Infine, Il Mio Cuore Immacolato Trionferà!

4Confessione, Sacramento della Divina Misericordia

Confessione, Sacramento della Divina Misericordia

Per comprendere meglio il grande tesoro spirituale contenuto nel Sacramento della Penitenza o Confessione, portiamo l’orologio indietro di duemila anni in Palestina, in una scena della vita pubblica di Nostro Signore Gesù Cristo.

La maestà della sua Persona, la sapienza che sgorgava dalla sua bocca e la potenza manifestata dai suoi miracoli attirarono una moltitudine che lo seguiva ovunque.

Solo Dio può perdonare i peccati

Un giorno, dopo aver guarito la figlia del centurione come ricompensa per la sua fede, placato la tempesta davanti ai timorosi apostoli ed espulso i demoni a Gerasa, salì sulla barca di Pietro per Cafarnao.

Sentendo che era in una casa della loro città, la gente si radunò così numerosa che la porta della casa fu sbarrata. Ma per la fede non ci sono ostacoli, allora alcuni caritatevoli che trasportavano un paralitico, non potendo entrare per la porta, salirono sul tetto e calarono il sofferente nella stanza, deponendolo ai piedi di Nostro Signore per essere guarito.

Con sorpresa di tutti, invece di compiere semplicemente il miracolo atteso, Gesù disse: “Coraggio, figlio, i tuoi peccati sono perdonati”.

Questo era qualcosa di nuovo. Nessun profeta aveva osato perdonare i peccati. Nemmeno Giovanni Battista, il più grande di tutti, aveva osato tanto, predicando solo il battesimo di penitenza per il perdono dei peccati. Tuttavia, questo nuovo Profeta dichiarò: “i tuoi peccati sono perdonati”.

I farisei, sempre alla ricerca di qualcosa di cui scandalizzarsi, nonostante gli stupefacenti miracoli del Maestro, pensavano tra loro: “Come fa costui a parlare così? Sta bestemmiando. Chi se non Dio solo può perdonare i peccati?

In verità, solo Dio può perdonare i peccati. Questo perché il peccato è un’offesa alla Maestà divina e solo l’oggetto dell’offesa può perdonare l’offensore. Nessuno può perdonare un’offesa fatta a un altro, soprattutto quando questo Altro è di natura superiore, Dio stesso.

Tuttavia, la saggezza ei miracoli mostravano che questo Profeta possedeva poteri che nessun altro profeta prima di Lui aveva posseduto. La sua era una perfezione insondabile. Ma i farisei avevano indurito il loro cuore e la loro intelligenza era annebbiata dalla passione. Dentro di sé, hanno pronunciato la stessa accusa che avrebbero rinnovato alla sua passione: “Ha bestemmiato”.

C’era dramma nell’aria. Tutti lo sentivano. Come avrebbe reagito Gesù di fronte a quella muta accusa e a quella malcelata sorpresa?

La risposta è arrivata come una sfida. “Perché pensate queste cose nei vostri cuori? Che cosa è più facile, dire al paralitico: “I tuoi peccati ti sono perdonati” o dire: “Alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina”?».

Come sempre, i farisei sono rimasti senza parole davanti al dilemma offerto loro dal Rabbino.

In risposta al loro silenzio, Gesù disse: «Ma perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere di perdonare i peccati sulla terra», disse al paralitico: «Io vi dico: alzati, prendi il tuo lettuccio e va’ casa.”

«E subito», scrive san Marco, il paralitico «si alzò, prese il suo lettuccio e se ne andò sotto gli occhi di tutti. Erano tutti stupiti e glorificavano Dio, dicendo: ‘Non abbiamo mai visto niente di simile’”.

Il miracolo compiuto da Nostro Signore in questa occasione aveva un valore apologetico. Come spiega San Giovanni Crisostomo, Gesù dimostrò la Sua Divinità con un triplice miracolo: “Primo, dichiarando apertamente i loro segreti pensieri e mormorii contro di Lui; secondo, guarendo il paralitico, terzo, compiendo il miracolo in vista di questo fine, affinché, con esso, mostrasse di avere il potere di perdonare i peccati».

Nostro Signore ha dato agli Apostoli il potere di perdonare i peccati

Qui abbiamo la spiegazione della Confessione. Come Gesù dimostrò di essere Dio per mezzo di uno stupefacente miracolo, dimostrò anche di poter perdonare i peccati. E, come Dio, non solo ha il potere di perdonare i peccati, ma ha anche il potere di conferire questa facoltà agli altri.

Inoltre, poiché Gesù è l’unico sacerdote della nuova Legge, il mediatore tra Dio e gli uomini, non basterebbe ancora una semplice “delega” del potere di perdonare i peccati. Era necessario che Cristo unisse il suo eterno sacerdozio a quello di coloro che avrebbero continuato la sua opera sulla terra dopo la sua ascensione al cielo. Per questo ha istituito il sacerdote ministeriale come strumento visibile della sua azione.

Il potere di perdonare i peccati è stato conferito agli Apostoli la sera del giorno in cui Nostro Signore è risorto dai morti ed è apparso misteriosamente tra gli Apostoli riuniti nel cenacolo a porte chiuse.

San Giovanni narra:

Or quando si fece tardi quello stesso giorno, il primo della settimana, e le porte del luogo dove erano riuniti i discepoli erano chiuse, per timore dei Giudei, Gesù venne, stette in mezzo e disse loro: «Pace a Voi.”

E detto questo, mostrò loro le mani e il costato. I discepoli dunque si rallegrarono quando videro il Signore.

Disse dunque loro di nuovo: «Pace a voi. Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi».

Quando ebbe detto questo, alitò su di loro e disse loro: “Ricevete lo Spirito Santo. A chi rimetterete i peccati saranno perdonati e a chi non li rimetterete saranno ritenuti».

Il potere di giudicare e perdonare

È chiaro nel racconto di cui sopra che Nostro Signore ha istituito non solo il Sacramento della Penitenza, ma anche il modo in cui deve essere praticato. Dichiarando che i peccati che un sacerdote perdona sono rimessi e quelli che conserva sono ritenuti, significa che, prima di perdonare, il sacerdote deve conoscere i peccati e anche le disposizioni del peccatore. Solo allora sarà in grado di giudicare se ci sono o meno le condizioni per il perdono.

Il sigillo della confessione è un aspetto essenziale del sacramento della Penitenza.  Questa sacra fiducia tra penitente e confessore non può essere infranta.
Il sigillo della confessione è un aspetto essenziale del sacramento della Penitenza. Questa sacra fiducia tra penitente e confessore non può essere infranta.

Così, nel tribunale della confessione, come in ogni altro tribunale, è necessario che vi siano un imputato, un accusatore e un giudice. Nella Confessione il ruolo di accusatore è esercitato dal penitente che si accusa davanti al sacerdote dei peccati che ha commesso; da qui la necessità della confessione orale. Il giudice è il sacerdote.

L’assoluta necessità del segreto in confessione

Nostro Signore, avendo stabilito il sacramento della penitenza e la necessità per il penitente di dichiarare i suoi peccati al sacerdote, stabilì anche il segreto della confessione come necessaria conseguenza. Perché se il segreto non fosse obbligatorio, la confessione sarebbe odiosa se non impossibile. Ciò renderebbe inefficace il sacramento, il che è assurdo.

Pertanto, il segreto della Confessione è un diritto divinamente istituito e non può essere abolito da alcuna autorità terrena. Qualsiasi tentativo in questo senso è in diretta opposizione alla volontà di Dio.

Oltre ad essere un diritto divino, questo obbligo di segretezza era stabilito anche dalla legge ecclesiastica, che infliggeva sempre la pena più severa per la sua infrazione. L’attuale legislazione continua a mantenerla, dichiarando che ogni confessore che viola il segreto della Confessione è automaticamente scomunicato e può essere assolto solo dalla Santa Sede.

Non è troppo umiliante confessare a un altro uomo?

Non è troppo umiliante doversi sottomettere ad un altro uomo, lui stesso peccatore, a volte forse anche più peccatore di colui che confessa i suoi peccati?

Se veramente ci rendessimo conto della portata dell’infinita grandezza e maestà di Dio e della sua immensa perfezione, ci vergogneremmo molto di più di raccontargli i nostri peccati (come se non li conoscesse già) che a un uomo. Quanto più perfetta è la creatura a cui ci rivolgiamo, tanto più miserabili sembriamo e tanto più evidente è il contrasto tra perfezione e peccato.

Ecco perché i teologi dicono che quando una persona muore nel terribile stato di peccato mortale e si presenta al suo privato giudizio davanti all’indicibile perfezione di Dio, fugge da Dio e si getta nell’Inferno per nascondere la sua vergogna.

Quindi, se analizziamo bene questo, questa stessa umiliazione di dover confessare i nostri peccati a un altro uomo è una misericordia di Dio. Quanto più umiliante sarebbe inginocchiarsi davanti allo stesso Divin Maestro e dirgli tutti i nostri peccati! Cos’è l’umiliazione davanti a un uomo rispetto all’umiliazione di raccontare i propri peccati davanti all’infinita perfezione di Dio?

In ogni caso, questa è la forma in cui Nostro Signore ha istituito il Sacramento della Confessione, quindi dobbiamo sottometterci in spirito di obbedienza e amore. Nella sua infinita saggezza, fa tutto alla perfezione. Quando gli uomini cercano di modificare ciò che Egli ha istituito, il risultato non può che essere deplorevole.

L’atteggiamento orgoglioso di dire: “Mi confesso direttamente a Dio”, è quasi lo stesso che dire: “Sono così perfetto che vado direttamente a Dio stesso. Non ho bisogno di quelle stampelle che sono i Sacramenti, il consiglio o l’aiuto di altri uomini».

Il sacerdote è “preso di mezzo agli uomini e costituito loro rappresentante davanti a Dio per offrire doni e sacrifici per i peccati”. Un angelo non può essere un mediatore. Rifiutare così la mediazione di un altro uomo è rifiutare il sacerdozio, perché il sacerdote, mentre è mediatore, deve essere della stessa natura di coloro per i quali media. Per questo Nostro Signore, Sommo Sacerdote, si è fatto carne e ha preso su di sé la nostra natura, come dice san Paolo: in ogni modo, ma senza peccato”.

Ma un peccatore può perdonare i peccati?

Per un sacerdote vale, ancor più che per i comuni fedeli, la generale convocazione alla santità di Nostro Signore quando disse: “Siate dunque perfetti come è perfetto il vostro Padre celeste”. Ma anche il sacerdote è soggetto alla tentazione e può non solo peccare, ma essere, in certi casi, peccatore. Tuttavia, anche quando pecca, non perde il potere che gli viene dal Sacramento dell’Ordine.

Questa fu l’obiezione sollevata all’inizio della Chiesa dagli eretici donatisti a causa di un fraintendimento della dottrina sui sacramenti. Ma sant’Agostino ha chiarito molto chiaramente a questi stessi eretici che il potere dei sacramenti non viene dalla santità dei suoi ministri, ma dall’infinita santità e perfezione di Nostro Signore Gesù Cristo.

Non ho peccati da confessare…

Molte persone non sentono il bisogno di confessarsi, pensando di non avere peccati. Dovrebbero considerare ciò che dice la Scrittura: “Poiché il giusto cade sette volte”. Eppure non c’è nessuno sulla terra che faccia il bene senza mai peccare. «Se diciamo: “Non abbiamo peccato”, facciamo di lui [Dio] un bugiardo e la sua parola non è in noi».

In questi tempi di estrema corruzione, serviamoci di questo strumento della misericordia divina che è la Confessione. Esaminiamo attentamente le nostre coscienze e con la ferma risoluzione di allontanarci dal peccato, confessiamo al sacerdote le nostre mancanze.

Per questo piccolo sforzo, questa piccola umiliazione, la ricompensa è immensa. La nostra anima è purificata, i nostri peccati sono perdonati e torniamo all’amicizia di Dio. Come dice il salmista: “purificami con l’issopo, affinché io sia puro; lavami, rendimi più bianco della neve”.

Luiz Sérgio Solimeo 27 febbraio 2003

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