Prospettive di Fatima n. 1325
Un aspetto notevolissimo della crisi della Chiesa post-Vaticano II è il modo in cui il suo elemento umano è stato disorientato, non tanto da eresie palesi, quanto da nozioni vaghe che hanno lo stesso effetto delle eresie perché minano l’adesione alla dottrina e dogma ( vedi anche qui ).
Una di queste nozioni, inaudita nella Chiesa prima del Concilio, è il “dialogo”. Nessuno ha descritto l’infiltrazione di quel neologismo pestifero meglio del compianto grande Romano Amerio, peritus [esperto] del Vaticano II, che consigliò il Vescovo di Lugano, membro della Commissione centrale preparatoria del Concilio. Per citare il capolavoro di Amerio Iota Unum :
“La parola era completamente sconosciuta e inutilizzata nell’insegnamento della Chiesa prima del Concilio . Non ricorre una sola volta in nessun Concilio precedente, né nelle encicliche papali, né nelle prediche, né nella pratica pastorale. Nei documenti del Vaticano II ricorre 28 volte, dodici delle quali nel decreto Unitatis Redintegratio . Tuttavia, attraverso la sua diffusione fulminea e un enorme ampliamento di significato, questa parola, nuovissima nella Chiesa cattolica, è diventata la parola-maestra che determina il pensiero post-conciliare, e una categoria capillare nella nuova mentalità.
“Non si parla solo di dialogo ecumenico, di dialogo tra la Chiesa e il mondo, di dialogo ecclesiale, ma con un’enorme catacresi [abusiva sovraestensione di significato], si attribuisce una struttura dialogica alla teologia, alla pedagogia, alla catechesi, alla Trinità, alla storia della salvezza, scuole, famiglie, sacerdozio, sacramenti, redenzione — e a tutto ciò che è esistito nella Chiesa per secoli senza che il concetto fosse nella mente di nessuno o la parola si verificasse nella lingua. ( Iota Unum , p. 347)
Il “dialogo” è uno di quei “virus nel corpo di Cristo” verbali di cui ho discusso a lungo qui ( in inglese ) – concetti semicotti che non hanno un significato chiaro ma si limitano a infettare e confondere concetti legittimi, proprio come i virus non viventi infettano le cellule viventi e quindi indebolire l’intero corpo. Il “dialogo” è diventato un’ideologia onnicomprensiva che sopprime la missione stessa della Chiesa di insegnare al mondo le verità necessarie per la salvezza, piuttosto che “dialogare” all’infinito con i fautori di innumerevoli errori contro la Fede.
Ora, posso attestare che c’è stato un tempo in cui il famoso vaticanista Marco Tosatti ha evitato qualsiasi associazione con Padre Gruner a causa della sua posizione “controversa” e presumibilmente “tradizionalista radicale” contro il regno della confusione nella Chiesa causata da novità come il “dialogo .” Oggi però Tosatti, attraverso il suo influente blog Stilum Curiae, ha assunto un ruolo di primo piano nello smascherare gli errori dell’attuale pontificato. Qui si vede come Francesco abbia reso tradizionalisti molti cattolici del “mainstream” che non sopportano più il corso della rivoluzione ecclesiale postconciliare di cui il suo pontificato è chiaramente la tappa terminale – rappresentando, di conseguenza, un punto di svolta nella Chiesa storia.
Così è Tosatti che ha appena pubblicato una lettera dell’eminente monsignor Nicola Bux in cui Bux, commentando la distruzione dell’Istituto Giovanni Paolo II su Matrimonio e Famiglia per epurazione dei suoi membri ortodossi, denuncia appunto “l’effetto nefasto della ideologia del dialogo, che va bene purché si pensi nella stessa linea di chi la predica». Come giustamente osserva Bux, «il paradosso è che all’esterno si propaga il dialogo ecumenico e interreligioso, mentre all’interno si afferma la dittatura del pensiero unico ». In altre parole, il “dialogo” è un travestimento per un monologo all’interno della Chiesa secondo il quale non sarà tollerato alcun dissenso rispetto al programma rivoluzionario.
E poi questa drammatica suggestione di un chierico che mai avrebbe parlato così di nessun Papa prima di Francesco:
“Forse sta arrivando il momento in cui dobbiamo alzarci e muoverci verso San Pietro, da tutto il mondo, per denunciare il nuovo ‘ latrocinium ephesinum ‘ [riferimento latinizzato alla guerriglia dottrinale sulla persona di Cristo al 449” Concilio dei ladri” di Efeso]…. Sembra giusto dedurre che, dopo il prossimo sinodo, Gesù Cristo sarà dichiarato superato, perché sembra che l’Amazzonia e alcune altre ‘regioni europee’, non abbiano più bisogno di Lui per la salvezza, perché stanno bene così.
“Intanto, la “teologia morale” del matrimonio e della famiglia voluta dal Signore; che Giovanni Paolo II ha difeso e diffuso a caro prezzo personale, viene dichiarato superato.
“Pertanto, siamo ai prodromi [fasi iniziali] del tradimento di Efeso. Poi, seguiamo Benedetto XVI che ha espresso solidarietà al preside [deposto] defenestrato [dell’Istituto], e immaginiamo quanto sia infastidito papa Francesco da tutto questo, nonostante tutte le sue esortazioni al pluralismo, alla parresia [franchezza di espressione] e alla sinodalità”.
La crisi nella Chiesa sta arrivando al culmine. Di questo possiamo essere certi. E, mentre le previsioni dei non profeti sono pericolose, possiamo ragionevolmente aspettarci una drammatica risoluzione a breve termine. E questo significherà la fine della tirannia del “dialogo”.
Fonte: Il Centro di Fatima