Infine, Il Mio Cuore Immacolato Trionferà!

4Breve storia dell’immagine di Czestochowa

Breve storia dell'immagine di Czestochowa
Breve storia dell’immagine di Czestochowa

La tradizione narra che San Luca, abile pittore, rispondendo alle richieste di molti cristiani, che volevano conservare un ricordo della Beata Vergine Maria dopo la sua elevazione al Cielo, ne dipinse il sacro Volto su un tavolo di quercia, presso il quale la Madonna usava cucire e pregare.

Qualche tempo dopo, quando i Romani dominavano Gerusalemme e stavano distruggendo molte chiese, la Divina Provvidenza protesse l’icona dal cadere nelle mani dei pagani. La reliquia, portata a Costantinopoli dall’imperatrice Sant’Elena, nascosta dai cristiani, ricevette sempre la protezione divina, quando quella città cadde in potere degli imperatori orientali e sotto il dominio dei miscredenti per secoli.

Nel suo costante pellegrinaggio, troviamo l’immagine, nell’anno 802, nella cappella del Belz, nella Russia Bianca. A quei tempi c’erano molti matrimoni tra membri della nobiltà bizantina e russa, quindi l’icona fu probabilmente data come regalo di nozze in uno di quei matrimoni.

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Quando, nella seconda metà del XIV secolo, Luigi, re ungherese di Polonia e Ungheria, annette ai suoi domini la Russia Bianca, il castello di Belz viene affidato al principe Ladislao di Opole (Slesia). In quell’epoca la Rutenia fu sottoposta alle continue incursioni dei Tartari, e in una di quelle invasioni il Castello di Belz fu assediato dalle orde pagane. La difesa si fece sempre più difficile ei difensori minacciarono di cedere. Il principe Ladislao stava pregando davanti all’altare su cui poggiava l’immagine della Madonna, implorando il suo aiuto quando una freccia nemica colpì il volto della Vergine, lasciando una cicatrice. Le antiche cronache dicono che la luce del giorno si trasformò in una notte oscura. La paura prese i Tartari. Il principe uscì con i suoi cavalieri verso l’aperta pianura, rovesciò le orde tartare.

Vedendo quanto fosse insicuro Belz, e volendo evitare la possibile distruzione del bellissimo quadro, Ladislao decise di trasportarlo a Opole, in Slesia. E così mise l’immagine in una splendida carrozza trainata da sei destrieri, e iniziò il lungo viaggio attraverso i territori della Corona Polacca, verso la sua terra natale. Ma ecco, quando arrivarono al villaggio di Czestochowa i possenti cavalli si fermarono e non si mossero dal luogo! Ladislao percependo in questo fatto un segno dal cielo si recò alla piccola cappella del villaggio, situata in cima alla collina di Jasna Gora (Montagna luminosa), dove si abbandonò alla preghiera. Sopraffatta dal sonno, la Madonna gli comunicò in sogno il suo desiderio: la sua immagine doveva essere venerata proprio lì a Jasna Gora.

Senza alcun indugio il quadro fu solennemente intronizzato nella chiesetta, mentre Ladislao diede ordine di costruire in quel luogo una chiesa di maggior dignità e grandezza, e accanto un monastero. In seguito chiamerà sedici frati ungheresi dell’ordine paolino ai quali incaricherà la cura della reliquia. Ciò avvenne nel 1382.

La lieta notizia si diffuse presto in tutto il paese e lo storico Jan Dlugosz, che visse all’epoca, riferisce che cominciarono ad affluire a Czestochowa pellegrini da tutti i territori della Corona polacco-lituana, oltre che dalla Boemia e dalla Moravia.

L’attacco degli ussiti

La notte del venerdì santo del 1430, una banda di ussiti cechi, comandata da un nobile polacco, anch’egli ussita (nella vicina Slesia, questa eresia aveva guadagnato molti adepti tra i nobili) attaccò il santuario e uccise cinque religiosi, sequestrò i vasi e gli ornamenti d’oro della Chiesa, alcune reliquie e l’immagine della Madonna, caricandole tutte su un carro. Le cronache di Jasna Gora ci dicono che subito dopo essere scesi dalla collina, i cavalli si fermarono e non si mossero dal luogo. Allora uno degli eretici, maledicendo il quadro, lo scagliò a terra con tanta forza che si ruppe in tre pezzi ma i volti della Madonna e del Bambino Gesù rimasero intatti. Di fronte a ciò, uno degli Hussiti prese una spada e colpì due volte il lato destro del viso della Madonna, e quando alzò la spada per il terzo colpo,

Le sue compagnie fuggirono terrorizzate, ma i capi della banda furono catturati e uccisi con la spada. Così profanata dagli eretici, e abbandonata in mezzo alla melma, la sacra immagine fu ritrovata dai frati paulisti. Quando si chinarono per raccoglierlo, videro aprirsi sotto di esso una sorgente di acqua cristallina che lo lavava dalla polvere e dal fango. In quel luogo, ai piedi di Jasna Gora, fu posta una croce di legno, e più tardi vi fu costruita la Chiesa di Santa Barbara. All’interno del tempio, la sorgente continua a sgorgare l’acqua miracolosa ricercata dai pellegrini e famosa per le cure delle malattie degli occhi che opera.

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Il quadro fu poi portato, su richiesta del re Ladislao Jagiello, a Cracovia per essere restaurato. I migliori artisti polacchi dedicarono il loro talento all’impresa, ma accadde un fatto miracoloso: una volta completato il restauro, la vernice che copriva le cicatrici lasciate sui volti dai colpi di spada degli eretici colò via! Gli artisti italiani chiamati in seguito per restaurarlo hanno scoperto che lo stesso fenomeno si è verificato con loro. Alla fine si è deciso di fare una copia del quadro originale su una nuova tela, preservando le ferite. Questa immagine, tuttavia, è fissata al legno originale, che è considerato una reliquia. (A tutt’oggi si conoscono tre copie del quadro realizzate alla fine del XIV secolo, per le chiese di Glogowek in Slesia, di Lepoglaw in Croazia e di Sokal; nessuna di esse poiché furono realizzate prima dell’attacco degli Hussiti,

In conseguenza di quell’attacco, Ladislao Jagiello quasi dichiarò guerra alla Boemia. È stato il fatto che anche i nobili polacchi fossero coinvolti nell’episodio, che gli ha impedito di farlo. Quei nobili, però, furono severamente castigati, e gli storici dell’epoca riferiscono che morirono tutti violentemente nell’anno successivo alla profanazione del luogo santo.

Più tardi, verso la fine del Cinquecento, il re Zigmunto III, per dare maggiore sicurezza al santuario, lo fece erigere attorno ad esso di possenti mura con quattro bastioni costruiti secondo tecniche olandesi, il tutto circondato da un fossato e fornì una guarnigione mantenuta da la corona. Così Jasna Gora assunse l’aspetto di una fortezza. Contro le sue mura si scatenerà nel secolo successivo un’invasione degli eretici svedesi.

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In sostituzione della rustica e primitiva chiesetta, ne sorgeva ora una maestosa, con un alto campanile ligneo. I lavori per la sua costruzione, ai quali partecipò personalmente re Ladislao Jagiello, si protrassero dalla primavera fino ad ottobre per molti anni. Nel 1690 la torre bruciò e, cadendo sulla navata, fece gravi danni. Al suo posto fu costruita una nuova torre in legno, anch’essa distrutta da un incendio. Nel 1906 fu inaugurata l’attuale ancora più imponente torre in mattoni e malta. In quell’anno papa San Pio X elevò la chiesa – la cui navata ospita quasi 4.000 persone – al rango di Basilica.

TFP.org 18 dicembre 2007

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