
Il cardinale Joseph Zen Ze-kiun, vescovo emerito di Hong Kong, si è fatto portavoce della fedeltà cattolica cinese a Roma. Nonostante l’età, la sua infaticabile attività apostolica continua senza sosta.
In un’intervista al Corriere della Sera di Milano ha “messo le cose in chiaro” sui colloqui personali ad alto livello tra la Santa Sede ei dittatori di Pechino.
I colloqui sarebbero condotti dal Segretario di Stato della Santa Sede, mons. Pietro Parolin, e sarebbero basati su un’amichevole conversazione telefonica tra papa Francesco e il leader della dittatura maoista, il presidente Xi Jingping.

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Corriere della Sera: Cosa non capisce Roma?
Card. Zen: “Gli italiani in Curia non conoscono la dittatura cinese perché non hanno mai conosciuto il regime comunista. Mi sono sempre fidato di Parolin finché non ho saputo che era favorevole a un accordo che, allo stato attuale delle cose, sarebbe solo una resa incondizionata ».
Corriere della Sera: Ma in questi mesi la Cina ha mostrato una nuova disposizione, si è parlato di una proposta sul tema della nomina dei vescovi.
Card. Zen: “Pechino non vuole dialogare. I loro delegati portano al tavolo delle trattative un documento che la parte cattolica deve firmare, mentre i nostri non sono in grado di proporre altro.
“Sacrificheremo la nomina e la consacrazione dei vescovi per amore di un dialogo fasullo?
“In Cina sono ancora in carcere due vescovi molto anziani. Forse uno di loro è morto, dopo tanti anni di detenzione, ma non lo dicono, lasciando nel dubbio la famiglia. Parlo di Mons. Shi Enxiang, incarcerato per la sua fedeltà alla Santa Sede. Il vescovo Shi avrebbe 93 anni. A febbraio (2015), il capo comunista della sua città ha chiesto alla famiglia se avevano ricevuto il suo corpo. Poi sono venuti altri funzionari e hanno detto che [il capotribù] è un ubriacone e che non si sa nulla del vescovo [dove si trova]”.
Corriere della Sera: Cosa fare allora?
Card. Zen: “ Bisognerebbe battere il pugno sul tavolo , rafforzare la nostra Chiesa cattolica e il nostro clero in Cina, perché quando il nostro popolo è unito i funzionari del regime si spaventano e si atterriscono all’idea di avere problemi con i loro superiori. Perché ogni capo politico in Cina è sia imperatore che schiavo: può schiacciare chi sta sotto di lui ma teme di essere schiacciato da chi sta sopra di lui».
Corriere della Sera: E se il Papa le chiedesse di tacere?
Il cardinale Zen: «Risponderei ricordando quello che faceva a Buenos Aires: diceva messa nelle piazze, faceva manifestazioni sui marciapiedi, una cosa formidabile».
Concludendo, il porporato ha sottolineato:
Card. Zen: “I comunisti schiacciano le persone quando vedono che hanno paura. Al contrario, dobbiamo incoraggiare i cattolici cinesi perseguitati ad essere coraggiosi. Quelli che a Roma chiedono a tutti i costi di ottenere accordi, marciano verso la resa senza condizioni, come vuole Pechino ».
Luis Dufaur 30 aprile 2015