago era un ospedale immenso, dove si sentivano solo gemiti di dolore e angoscia. Ma in pochi giorni sembrò un vasto cimitero, il cui tragico silenzio era tristemente interrotto dall’eco dei carri funebri che trasportavano mucchi di cadaveri, o dai passi rapidi dei sacerdoti, che si affrettavano verso un letto di morte.

“Moltissimi”, scrive sant’Antonio, “che si sono astenuti dal confessarsi durante la missione, lo hanno fatto a causa dei terremoti e della peste… Non posso fare a meno di benedire Nostro Signore e ringraziare incessantemente che ha mandato la peste così opportunamente, che so essere chiara prova della sua adorabile misericordia!”

“Tuono giù sotto”

Di recente, p. Brian Harrison ha inviato una sua newsletter, riferendo sui disturbi della natura in relazione ai recenti abomini pubblici nella sua nativa Australia:

“I due fulmini che notoriamente hanno colpito la cupola della Basilica di San Pietro la sera dopo che Benedetto XVI ha annunciato le sue dimissioni (11 febbraio 2013) mi sono venuti in mente di nuovo qui di recente in Australia. A pochi giorni dall’inizio dell’evento più vergognoso mai ospitato dalla città in cui sono nato, i notiziari hanno mostrato un fulmine che ha colpito la cima del suo grattacielo più alto, l’iconica Centrepoint Tower, situata nel cuore di Downtown Sydney (il suo CBD – Central Business District – in gergo australiano). Centrepoint è più o meno equivalente in valore simbolico al gigantesco St. Louis Gateway Arch, ma è molto più alto.

“Triste a dirsi, la più grande città australiana, in gran parte a spese dei contribuenti e con la costante promozione del governo sulla rete mediatica statale ABC (Australian Broadcasting Corporation), si sta attualmente trasformando in una Sodoma dei giorni nostri. Sydney ospita un evento “WorldPride” di 16 giorni (dal 17 febbraio al 5 marzo), attirando circa mezzo milione di visitatori “LGBTQI+” da tutto il mondo per l’ostentazione più massiccia e schietta di sessualità perversa, genere confusione e disprezzo per la castità cristiana che abbia mai avuto luogo nell’emisfero australe. L’Harbour Bridge e il Teatro dell’Opera della città, anch’essi molto iconici, sono stati illuminati con luci color arcobaleno.

“Ebbene, accadde che proprio un giorno dopo l’inizio del deplorevole evento, accadde qualcosa di molto straordinario proprio nell’ora liturgica in cui iniziava il giorno del Signore, Dies Dominica: l’ ora , cioè, in cui la Chiesa in tutta la sua religiosità cantavano i Vespri della prima domenica e quando molte migliaia di cattolici di Sydney stavano partecipando alle messe della vigilia per la settima domenica del tempo ordinario (quinquagesima domenica nel vecchio rito). L’orario era tra le 17:00 e le 18:00 di sabato 18 febbraio, 2023. Proprio in quell’ora, quando la City stava iniziando a sponsorizzare la peggiore profanazione pubblica del Giorno del Signore nella storia australiana, un temporale catastrofico scoppiò su tutta Sydney: un acquazzone torrenziale che riversò fiumi d’acqua in tutta l’area metropolitana, provocando inondazioni improvvise, massicce interruzioni di corrente, richiamando dozzine di iniziative di servizi di emergenza e lasciando decine di migliaia di destinatari di Sydney senza elettricità fino al giorno o due successivi. È stato il diluvio più pesante che ha colpito la città da molti anni ed è stato l’articolo principale in tutti i resoconti dei media di Sydney il giorno successivo…

Conoscere i segni dei tempi

Una delle conseguenze più terribili della credenza nell’evoluzione, nelle sue forme teistiche e atee, è l’incapacità di interpretare i segni dei tempi, così che le anime perdono la capacità di vedere la chiamata di Dio al pentimento nei disordini naturali che Egli invia o permette. Per le preghiere della Madonna di Fatima e del Cuore Castissimo di San Giuseppe, lo Spirito Santo conceda a tutte le anime la grazia del vero pentimento e del fermo emendamento di vita!

In Cristo, per mezzo dell’Immacolata, in unione con San Giuseppe.

Una versione più lunga di questo articolo scritta da Hugh Owen è stata pubblicata come newsletter dal Kolbe Center for the Study of Creation. Iscriviti QUI per ricevere queste newsletter periodiche.

NOTE DI CHIUSURA:

[1] Una misura della distanza, di solito circa tre miglia.

Il Centro di Fatima

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Pubblicato da gianluca05

Pace: l’altra condizione della Madonna di Julio Loredo Da quando Papa Francesco ha annunciato che consacrerà la Russia (e l’Ucraina) al Cuore Immacolato di Maria, insieme a tutti i vescovi del mondo – ai quali ha rivolto un preciso appello in questo senso – tutto il mondo cattolico vive nell’attesa di questo storico evento. C’è chi, mosso da spirito pio, vede nel gesto pontificio una soluzione definitiva che metterà fine alla guerra, porterà alla conversione della Russia e al risanamento morale del mondo moderno. Altri, invece, mossi da spirito critico, vi segnalano possibili omissioni e contraddizioni. In ogni caso, bisogna rimarcare come l’annuncio di Papa Francesco – mettendo Fatima al centro degli avvenimenti contemporanei – abbia toccato una fibra profonda nell’opinione pubblica mondiale. L’atto di Francesco si collega a una precisa richiesta fatta dalla Madonna a Fatima nel 1917. Parlando ai pastorelli, la Madonna volle parlare al mondo intero, esortando tutti gli uomini alla preghiera, alla penitenza, all’emendazione della vita. In modo speciale, Ella parlò al Papa e alla sacra Gerarchia, chiedendo loro la consacrazione della Russia al suo Cuore Immacolato. Queste richieste, la Madre di Dio le fece di fronte alla situazione religiosa in cui si trovava il mondo intero all’epoca delle apparizioni. La Madonna indicò tale situazione come estremamente pericolosa. L’empietà e l’impurità avevano a tale punto preso possesso della terra, che per punire gli uomini sarebbe esplosa quella autentica ecatombe che fu la Grande Guerra 1914-1918. Questa conflagrazione sarebbe terminata rapidamente, e i peccatori avrebbero avuto il tempo di emendarsi, secondo il richiamo fatto a Fatima. Se questo richiamo fosse stato ascoltato, l’umanità avrebbe conosciuto la pace. Nel caso non fosse stato ascoltato, sarebbe venuta un’altra guerra ancora più terribile. E, nel caso che il mondo fosse rimasto sordo alla voce della sua Regina, una suprema ecatombe, di origine ideologica e di portata universale, implicante una grave persecuzione religiosa, avrebbe afflitto tutti gli uomini, portando con sé grandi prove per i cattolici: “La Russia diffonderà i suoi errori nel mondo, promuovendo guerre e persecuzioni alla Chiesa (...) I buoni saranno martirizzati. Il Santo Padre dovrà soffrire molto”. “Per impedire tutto questo – continua la Madonna – verrò a chiedere la consacrazione della Russia al Mio Cuore Immacolato e la Comunione riparatrice nei primi sabati. Se accetteranno le Mie richieste, la Russia si convertirà e avranno pace”. Dopo un periodo di estrema tribolazione e di terribili castighi “come non si sono mai visti” (santa Giacinta di Fatima), la Madonna promette il trionfo finale: “Finalmente, il Mio Cuore Immacolato trionferà. Il Santo Padre Mi consacrerà la Russia, che si convertirà, e sarà concesso al mondo un periodo di pace”. Ancor oggi gli esperti discutono sulla validità o meno delle varie consacrazioni fatte da Pio XII e da Giovanni Paolo II. La Madonna aveva posto tre condizioni: che la consacrazione fosse fatta dal Sommo Pontefice, che menzionasse la Russia, e che fosse fatta in unione con tutti i vescovi del mondo. In un modo o nell’altro, a tutte le consacrazioni – 1942, 1952, 1982, 1984 – mancava almeno una di delle condizioni. Dopo aver affermato perentoriamente che la consacrazione del 1984, fatta da Giovanni Paolo II, non era valida, la veggente suor Lucia aveva cambiato opinione, attestando invece la sua conformità a quanto richiesto dalla Madonna. Questa è la posizione più diffusa negli ambienti della Chiesa e fra i fedeli in generale. Non vogliamo entrare in un tema tanto complesso. Facciamo però notare che, alla Cova da Iria, la Madonna indicò due condizioni, entrambe indispensabili, perché si allontanassero i castighi con cui ci minacciava. Una di queste condizioni era la consacrazione. Supponiamo che sia stata fatta nel modo richiesto dalla santissima Vergine. Rimane la seconda condizione: la divulgazione della pratica della comunione riparatrice dei primi cinque sabati del mese. Ci sembra evidente che questa devozione non si è propagata fino a oggi nel mondo cattolico nella misura desiderata dalla Madre di Dio. E vi è ancora un’altra condizione, implicita nel messaggio ma anch’essa indispensabile: è la vittoria del mondo sulle mille forme di empietà e di impurità che oggi, molto più che nel 1917, lo stanno dominando. Tutto indica che questa vittoria non è stata ottenuta, e, al contrario, che in questa materia ci avviciniamo sempre più al parossismo. Così, un mutamento di indirizzo dell’umanità sta diventando sempre più improbabile. E, nella misura in cui avanziamo verso questo parossismo, diventa più probabile che avanziamo verso la realizzazione dei castighi. A questo punto bisogna fare una osservazione, e cioè che, se non si vedessero le cose in questo modo, il messaggio di Fatima sarebbe assurdo. Infatti, se la Madonna affermò nel 1917 che i peccati del mondo erano giunti a un tale livello da richiedere il castigo di Dio, non parrebbe logico che questi peccati siano continuati ad aumentare per più di mezzo secolo, che il mondo si sia rifiutato ostinatamente e fino alla fine di prestare ascolto a quanto gli fu detto a Fatima, e che il castigo non arrivi. Sarebbe come se Ninive non avesse fatto penitenza e, nonostante tutto, le minacce del profeta non si fossero realizzate. Per di più, la stessa consacrazione richiesta dalla Madonna non avrebbe l’effetto di allontanare il castigo se il genere umano dovesse restare sempre più attaccato alla empietà e al peccato. Infatti, fintanto che le cose staranno così, la consacrazione avrà qualcosa di incompleto. Insomma, siccome non si è operato nel mondo l’enorme trasformazione spirituale richiesta alla Cova da Iria, stiamo sempre più avanzando verso l’abisso. E, nella misura in cui avanziamo, tale trasformazione sta diventando sempre più improbabile. Applaudiamo l’atto di Papa Francesco e ci sommiamo toto corde a esso se seguirà i requisiti posti dalla Madonna a Fatima. Tuttavia, finché a questo atto non seguirà una vera e propria crociata spirituale contro l’immoralità dilagante – aborto, omosessualità, LGBT, mode indecenti, pornografia, gender e via dicendo – la semplice consacrazione della Russia – per quanto gradita alla Divina Provvidenza – non allontanerà il castigo. Mi sia permesso di sollevare un’altra perplessità, e non di piccolo peso. A Fatima la Madonna indicò, come l’elemento allora più dinamico del processo rivoluzionario che portava l’umanità verso l’abisso, gli “errori della Russia”, ossia il comunismo, che proprio nell’Unione Sovietica trovò la sua sede e fuoco di espansione. Non ci sarà una vera conversione finché questa ideologia non sarà rigettata in ogni sua manifestazione. Ora, proprio in questo campo il pontificato di Papa Francesco si è contraddistinto per la sua prossimità all’estrema sinistra: dalla vicinanza alla dittatura cubana, al sostegno ai “movimenti popolari” latinoamericani di matrice marxista, senza dimenticare i contatti col patriarca Kiryll, che della dittatura sovietica fu fedele servitore e propagandista. Anche qui, salvo miglior giudizio, ci sembra che, finché all’atto di venerdì a San Pietro non seguirà una vera e propria crociata spirituale contro il comunismo e i suoi epigoni, la sola consacrazione della Russia non fungerà da toccasana per risparmiare una catastrofe alla civiltà contemporanea. Fonte: TFP - Tradizione Famiglia Proprietà -