Infine, Il Mio Cuore Immacolato Trionferà!

4Akita e Fatima: un legame inscindibile

di Fra’ Pietro Pio M. Pedalino

Un meraviglioso “filo d’oro” interconnette le apparizioni mariane degli ultimi secoli. Per questo talvolta i singoli eventi mariofanici si comprendono meglio, assumono sfumature contenutistiche più profonde e svelano ulteriori misteri se messi in relazione gli uni con gli altri.

Seguendo il filo aureo delle apparizioni mariane di cui spesso ho parlato, è evidente che esiste una stretta e forte connessione tra la mariofania nipponica di Akita ed altre di rilievo degli ultimi due secoli. Sebbene i collegamenti, ad una valutazione approfondita, potrebbero essere molteplici, vorrei fermare l’attenzione su due serie di apparizioni che mi sembra abbiano un legame particolarmente evidente e significativo con quelle di Akita: Fatima e Amsterdam.

Il vescovo di Akita, mons. John Shojiro Ito, nel riconoscere ufficialmente l’autenticità dei fenomeni mariani avvenuti nella sua diocesi, ci tenne a sottolineare che «il messaggio di Akita è la continuazione del messaggio di Fatima».

Sono parole che rivestono una importanza particolare perché a pronunciarle è stato il Vescovo in un’occasione importante e solenne. La stretta interdipendenza tra Fatima e Akita è dovuta, fondamentalmente, al contenuto del messaggio delle due mariofanie. Evidentemente, per l’importanza occupata da Fatima nella storia delle manifestazioni mariane, accostare al suo messaggio quello di Akita conferisce a quest’ultima un valore aggiunto, rendendo manifesto quel filo mariano che collega le diverse apparizioni mariane nel mondo.

Quali sono le principali coincidenze tematiche tra Fatima ed Akita? Eccole a seguire.

Il castigo

La Madonna, in Giappone, ha ricordato che «molti uomini in questo mondo fanno soffrire il Signore […]», motivo per cui «il Padre Celeste si sta preparando a infliggere un grande castigo su tutta l’umanità». Questo castigo era già stato prefigurato dalla spada di fuoco brandita dall’Angelo castigatore della visione del Terzo Segreto di Fatima. Quella spada «scintillando emetteva fiamme che sembrava dovessero incendiare il mondo». Anche se le fiamme si spegnevano al contatto dello splendore che la Madonna emanava dalla mano destra, il trattenimento del castigo è condizionato alla conversione massiccia degli uomini, sintetizzata nel triplice grido dell’Angelo: «Penitenza, Penitenza, Penitenza!». Nostra Signora ad Akita ha fatto intendere che, nonostante il sacrificio delle anime vittime, il castigo non può essere più evitato, almeno nella sua totalità: «Sarà un castigo più grande del Diluvio… Il fuoco cadrà dal cielo…» (13 ottobre 1973).

Si tratterà, forse, di un “diluvio di fuoco” che colpirà il pianeta, assimilabile alla “spada di fuoco” dell’Angelo di Fatima (1) che «scintillando emetteva fiamme che sembrava dovessero incendiare il mondo»? Non è da escludere, anzi… ma in tal caso, cosa provocherà tale diluvio di fuoco? Un asteroide, un altro corpo celeste o qualche altro fenomeno non riconducibile all’ordine naturale?
L’ultima apparizione della Madonna ad Akita, quella appunto in cui sono contenuti i messaggi più significativi relativi al castigo, avvenne il 13 ottobre 1873, giorno in cui ricorre la memoria dell’ultima apparizione della Madonna alla Cova d’Iria. Non pare essere più di un semplice caso? Un figlio spirituale di san Pio da Pietrelcina raccontava che un giorno il Santo, rispondendo ad una domanda circa il Terzo Segreto di Fatima (si era negli anni ’60 del secolo scorso), disse con gravità di parole e scandendo bene ogni sillaba: «Sul Terzo Segreto posso dirvi solo questo: attenti alla valanga di fuoco!». “Sole” (il grande miracolo a Fatima, 13 ottobre 1917)… “Spada di fuoco”… “Diluvio di fuoco”… Quello che conta veramente, è restare vigili e non farsi trovare appesantiti dal torpore di una vita tiepida o, peggio ancora, peccaminosa. Questo, di certo, è possibile a tutti coloro che prestano fede ai materni richiami della Madre del Cielo.

Le anime-vittima

L’appello rivolto dalla Madonna a Fatima non è stato accolto come avrebbe dovuto esserlo. Non Le rimane, quindi, che rivolgersi a quelle poche ma potenti anime vittime che pagano per tutti: «Io desidero anime che Lo consolino [il Signore] per placare la collera del Padre Celeste. Desidero, con mio Figlio, anime che dovranno riparare, per mezzo della loro sofferenza e della loro povertà, per i peccatori e gli ingrati». Nostra Signora si rivolge prima di tutto a suor Agnes e alla sua comunità ma l’invito alla riparazione si estende ben al di là dei confini del chiostro religioso di quel convento.

Queste anime-vittima, a ben vedere, erano già prefigurate nella visione simbolica del Terzo Segreto di Fatima dove si mostra una lunga processione guidata dal Vescovo vestito di bianco, seguito da altri vescovi, sacerdoti, religiosi, religiose e altre persone secolari che raggiungevano la montagna della Croce. Lì tutti venivano immolati e univano il loro sacrificio al Sangue Redentore di Cristo per avvicinare le anime a Dio. Anche a Fatima, quindi, si sottolinea il ruolo imprescindibile delle anime-vittima che, con la loro sofferenza vicaria, sono in grado di attenuare la gravità del castigo meritato dall’umanità peccatrice e blasfema attraverso la generosa offerta di se stessi.

La crisi della Chiesa

Dopo la descrizione del grande castigo, Nostra Signora di Akita volge lo sguardo alla Chiesa “malridotta” (Santa Caterina da Siena) assorbita nelle spire di una crisi spaventosa che raggiunge i più alti livelli della gerarchia e ne scolpisce l’intimo travaglio in poche e lapidarie battute: «L’opera del diavolo si insinuerà anche nella Chiesa…».

La Madre Celeste vede l’enorme declino della fede, la diffusione di una mentalità di compromesso col mondo, le emorragie dovute alla secolarizzazione della larga maggioranza di sacerdoti e religiosi: tutto è opera del demonio che cerca di far sue le guide della Chiesa ed i consacrati per travolgere le anime loro affidate.

Se nella visione del Terzo Segreto di Fatima non se ne parla (quanto meno esplicitamente) ad Akita, invece, troviamo dei riferimenti chiarissimi nel messaggio pubblico, sigillato del resto dalla stessa autorità ecclesiastica nella persona del vescovo del luogo che, con franchezza, riconobbe: «Quando si pensa allo stato attuale della Chiesa e del mondo, l’avvertimento sembra corrispondere in molti punti». Con tutte queste garanzie è d’obbligo dare a ciascuna parola il peso che le spetta, senza sorvolare con superficialità su nulla.

I rimedi

Davanti ad una situazione così desolante e, per certi versi, allarmante, la Madre del Cielo non invita di certo allo scoraggiamento o alla disperazione ma, al contrario, rivolge a tutti i suoi figli un accorato appello: «Le sole armi che vi resteranno sono il Rosario e il Segno lasciato da Mio Figlio (la Croce). Recitate ogni giorno le preghiere del Rosario. Con il Rosario pregate per il Papa, i vescovi e i preti».

Anche a Fatima la Regina del Rosario offriva con solerzia i rimedi: preghiera, penitenza, Santo Rosario, riparazione, esercizio delle virtù teologali, adorazione del Santissimo Sacramento e devozione al Cuore Immacolato di Maria. È proprio il Rosario, raccomandato dalla Madonna a Fatima in ogni sua apparizione, a spiccare come il rimedio principale nel messaggio di Akita.

In analisi finale, dal confronto tra i due messaggi mariani, emerge un identico appello alla conversione, alla preghiera e alla penitenza a causa di grandi mali che sovrastano la Chiesa ed il mondo. Se saremo fedeli a queste richieste della Madre Celeste potremo certamente trasformare il corso degli eventi, anche quelli più cupi e catastrofici.

Ulteriori considerazioni lumeggiano lo stretto legame tra Fatima ed Akita. In un’intervista rilasciata nel 1988 alla rivista Inside the Vatican, l’allora ambasciatore delle Filippine presso la Santa Sede, Howard Dee, confermò che gli avvertimenti della Madonna di Akita erano strettamente collegati al messaggio di Fatima. Ecco cosa disse Howard Dee: «Il Vescovo Ito era convinto che Akita fosse un’estensione di Fatima, ed il Card. Ratzinger mi confermò personalmente che questi due messaggi, quello di Fatima e quello di Akita, sono essenzialmente la stessa cosa» (2).

Utile per la comprensione delle importanti connessioni tra il messaggio di Akita ed il Segreto di Fatima è quanto dichiarò il card. Ratzinger nell’intervista dell’11 novembre 1984 alla rivista Jesus: «Le cose contenute in questo Terzo Segreto corrispondono a ciò che è stato annunciato nelle Sacre Scritture ed è stato affermato più e più volte in altre apparizioni mariane». Proseguendo, aggiungeva che esso si riferisce ai «pericoli che minacciano la fede e la vita dei cristiani, e pertanto del mondo intero». A giudizio del Card. Ratzinger, dunque, esaminando ciò che «è stato più e più volte affermato in altre apparizioni mariane» si scoprono «i pericoli che minacciano la fede e la vita dei cristiani e pertanto del mondo intero» che sono stati «annunciati nelle Sacre Scritture» e predetti nella profezia.

Nel terzo ed ultimo messaggio di Nostra Signora in Giappone, quello del 13 ottobre 1973, la Vergine Maria parlò alla veggente di una grande crisi nella Chiesa e di un castigo purificatore, come abbiamo avuto modo di vedere in questo articolo e in altri precedenti. Le due tematiche portanti del messaggio di Akita, dunque – crisi nella Chiesa e castigo purificatore –, sono senza dubbio anche i due principali dei pilastri contenutistici del Terzo Segreto di Fatima.  

Note

1)    G. Hierzenberger – O. Nedomansky, Tutte le Apparizioni della Madonna in 2000 anni di storia, Piemme, Asti 1996, p. 421. Sono proprio questi due studiosi a far notare la coincidenza temporale tra l’Apparizione giapponese e quella portoghese. Sembra proprio che questo legame con Fatima, dunque, sia qualcosa di riconosciuto e ritenuto anche tra gli studiosi come un elemento decisamente simbolico e significativo.

2) Mary Today, Inside the Vatican, novembre 1998, p. 33. Questa notizia è stata riportata anche da Catholic World News, 11 ottobre 2001: www.catholicculture.org/news/

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Pubblicato da gianluca05

Pace: l’altra condizione della Madonna di Julio Loredo Da quando Papa Francesco ha annunciato che consacrerà la Russia (e l’Ucraina) al Cuore Immacolato di Maria, insieme a tutti i vescovi del mondo – ai quali ha rivolto un preciso appello in questo senso – tutto il mondo cattolico vive nell’attesa di questo storico evento. C’è chi, mosso da spirito pio, vede nel gesto pontificio una soluzione definitiva che metterà fine alla guerra, porterà alla conversione della Russia e al risanamento morale del mondo moderno. Altri, invece, mossi da spirito critico, vi segnalano possibili omissioni e contraddizioni. In ogni caso, bisogna rimarcare come l’annuncio di Papa Francesco – mettendo Fatima al centro degli avvenimenti contemporanei – abbia toccato una fibra profonda nell’opinione pubblica mondiale. L’atto di Francesco si collega a una precisa richiesta fatta dalla Madonna a Fatima nel 1917. Parlando ai pastorelli, la Madonna volle parlare al mondo intero, esortando tutti gli uomini alla preghiera, alla penitenza, all’emendazione della vita. In modo speciale, Ella parlò al Papa e alla sacra Gerarchia, chiedendo loro la consacrazione della Russia al suo Cuore Immacolato. Queste richieste, la Madre di Dio le fece di fronte alla situazione religiosa in cui si trovava il mondo intero all’epoca delle apparizioni. La Madonna indicò tale situazione come estremamente pericolosa. L’empietà e l’impurità avevano a tale punto preso possesso della terra, che per punire gli uomini sarebbe esplosa quella autentica ecatombe che fu la Grande Guerra 1914-1918. Questa conflagrazione sarebbe terminata rapidamente, e i peccatori avrebbero avuto il tempo di emendarsi, secondo il richiamo fatto a Fatima. Se questo richiamo fosse stato ascoltato, l’umanità avrebbe conosciuto la pace. Nel caso non fosse stato ascoltato, sarebbe venuta un’altra guerra ancora più terribile. E, nel caso che il mondo fosse rimasto sordo alla voce della sua Regina, una suprema ecatombe, di origine ideologica e di portata universale, implicante una grave persecuzione religiosa, avrebbe afflitto tutti gli uomini, portando con sé grandi prove per i cattolici: “La Russia diffonderà i suoi errori nel mondo, promuovendo guerre e persecuzioni alla Chiesa (...) I buoni saranno martirizzati. Il Santo Padre dovrà soffrire molto”. “Per impedire tutto questo – continua la Madonna – verrò a chiedere la consacrazione della Russia al Mio Cuore Immacolato e la Comunione riparatrice nei primi sabati. Se accetteranno le Mie richieste, la Russia si convertirà e avranno pace”. Dopo un periodo di estrema tribolazione e di terribili castighi “come non si sono mai visti” (santa Giacinta di Fatima), la Madonna promette il trionfo finale: “Finalmente, il Mio Cuore Immacolato trionferà. Il Santo Padre Mi consacrerà la Russia, che si convertirà, e sarà concesso al mondo un periodo di pace”. Ancor oggi gli esperti discutono sulla validità o meno delle varie consacrazioni fatte da Pio XII e da Giovanni Paolo II. La Madonna aveva posto tre condizioni: che la consacrazione fosse fatta dal Sommo Pontefice, che menzionasse la Russia, e che fosse fatta in unione con tutti i vescovi del mondo. In un modo o nell’altro, a tutte le consacrazioni – 1942, 1952, 1982, 1984 – mancava almeno una di delle condizioni. Dopo aver affermato perentoriamente che la consacrazione del 1984, fatta da Giovanni Paolo II, non era valida, la veggente suor Lucia aveva cambiato opinione, attestando invece la sua conformità a quanto richiesto dalla Madonna. Questa è la posizione più diffusa negli ambienti della Chiesa e fra i fedeli in generale. Non vogliamo entrare in un tema tanto complesso. Facciamo però notare che, alla Cova da Iria, la Madonna indicò due condizioni, entrambe indispensabili, perché si allontanassero i castighi con cui ci minacciava. Una di queste condizioni era la consacrazione. Supponiamo che sia stata fatta nel modo richiesto dalla santissima Vergine. Rimane la seconda condizione: la divulgazione della pratica della comunione riparatrice dei primi cinque sabati del mese. Ci sembra evidente che questa devozione non si è propagata fino a oggi nel mondo cattolico nella misura desiderata dalla Madre di Dio. E vi è ancora un’altra condizione, implicita nel messaggio ma anch’essa indispensabile: è la vittoria del mondo sulle mille forme di empietà e di impurità che oggi, molto più che nel 1917, lo stanno dominando. Tutto indica che questa vittoria non è stata ottenuta, e, al contrario, che in questa materia ci avviciniamo sempre più al parossismo. Così, un mutamento di indirizzo dell’umanità sta diventando sempre più improbabile. E, nella misura in cui avanziamo verso questo parossismo, diventa più probabile che avanziamo verso la realizzazione dei castighi. A questo punto bisogna fare una osservazione, e cioè che, se non si vedessero le cose in questo modo, il messaggio di Fatima sarebbe assurdo. Infatti, se la Madonna affermò nel 1917 che i peccati del mondo erano giunti a un tale livello da richiedere il castigo di Dio, non parrebbe logico che questi peccati siano continuati ad aumentare per più di mezzo secolo, che il mondo si sia rifiutato ostinatamente e fino alla fine di prestare ascolto a quanto gli fu detto a Fatima, e che il castigo non arrivi. Sarebbe come se Ninive non avesse fatto penitenza e, nonostante tutto, le minacce del profeta non si fossero realizzate. Per di più, la stessa consacrazione richiesta dalla Madonna non avrebbe l’effetto di allontanare il castigo se il genere umano dovesse restare sempre più attaccato alla empietà e al peccato. Infatti, fintanto che le cose staranno così, la consacrazione avrà qualcosa di incompleto. Insomma, siccome non si è operato nel mondo l’enorme trasformazione spirituale richiesta alla Cova da Iria, stiamo sempre più avanzando verso l’abisso. E, nella misura in cui avanziamo, tale trasformazione sta diventando sempre più improbabile. Applaudiamo l’atto di Papa Francesco e ci sommiamo toto corde a esso se seguirà i requisiti posti dalla Madonna a Fatima. Tuttavia, finché a questo atto non seguirà una vera e propria crociata spirituale contro l’immoralità dilagante – aborto, omosessualità, LGBT, mode indecenti, pornografia, gender e via dicendo – la semplice consacrazione della Russia – per quanto gradita alla Divina Provvidenza – non allontanerà il castigo. Mi sia permesso di sollevare un’altra perplessità, e non di piccolo peso. A Fatima la Madonna indicò, come l’elemento allora più dinamico del processo rivoluzionario che portava l’umanità verso l’abisso, gli “errori della Russia”, ossia il comunismo, che proprio nell’Unione Sovietica trovò la sua sede e fuoco di espansione. Non ci sarà una vera conversione finché questa ideologia non sarà rigettata in ogni sua manifestazione. Ora, proprio in questo campo il pontificato di Papa Francesco si è contraddistinto per la sua prossimità all’estrema sinistra: dalla vicinanza alla dittatura cubana, al sostegno ai “movimenti popolari” latinoamericani di matrice marxista, senza dimenticare i contatti col patriarca Kiryll, che della dittatura sovietica fu fedele servitore e propagandista. Anche qui, salvo miglior giudizio, ci sembra che, finché all’atto di venerdì a San Pietro non seguirà una vera e propria crociata spirituale contro il comunismo e i suoi epigoni, la sola consacrazione della Russia non fungerà da toccasana per risparmiare una catastrofe alla civiltà contemporanea. Fonte: TFP - Tradizione Famiglia Proprietà -

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