Infine, Il Mio Cuore Immacolato Trionferà!

3Una corretta risposta cattolica a una crisi di sanità pubblica

Apologetica cattolica n. 60

Piuttosto che chiudere le chiese, vietare le messe e nascondersi, la risposta cattolica adeguata a una legittima crisi sanitaria è quella che ha al centro la preghiera e i sacramenti, la fonte della grazia di Dio. Mentre dobbiamo fare uso dei mezzi naturali che Dio ci dà per cure e aiutanti, come cibi sani e vitamine utili, igiene adeguata, sano esercizio fisico e medicine adeguate, tali mezzi naturali non sostituiscono la nostra responsabilità di intensificare le nostre preghiere durante una crisi . 

Santa Comunione durante le epidemie

Mentre la Chiesa può, in periodi di vere e legittime crisi, o per giusti provvedimenti punitivi come nei casi di interdetto, omettere la distribuzione della S. Comunione ai fedeli, qualora si debba distribuire la S. Comunione, nessuna autorità può obbligare i fedeli ricevere Nostro Signore nella mano. 

Processioni Pubbliche

Nel 1576 una pestilenza colpì Milano e le autorità civili abbandonarono la città e la sua gente. Tuttavia rimasero san Carlo Borromeo , arcivescovo della città, ei suoi sacerdoti. Ha rimproverato le autorità civili di “aver riposto la loro fiducia in mezzi umani piuttosto che divini”. Piuttosto che fuggire, ha organizzato sforzi per nutrire circa 60.000 – 70.000 persone, seppellire i morti, amministrare i sacramenti ai morenti e condurre processioni pubbliche. San Carlo Borromeo, infatti, come raffigurato in una celebre immagine di Giovanni Battista della Rovere, guidava in processione per le vie la reliquia di uno dei Santi Chiodi che trafissero Nostro Signore sulla croce.

Allo stesso modo, secoli prima, nel 590, quando la peste colpì Roma, il papa San Gregorio Magno (la cui festa è oggi, 12 marzo ) fece una pubblica professione per le strade con il popolo per implorare la misericordia di Dio. Mentre guidava la gente per le strade verso Santa Maria Maggiore, attraversarono il Ponte degli Angeli quando sopra Castel Sant’Angelo apparve San Michele Arcangelo. L’Arcangelo rinfoderò la sua spada che segnò la fine della pestilenza. Questo evento diede origine alla festa liturgica detta Rogazione Maggiore, che si celebra ogni anno il 25 aprile.

I quattordici santi aiutanti

La devozione ai Quattordici Santi Ausiliatori ebbe origine nel XIV secolo in gran parte a causa della peste bubbonica. I miracoli attribuiti a questo gruppo di santi, in particolare per i miracoli medici, hanno vinto per loro la distinzione come i quattordici santi aiutanti. I 14 Santi Ausiliatori sono:

  • Agazio
  • Barbara
  • Biagio, vescovo
  • Caterina d’Alessandria
  • Cristoforo
  • Ciriaco, diacono
  • Denis, vescovo
  • Erasmo, vescovo
  • Eustachio
  • Giorgio
  • Giles
  • Margherita d’Antiochia
  • Pantaleone
  • Vito

Bonaventure Hammer, in The Fourteen Holy Helpers pubblicato nel 1995, ha riassunto il loro patrocinio:

“San Cristoforo e Sant’Egidio furono invocati contro la peste stessa. Si pregava San Denis per alleviare il mal di testa, San Biagio per i mali della gola, Sant’Elmo per le malattie addominali, Santa Barbara per la febbre e San Vito contro l’epilessia. San Pantaleone era il patrono dei medici, San Ciriaco invocato contro la tentazione sul letto di morte, ei Santi Cristoforo, Barbara e Caterina per la protezione contro una morte improvvisa e improvvisa. Sant’Egidio era pregato per una buona confessione e Sant’Eustachio come guaritore dei mali familiari. Anche gli animali domestici furono attaccati dalla peste, per cui furono invocati a loro protezione i Santi Giorgio, Elmo, Pantaleone e Vito. Santa Margherita di Antiochia è la patrona del parto sicuro”.

Non dobbiamo trascurare di pregare specialmente i 14 Santi Ausiliatori durante le epidemie. In effetti, fare una novena ai Quattordici Santi Ausiliari sarebbe una risposta cattolica molto appropriata che i vescovi e i sacerdoti dovrebbero incoraggiare i laici a compiere. 

Messe votive

Durante i periodi di crisi sanitaria, più sacerdoti dovrebbero offrire messe votive con l’intenzione di scongiurare l’ira di Dio e per misericordia e salute per coloro che sono sulla terra. Troviamo nel Messale del 1962 la Messa votiva per la liberazione dalla morte in tempo di pestilenza. La Colletta della Messa recita: «O Dio, che non vuoi la morte del peccatore, ma che si penta: accogli con il perdono il ritorno del tuo popolo a te: e finché sarà fedele al tuo servizio, ritira nella Tua clemenza il flagello della Tua ira”. Possiamo pregare questo ogni giorno nelle nostre vite di preghiera durante le epidemie.

Allo stesso modo, la Messa votiva per gli infermi, che si trova anch’essa nel Messale del 1962, implora nella sua preghiera colletta: aiuto della tua misericordia, affinché, guariti, ti rendano grazie nella tua Chiesa». Possiamo anche pregare questo a nome dei malati.

I vescovi possono anche ordinare che venga aggiunta alla Messa un’ulteriore preghiera colletta per una calamità pubblica in corso, che viene recitata in determinati giorni durante la crisi. 

Non mettiamo alla prova Dio e pretendiamo miracoli quando Egli ci ha già dato i mezzi naturali per trovare sollievo. Nella domanda 1154 del Catechismo di Baltimora leggiamo: “In tutte le nostre devozioni e pratiche religiose dobbiamo guardarci attentamente dall’aspettarci che Dio compia miracoli quando cause naturali possono portare a ciò che speriamo. Dio a volte ci aiuterà miracolosamente, ma, di regola, solo quando tutti i mezzi naturali hanno fallito.

La Santa Comunione non può mai essere negata sulla lingua. Nessuno può forzare la Santa Comunione in mano. In effetti, è sacrilego e non dovrebbe mai essere fatto. Se non riesci a ricevere la Santa Comunione sulla lingua, puoi imparare a fare un vero atto di Comunione Spirituale. Il Vaticano ha affermato che se la Santa Comunione viene data ai fedeli, la Comunione sulla lingua non deve mai essere negata. 

Vedi https://acatholiclife.blogspot.com/2020/03/holy-communion-on-tongue-may-never-be.html

Tutti i Quattordici dei Santi Ausiliatori, eccetto S. Egidio, furono martiri.
È possibile scaricare e stampare un’immaginetta di preghiera della novena dei Quattordici Santi Ausiliatori dal sito Web della Fondazione San Vincenzo Ferrer qui.
Puoi anche fare loro una novena usando le preghiere disponibili qui: http://www.catholickingdom.com/Cathedral/Prayer/novenas/14-Holy-Helpers.html

Per chi possiede i Messali giornalieri dell’Angelus Press, i propri di questa Messa votiva si trovano a pagina 1578.

Nelle rubriche del 1962 tale colletta votiva può essere recitata per tutta la durata di detta calamità, ma solo nei giorni di lunedì, mercoledì e venerdì. E la colletta è vietata in tutti i giorni liturgici di prima e seconda classe. Nel messale precedente al 1955, che recepisce le riforme liturgiche di san Pio X, le rubriche affermano: causa grave, si omettono solo nelle vigilie di Natale e di Pentecoste, nella Domenica delle Palme e in tutti i Doppi di I Classe. Ma se si ordina espressamente che si dicano anche sui Doppi di I classe, allora si omettono solo a Natale, Epifania, Giovedì Santo, Sabato Santo, Pasqua, Ascensione, Pentecoste, Trinità, Corpus Domini, Sacro Cuore e Cristo il Re.”

Fonte: Il Centro di Fatima

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Pubblicato da gianluca05

Pace: l’altra condizione della Madonna di Julio Loredo Da quando Papa Francesco ha annunciato che consacrerà la Russia (e l’Ucraina) al Cuore Immacolato di Maria, insieme a tutti i vescovi del mondo – ai quali ha rivolto un preciso appello in questo senso – tutto il mondo cattolico vive nell’attesa di questo storico evento. C’è chi, mosso da spirito pio, vede nel gesto pontificio una soluzione definitiva che metterà fine alla guerra, porterà alla conversione della Russia e al risanamento morale del mondo moderno. Altri, invece, mossi da spirito critico, vi segnalano possibili omissioni e contraddizioni. In ogni caso, bisogna rimarcare come l’annuncio di Papa Francesco – mettendo Fatima al centro degli avvenimenti contemporanei – abbia toccato una fibra profonda nell’opinione pubblica mondiale. L’atto di Francesco si collega a una precisa richiesta fatta dalla Madonna a Fatima nel 1917. Parlando ai pastorelli, la Madonna volle parlare al mondo intero, esortando tutti gli uomini alla preghiera, alla penitenza, all’emendazione della vita. In modo speciale, Ella parlò al Papa e alla sacra Gerarchia, chiedendo loro la consacrazione della Russia al suo Cuore Immacolato. Queste richieste, la Madre di Dio le fece di fronte alla situazione religiosa in cui si trovava il mondo intero all’epoca delle apparizioni. La Madonna indicò tale situazione come estremamente pericolosa. L’empietà e l’impurità avevano a tale punto preso possesso della terra, che per punire gli uomini sarebbe esplosa quella autentica ecatombe che fu la Grande Guerra 1914-1918. Questa conflagrazione sarebbe terminata rapidamente, e i peccatori avrebbero avuto il tempo di emendarsi, secondo il richiamo fatto a Fatima. Se questo richiamo fosse stato ascoltato, l’umanità avrebbe conosciuto la pace. Nel caso non fosse stato ascoltato, sarebbe venuta un’altra guerra ancora più terribile. E, nel caso che il mondo fosse rimasto sordo alla voce della sua Regina, una suprema ecatombe, di origine ideologica e di portata universale, implicante una grave persecuzione religiosa, avrebbe afflitto tutti gli uomini, portando con sé grandi prove per i cattolici: “La Russia diffonderà i suoi errori nel mondo, promuovendo guerre e persecuzioni alla Chiesa (...) I buoni saranno martirizzati. Il Santo Padre dovrà soffrire molto”. “Per impedire tutto questo – continua la Madonna – verrò a chiedere la consacrazione della Russia al Mio Cuore Immacolato e la Comunione riparatrice nei primi sabati. Se accetteranno le Mie richieste, la Russia si convertirà e avranno pace”. Dopo un periodo di estrema tribolazione e di terribili castighi “come non si sono mai visti” (santa Giacinta di Fatima), la Madonna promette il trionfo finale: “Finalmente, il Mio Cuore Immacolato trionferà. Il Santo Padre Mi consacrerà la Russia, che si convertirà, e sarà concesso al mondo un periodo di pace”. Ancor oggi gli esperti discutono sulla validità o meno delle varie consacrazioni fatte da Pio XII e da Giovanni Paolo II. La Madonna aveva posto tre condizioni: che la consacrazione fosse fatta dal Sommo Pontefice, che menzionasse la Russia, e che fosse fatta in unione con tutti i vescovi del mondo. In un modo o nell’altro, a tutte le consacrazioni – 1942, 1952, 1982, 1984 – mancava almeno una di delle condizioni. Dopo aver affermato perentoriamente che la consacrazione del 1984, fatta da Giovanni Paolo II, non era valida, la veggente suor Lucia aveva cambiato opinione, attestando invece la sua conformità a quanto richiesto dalla Madonna. Questa è la posizione più diffusa negli ambienti della Chiesa e fra i fedeli in generale. Non vogliamo entrare in un tema tanto complesso. Facciamo però notare che, alla Cova da Iria, la Madonna indicò due condizioni, entrambe indispensabili, perché si allontanassero i castighi con cui ci minacciava. Una di queste condizioni era la consacrazione. Supponiamo che sia stata fatta nel modo richiesto dalla santissima Vergine. Rimane la seconda condizione: la divulgazione della pratica della comunione riparatrice dei primi cinque sabati del mese. Ci sembra evidente che questa devozione non si è propagata fino a oggi nel mondo cattolico nella misura desiderata dalla Madre di Dio. E vi è ancora un’altra condizione, implicita nel messaggio ma anch’essa indispensabile: è la vittoria del mondo sulle mille forme di empietà e di impurità che oggi, molto più che nel 1917, lo stanno dominando. Tutto indica che questa vittoria non è stata ottenuta, e, al contrario, che in questa materia ci avviciniamo sempre più al parossismo. Così, un mutamento di indirizzo dell’umanità sta diventando sempre più improbabile. E, nella misura in cui avanziamo verso questo parossismo, diventa più probabile che avanziamo verso la realizzazione dei castighi. A questo punto bisogna fare una osservazione, e cioè che, se non si vedessero le cose in questo modo, il messaggio di Fatima sarebbe assurdo. Infatti, se la Madonna affermò nel 1917 che i peccati del mondo erano giunti a un tale livello da richiedere il castigo di Dio, non parrebbe logico che questi peccati siano continuati ad aumentare per più di mezzo secolo, che il mondo si sia rifiutato ostinatamente e fino alla fine di prestare ascolto a quanto gli fu detto a Fatima, e che il castigo non arrivi. Sarebbe come se Ninive non avesse fatto penitenza e, nonostante tutto, le minacce del profeta non si fossero realizzate. Per di più, la stessa consacrazione richiesta dalla Madonna non avrebbe l’effetto di allontanare il castigo se il genere umano dovesse restare sempre più attaccato alla empietà e al peccato. Infatti, fintanto che le cose staranno così, la consacrazione avrà qualcosa di incompleto. Insomma, siccome non si è operato nel mondo l’enorme trasformazione spirituale richiesta alla Cova da Iria, stiamo sempre più avanzando verso l’abisso. E, nella misura in cui avanziamo, tale trasformazione sta diventando sempre più improbabile. Applaudiamo l’atto di Papa Francesco e ci sommiamo toto corde a esso se seguirà i requisiti posti dalla Madonna a Fatima. Tuttavia, finché a questo atto non seguirà una vera e propria crociata spirituale contro l’immoralità dilagante – aborto, omosessualità, LGBT, mode indecenti, pornografia, gender e via dicendo – la semplice consacrazione della Russia – per quanto gradita alla Divina Provvidenza – non allontanerà il castigo. Mi sia permesso di sollevare un’altra perplessità, e non di piccolo peso. A Fatima la Madonna indicò, come l’elemento allora più dinamico del processo rivoluzionario che portava l’umanità verso l’abisso, gli “errori della Russia”, ossia il comunismo, che proprio nell’Unione Sovietica trovò la sua sede e fuoco di espansione. Non ci sarà una vera conversione finché questa ideologia non sarà rigettata in ogni sua manifestazione. Ora, proprio in questo campo il pontificato di Papa Francesco si è contraddistinto per la sua prossimità all’estrema sinistra: dalla vicinanza alla dittatura cubana, al sostegno ai “movimenti popolari” latinoamericani di matrice marxista, senza dimenticare i contatti col patriarca Kiryll, che della dittatura sovietica fu fedele servitore e propagandista. Anche qui, salvo miglior giudizio, ci sembra che, finché all’atto di venerdì a San Pietro non seguirà una vera e propria crociata spirituale contro il comunismo e i suoi epigoni, la sola consacrazione della Russia non fungerà da toccasana per risparmiare una catastrofe alla civiltà contemporanea. Fonte: TFP - Tradizione Famiglia Proprietà -