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4Combattere l’aborto in una guerra culturale

Anno dopo anno dalla tragica decisione Roe v. Wade, veniamo qui per protestare contro l’aborto nelle strade della capitale della nazione.

Anno dopo anno, la devastazione causata dall’aborto diventa più evidente, mentre le sue nefaste conseguenze si accumulano.

L’aborto e la “cultura della morte”

A causa dell’aborto, il nostro Paese deve cercare immigrati in numero sempre maggiore per occupare i posti lasciati vacanti dai nascituri nella nostra forza lavoro, nelle forze armate, nelle università e persino nelle file del clero.

Ma l’aborto causa molto più che semplici problemi demografici. La sua legalizzazione ha avuto un profondo impatto nelle aree del comportamento umano, delle idee e della cultura. Ha rafforzato quella che Papa Giovanni Paolo II, nella sua Enciclica Evangelium Vitae del 1995 , ha giustamente chiamato la “cultura della morte”. Infatti, come ha spiegato quel Pontefice, quando le persone non vedono più gli attacchi ai nascituri come crimini ma piuttosto come “diritti”, avviene un cambiamento radicale nei canoni culturali della nazione.

Papa Benedetto XVI ha definito questa cultura della morte una “anti-cultura” in cui le persone cercano di fuggire dalla realtà attraverso la droga, le bugie e il sesso, che si trasforma in un mero intrattenimento irresponsabile. 

In questa cultura della morte, lo stato non solo tollera ma protegge anche attraverso i suoi organi giudiziari e di polizia una pratica contraria alla legge naturale e divina. Ciò esercita una forte influenza sulla mentalità delle persone, poiché tendono a ritenere moralmente accettabile ciò che è legalmente consentito.

Aborto e guerra culturale

La legalizzazione dell’aborto ha distaccato l’ordine giuridico dall’ordine morale, aprendo la strada alla legalizzazione del “matrimonio”, dell’eutanasia e di altre aberrazioni tra persone dello stesso sesso.

Questa sovversione delle nostre leggi e delle nostre antiche tradizioni è una vera Rivoluzione o Guerra Culturale. Non distrugge edifici o proprietà ma piuttosto istituzioni, costumi e mentalità. Sovverte le leggi, trasforma la morale delle persone, ridicolizza la famiglia e si fa beffe della religione.

L’aborto è una conseguenza molto sanguinosa e crudele di questa devastante guerra culturale, per quanto incruenta possa sembrare.

Accettare l’aborto porta alla persecuzione del cristianesimo

L’accettazione dell’aborto cambia non solo la morale delle persone, ma anche la loro intera visione del mondo. La loro visione del mondo cristiana è sostituita da una laica e neopagana.

Qualsiasi critica ad atti o atteggiamenti contrari alla morale è etichettata come “crimine d’odio”. Le miriadi di attacchi dispettosi contro tutte le cose religiose non sono anche “crimini d’odio”? Questo non vale per i simboli cristiani, l’adorabile persona di Nostro Signore Gesù Cristo e la sua Beata Madre, che sono brutalmente denigrati nell’impunità?

Tra i tanti esempi di questa furia anticristiana ci sono “Anti-Christmas Christmas Special” di Denis Leary su Comedy Central, e la messa in scena di “Corpus Christi”, che ritrae Nostro Signore e i Suoi Apostoli come omosessuali, all’Università del Nebraska, entrambi lo scorso dicembre; ea novembre, la mostra intitolata “Full Frontal”, nella galleria d’arte di Detroit, includeva un’immagine di nudo che presumibilmente rappresentava la Beata Madre (chiamata “Virgin Mary III”).

Ma quello che sta accadendo è più di un semplice sforzo a tutto campo per spingere il secolarismo e perseguitare il cristianesimo. Anche settori dei media e Hollywood stanno favorendo la diffusione del neopaganesimo.

Un tipico esempio di ciò è l’enorme promozione mediatica su Il Codice Da Vinci , un romanzo di prossima uscita come film. Con una trama assurda e improbabile, esalta un sistema religioso pagano e attacca violentemente la Chiesa ripetendo a pappagallo vecchi miti anticlericali già confutati innumerevoli volte in passato.

Perché tanto odio?

La cultura della morte, simboleggiata dall’aborto, rifiuta non solo la vita, ma anche la fonte stessa della vita: Dio nostro Signore. Instilla l’odio per tutto ciò che è sacro: i simboli cristiani, i Dieci Comandamenti e la Chiesa, che predica l’osservanza delle leggi naturali e divine, entrambe negate dall’aborto.

Combattere l’aborto in una guerra culturale

Insomma, la lotta all’aborto è oggi più che mai importante. È fondamentale contrastare la Guerra Culturale che si è scatenata nel nostro Paese, perché accettare l’aborto comporta la perdita del fondamento stesso del diritto e della civiltà, cioè la chiara nozione del bene e del male.

Nella misura in cui si affermano nuovi “diritti” come l’aborto, il “matrimonio” tra persone dello stesso sesso e l’eutanasia, così anche “la gloriosa libertà dei figli di Dio” sarà eliminata nella nostra nazione.

Dobbiamo quindi andare avanti con questa lotta sul serio, sempre in modo pacifico e legale, sapendo che il futuro del nostro Paese dipende da questa lotta.

Andiamo avanti con fiducia verso la vittoria finale nonostante eventuali difficoltà e capovolgimenti. Infatti, “Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi?”

TFP americana 22 gennaio 2006

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