Infine, Il Mio Cuore Immacolato Trionferà!

3Il processo sinodale è un vaso di Pandora: 100 domande e risposte

Il processo sinodale è un vaso di Pandora: 100 domande e risposte
Libro in italiano
Il processo sinodale è un vaso di Pandora: 100 domande e risposte

Voci eretiche all’interno della Chiesa cattolica reclamano un cambiamento. Il loro programma radicale al Sinodo sulla sinodalità è chiaro: distorcere la dottrina, sovvertire la tradizione e smantellare la natura gerarchica della Chiesa.

Con rinfrescante chiarezza, gli autori José Antonio Ureta e Julio Loredo de Izcue spiegano l’attuale crisi nel loro nuovo libro, Il processo sinodale è un vaso di Pandora: 100 domande e risposte . Ogni pagina offre saggezza, intuizione e verità. Ogni risposta smaschera i sofismi, la confusione deliberata e l’eresia dietro il Sinodo.

Il cardinale Raymond Burke nota nella sua prefazione: “La sinodalità e il suo aggettivo, sinodale, sono diventati slogan dietro i quali è all’opera una rivoluzione per cambiare radicalmente l’autocomprensione della Chiesa, in accordo con un’ideologia contemporanea che nega gran parte di ciò che la Chiesa ha sempre insegnato e praticato”.

Il processo sinodale è un vaso di Pandora è un grido d’allarme. Scopri perché i fedeli cattolici hanno il dovere morale di resistere e resistere alla normalizzazione del peccato innaturale, all’ordinazione delle donne, alla ricezione della Santa Comunione da parte dei divorziati adulteri “risposati” e al livellamento democratico egualitario all’interno della Chiesa cattolica.

Se ami la Chiesa cattolica e la sua forma gerarchica di governo stabilita per sempre da Nostro Signore Gesù Cristo, questo libro è per te.

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Contenuti

Prefazione

Introduzione
Nessuna Assemblea Ordinaria
The German Synodaler Weg
Un percorso fallito
Dal conciliarismo alla sinodalità permanente
“Sono diventato un emarginato per i miei parenti, un estraneo per i figli di mia madre”

I – Il Sinodo dei Vescovi
1. Cos’è il Sinodo dei Vescovi?
2. Le conclusioni del Sinodo sono vincolanti?
3. Può un Papa o un Sinodo dei Vescovi cambiare la dottrina o le strutture della Chiesa Cattolica?
4. Quali cambiamenti ha introdotto Papa Francesco al Sinodo dei vescovi?
5. Come giustifica Papa Francesco questo cambiamento radicale nel Sinodo dei vescovi?

II – Sinodo sulla sinodalità
6. Qual è il tema e il programma del prossimo Sinodo?
7. Questo Sinodo mira a raggiungere conclusioni specifiche o ad aprire un processo?
8. Perché Papa Francesco ha deciso di tenere due Assemblee?
9. Cosa accadrebbe se un numero significativo di fedeli non fosse d’accordo e rifiutasse le decisioni del Sinodo o del Papa?

III – Il processo sinodale
A – La “sinodalità”
10. Che cos’è la “sinodalità”?
11. Che cosa cerca la sinodalità?
12. Quali implicazioni avrà la sinodalità sulla vita della Chiesa?

B – “Ascolto”
13. Perché “l’ascolto dei fedeli” ha un ruolo primario?
14. Esiste un senso tradizionale di “ascolto” dei fedeli da parte dei pastori?
15. Esiste uno svantaggio nel concetto moderno di “ascolto”?
16. La voce del popolo è la voce di Dio?
17. Quale giustificazione teologica danno alla necessità di ascoltare?
18. Come possiamo sapere, allora, quando le credenze dei fedeli sono infallibili?
19. Chi ascoltano i promotori del Sinodo?
20. Quali sono i pericoli di un ascolto così approfondito?
21. Si possono attribuire allo Spirito Santo proposte errate e scandalose?

C – Il ruolo dei fedeli nello sviluppo dottrinale
22. I fedeli svolgono un ruolo nell’elaborazione della dottrina della Chiesa?
23. Ciò significa che i fedeli svolgono un ruolo attivo nell’infallibilità della Chiesa?
24. I promotori del Sinodo distinguono tra il ruolo attivo del Magistero e il ruolo passivo dei fedeli nello sviluppo organico del deposito della fede?

D – Il ruolo delle “minoranze emarginate”
25. I promotori del Sinodo insistono nell’ascoltare soprattutto le “minoranze emarginate”?
26. Quali sono le “esperienze difficili e negative” contenute nelle “testimonianze profetiche” raccolte nelle consultazioni diocesane?
27. Le consultazioni a livello continentale hanno rispecchiato tutto ciò?
28. Cosa dice il Documento di lavoro per la fase continentale sull’ordinazione delle donne?
29. Questi argomenti sono nuovi?

E – “Inclusione”
30. Cosa significa “Inclusione” per i promotori del Sinodo?
31. Cosa si nasconde dietro la proposta di “inclusione”?
32. L’“inclusione radicale” è la chiave per comprendere il prossimo Sinodo?
33. Questa “inclusione radicale” cambierà le strutture e le dottrine della Chiesa?
34. L’“inclusione” sta implementando la “Chiesa dei poveri” della Teologia della Liberazione?

F – Lo strumento di lavoro per la fase continentale
35. Qual è stato il risultato delle testimonianze raccolte durante le consultazioni diocesane?
36. È un documento ideologicamente parziale?

G – Sono stati consultati i fedeli?
37. In teoria, il processo sinodale dovrebbe consultare l’intero “popolo di Dio”. È stato fatto?
38. Cosa significano queste cifre?

H – Una “setta” al centro del Sinodo?
39. Perché i fedeli cattolici sono disinteressati?
40. Grillo non allude a un gruppo nascosto quando si riferisce al pubblico cattolico come qualcosa di “esterno” alla cerchia degli iniziati?

IV – Riforma della Chiesa
41. A quali livelli dovrebbero essere modificate le strutture della Chiesa?
42. Questi cambiamenti influenzerebbero anche la liturgia?
43. Qual è il problema principale della Chiesa secondo i promotori del Sinodo?
44. Come rimediare al clericalismo ?
45. Quali adattamenti dovrebbero essere apportati alle attuali strutture della Chiesa?
46. ​​Questo sistema collegiale non darà luogo a tensioni e disaccordi?
47. In che modo questo processo differirebbe dalla democrazia moderna?
48. Cos’è il “discernimento comunitario”?
49. A cosa assomiglierebbe il governo della Chiesa?
50. Se l’opinione dei fedeli e quella del Papa divergessero, quale prevarrebbe?
51. Quali basi teologiche presentano i promotori del Sinodo per giustificare la corresponsabilità comunitaria nella vita della Chiesa?
52. Fino a che punto intendono riconoscere i “carismi” e i “ministeri” laici?

V – Il Synodaler Weg tedesco
A – Un percorso non solo per la Germania
53. Cos’è il Synodaler Weg ?
54. Il Synodaler Weg è diverso dal Sinodo universale?
55. Da dove hanno preso l’idea i vescovi tedeschi?
56. Chi ha voce in capitolo nel Synodaler Weg ?
57. Quanto è importante il Synodaler Weg ?
58. Perché è stato convocato il Synodaler Weg ?
59. Ci sono ulteriori motivi dietro il Synodaler Weg ?
60. Il Weg è un cambiamento di paradigma culturale nella Chiesa?
61. Quali sono le cause degli abusi sessuali da parte del clero secondo i promotori di Weg ?
62. Quali soluzioni propone il Synodaler Weg ?
63. Ciò potrebbe portare alla distruzione della Chiesa?

B – Democratizzazione della Chiesa
64. Cosa intendono fare i promotori di Weg riguardo alla governance della Chiesa?
65. C’è stato un consenso per formare il Consiglio?
66. Il Vaticano ha approvato questo Concilio sinodale?
67. L’intervento del Vaticano ha avuto qualche impatto?

C – Ordinazione delle donne
68. Come si collega l’ordinazione delle donne al tema del Sinodo?
69. Il Magistero della Chiesa consente di ordinare donne al sacerdozio?
70. Si potrebbe approvare solo il diaconato femminile?

D – “Includere” gli omosessuali
71. Come si rapporta la questione omosessuale con la sinodalità?
72. Cosa insegna la Chiesa sull’omosessualità?
73. Ciò significa che la Chiesa rifiuta gli omosessuali?
74. Cosa significa “includere” gli omosessuali nella Chiesa?
75. La dottrina morale della Chiesa deve essere modificata per “includere” gli omosessuali?
76. Cosa propongono i promotori di Weg per sostituire la dottrina morale della Chiesa? 77. I promotori di Weg
77. sono gli unici a chiedere di “includere” gli omosessuali?
78. Stanno cercando scappatoie per legittimare canonicamente le unioni tra persone dello stesso sesso?
79. Il Vaticano ha approvato queste “benedizioni”?
80. Come hanno reagito alcuni vescovi tedeschi e alcune conferenze episcopali europee?

E – Distruzione della Famiglia
81. Cos’è la famiglia secondo la dottrina della Chiesa?
82. Quali cambiamenti intende apportare il Synodaler Weg ?

VI – Una strada accidentata
A – Reazioni contro il Synodaler Weg
83. Cardinali e vescovi hanno protestato contro il Synodaler Weg ?
84. Esiste un consenso tra i vescovi europei sul Sinodo?
85. Che dire della Chiesa negli Stati Uniti?
86. Si può parlare di un rifiuto del Synodaler Weg da parte dei fedeli e, più in generale, del Sinodo sulla sinodalità?
87. Cosa sarebbe successo se fossero stati consultati tutti i fedeli e non solo le minoranze progressiste?
88. Tutti i vescovi tedeschi sostengono la Synodaler Weg ?
89. Papa Francesco ha espresso qualche perplessità nei confronti del Synodaler Weg ?
90. Ci sono dicasteri vaticani che hanno reagito al Weg ?
91. Come hanno reagito i vescovi tedeschi alle critiche di Roma?

B – Alcune perplessità
92. Le reazioni del Papa suscitano perplessità?
93. Le reazioni delle autorità vaticane suscitano perplessità?
94. Qualcuno è stato punito per aver formulato proposizioni eterodosse durante il processo sinodale?
95. Questo lassismo contrasta con altri atteggiamenti di Papa Francesco?
96. I cattolici sono preoccupati?

C – Verso un compromesso “alla romana”?
97. Ci sono contraddizioni nelle dichiarazioni delle autorità vaticane e di Papa Francesco?
98. Si può spiegare questa manovra?
99. Ci stiamo quindi muovendo verso una sorta di compromesso?
100. Che tipo di Chiesa risulterebbe dal processo sinodale portato alle sue conseguenze finali?

Conclusione

Postfazione

Lavori citati

Prefazione

Stemma del cardinale Raymond Leo Burke

16 giugno 2023
Festa del Sacratissimo Cuore di Gesù

Mi congratulo di cuore per la pubblicazione de Il processo sinodale, un vaso di Pandora , che affronta in modo chiaro ed esaustivo una situazione gravissima della Chiesa oggi. È una situazione che giustamente preoccupa ogni cattolico attento e ogni persona di buona volontà che constata il danno evidente e grave che essa arreca al Corpo mistico di Cristo.

Ci viene detto che la Chiesa che noi professiamo, in comunione con i nostri antenati nella fede fin dal tempo degli Apostoli, essere Una, Santa, Cattolica e Apostolica deve ora essere definita dalla sinodalità, termine che non ha storia nel mondo. dottrina della Chiesa e per la quale non esiste una definizione ragionevole. La sinodalità e il suo aggettivo, sinodale, sono diventati slogan dietro i quali è all’opera una rivoluzione per cambiare radicalmente l’autocomprensione della Chiesa, in accordo con un’ideologia contemporanea che nega gran parte di ciò che la Chiesa ha sempre insegnato e praticato. Non si tratta di una questione puramente teorica, perché già da alcuni anni l’ideologia è stata messa in pratica nella Chiesa in Germania, diffondendo diffusamente confusione ed errore e il loro frutto, la divisione – anzi lo scisma –, con grave danno di molte anime. . Con l’imminente Sinodo sulla sinodalità, c’è giustamente da temere che la stessa confusione, errore e divisione si riverseranno sulla Chiesa universale. In realtà, ciò ha già cominciato a realizzarsi attraverso la preparazione del Sinodo a livello locale.

Solo la verità di Cristo, così come ci viene tramandata nella dottrina e nella disciplina immutabili e immutabili della Chiesa, può affrontare efficacemente la situazione svelando l’ideologia all’opera, correggendo la confusione mortale, l’errore e la divisione che sta propagando, e ispirando i membri della Chiesa a intraprendere la vera riforma che è la conversione quotidiana a Cristo vivo per noi nell’insegnamento della Chiesa, nella sua preghiera e adorazione, e nella sua pratica delle virtù e della disciplina. Il processo sinodale, un vaso di Pandora , attraverso una serie di 100 domande e risposte, getta la luce di Cristo, la verità di Cristo, sull’attuale situazione più preoccupante della Chiesa. Lo studio delle domande e delle risposte aiuterà i cattolici sinceri a essere “collaboratori della verità” di Cristo (3 Gv 8), come sono chiamati a essere tutti i membri della Chiesa, e quindi ad essere agenti del rinnovamento della Chiesa nel nostro mondo. tempo, fedele alla Tradizione Apostolica.

Ringrazio tutti coloro che con impegno ed eccellenza hanno lavorato per formulare le opportune domande e per fornire risposte autorevoli. La mia speranza è che il frutto del loro lavoro sia a disposizione dei cattolici di tutto il mondo per l’edificazione della Chiesa, come ci insegna San Paolo: «Piuttosto, dicendo la verità nell’amore, dobbiamo crescere in ogni modo verso lui che è il Capo, in Cristo» (Ef 4,15).

Per intercessione e sotto la cura della Vergine Madre di Nostro Signore, la Beata Vergine Maria, che Egli ci ha donato come Madre nostra nella Chiesa (cfr Gv 19,26-27), possano i gravi danni che oggi minacciano si allontani la Chiesa, affinché, fedele a Nostro Signore, che solo è la nostra salvezza, possa compiere la sua missione nel mondo.

Con il più profondo affetto e stima paterna, lo sono

Raymond Leo cardinale Burke sig

Con devozione nel Sacro Cuore di Gesù
e nel Cuore Immacolato di Maria,


Raymond Leo Cardinale BURKE

____________________________
Julio LOREDO e José Antonio URETA
ROMA

Introduzione

Papa Francesco ha convocato a Roma un Sinodo sulla sinodalità con il motto “Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione”. È la sedicesima Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi.

Nonostante il suo impatto potenzialmente rivoluzionario, il dibattito attorno a questo Sinodo è rimasto in gran parte limitato agli addetti ai lavori. Il grande pubblico ne sa poco, una lacuna che cerchiamo di colmare spiegando qual è la posta in gioco. È in atto un progetto di riforma della Santa Madre Chiesa che, portato alle sue ultime conseguenze, potrebbe sovvertirne le stesse fondamenta.

Pur trattandosi di un’Assemblea ordinaria, diversi fattori rendono questo Sinodo un evento insolito, che alcuni vorrebbero fosse uno spartiacque nella storia della Chiesa, una sorta di fatto di Concilio Vaticano III.

Nessuna Assemblea Ordinaria

Il primo fattore è la sua stessa struttura. Dopo un’ampia consultazione internazionale, sono previste ben due sessioni plenarie a Roma nel 2023 e nel 2024, precedute da un ritiro spirituale per i partecipanti.

Un secondo fattore è il suo contenuto. Mentre le Assemblee Generali ordinarie si occupano solitamente di questioni specifiche (Giovani nel 2018, Famiglia nel 2015, e così via), questa volta intendono mettere in discussione la struttura stessa della Chiesa. Propongono di ripensare la Chiesa, trasformandola in una nuova “Chiesa costitutivamente sinodale” modificando gli elementi fondamentali della sua costituzione organica. Questo cambiamento è così radicale che i documenti sinodali parlano di “conversione”, come se la Chiesa fosse sulla strada sbagliata e avesse bisogno di fare un’inversione di marcia.

Un terzo fattore che rende insolita questa assemblea è il suo carattere processuale. Questo Sinodo non intende discutere questioni dottrinali o pastorali e giungere a conclusioni, ma intraprendere un “processo ecclesiale” per riformare la Chiesa. Molti temono che ciò possa aprire il vaso di Pandora.

La sinodalità rischia così di diventare una di quelle “parole talismaniche” di cui ha scritto il pensatore cattolico Plinio Corrêa de Oliveira, cioè parole altamente elastiche, suscettibili di radicalizzazione e abusate a scopo propagandistico. Manipolata dalla propaganda, “[una parola-talismano] comincia a brillare di un nuovo splendore, affascinando il paziente e portandolo molto più lontano di quanto avrebbe potuto immaginare”. 

Questa riforma radicale della Chiesa, dicono i promotori del Sinodo, recupererebbe vecchie procedure di partecipazione comunitaria della Chiesa primitiva troppo a lungo trascurate a causa dell’egemonia di un’ecclesiologia gerarchica viziata da superare. 

Il Sinodo sulla sinodalità si pone quindi come uno spartiacque nella storia della Chiesa e, specificamente, nell’attuale pontificato. Papa Francesco «sta preparando la sua riforma capitale: la sinodalità», scrive il vaticanista Jean-Marie Guénois. “Spera di trasformare la Chiesa piramidale, centralizzata e clericalizzata in una comunità più democratica e decentralizzata”. 

Il Synodaler Weg tedesco

Tra i più impegnati nella “conversione sinodale” della Chiesa c’è la maggioranza dei vescovi tedeschi, che hanno avviato un loro “cammino”: il Synodaler Weg . Questo Weg concentra e fa rivivere le rivendicazioni più estreme dei progressisti tedeschi.

Per i suoi promotori la Weg non dovrebbe limitarsi alla Germania. Dovrebbe invece servire da modello e da forza trainante per il Sinodo universale. I tedeschi appaiono così come una fazione estrema, seppure articolata e influente, nel vasto universo dei promotori della sinodalità. Alcuni vaticanisti temono che l’influenza dei progressisti tedeschi possa essere decisiva nei lavori sinodali, come è avvenuto in parte durante il Concilio Vaticano II, quando “il Reno sfociava nel Tevere”. 

Portato alle sue ultime conseguenze, il Weg implicherebbe una profonda sovversione della Santa Chiesa Cattolica Romana. Il cardinale Gerhard Müller, ex prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, ha dichiarato: “Stanno sognando un’altra chiesa che non abbia nulla a che fare con la fede cattolica. . . e vogliono abusare di questo processo, per spostare la Chiesa cattolica, e non solo in [un’altra] direzione, ma per distruggere la Chiesa cattolica”. 

Se il Sinodo universale dovesse accettare anche solo una parte del Weg tedesco , ciò potrebbe sfigurare e porre fine alla Chiesa come la conosciamo. Naturalmente questa non sarebbe la fine della Chiesa cattolica. Confortata dalla promessa divina, ha la certezza dell’indefettibilità. A causa di questa prerogativa, ella resisterà fino alla fine dei tempi (vedere Matteo 28:20) e le porte dell’inferno non prevarranno contro di lei (vedere Matteo 16:18).

Un percorso fallito

Prima di applicare il Cammino sinodale alla Chiesa cattolica, i suoi promotori farebbero bene a studiare esperimenti simili in altre religioni che si sono rivelati infruttuosi. Prendiamo l’esempio della Chiesa d’Inghilterra, che ha intrapreso la sua particolare “Via sinodica” negli anni Cinquanta.

Degna di nota è la testimonianza di Gavin Ashenden, ex vescovo anglicano e cappellano di Sua Maestà la Regina Elisabetta II, ora convertito al cattolico:

“Gli ex anglicani credono di poter offrire qualche aiuto” perché sono stati testimoni dello “stratagemma” della sinodalità utilizzato nella Chiesa d’Inghilterra “con effetti così divisivi e distruttivi”.“Il fatto è che gli ex anglicani hanno già visto questo scherzo giocato alla Chiesa. Fa parte della spiritualità dei progressisti. In parole povere, avvolgono contenuti quasi marxisti in una coperta di conforto spirituale e poi parlano molto dello Spirito Santo”. 

Un avvertimento simile arriva da p. Michael Nazir-Ali, ex vescovo anglicano di Rochester e ora prete cattolico. Esorta i vescovi a imparare dalla “confusione e caos” che ne derivano tra gli anglicani e gli altri protestanti. 

Non è necessario andare lontano per vedere il fallimento di questo approccio. Il disastro della Chiesa in Germania è evidente. Ironicamente, la Synodaler Weg vuole servire da modello per riformare la Chiesa universale. Tuttavia, tutti vedono la Chiesa in Germania quasi scomparire nel mezzo della peggiore crisi della sua storia perché ha applicato idee e pratiche simili a quelle che ispirano il Weg .

Perché qualcuno dovrebbe voler imporre alla Chiesa un percorso che altrove ha portato al disastro?

Inoltre, come mostrerà questo libro, quasi nessuno è entusiasta del Cammino sinodale, sia esso universale o tedesco. Il numero di persone coinvolte nei vari processi consultivi è ridicolo. C’è un’indifferenza generale. I promotori del Cammino sinodale interpreteranno correttamente questa indifferenza? Si renderanno conto che stanno facendo il loro gioco vuotando le gradinate? Ahimè, fosse solo una partita di calcio! È in gioco nientemeno che la Sposa di Cristo!

Dal conciliarismo alla sinodalità permanente

Sebbene i suoi sostenitori presentino lo spirito sinodale come moderno e aggiornato, esso attinge ad antichi errori ed eresie.

La cosiddetta corrente conciliarista sorse già nel XV secolo con il pretesto di adeguare la Chiesa alla nuova mentalità nata con l’Umanesimo. I suoi sostenitori cercavano di ridurre il potere gerarchico del papa a favore di un’assemblea conciliare. Esprimendo “la volontà dei fedeli”, la Chiesa dovrebbe essere strutturata in sinodi locali e regionali largamente autonomi, ciascuno con la propria lingua e i propri costumi. Questi sinodi dovevano riunirsi periodicamente in un Consiglio Generale o Santo Sinodo, detenendo la massima autorità della Chiesa. Il papa, ridotto a primus inter pares (il primo tra pari), avrebbe dovuto sottomettersi alle decisioni dei concili raggiunte con il voto paritario dei partecipanti.

Nelle sue manifestazioni più autentiche, lo spirito che anima il Synodaler Weg tedesco e il Sinodo universale assume e fa rivivere questi antichi errori, condannati da diversi papi e concili.

L’allora cardinale Joseph Ratzinger denunciò questi vecchi errori: “Alla luce della Tradizione della Chiesa, della sua struttura sacramentale e del suo scopo specifico, l’idea di un sinodo misto come suprema autorità di governo permanente delle Chiese nazionali è un’illusione. Un simile sinodo mancherebbe di ogni legittimità e l’obbedienza ad esso dovrebbe essere decisamente e chiaramente rifiutata”. 

“Sono diventato un emarginato per i miei parenti, un estraneo per i figli di mia madre”

A un osservatore attento, questo panorama assume toni apocalittici. È in corso una manovra per demolire la Santa Madre Chiesa cancellando gli elementi fondamentali della sua costituzione organica e della sua dottrina, rendendola irriconoscibile. Come accennato, il cardinale Müller avverte che, se applicate al massimo, le riforme sinodali – nelle intenzioni utopistiche dei loro promotori – potrebbero portare alla “distruzione della Chiesa cattolica”. Questa distruzione è tanto più terribile in quanto è perpetrata da mani consacrate che dovrebbero custodirla da ogni pericolo. Mai come adesso è risuonato il monito di Paolo VI: “Alcuni praticano . . . autodemolizione. . . . La Chiesa viene influenzata da coloro che ne fanno parte”. 

Di fronte a una prospettiva così terribile, molti cattolici si sentono smarriti, scoraggiati, confusi, perplessi e perfino delusi, e non tutti reagiscono adeguatamente. Alcuni cedono alla tentazione del sedevacantismo: abbandonano la Chiesa e diventano autoreferenziali. Altri cedono alla tentazione dell’apostasia: abbandonano la Chiesa per abbracciare le false religioni. La maggior parte sprofonda nell’indifferenza, abbandonando la Chiesa al suo triste destino. Sono tutti palesemente sbagliati! Amicus certus in re incerta cernitur (un amico nel bisogno è davvero un amico). Adesso è il momento in cui la Santa Madre Chiesa ha bisogno di figli amorevoli e intrepidi che la difendano dai nemici esterni ed interni. Dio ci riterrà responsabili!

Ci chiediamo, come fece Plinio Corrêa de Oliveira nel 1951, «quanti sono coloro che vivono in unione con la Chiesa in questo momento tragico come è tragica la Passione, in questo momento cruciale della storia in cui tutta l’umanità sceglie di essere per Cristo o contro Cristo?” E anche: “Dobbiamo pensare come pensa la Chiesa, avere la Mente della Chiesa, procedere come la Chiesa desidera in tutte le circostanze della nostra vita. . . . Presuppone il sacrificio di un’intera vita”. Questo sacrificio di fedeltà è tanto più doloroso quando è diretto verso autorità che non sempre lo apprezzano e talvolta lo perseguitano aspramente.

Possiamo quasi esclamare, parafrasando il salmista: “Sono diventato un emarginato per i miei parenti, un estraneo per i figli di mia madre” (Sal 68:9 – NABRE). Sì, straniero, ma sempre in casa di mia madre, cioè all’interno della Santa Chiesa Romana Cattolica e Apostolica, fuori della quale non c’è salvezza.

Questo è lo spirito che anima gli autori di questo libro.

* * *

Gli autori ringraziano in particolare il Sig. Juan Miguel Montes e il Sig. Mathias von Gersdorff per il loro prezioso contributo alla stesura di questo lavoro.

I – Il Sinodo dei Vescovi

1. Cos’è il Sinodo dei Vescovi?

Il Sinodo dei Vescovi è un organismo permanente della Chiesa cattolica, esterno alla Curia Romana, che rappresenta l’episcopato. Fu istituita da Papa Paolo VI il 15 settembre 1965, con il motu proprio Apostolica sollicitudo .

Il Sinodo è convocato dal papa, che fissa l’argomento. Può riunirsi in tre forme: Assemblea Generale Ordinaria per le questioni riguardanti il ​​bene della Chiesa universale, Assemblea Generale Straordinaria per le questioni urgenti e Assemblea Speciale per le questioni riguardanti una o più regioni. Ha carattere meramente consultivo ma può esercitare una funzione decisionale quando il papa lo concede.

Finora si sono svolte quindici Assemblee Generali Ordinarie del Sinodo dei Vescovi. Quest’anno, il 2023, vedrà il sedicesimo.

2. Le conclusioni del Sinodo sono vincolanti?

No. In passato il Documento finale del Sinodo dei Vescovi non aveva valore magisteriale poiché il suo ruolo era quello di dare suggerimenti al sommo pontefice. Il papa ha raccolto le idee del Sinodo e ha pubblicato un’esortazione apostolica post-sinodale , che proponeva a tutta la Chiesa le conclusioni del Sinodo, talvolta con significative modifiche. Questo documento papale costituiva il magistero. Dopo le riforme introdotte da Papa Francesco nel 2015, il Documento finale entra direttamente a far parte del magistero ordinario se espressamente approvato dal Romano Pontefice. E se il papa concede preventivamente al Sinodo il potere decisionale, il suo Documento finale diventa parte del magistero ordinario una volta ratificato e promulgato dal papa.

3. Può un Papa o un Sinodo dei Vescovi cambiare la dottrina o le strutture della Chiesa Cattolica?

No. Né il papa, né il Sinodo dei Vescovi, né alcun altro organismo ecclesiastico o secolare ha l’autorità di modificare la dottrina o le strutture della Chiesa, poste e affidate in deposito dal suo divino Fondatore. Il Concilio Vaticano I insegna:

13. Infatti la dottrina della fede, rivelata da Dio, si propone
• non come una scoperta filosofica perfezionabile dall’intelligenza umana,
• ma come un deposito divino affidato alla sposa di Cristo perché sia ​​fedelmente custodito e infallibilmente promulgato.
14. Si deve quindi sempre mantenere quel significato dei sacri dogmi, già dichiarato una volta dalla santa madre Chiesa, e mai abbandonarlo con il pretesto o in nome di una comprensione più profonda. . 

La Congregazione per la Dottrina della Fede afferma: “Come tutti i fedeli, il Romano Pontefice è sotto la Parola di Dio, la fede cattolica. . . . Egli non decide secondo la propria volontà, ma dà voce alla volontà del Signore, che parla all’uomo nella Scrittura vissuta e interpretata dalla Tradizione; in altri termini, l’ episkopè del Primate ha i limiti posti dalla legge divina e dall’inviolabile costituzione divina della Chiesa contenuta nella Rivelazione”. 

4. Quali cambiamenti ha introdotto Papa Francesco al Sinodo dei vescovi?

Nel 2015 Papa Francesco annunciò profondi cambiamenti al Sinodo dei Vescovi nel cinquantesimo anniversario della sua istituzione.

Esprimendo il desiderio che l’intero Popolo di Dio sia consultato nella preparazione delle assemblee sinodali, il papa ha proposto un progetto per creare una nuova “Chiesa sinodale” basato su questa premessa: dato il loro senso soprannaturale della fede ( sensus fidei ), l’ intero Il popolo di Dio non può sbagliare (è infallibile in credendo ) e ha il “fiuto” per trovare le vie che il Signore apre alla Sua Chiesa. La Chiesa sinodale sarebbe una Chiesa di ascolto reciproco tra il popolo fedele, il collegio episcopale e il vescovo di Roma per sapere cosa lo Spirito Santo “dice alle Chiese” (Ap 2,7). A tal fine, tutti gli organismi ecclesiali – nelle parrocchie, nelle diocesi e nella Curia romana – dovrebbero rimanere collegati alla base e partire sempre “dalle persone e dai loro problemi quotidiani”. 

Mettendosi al lavoro, Papa Francesco ha modificato il Sinodo dei vescovi con la costituzione apostolica Episcopalis communio (15 settembre 2018) per coinvolgere i fedeli. Il Sinodo si articola ora in tre fasi: la fase preparatoria di consultazione con il Popolo di Dio; la fase celebrativa, cioè la riunione dei vescovi in ​​assemblea; e la fase attuativa, nella quale le conclusioni dell’Assemblea, approvate dal papa, devono essere accettate da tutta la Chiesa.

5. Come giustifica Papa Francesco questo cambiamento radicale nel Sinodo dei vescovi?

Secondo Papa Francesco i vescovi sono allo stesso tempo maestri e discepoli. Sono maestri quando annunciano «la parola della verità nel nome di Cristo, capo e pastore». Ma sono anche discepoli, quando «sapendo che lo Spirito è stato donato ad ogni battezzato, ascolta la voce di Cristo che parla attraverso l’intero popolo di Dio». Il Sinodo diventa così uno strumento per dare voce a tutto il Popolo di Dio attraverso i vescovi.

II – Sinodo sulla sinodalità

6. Qual è il tema e il programma del prossimo Sinodo?

Il 24 aprile 2021, nell’udienza con il cardinale Mario Grech, segretario generale del Sinodo dei vescovi, Papa Francesco ha approvato il tema e il programma della Sedicesima Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi.

È iniziata così la fase di consultazione locale/nazionale con il Popolo di Dio, che si è conclusa nel 2022. È poi iniziata la fase continentale, culminata nel febbraio-marzo 2023 con le Assemblee Continentali, che hanno presentato al Vaticano le loro conclusioni, dette Sintesi Continentale . Da lì il Sinodo passa alla fase universale, per la quale sono convocate a Roma due assemblee generali: la prima nell’ottobre 2023 e la seconda nell’ottobre 2024. Un ritiro spirituale per tutti i partecipanti precederà l’assemblea del 2023.

Il tema scelto è: “Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione”. Secondo il papa si tratta di “camminare insieme: laici, pastori, vescovo di Roma”. La difficoltà più grande da superare «è il clericalismo che separa preti e vescovi dalla gente» perché «c’è una certa resistenza ad andare oltre l’immagine di una Chiesa rigidamente divisa in capi e seguaci, coloro che insegnano e coloro che ricevono insegnamenti; dimentichiamo che Dio ama ribaltare le cose: come dice Maria, «ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili» (Lc 1,52). Il viaggio insieme tende ad essere più orizzontale che verticale”. 

Il prossimo Sinodo, quindi, non tratterà un tema pastorale specifico, come solitamente avviene in queste assemblee, ma la struttura stessa della Chiesa. Per questo motivo è conosciuto anche come Sinodo sulla sinodalità .

7. Questo Sinodo mira a raggiungere conclusioni specifiche o ad aprire un processo?

A differenza di altri Sinodi generali, questo Sinodo sulla sinodalità non si tiene per discutere questioni dottrinali o pastorali e giungere a conclusioni specifiche, ma per aprire una strada, per intraprendere un processo di riforma della Chiesa. Il suo Documento Preparatorio propone di avviare “un processo ecclesiale partecipativo e inclusivo”. Più che di Sinodo dovremmo parlare di cammino sinodale . Nel Documento preparatorio al Sinodo, che analizziamo più avanti, il termine processo è usato ben ventitré volte, insieme a sinonimi come cammino , itinerario , itinerario , ecc.

Questo approccio fluido va visto nella prospettiva più ampia dell’attuale pontificato, che privilegia il divenire e il non essere , il cambiamento e non la stabilità, la ricerca e non la certezza: “Bisogna avviare processi e non solo occupare spazi”. 

Il cardinale Jean-Claude Hollerich, relatore generale del Sinodo, ha affermato: «Sedersi e parlare fa un sinodo solo quando si parla del cammino. Altrimenti diventa una guerra di concetti”. 

8. Perché Papa Francesco ha deciso di tenere due Assemblee?

Secondo il piano iniziale, l’Assemblea sinodale si sarebbe tenuta a Roma nell’ottobre 2023. Tuttavia, al termine dell’Angelus di domenica 16 ottobre 2022, Papa Francesco ha annunciato che l’Assemblea si terrà in due sessioni, a distanza di un anno l’una dall’altra. 

La motivazione addotta è che «il tema della Chiesa sinodale, per la sua ampiezza e importanza, potrebbe essere oggetto di un prolungato discernimento non solo da parte dei membri dell’Assemblea sinodale, ma di tutta la Chiesa». Alla prima Assemblea seguirà una nuova fase di ascolto del Popolo di Dio su quanto discusso a Roma dai delegati.

9. Cosa accadrebbe se un numero significativo di fedeli non fosse d’accordo e rifiutasse le decisioni del Sinodo o del Papa?

Sembra esserci una contraddizione interna nella costituzione apostolica Episcopalis communio , in cui Papa Francesco ha modificato il Sinodo dei vescovi. Il numero 5 dichiara che ogni vescovo è un discepolo «quando, sapendo che lo Spirito è stato donato ad ogni battezzato, ascolta la voce di Cristo che parla attraverso l’intero popolo di Dio, rendendolo ‘infallibile in credendo’».  Questa idea è rafforzato al numero 7, che insiste sul fatto che “il processo sinodale non ha solo il suo punto di partenza, ma anche il suo punto di arrivo nel Popolo di Dio”. Sembrerebbe, quindi, che l’attuazione delle decisioni sinodali dipenda dalla loro buona accoglienza da parte dei fedeli, come suggerisce il sito web della Segreteria del Sinodo: “Le conclusioni del Sinodo, una volta approvate dal Romano Pontefice, sono accettate dalle Chiese locali”. 

Tuttavia, il capo IV dell’Episcopalis communio , che tratta proprio della fase attuativa del Sinodo, prevede che i vescovi diocesani «curino la recezione e l’attuazione delle conclusioni dell’Assemblea sinodale, una volta accettate dal Romano Pontefice» (art. 19). § 1) e che le conferenze episcopali “coordinano l’attuazione delle suddette conclusioni nel loro territorio” (art. 19 § 2).

Non dice nulla su cosa accadrebbe se tra il popolo di Dio e i pastori sorgesse un disaccordo riguardo alle applicazioni concrete degli orientamenti sinodali. Se prevalesse la volontà dei pastori, tutto il processo di ascolto apparirebbe vano, e la retorica della sinodalità potrebbe apparire in gran parte insincera. Se prevalesse la volontà del Popolo di Dio, la Chiesa si trasformerebbe in una democrazia di fatto.

III – Il processo sinodale

A – “Sinodalità”

10. Cos’è la “sinodalità”?

Secondo la Commissione Teologica Internazionale, il sostantivo sinodalità è stato coniato di recente e costituisce una “lingua nuova” che non compare nei documenti del Concilio Vaticano II né nel Codice di Diritto Canonico. Nel contesto di un nuovo modello di Chiesa, secondo la Commissione, «la sinodalità è il  modus vivendi et operandi specifico  della Chiesa, Popolo di Dio, che rivela e sostanzia il suo essere comunione quando tutti i suoi membri camminano insieme , riunirsi in assemblea e partecipare attivamente alla sua missione evangelizzatrice”. 

Secondo Papa Francesco “la sinodalità è espressione della natura della Chiesa, della sua forma, stile e missione”. E così la sinodalità è «un elemento costitutivo della Chiesa». 

11. Che cosa cerca la sinodalità?

I promotori del Sinodo sostengono che sarebbe opportuno che la sinodalità aumentasse la partecipazione e la corresponsabilità di tutti i fedeli nella vita della Chiesa. Come afferma il Vademecum per il Sinodo sulla Sinodalità preparato dalla Segreteria del Sinodo: «Il cammino della sinodalità cerca di prendere decisioni pastorali che riflettano il più fedelmente possibile la volontà di Dio, radicandole nella voce viva del Popolo di Dio. . . . Nell’articolare la voce del Popolo di Dio esprimendo la realtà della fede a partire dall’esperienza vissuta”. «La sinodalità invita i pastori ad ascoltare con attenzione il gregge affidato alle loro cure». 

12. Quali implicazioni avrà la sinodalità sulla vita della Chiesa?

Questo ascolto di tutta la comunità implica riformulare l’autorità nella Chiesa. Secondo Papa Francesco bisogna invertire la struttura piramidale della Chiesa: «In questa Chiesa, come in una piramide rovesciata, il vertice si trova sotto la base». 

Lo dice il cardinale Mario Grech, segretario generale del Sinodo dei vescovi, papa Francesco

ha fornito un modello vivo e stimolante dell’immagine della “piramide rovesciata” dell’autorità gerarchica. . . . Come osserva giustamente Amanda C. Osheim: “concepire l’autorità gerarchica come una piramide rovesciata capovolge una più antica concezione piramidale della chiesa, un’economia ecclesiale a cascata in cui lo Spirito Santo veniva dato prima al papa e ai vescovi, poi al clero e religiosi e infine ai fedeli. . . . Questa piramide divideva effettivamente la Chiesa in Chiesa docente (ecclesia docens) e Chiesa discente (ecclesia discens). Invertendo la piramide, l’analogia di Francesco riformula l’autorità come dipendente dall’accoglienza – dall’ascolto e dall’apprendimento dagli altri – all’interno della chiesa”. 

Una tale riformulazione democratica dell’autorità nella Chiesa renderebbe possibile “superare il flagello del clericalismo” poiché, presumibilmente, “siamo tutti interdipendenti gli uni dagli altri e condividiamo tutti la stessa dignità in mezzo al popolo santo di Dio”. 

B – “Ascoltare”

13. Perché “ascoltare i fedeli” ha un ruolo primario?

Nel già citato Vademecum la parola ascoltare compare 102 volte. Mentre fa riferimento alla voce dei fedeli 83 volte, menziona la Parola di Dio solo 19 volte.

In un’intervista pubblicata sul sito vaticano, lo ha affermato il cardinale Mario Grech

ascoltando il popolo di Dio – a questo serve la consultazione nelle Chiese particolari – sappiamo che possiamo ascoltare ciò che lo Spirito dice alla Chiesa. Ciò non significa che sia il popolo di Dio a determinare il cammino della Chiesa. Alla funzione profetica di tutto il popolo di Dio (pastori compresi) corrisponde il compito di discernimento dei pastori: da ciò che dice il popolo di Dio, i pastori devono cogliere ciò che lo Spirito vuole dire alla Chiesa. Ma è dall’ascolto del popolo di Dio che deve partire il discernimento. 

14. Esiste un senso tradizionale di “ascolto” dei fedeli da parte dei pastori?

Sì, non c’è dubbio che un buon pastore deve chinarsi sulle sue pecore per ascoltare e comprendere la loro situazione spirituale e le loro aspirazioni. Ma l’“ascolto” di oggi significa l’obbligo di mettersi in sintonia con le pecore. Il criterio di valutazione cessa di essere la verità rivelata e la rettitudine di coscienza e diventa l’accoglienza delle aspirazioni dei fedeli.

15. Esiste uno svantaggio nel concetto moderno di “ascolto”?

Nella moderna prospettiva dell’“ascolto”, la Chiesa cessa di essere Madre e Maestra che trasmette gli insegnamenti di Cristo attraverso la voce dei suoi pastori (“Chi ascolta voi, ascolta me” – Lc 10,16) e diventa una Chiesa che ascolta , dialoghi e domande, senza timore di mettere in discussione verità fino ad allora considerate indiscutibili. «L’ascolto è il primo passo, ma richiede mente e cuore aperti», afferma il Vademecum . E aggiunge: «Il primo passo verso l’ascolto è liberare la mente e il cuore da pregiudizi e stereotipi». Inoltre, «il Processo sinodale ci offre l’opportunità di aprirci all’ascolto in modo autentico, senza ricorrere a risposte già pronte o a giudizi pre-formulati». 

Si noti che, nel testo sopra citato, il cardinale Grech afferma che il discernimento di un vescovo non consiste nel verificare se ciò che dice il Popolo di Dio coincide con ciò che insegna la Rivelazione divina, ma il contrario: è cogliere ciò che dice la gente e vederlo come parola dello Spirito Santo.

La Chiesa cattolica è sempre partita dal lato opposto. Prendendo a fondamento le verità della Fede conosciute attraverso la Rivelazione e la Tradizione, le ha applicate alla vita concreta, secondo le circostanze del tempo e del luogo, per illuminare e guidare gli uomini verso la salvezza eterna. Il Sinodo sulla sinodalità tende a fare il contrario: partire da situazioni concrete per elaborare una politica e una disciplina pastorale adeguate ad esse. Tale metodo presuppone una concezione storicistica che non parta dalla Verità rivelata, ma da una situazione storica concreta alla quale la Chiesa dovrebbe adattarsi.

16. La voce del popolo è la voce di Dio?

Non necessariamente. Nella Chiesa l’espressione vox populi ha un significato molto diverso da quello dato dalle moderne democrazie, per le quali la voce della maggioranza è necessariamente buona. A questo proposito il cardinale Gerhard Müller, già prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, commenta:

La partecipazione di tutti i credenti all’ufficio profetico, regale e sacerdotale della Chiesa è sacramentalmente fondata sul battesimo nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo e non sul potere emanante dal popolo, come avviene nell’ordinamento costituzionale di uno Stato democratico. regime. Il ministero dei vescovi, dei presbiteri e dei diaconi è fondato sull’autorità di Cristo. . . . La voce dell’appello popolare è stata piuttosto ambivalente nella storia. Gli ateniesi furono spesso offesi dai loro filosofi e condannarono democraticamente a morte Socrate.
Il popolo di Dio si lamentò ripetutamente contro il Signore. . . . Pilato disse cinicamente a Gesù: «La tua nazione e i capi sacerdoti ti hanno consegnato nelle mie mani» (Gv 18,35). D’altra parte, nella Nuova Alleanza, il popolo messianico di Dio si caratterizza per il fatto che tutti i credenti ascoltano la parola di Dio poiché partecipano al sacerdozio di Cristo, e i vescovi e i presbiteri ordinati santificano, guidano e insegnano il popolo sacerdotale nella persona di Cristo, capo della Chiesa. 

17. Quale giustificazione teologica danno alla necessità di ascoltare?

Papa Francesco, gli organizzatori del Sinodo e i suoi documenti preparatori insistono fino alla nausea sul fatto che “tutto il corpo dei fedeli . . . non si può sbagliare in materia di fede. Questa caratteristica si manifesta nel senso soprannaturale della fede ( sensus fidei ). . . . Queste sono le famose parole  infallibili ‘in credendo ‘” 

Come giustificano teologicamente una simile affermazione?

Tra il 2011 e il 2014, la Commissione Teologica Internazionale (CIT) ha condotto uno studio sul significato della fede, che ha portato alla pubblicazione del documento “ Sensus fidei nella vita della Chiesa”.

Questo studio descrive il senso di fede del fedele come «una reazione naturale, immediata e spontanea, e paragonabile a un istinto vitale o a una sorta di ‘estro’ con il quale il credente si aggrappa spontaneamente a ciò che è conforme alla verità della fede e rifugge ciò che è contrario» (n. 54). Questo istinto spirituale deriva «dalla connaturalità che la virtù della fede stabilisce tra il soggetto credente e l’oggetto autentico della fede, cioè la verità di Dio rivelata in Cristo Gesù». (n. 50).

Questo sensus fidei fidelis è «in sé infallibile riguardo al suo oggetto: la vera fede» (n. 55). Ma essa non è infallibile in ogni credente, da un lato, perché il suo sviluppo è proporzionato allo sviluppo della virtù della fede. Per questo è proporzionale alla santità di vita di ciascuno (cfr n. 57). Inoltre, nel mondo reale, le intuizioni dei credenti possono mescolarsi con opinioni puramente umane o addirittura con gli errori prevalenti nel loro contesto culturale.

Per questo motivo, il documento della CIT si affretta ad aggiungere, citando il paragrafo 35 della dichiarazione Donum veritatis della Congregazione per la Dottrina della Fede: «Sebbene la fede teologale come tale non possa errare, il credente può tuttavia avere opinioni erronee, poiché tutti i suoi pensieri non non scaturire dalla fede. Non tutte le idee che circolano nel Popolo di Dio sono compatibili con la fede» (n. 55). 

18. Come possiamo sapere, allora, quando le credenze dei fedeli sono infallibili?

L’unico metodo sicuro è applicare la regola di San Vincenzo di Lerins: Ciò che è stato sempre creduto ovunque e da tutti ( quod semper, quod ubique, quod ab omnibus ) è infallibile. Questa è la dottrina tradizionale della Chiesa. “Il sensus fidelium non è ciò che laici e sacerdoti possono pensare in un dato momento, ma il consenso tra i vescovi e gli ultimi fedeli, in tutto il mondo, nel corso dei secoli”, spiega p. Nazir-Ali, ex vescovo anglicano e ora prete cattolico. 

È quindi azzardato supporre che l’opinione dei fedeli riguardo a una novità sia in ogni momento infallibile. Ed è ancora più insensato immaginare che sia necessario consultare le persone virtuose di fede profondamente radicata, tutti i battezzati, e anche coloro che praticano altre religioni o sono atei, per sapere cosa lo Spirito Santo vuole dire alla Chiesa oggi .

19. Chi ascoltano i promotori del Sinodo?

Gli organizzatori del Sinodo chiedono l’ascolto più ampio possibile, compreso quello degli atei:

Insieme, tutti i battezzati sono oggetto del  sensus fidelium , voce viva del Popolo di Dio. Allo stesso tempo, per partecipare pienamente all’atto del discernimento, è importante che i battezzati ascoltino le voci di altre persone nel loro contesto locale, comprese le persone che hanno abbandonato la pratica della fede, persone di altre tradizioni di fede , persone senza credo religioso, ecc. . .  
. . . Dobbiamo andare personalmente verso le periferie, verso coloro che hanno abbandonato la Chiesa, coloro che praticano raramente o mai la loro fede, coloro che sperimentano la povertà o l’emarginazione, i rifugiati, gli esclusi, coloro che non hanno voce, 

20. Quali sono i pericoli di un ascolto così approfondito?

Fr. Nazir-Ali avverte: “Le persone consultate hanno bisogno di essere catechizzate, forse anche evangelizzate. Altrimenti, tutto ciò che otterremo sarà un riflesso della cultura che circonda le persone”. 

Molte delle proposte presentate al Sinodo riflettono le tendenze moderne. Lo riconosce la Commissione Teologica Internazionale quando afferma che il nuovo clima ecclesiale è il frutto di «un più attento discernimento delle esigenze avanzate della coscienza moderna circa la partecipazione di ogni cittadino al governo della società». 

21. Si possono attribuire allo Spirito Santo proposte errate e scandalose?

No. Sarebbe una manipolazione blasfema. Mons. Robert Mutsaerts, vescovo ausiliare di ‘s-Hertogenbosch, afferma: “Ad oggi, il processo sinodale è più un esperimento sociologico e ha poco a che fare con lo Spirito Santo che presumibilmente si fa sentire in tutto questo. Potrebbe quasi essere definita una blasfemia. Ciò che diventa sempre più chiaro è che il processo sinodale servirà a cambiare diverse posizioni della Chiesa, con lo Spirito Santo gettato nella mischia come avvocato, anche se lo Spirito Santo ha soffiato qualcosa di controintuitivo nel corso dei secoli”. 

C – Il ruolo dei fedeli nello sviluppo dottrinale

22. I fedeli svolgono un ruolo nell’elaborazione della dottrina della Chiesa?

Sì, è innegabile che i semplici fedeli (i battezzati che non hanno ricevuto il sacramento dell’Ordine) svolgono un ruolo molto importante nella vita della Chiesa, di cui sono pietre vive. Il Battesimo li incorpora alla Chiesa, rendendoli partecipi della sua missione, e la Confermazione li rende «come veri testimoni di Cristo, più strettamente obbligati a diffondere e difendere la fede con le parole e con le opere». L’assistenza divina dello Spirito Santo, promessa da Nostro Signore agli apostoli (Gv 14,16-17; Gv 14,26), riguarda tutta la Chiesa, e sebbene si manifesti primariamente attraverso il magistero (infallibilitas in docendo ) , si rivela anche attraverso il consenso dei fedeli. Quest’ultimo esprime l’infallibilità della Chiesa nella sua fede ( infallibilitas in credendo ), che, come abbiamo visto, poggia sul senso di fede che i fedeli ricevono nel Battesimo.

Tuttavia, il “consensus fidei fidelium” non può essere equiparato al “volonté générale” di Rousseau. Come ha sottolineato il cardinale Walter Brandmüller in una conferenza tenutasi a Roma nell’aprile 2018, “quando i cattolici in massa considerano legittimo risposarsi dopo il divorzio, praticare la contraccezione o fare cose simili, non si tratta di una testimonianza di massa della Fede, ma di una diserzione di massa”. 

Nella stessa riunione, il cardinale Brandmüller ha ricordato anche: «Il sensus fidei agisce come una sorta di sistema immunitario spirituale che porta i fedeli a riconoscere e a respingere istintivamente ogni errore. Su questo sensus fidei poggia quindi, insieme alla promessa divina, anche l’infallibilità passiva della Chiesa, la certezza che la Chiesa, nel suo insieme, non potrà mai cadere nell’eresia”. 

23. Ciò significa che i fedeli svolgono un ruolo attivo nell’infallibilità della Chiesa?

No. L’enfasi qui è sulla passiva , cioè sull’infallibilità ricettiva. Solo l’infallibilità della gerarchia è attiva nel magistero solenne delle dichiarazioni dogmatiche del papa e dei concili e nel magistero ordinario universale dei vescovi. San Pietro e gli apostoli (e i loro successori) hanno ricevuto il mandato di “insegnare a tutti i popoli”, obbligando così i fedeli a credere nei loro insegnamenti: “Chi ascolta voi, ascolta me” (Lc 10,16).

24. I promotori del Sinodo distinguono tra il ruolo attivo del Magistero e il ruolo passivo dei fedeli nello sviluppo organico del deposito della fede?

No. Il cardinale Grech dichiara che, attraverso il processo di ascolto sinodale, “il sensus fidei recupera la sua funzione attiva” di cui sarebbe stato privato dopo la Riforma Gregoriana. Quest’ultima ha prodotto «forme di irrigidimento del corpo ecclesiale, soprattutto nel rapporto bloccato tra Ecclesia docens ed Ecclesia discens ». In quella Chiesa antiquata, secondo il cardinale, «tutte le capacità attive [erano] concentrate nelle mani dei primi, riducendo i fedeli, popolo santo di Dio, a sudditi». Quindi ora si tratterebbe di invertire la situazione.

D – Il ruolo delle “minoranze emarginate”

25. I promotori del Sinodo insistono nell’ascoltare soprattutto le “minoranze emarginate”?

Il Vademecum insiste affinché si faccia “ogni sforzo per coinvolgere coloro che si sentono esclusi o emarginati” (p. 15). Si potrebbe quasi dire che il documento esprima un’opzione preferenziale per le minoranze: “La sintesi dovrebbe prestare particolare attenzione alle voci di coloro che spesso non vengono ascoltati e integrare quello che potremmo chiamare il ‘rapporto delle minoranze’. Il feedback non dovrebbe solo sottolineare le esperienze positive ma anche portare alla luce esperienze impegnative e negative” (p. 29). «A volte, infatti, la prospettiva di quello che potremmo chiamare un ‘rapporto di minoranza’ può essere una testimonianza profetica di ciò che Dio vuole dire alla Chiesa” (p. 57).

26. Quali sono le “esperienze difficili e negative” contenute nelle “testimonianze profetiche” raccolte nelle consultazioni diocesane?

Lo Strumento di lavoro per la fase continentale del Sinodo ne elenca alcuni: «Tra coloro che chiedono un dialogo più significativo e uno spazio più accogliente, troviamo anche coloro che, per vari motivi, avvertono una tensione tra l’appartenenza alla Chiesa e la propria relazioni d’amore, come: divorziati risposati, genitori single, persone che vivono in un matrimonio poligamo, persone LGBTQ, ecc.” (n. 39). 

Per i promotori del Sinodo si tratterebbe quindi di “includere” queste “minoranze emarginate” nella Chiesa.

27. Le consultazioni a livello continentale hanno rispecchiato tutto ciò?

SÌ. Quasi tutti i documenti conclusivi delle tappe continentali del cammino sinodale ( Sintesi Continentali ) menzionano esplicitamente che è stata posta particolare attenzione alla consultazione delle “minoranze emarginate”.

Ad esempio, nella Sintesi nordamericana, leggiamo: “Nell’Assemblea Continentale, come nei nostri rapporti nazionali, c’era un profondo desiderio di maggiore inclusività e accoglienza all’interno della Chiesa. In effetti, uno dei principali fattori considerati come una rottura della comunione è stata l’esperienza di molti secondo cui alcune persone o gruppi si sentono sgraditi nella Chiesa. I gruppi nominati durante la Fase Continentale comprendevano donne, giovani, immigrati, minoranze razziali o linguistiche, persone LGBTQ+, persone divorziate risposate senza annullamento e persone con vari gradi di abilità fisiche o mentali» (n. 26). 

28. Cosa dice il Documento di lavoro per la fase continentale sull’ordinazione delle donne?

Per i promotori del Sinodo le donne rientrerebbero tra le “minoranze escluse”. Lo Strumento di lavoro per la fase continentale afferma che occorre instaurare nella Chiesa una nuova cultura, con nuove pratiche, strutture e abitudini (vedi n. 60) per la piena ed equa partecipazione delle donne alle strutture di governo degli organismi ecclesiastici (vedi n. 60) 64). Afferma che molte donne si sentono tristi perché i loro contributi e carismi non sono sempre apprezzati (vedi n. 61). Infine si dice che molti reclamano il diaconato femminile e la possibilità di predicare. Alcuni propongono l’ordinazione delle donne al sacerdozio (cfr n. 64).

Lo stesso Papa Francesco ha compiuto un passo significativo. Ad aprile, per la prima volta nella storia, ha concesso alle donne il potere di voto nel Sinodo. Il Romano Pontefice ha stabilito che fino al 25% dei partecipanti al Sinodo saranno laici, uomini e donne, tutti con pari diritto di voto dei vescovi. 

29. Questi argomenti sono nuovi?

No. Corrispondono a vecchie affermazioni delle principali correnti progressiste, formulate soprattutto a partire dal Concilio Vaticano II. Mons. Marian Eleganti, vescovo ausiliare emerito di Coira, Svizzera, afferma: “Ho pensato, come dice il titolo, che il tema da trattare sarebbe stato quello della ‘sinodalità’ come presunto nuovo modus operandi della Chiesa . Non così. Si tratta invece ancora una volta degli stessi residui sinodali riaccesi per l’ennesima volta dagli anni ’70: democrazia, partecipazione, emancipazione, donne in tutti gli uffici e diaconato o sacerdozio femminile; la revisione della morale sessuale sui rapporti sessuali extraconiugali, i nuovi matrimoni e l’omosessualità: la fine del sacerdozio nella liturgia, ecc. Questo lo sappiamo tutti”. 

Il caso più espressivo è stato il cosiddetto Consiglio pastorale dei Paesi Bassi tenutosi nel triennio 1968-1970 con modalità e proposte simili a quelle che presenta oggi il Sinodo sulla sinodalità. La Chiesa olandese è sprofondata in una crisi profonda a causa di quella scandalosa assemblea. Nel gennaio 1980 Giovanni Paolo II convocò un Sinodo particolare dei vescovi dei Paesi Bassi per risolvere la crisi. I vescovi olandesi dovettero firmare un documento il cui tenore rappresentava una ritrattazione di molti errori professati dal loro Concilio del 1968-1970. 

E – “Inclusione”

30. Cosa significa “inclusione” per i promotori del Sinodo?

Nonostante l’importanza che il processo sinodale attribuisce all’imperativa “inclusione”, nessuno dei documenti ufficiali definisce questo termine. Il presupposto sembra essere che, poiché la sinodalità consiste nel “camminare insieme”, tutta l’umanità deve partecipare a quel cammino, nessuno escluso. 

In assenza di una definizione religiosa di “inclusione”, supponiamo che gli autori dei documenti sinodali la utilizzino nel suo significato moderno nella società civile: “la pratica o la politica di fornire pari accesso alle opportunità e alle risorse per persone che potrebbero altrimenti essere escluse o emarginate”. .” 

Sebbene questo termine sia spesso usato come sinonimo di integrazione , esiste un’importante differenza perché “l’integrazione implica l’adattamento degli individui alle caratteristiche dell’ambiente”, mentre l’inclusione “si basa sull’adattamento delle norme, delle politiche e delle realtà sociali per consentire l’integrazione di tutti. membri della società in modo diverso”, cioè sacrificando l’identità collettiva per accettare tutti “così come sono” in nome della diversità.

31. Cosa si nasconde dietro la proposta di “inclusione”?

Gavin Ashenden – ex vescovo anglicano e cappellano della regina Elisabetta II, convertito al cattolicesimo e ora vicedirettore del noto quotidiano cattolico Herald – ha denunciato il documento di lavoro del Sinodo per la fase continentale come un cavallo di Troia. Cerca di manipolare le menti delle persone giocando con “parole talismaniche” come diversità , inclusione e uguaglianza . Scrive: “Il trucco è molto semplice. Si propone di utilizzare una parola che a prima vista sembra molto attraente ma che nasconde una svolta nascosta, così da finire per significare qualcosa di diverso, forse addirittura il contrario”.

Con grande intuizione, Ashenden continua:

Il documento si intitola  Allarga lo spazio della tua tenda  (da Isaia 54:2). L’idea di controllo che si propone di attuare è quella dell’”inclusione radicale”. La tenda si presenta come luogo di inclusione radicale da cui nessuno è escluso, e questa idea funge da chiave ermeneutica per interpretare l’intero documento.
Le parole trucco sono facilmente spiegabili. L’associazione con l’esclusione significa non essere amati. Poiché Dio è amore, ovviamente non vuole che nessuno possa sperimentare di non essere amato e quindi di essere escluso; ergo Dio, che è Amore, deve essere favorevole all’inclusione radicale. Di conseguenza, il linguaggio dell’inferno e del giudizio nel Nuovo Testamento deve essere una forma di iperbole aberrante che non deve essere presa sul serio, perché l’idea di Dio come amore inclusivo ha la precedenza. E poiché questi due concetti sono reciprocamente contraddittori, uno di essi deve scomparire. L’inclusione resta, il giudizio e l’inferno se ne vanno. Che è un altro modo per dire: “Gesù va e Marx resta”.
Ciò viene poi applicato per ribaltare tutto l’insegnamento dogmatico ed etico della Chiesa.
Le donne non devono più essere escluse dall’ordinazione, le relazioni LGBT devono essere riconosciute come matrimonio; e poi la reale estensione dell’ambizione progressista emerge in superficie quando vi è il suggerimento che i poligami vengano raggiunti e trascinati “all’interno della tenda della Chiesa”.
Sarebbe un grave errore non rendersi conto che la mentalità liberale progressista vuole cambiare l’etica della fede. Quindi sostituisce le categorie di “santità e peccato” con “inclusione e alienazione”. Le radici di questo uso del termine alienazione si trovano ovviamente in Marx. 

32. L’“inclusione radicale” è la chiave per comprendere il prossimo Sinodo?

SÌ. Il Vademecum afferma: «Occorre compiere sforzi concreti per garantire l’inclusione di coloro che sono emarginati o che si sentono esclusi» (p. 13). Secondo lo Strumento di lavoro per la fase continentale , la frase che apre il capitolo 54 del libro di Isaia – “Allarga lo spazio della tua tenda” – offre la chiave per interpretare i contenuti del documento poiché definisce la vocazione della Chiesa come chiesa aperta spazio di comunione, partecipazione e missione, in cui l’ascolto deve essere inteso «come apertura all’accoglienza: questo parte dal desiderio di inclusione radicale: nessuno è escluso» (n. 11-1).

Infatti, «la visione di una Chiesa capace di inclusione radicale, di appartenenza condivisa e di ospitalità profonda secondo gli insegnamenti di Gesù è al centro del processo sinodale» (n. 31), perché conduce «al cammino di conversione verso una Chiesa sinodale. Ciò significa una Chiesa che impara dall’ascolto a rinnovare la propria missione evangelizzatrice alla luce dei segni dei tempi, per continuare a offrire all’umanità un modo di essere e di vivere in cui tutti possano sentirsi protagonisti» (n. 13).

L’esigenza di “inclusività” è così radicale che il documento “Suggerimenti per la liturgia per celebrare l’apertura del Sinodo nelle Chiese locali” afferma che “dovrebbero essere compiuti sforzi per includere anche coloro che a volte possono essere esclusi, compresi i membri di altre comunità cristiane”. denominazioni e altre religioni”. 

33. Questa “inclusione radicale” cambierà le strutture e le dottrine della Chiesa?

SÌ. Secondo i promotori del Sinodo, il cammino verso una maggiore inclusione “inizia dall’ascolto e richiede una conversione più ampia e profonda degli atteggiamenti e delle strutture”. «Questa conversione — prosegue lo Strumento di lavoro — si traduce in una riforma altrettanto continua della Chiesa, delle sue strutture e del suo stile». Uno degli obiettivi principali del processo sinodale è «rinnovare le nostre mentalità e le nostre strutture ecclesiali», che «richiederà naturalmente un rinnovamento delle strutture ai vari livelli della Chiesa». 

Il noto canonista e analista religioso americano p. Gerald E. Murray osserva giustamente che l’“inclusione” di queste “minoranze emarginate” avrebbe la conseguenza immediata di

scartando gli insegnamenti che contraddicono le credenze e i desideri di:

– coloro che vivono secondo “matrimoni” adulteri,
– uomini che hanno due o tre o più mogli,
– omosessuali e bisessuali,
– persone che credono di non appartenere al sesso con cui sono nati,
– donne che vogliono essere ordinate diaconi e sacerdoti ,
– laici che vogliono l’autorità data da Dio ai vescovi e ai sacerdoti. . . .

[E conclude:] c’è chiaramente una rivoluzione aperta in corso nella Chiesa oggi, un tentativo di convincerci che abbracciare l’eresia e l’immoralità non è peccaminoso, ma piuttosto una risposta alla voce dello Spirito Santo che parla attraverso persone che sentirsi emarginati da una Chiesa che finora è stata infedele alla sua missione. 

34. L’“inclusione” sta implementando la “Chiesa dei poveri” della Teologia della Liberazione?

SÌ. Per decenni, i cosiddetti teologi della liberazione avevano cominciato ad ampliare il concetto marxista di “poveri” – cioè coloro che sono materialmente diseredati – per includere qualsiasi categoria che si suppone si senta “oppressa”, come le donne, i popoli indigeni, i neri, gli omosessuali , e così via.

Alla luce del cammino sinodale, la Sintesi della Fase Continentale del Sinodo per l’America Latina e i Caraibi, fortemente influenzata dalla teologia della liberazione, ripropone l’antica idea di “Chiesa dei poveri” o “Chiesa popolare”.

Parlando di una “Chiesa che sia ‘rifugio per i feriti e gli affranti’” (si direbbe gli “oppressi”), il Documento Latinoamericano afferma:

È importante che nel processo sinodale osiamo sollevare e discernere grandi temi spesso dimenticati o messi da parte e incontrare l’altro e tutti coloro che fanno parte della famiglia umana e sono spesso emarginati, anche nella nostra Chiesa. Diversi appelli ci ricordano che, nello spirito di Gesù, dobbiamo “includere i poveri, le comunità LGTBIQ+, le coppie in seconda unione, i sacerdoti che vogliono ritornare nella Chiesa nella loro nuova situazione, le donne che abortiscono per paura, i carcerati , gli ammalati” (Cono Sud). Si tratta di “camminare insieme in una Chiesa sinodale che ascolta tutti i tipi di esuli, affinché si sentano a casa”, una Chiesa che sia “un rifugio per i feriti e gli spezzati”. 

F – Il Documento di Lavoro per la Fase Continentale

35. Qual è stato il risultato delle testimonianze raccolte durante le consultazioni diocesane?

Il risultato è stato il Documento di lavoro per la tappa continentale inviato dalla Segreteria Generale del Sinodo con il titolo Allarga lo spazio della tua tenda , frase tratta dal libro del profeta Isaia. È noto anche come documento preparatorio.

Fin dalla sua pubblicazione, questo Documento ha suscitato forti critiche anche da parte di prelati di alto rango. Ad esempio, il defunto cardinale George Pell lo descrisse come “uno dei documenti più incoerenti mai inviati da Roma”. Il cardinale australiano ha commentato: “Non è una sintesi della fede cattolica o dell’insegnamento del Nuovo Testamento. È incompleto, ostile in modo significativo alla tradizione apostolica, e non riconosce da nessuna parte il Nuovo Testamento come Parola di Dio, normativa per tutto l’insegnamento sulla fede e sulla morale. L’Antico Testamento viene ignorato, il patriarcato rifiutato e la Legge mosaica, compresi i Dieci Comandamenti, non viene riconosciuta”.

E conclude: «La Chiesa cattolica deve liberarsi da questo ‘incubo tossico’». 

Il noto sociologo Mark Regnerus è altrettanto esplicito quando descrive ironicamente il Documento per la Fase Continentale come “una lista di desideri di riformisti frustrati che hanno spostato l’opzione preferenziale lontano dai poveri e verso i “giovani” e gli alienati culturalmente”. Dopo aver analizzato l’articolo, il prof. Regnerus conclude: “Come scienziato sociale, nutro gravi preoccupazioni per il pasticcio metodologico che ha caratterizzato la massiccia e ingombrante impresa di raccolta e analisi dei dati di questo sinodo”. Secondo lui, il documento non si basa su dati oggettivi:

Tra le domande ce ne sono molte più chiaramente mirate all’esperienza soggettiva degli  autori . . .
. . . Termini emotivi saturano il documento. 

36. È un documento ideologicamente parziale?

Sì, Carl Olson, redattore di The Catholic World Report , fa alcune osservazioni molto interessanti sul Documento preparatorio:

[Il documento]. . . menziona la “gerarchia” solo tre volte, e in due di questi casi c’è un’espressione apertamente negativa, come quando un esempio di “persistenza di ostacoli strutturali” viene identificato come “strutture gerarchiche che favoriscono tendenze autocratiche. . .”
L’impressione che se ne ricava, infatti, è che la Chiesa sia una società orizzontale in continua evoluzione – il “popolo di Dio”, ovviamente – animata da un dialogo infinito, da lamentele continue e da un’eclettica varietà di vittimismo. . . .
. . . Quando si parla di “laici”, lo si fa quasi sempre al servizio della denuncia: i laici sono passivi e distanti dal clero (#19), vittime del clericalismo (#58), sovraccarichi (#66), non autorizzati a fare di più nella parrocchia (#68, 91), e l’impossibilità di fare di più (#100). . .
Perché “l’esperienza” è un tema così fortemente ripetuto nel documento, apparendo più di 60 volte? E perché i termini “santità” e “virtù” compaiono complessivamente zero volte? Il “viaggio” viene menzionato 37 volte, ma le parole “cielo”, “gloria” e “beatifico” compaiono esattamente zero volte. . . .
C’è una buona ragione per cui “ascoltare” e “ascoltare” compaiono più di cinquanta volte, mentre “pentirsi” e “pentimento” non compaiono mai? . . .
. . . Il documento inoltre non fa mai riferimento al “male”, o alle “trasgressioni”, o all’”iniquità”, o qualcosa di simile. Perché no? . . .
Forse sto dando troppo peso ai numeri e alle parole e non abbastanza ai processi e alle strutture. Ma in un documento di circa 15.000 parole che riguarda la Chiesa, la religiosità, i laici, l’evangelizzazione e la vita da cattolici, è sorprendente che i termini “processo” (44) e “dialogo” (31) appaiano un po’ di più. volte rispetto a “adorazione” (0), “lode” (0) e “ringraziamento” (0). 

G – Sono stati consultati i fedeli?

37. In teoria, il processo sinodale dovrebbe consultare l’intero “popolo di Dio”. È stato fatto?

No. Secondo la dottrina che ispira il Sinodo sulla sinodalità, esposta nelle pagine precedenti, il “Popolo di Dio” dovrebbe essere consultato come infallibile in credendo . In pratica, solo a pochissime minoranze è stato consentito di intervenire nel processo consultivo del Sinodo. Che sia per coincidenza o deliberatamente, erano proprio le minoranze progressiste che già lottavano per riformare la Chiesa.

Ad esempio, la Conferenza episcopale francese ha riferito che 150.000 persone “si sono mobilitate per contribuire alla riflessione sul sinodo del 2023 sulla sinodalità”. Si tratta di appena il 3,47% dei fedeli che partecipano alla messa domenicale, ovvero lo 0,35% di tutti i cattolici in Francia.

Un documento del Sinodo nazionale della Chiesa cattolica spagnola afferma che esso “ha coinvolto più di 215.000 persone, la maggior parte dei quali laici, anche consacrati, religiosi, sacerdoti e vescovi”. Si tratta appena del 7,7% dei fedeli che frequentano la messa domenicale, ovvero dello 0,77% dei cattolici.

Questi dati sono coerenti in quasi tutti i Paesi: in Austria ha partecipato l’1,04% dei cattolici; in Belgio lo 0,54%; in Irlanda, 1,13%; in Inghilterra lo 0,79%; in America Latina, 0,21%; anche nella Polonia cattolica la partecipazione è stata solo dello 0,58%. 

In Germania, un’iniziativa online a sostegno del cosiddetto Synodaler Weg (il Cammino sinodale tedesco) ha raccolto appena 12.000 firme. I cattolici tedeschi sono 21,6 milioni.

38. Cosa significano queste cifre?

Sulla base di questi dati, che come affermato sono coerenti a livello mondiale, possiamo affermare che il Sinodo generale sulla sinodalità suscita ben poco interesse tra i fedeli. Potrebbe essere questo il motivo per cui la Catholic News Agency titola in modo eloquente un articolo: “Il Vaticano arruola influencer per convincere i cattolici giovani e disincantati a rispondere al sondaggio del Sinodo”? 

In ogni caso, la scarsa risposta dei fedeli ai sondaggi del Sinodo solleva una questione cruciale che potrebbe invalidare alla radice il Sinodo: si può parlare di consultazione con il “popolo di Dio” o solo con piccole minoranze? Chi sono queste minoranze? Chi li muove?

H – Una “setta” al centro del Sinodo?

39. Perché i fedeli cattolici sono disinteressati?

Molte ragioni potrebbero spiegare il disinteresse dei fedeli verso il processo sinodale. Uno lo presenta Andrea Grillo, docente del Pontificio Ateneo San Anselmo, noto per le sue battaglie progressiste e il sostegno incondizionato alle tesi più ardite del Sinodo. È la questione del “genere letterario”.

Con parole che si potrebbero estrapolare all’intero processo sinodale, Grillo scrive a proposito del Synodaler Weg tedesco : «La grande produzione [documentale] generata dal Cammino sinodale può porre problemi di interpretazione. . . in quanto si riferisce a fonti e linguaggi non del tutto trasparenti ad un lettore esterno.” In altre parole, i documenti del Cammino sinodale utilizzano un linguaggio ermetico incomprensibile a un lettore “esterno” e comprensibile solo dalla cerchia ristretta degli “addetti ai lavori” o degli iniziati. Secondo il professore romano sarebbe necessario cominciare ad abituare i fedeli a comprendere le parole in un senso nuovo, diverso dal loro significato originario. In altre parole, Grillo si propone di iniziare i non iniziati.

40. Grillo non allude a un gruppo nascosto quando si riferisce al pubblico cattolico come qualcosa di “esterno” alla cerchia degli iniziati?

SÌ. Sembra essere questo anche il senso delle affermazioni del cardinale Gerhard Müller riferendosi al Synodaler Weg tedesco : «Le ideologie omosessuali e gender, che contraddicono ogni antropologia scientifica, filosofica e teologica, hanno sostituito l’ermeneutica della fede cattolica nell’essere diverso’ cattolicesimo della setta sinodale tedesca”. 

IV – Riforma della Chiesa

41. A quali livelli dovrebbero essere cambiate le strutture della Chiesa?

Secondo il Documento preparatorio al Sinodo, le strutture della Chiesa dovrebbero essere modificate su tre livelli:

1. il livello dello stile con cui la Chiesa ordinariamente vive e opera;
2. il livello delle strutture e dei processi ecclesiali;
3. il livello dei processi e degli eventi sinodali. 

Lo Strumento di lavoro per la fase continentale afferma che occorre eliminare la separazione tra i presbiteri e il resto del popolo di Dio (n. 19), superando una visione della Chiesa costruita attorno al ministero ordinato (n. 67) e strutture gerarchiche che favorire tendenze autocratiche e frammentare i rapporti tra preti e laici (n. 33). Propone un modello istituzionale sinodale che decostruirebbe il potere piramidale attualmente esistente (n. 57) e consentirebbe alla vita della Chiesa di praticare veramente la corresponsabilità di tutti in risposta ai doni che lo Spirito elargisce ai fedeli ( n. 66), soprattutto riguardo alle istituzioni e alle strutture di governo (n. 71). Desidera che i diversi consigli (parrocchiale, presbiterale ed episcopale) non siano meramente consultivi, ma luoghi in cui si prendono decisioni sulla base di processi di discernimento comunitario (n. 78).

42. Questi cambiamenti influenzerebbero anche la liturgia?

SÌ. Per quanto riguarda la liturgia, il Documento preparatorio suggerisce di attuare uno stile sinodale di celebrazione liturgica che consenta la partecipazione attiva di tutti i fedeli (n. 91), ripensando le liturgie attuali, che danno eccessivo risalto al sacerdote che presiede (n. 93).

43. Qual è il problema principale della Chiesa secondo i promotori del Sinodo?

I promotori del Sinodo sostengono che il problema primario della Chiesa sarebbe il clericalismo , cioè le strutture gerarchiche che la dividono tra clero e laici, tra Ecclesia docens ed Ecclesia discens .

Il Documento preparatorio lamenta “la mancanza di processi comunitari di ascolto e discernimento” e sottolinea “la persistenza di ostacoli strutturali, tra cui: strutture gerarchiche che favoriscono tendenze autocratiche; una cultura clericale e individualistica che isola gli individui e frammenta i rapporti tra preti e laici”. Si conclude sottolineando “l’importanza di liberare la Chiesa dal clericalismo. . . . una cultura che isola il clero e danneggia i laici”. 

44. Come rimediare al clericalismo ?

Per i promotori del Sinodo il rimedio al clericalismo sarebbe attuare la “corresponsabilità” riconoscendo la pari dignità di tutti i battezzati e il valore dei carismi e dei ministeri laicali perché “la leadership delle attuali strutture pastorali, così come la mentalità di molti sacerdoti , non favorire questa corresponsabilità”. Vedono la necessità di «superare una visione di Chiesa costruita attorno al ministero ordinato, per andare verso una Chiesa “tutta ministeriale”, che è comunione di carismi e ministeri diversi». 

45. Quali adattamenti dovrebbero essere apportati alle attuali strutture della Chiesa?

I promotori del Sinodo sostengono che la dinamica della corresponsabilità dovrebbe permeare “tutti i livelli della vita ecclesiale”.

La Segreteria di Stato vaticana ne è un esempio: «Pur mantenendo la collegialità e la libertà di decisione priva di qualsiasi tipo di pressione, le Conferenze episcopali dovrebbero includere rappresentanti del clero e dei laici delle diverse diocesi». 

A livello diocesano, i consigli pastorali sarebbero “chiamati ad essere sempre più luoghi istituzionali di inclusione, dialogo, trasparenza, discernimento, valutazione e responsabilizzazione di tutti”. 

A livello parrocchiale, “è necessario che la Chiesa dia anche una forma e un modo di procedere sinodale alle proprie istituzioni e strutture, soprattutto per quanto riguarda il governo”. Presenta un suggerimento dalla Papua Nuova Guinea e dalle Isole Salomone: «’Quando vogliamo fare qualcosa nella nostra parrocchia, ci incontriamo insieme, prendiamo i suggerimenti di tutti nella comunità, decidiamo insieme e portiamo avanti insieme le decisioni». 

46. ​​Questo sistema collegiale non darà luogo a tensioni e disaccordi?

Anche se le tensioni sorgono naturalmente, “non dovremmo averne paura, ma articolarle in un processo di costante discernimento comunitario, in modo da sfruttarle come fonte di energia senza che diventino distruttive”. 

47. In che modo questo processo differirebbe dalla democrazia moderna?

Per alleviare “la paura . . . che l’enfasi sulla sinodalità potrebbe spingere la Chiesa verso l’adozione di meccanismi e procedure che dipendano da un principio maggioritario di tipo democratico”, il Documento di lavoro per la fase continentale afferma che “le decisioni vengono prese sulla base di processi di discernimento comunitario piuttosto che sulla base principio della maggioranza utilizzato nei regimi democratici”. 

48. Cos’è il “discernimento comunitario”?

Per il Documento Preparatorio è necessario uno sforzo di ascolto fino a raggiungere un “consenso unanime”, frutto di “una passione condivisa per la comune missione di evangelizzazione e non la rappresentanza di interessi contrastanti”, attraverso il “legame fruttuoso” tra il  sensus fidei  del Popolo di Dio e la funzione magisteriale dei Pastori”. 

In questo senso, la gerarchia non usa la sua autorità di insegnamento per risolvere dogmaticamente una controversia. Tuttavia, consente alla tensione tra tesi e antitesi di crescere fino al raggiungimento di una sintesi consensuale.

49. A cosa assomiglierebbe il governo della Chiesa?

Per i promotori del Sinodo, qualsiasi misura governativa dovrebbe passare attraverso due fasi: consultazione ed elaborazione all’interno della comunità, seguita dalla convalida da parte della rispettiva autorità.

Scrive la Commissione Teologica Internazionale: “Un sinodo, un’assemblea, un concilio non possono prendere decisioni senza i suoi legittimi Pastori. Il processo sinodale deve svolgersi nel cuore di una comunità strutturata gerarchicamente. In una diocesi, ad esempio, è necessario distinguere tra il processo  decisionale,  attraverso un esercizio congiunto di discernimento, consultazione e cooperazione, e il  processo decisionale , che è di competenza del Vescovo, garante dell’apostolicità e cattolicità. Risolvere le cose è un compito sinodale; la decisione è una responsabilità ministeriale”. 

50. Se l’opinione dei fedeli e quella del Papa divergessero, quale prevarrebbe?

Il cardinale Francesco Coccopalmerio, presidente emerito del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi, propone una soluzione sinodale: «Il papa potrebbe impegnarsi a non compiere mai atti di magistero particolarmente importanti o atti di governo particolarmente importanti come singolo e, di conseguenza, può impegnarsi a invitare sempre il collegio episcopale a compiere tali atti come soggetto comunitario”. 

Così, in caso di divergenza tra l’opinione dei fedeli e quella del papa, quest’ultimo si impegnerebbe a non avvalersi della sua infallibilità ma a continuare a dialogare con la comunità. È quello che sembra insinuare Papa Francesco parlando del Sinodo sull’Amazzonia:

Una delle ricchezze e delle originalità della pedagogia sinodale è proprio quella di evitare l’uso della logica parlamentare per insegnare ad ascoltare comunitariamente ciò che lo Spirito dice alla Chiesa. . . .
Mi piace pensare che, in un certo senso, il Sinodo non sia finito. Questo momento di accettazione dell’intero processo a cui abbiamo assistito è per noi una sfida a continuare a camminare insieme e a mettere in pratica questa esperienza. 

51. Quali basi teologiche presentano i promotori del Sinodo per giustificare la corresponsabilità comunitaria nella vita della Chiesa?

Come accennato, per i promotori del Sinodo la corresponsabilità si fonda sulla pari dignità di tutti i battezzati e sul riconoscimento dei carismi e dei ministeri dei laici.

Il documento sulla sinodalità preparato dalla Commissione Teologica Internazionale afferma che la circolarità tra il sensus fidei e l’autorità di coloro che esercitano il ministero pastorale di unità e di governo “promuove la dignità battesimale e la corresponsabilità di tutti, valorizza la presenza nel Popolo di Dio dei carismi dispensati dallo Spirito Santo, riconosce il ministero specifico dei Pastori in comunione collegiale e gerarchica con il Vescovo di Roma”. 

52. Fino a che punto intendono riconoscere i “carismi” e i “ministeri” laici?

Come tutto in questo Sinodo sulla sinodalità, anche i carismi e i ministeri laicali sono aperti alla discussione e in continua evoluzione.

Alcune proposte sembrano piuttosto radicali. Ad esempio, la Sintesi continentale dell’America Latina e dei Caraibi, fortemente influenzata dalla teologia della liberazione e dalle conclusioni del Sinodo amazzonico del 2019, propone di riconoscere qualsiasi “ministero spontaneo”, compresi quelli nelle tribù amazzoniche: “Legittimamente ci sono molti ministeri che scaturiscono da la vocazione battesimale, compresi i ministeri spontanei e gli altri ministeri riconosciuti, non istituiti e altri istituiti con la loro formazione, missione e stabilità. Alcuni popoli indigeni hanno addirittura sottolineato di avere ministeri propri, che già vengono vissuti, ma non sono riconosciuti dall’istituzione ecclesiale”. 

Ricordiamo che i documenti del Sinodo amazzonico richiedevano implicitamente, tra le altre cose, il riconoscimento dell’opera degli stregoni e degli sciamani come ministero della Chiesa.

V – Il Synodaler Weg tedesco

A – Un percorso non solo per la Germania

53. Cos’è il Synodaler Weg ?

Synodaler Weg significa Via sinodale. È il modo particolare che la Chiesa cattolica in Germania ha scelto di adattarsi alla sinodalità, indipendentemente dal Sinodo universale, anticipandolo e addirittura superando gli orientamenti di Roma. Questo neologismo non trova fondamento né nel diritto canonico né nella tradizione della Chiesa.

Il Synodaler Weg è stato approvato dall’assemblea generale della Conferenza episcopale tedesca a Lingen nel 2019 come piattaforma di dibattito permanente dove tutti i fedeli potevano dire la loro sulla Chiesa. Questa fase preparatoria o consultiva si è chiusa nel marzo 2023. Le proposte sono state sottoposte ai vescovi, che ora le stanno discutendo, per presentarle al Sinodo universale che si terrà a Roma nell’ottobre 2023.

I promotori della Weg vogliono anche istituire un Consiglio sinodale permanente composto da clero e laici, trasformando la Chiesa in Germania in un organismo pienamente democratico. Il Consiglio sinodale funzionerebbe “come organo consultivo e decisionale sui cambiamenti essenziali riguardanti la Chiesa e la società” e “come organismo sovradiocesano per la pianificazione pastorale e le questioni di bilancio”. 

Mentre il Vaticano poneva il veto a questa proposta, i vescovi tedeschi sembravano disposti a proseguire su questa strada.

Il Synodaler Weg non ha una forma definita ma si presenta come un processo che cambia lungo il percorso. Si legge nel sito web del Cammino sinodale: «Il cammino sinodale non ha una forma definita dal diritto canonico, ma è sui generis. Può essere definito come un processo che percorre un percorso”. 

Questo “percorso” deve essere completamente aperto. All’assemblea generale di Lingen, il cardinale Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco e allora presidente della Conferenza episcopale tedesca, disse: “La fede può crescere e approfondirsi solo se ci si libera dai blocchi del pensiero, se si affronta un dibattito libero e aperto, e sviluppa la capacità di assumere nuovi incarichi e di aprire nuove strade.” 

54. Il Synodaler Weg è diverso dal Sinodo universale?

Formalmente sì, nel senso che è un processo della Chiesa in Germania, autonomo e parallelo al processo sinodale universale. In realtà, il Weg è considerato, nelle intenzioni dichiarate dei suoi principali protagonisti, come vedremo più avanti, quasi come una locomotiva che trascinerà gli altri vagoni del processo sinodale globale inaugurato nel 2015. Così lo presentano i media , ed è molto probabile che i partecipanti più progressisti al Sinodo generale, provenienti da diversi continenti, vorranno insistere sui temi contenuti nell’agenda del Weg tedesco . Pertanto, nella migliore delle ipotesi, il Weg aiuterebbe il processo universale a guadagnare terreno nella propaganda per le cause più radicali del neomodernismo.

Una semplice lettura delle loro proposte mostra la loro profonda analogia, anche se i toni del Cammino tedesco sono più incisivi.

55. Da dove hanno preso l’idea i vescovi tedeschi?

I promotori del Synodaler Weg affermano di ispirarsi al discorso di Papa Francesco del 2015 in occasione del cinquantesimo anniversario dell’istituzione del Sinodo dei vescovi. Il Romano Pontefice ha affermato:

La via della sinodalità è il cammino che Dio attende dalla Chiesa del terzo millennio. . . .
La sinodalità, come dimensione costitutiva della Chiesa. . . . 

A ciò si aggiunge la “Lettera al popolo di Dio in pellegrinaggio in Germania” del 29 giugno 2019, in cui il papa ha incoraggiato il cammino sinodale:

I vostri pastori hanno suggerito una via sinodale. Che cosa ciò significhi concretamente e come si svilupperà è ancora oggetto di discussione. Da parte mia, ho espresso le mie riflessioni sulla sinodalità della Chiesa in occasione della celebrazione del cinquantesimo anniversario del Sinodo dei Vescovi. Si tratta, in sostanza, di un sinodo sotto la guida dello Spirito Santo, camminando insieme e con tutta la Chiesa sotto la sua luce, guida e irruzione, per imparare ad ascoltare e discernere l’orizzonte sempre nuovo che Egli vuole donarci. Perché la sinodalità presuppone e richiede l’irruzione dello Spirito Santo. 

Il cardinale Reinhard Marx e il prof. Thomas Sternberg, presidente del Comitato centrale dei cattolici tedeschi, hanno dichiarato: “Papa Francesco ci invita a diventare una Chiesa sinodale, a camminare insieme. Questo è lo scopo del Synodaler Weg della Chiesa in Germania. Noi, vescovi della Conferenza episcopale e laici del Comitato centrale dei cattolici tedeschi, vogliamo camminare insieme a tutti i cattolici, religiosi, sacerdoti e soprattutto ai giovani”. 

Più in generale, i promotori della Weg affermano di seguire il magistero di papa Francesco sulla sinodalità, espresso, ad esempio, nell’esortazione apostolica Evangelii gaudium del 2013 , in cui si afferma: “uno statuto giuridico delle conferenze episcopali che le vedrebbe come soggetti di attribuzioni specifiche, compresa la vera autorità dottrinale, non è stata ancora sufficientemente elaborata. L’eccessiva centralizzazione, invece di rivelarsi utile, complica la vita della Chiesa e la sua uscita missionaria”. 

56. Chi ha voce in capitolo nel Synodaler Weg ?

In linea di principio, tutti i cattolici tedeschi e anche i non cattolici che desiderano partecipare avrebbero voce in capitolo nel Synodaler Weg . Tuttavia, l’ organo più importante del Weg , l’Assemblea sinodale ( Synodalversammlung ), è monopolizzato dalle fazioni più progressiste del cattolicesimo tedesco. Mettono a tacere qualsiasi voce discordante e non hanno paura di confrontarsi con Roma per attuare la loro agenda, anche se questo porta a uno scisma. Questi individui e associazioni cercano da decenni di sovvertire la Chiesa in Germania. Tra questi spicca il Zentralkomitee der deutschen Katholiken (ZdK).

Questa frangia progressista, che impone la sua agenda all’interno del Synodaler Weg , è il vecchio Linkskatholizismus (Sinistra cattolica). Per tutto il periodo postconciliare sogna di rivoluzionare la Chiesa in Germania. Diversi punti del Weg erano già all’ordine del giorno del Sinodo di Würzburg (1971–1975). Ad esempio, il diaconato femminile, la partecipazione dei laici alla predicazione, l’ampliamento del sistema dei consigli parrocchiali e diocesani, e così via.

Negli anni ’90, diverse iniziative, come Wir sind Kirche (Noi siamo Chiesa), chiedevano di allentare la moralità sessuale, approvare i contraccettivi, abolire il celibato sacerdotale, democratizzare le strutture di autorità nella Chiesa e così via.

L’intero Linkskatholizismus si concentra ora sul Synodaler Weg .

Questa frangia sta spingendo i vescovi verso posizioni più radicali. Scrive ad esempio Daniela Ordowski, presidente del Movimento giovanile cattolico rurale: “[Nei suoi rapporti con Roma], la Conferenza episcopale tedesca dovrebbe reagire molto più coraggiosamente, con molta più furia e fare molto più rumore. Alla fine, potrebbe dover optare per la disobbedienza. Per quanto tempo sopporteranno il divario tra valori sociali, uguaglianza di genere e condivisione del potere da un lato e una monarchia patriarcale cattolica dall’altro?” 

57. Quanto è importante il Synodaler Weg ?

Il Synodaler Weg si presenta come un percorso specifico per la Chiesa in Germania e come un modello per il Sinodo generale convocato a Roma, estremo ma molto influente. Molti osservatori notano come le sue conclusioni potrebbero influenzare lo sviluppo dell’intero processo sinodale nella Chiesa universale, seguendo il precedente stabilito dal Concilio Vaticano II, quando, secondo una celebre espressione, «il Reno sfociava nel Tevere». 

Ad esempio, il noto vaticanista Sandro Magister esprime questo timore: “Il contagio del ‘percorso sinodale’ della Germania, non controllato dal papa, ha ormai varcato i confini e minaccia di influenzare il sinodo generale sulla sinodalità stessa”. 

Denunciando l’apparente simpatia del cardinale Mario Grech per le proposte tedesche, il vaticanista Ed Condon scrive che i vescovi tedeschi hanno suscitato “l’impressione tra alcuni osservatori vaticani che l’intero processo sinodale globale abbia una sorta di ‘opzione preferenziale’ per i tedeschi”. 

Mons. Georg Bätzing, presidente della Conferenza episcopale tedesca e principale promotore della Weg , riferendosi al documento preparatorio del Sinodo Allarga lo spazio della tua tenda , che comprende molte proposte presentate dalla Weg , ha proclamato euforico: “Il sinodo [tedesco] Il processo ha già cambiato la Chiesa”. 

58. Perché è stato convocato il Synodaler Weg ?

In teoria, la Weg sarebbe stata convocata per trovare soluzioni al problema degli abusi sessuali nella Chiesa in Germania, scandalo scoppiato nel 2010. Da allora riunioni, commissioni e gruppi di lavoro si sono moltiplicati senza arrivare ad una conclusione concreta. Di fronte a questa inerzia, alcuni vescovi e il Comitato centrale dei cattolici tedeschi hanno preso in mano il problema e hanno lanciato l’idea di istituire una piattaforma permanente di discussione.

Come accennato, la Weg è stata approvata dall’Assemblea generale della Conferenza episcopale tedesca nel dicembre 2019 per “affrontare attivamente la questione degli abusi sessuali e rafforzarne la prevenzione”. 

59. Ci sono ulteriori motivi dietro il Synodaler Weg ?

Molte voci sottolineano che dietro gli obiettivi dichiarati della Weg si nasconde un progetto di riforma della Chiesa . Ad esempio, in un’intervista alla rivista Communio , il cardinale arcivescovo di Vienna, Sua Eminenza Christoph Schönborn, ha dichiarato: “C’è una strumentalizzazione degli abusi. . . . I comportamenti abusivi vengono utilizzati per discutere e decidere sulle richieste di riforma della Chiesa”. 

Lo stesso cardinale Reinhard Marx, pioniere della Weg , lo riconosce. Egli sostiene che i casi di abusi sessuali hanno fatto perdere credibilità alla Chiesa presso l’opinione pubblica e che si dovrebbe abbandonare l’idea che coloro che sono ordinati al sacerdozio possano guidarla. È necessario trovare nuovi leader, soprattutto tra i laici, per monitorare il clero in questa e altre questioni. Secondo il progressista National Catholic Reporter : “Marx disse che la comprensione da parte della Chiesa della necessità di responsabilità era ‘solo rudimentale’ a causa della natura della sua struttura gerarchica”. Pertanto, è urgente apportare un “cambiamento fondamentale e sistemico” alla Chiesa, che richiede processi sinodali. 

Nella lettera di dimissioni dalla presidenza della Conferenza episcopale tedesca, indirizzata al papa, il cardinale bavarese parla esplicitamente di “fallimento istituzionale che chiede cambiamento e riforma nella Chiesa”. E aggiunge: «Una svolta per uscire da questa crisi non può che essere, a mio avviso, la ‘via sinodale’, un cammino che permette il ‘discernimento degli spiriti’, come tu hai sottolineato e scritto nella tua lettera alla Chiesa in Germania.” 

60. Il Weg è un cambiamento di paradigma culturale nella Chiesa?

SÌ. I promotori del Weg riconoscono che deve portare a un cambiamento profondo nel paradigma culturale della Chiesa. “Il Sinodo deve portare ad un cambiamento di paradigma culturale [Kulturwandel] e ad un cambiamento nella prassi della Chiesa”, dice mons. Georg Bätzing. In altre parole, la Weg dovrà cambiare non solo gli elementi accidentali della Chiesa ma i suoi stessi fondamenti.

Gregor Podschun, presidente della Federazione della gioventù cattolica tedesca e figura di spicco del Weg , scrive:

Ciò che serve ora è un cambiamento nella Chiesa cattolica e nella sua dottrina (sbagliata) che vada alla radice. . . . Questa Chiesa deve autodistruggersi per costruire una nuova Chiesa. . . .
Sembra radicale e alla fine lo è. 

61. Quali sono le cause degli abusi sessuali da parte del clero secondo i promotori di Weg ?

I promotori della Synodaler Weg sostengono che la causa principale degli abusi sessuali nel clero è il clericalismo prevalente nella Chiesa, frutto della sua costituzione gerarchica e della moralità tradizionale. Secondo un Weg Basic Text, la causa degli abusi sessuali sarebbe «l’attuale struttura e dottrina della Chiesa», che, pertanto, andrebbe riformata. 

Nella riunione plenaria del 2018 a Fulda, la Conferenza episcopale tedesca ha affermato che “le sfide specifiche della Chiesa cattolica, come le questioni sulla vita celibe dei preti e vari aspetti della morale sessuale cattolica, saranno discusse con la partecipazione di esperti di diverse discipline in un processo di discussione trasparente”. 

Da parte sua, il cardinale Reinhard Marx afferma: “In misura non trascurabile, gli abusi sessuali sui bambini e sui giovani sono il frutto dell’abuso di potere nell’amministrazione [della Chiesa]”. 

62. Quali soluzioni propone il Synodaler Weg ?

I promotori del Weg propongono di superare il clericalismo prevalente nella Chiesa modificandone la struttura gerarchica e la morale:

UN. Partecipazione dei laici alla nomina dei vescovi e diffusa democratizzazione delle strutture ecclesiali;
B. Superamento del celibato sacerdotale obbligatorio;
C. Ammettere individui omosessuali agli Ordini Sacri;
D. Apertura del ministero sacramentale alle donne;
e. Rivalutare l’omosessualità e accettare le unioni tra persone dello stesso sesso;
F. Condanna della morale sessuale tradizionale della Chiesa.

Si può riassumere l’ agenda della Synodaler Weg in due punti: decostruire la morale cattolica e la gerarchia ecclesiastica.

63. Ciò potrebbe portare alla distruzione della Chiesa?

Questo almeno sembrerebbe essere l’intento di alcuni. Il cardinale Gerhard Müller, ex prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, afferma: “Stanno sognando un’altra chiesa che non abbia nulla a che fare con la fede cattolica. . . e vogliono abusare di questo processo, per spostare la Chiesa cattolica, e non solo in [un’altra] direzione, ma per distruggere la Chiesa cattolica”. 

Si noti però che, secondo le stesse parole dell’insigne teologo, si tratterebbe di qualcosa “che non ha nulla a che vedere con la fede cattolica”, e nemmeno con la Chiesa, poiché, come sopra accennato, confortata dalla promessa divina, essa ha la certezza di indefettibilità, cioè quella prerogativa per la quale ella resisterà fino alla fine dei tempi (cfr Mt 28,20), e le porte dell’inferno non prevarranno contro di lei (cfr Mt 16,18).

B – Democratizzazione della Chiesa

64. Cosa intendono fare i promotori di Weg riguardo alla governance della Chiesa?

I promotori del Weg propongono di decostruire le strutture gerarchiche della Chiesa per cambiare profondamente il suo sistema di autorità. I consigli laici con potere decisionale limiterebbero l’autorità dei vescovi. I laici parteciperebbero a livello nazionale, diocesano e parrocchiale attraverso i cosiddetti Consigli sinodali. Questa democratizzazione della Chiesa è uno dei punti più controversi del Synodaler Weg .

Nella quarta Assemblea sinodale, nel settembre 2022, è stata approvata una commissione per discutere la formazione di un Consiglio sinodale nazionale permanente. Questo Consiglio, composto da vescovi, sacerdoti e laici, dovrebbe garantire l’attuazione delle risoluzioni del cammino sinodale, perpetuandolo nel tempo. Non sarebbe meramente consultivo ma deliberativo, con potere decisionale. Costituirebbe un organismo con più autorità dei vescovi diocesani.

65. C’è stato un consenso per formare il Consiglio?

No, perché alcuni vescovi si sono opposti. L’introduzione di questo tipo di sistema parlamentare nella Chiesa ha scandalizzato anche il cardinale Walter Kasper, non certo un conservatore: «I sinodi non possono diventare istituzioni permanenti. La tradizione della Chiesa non conosce governo sinodale. Il Supremo Concilio sinodale, così come lo si concepisce oggi, non ha alcun fondamento in tutta la storia della Costituzione [della Chiesa]. Non si tratterebbe di un rinnovamento ma di un’innovazione senza precedenti”. 

66. Il Vaticano ha approvato questo Concilio sinodale?

No. In una lettera del 16 gennaio 2023, il Segretario di Stato, cardinale Pietro Parolin, insieme ai cardinali Luis Ladaria (prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede) e Marc Ouellet (prefetto del Dicastero per i Vescovi), ha respinto la formazione del Consiglio sinodale. In questa lettera, approvata dal papa, si legge: “Il ‘Concilio sinodale’ costituirebbe una nuova struttura di governo per la Chiesa in Germania, che . . . sembra porsi al di sopra dell’autorità della Conferenza episcopale tedesca e, di fatto, sostituirla”. La lettera afferma inoltre che “né il Cammino sinodale, né alcun organismo da esso istituito, né alcuna Conferenza episcopale ha la competenza per istituire un Consiglio sinodale a livello nazionale, diocesano o parrocchiale”.

Questa posizione è stata ufficialmente comunicata ai vescovi tedeschi durante la loro visita ad limina nel novembre 2022. L’allora prefetto del Dicastero per i Vescovi, il cardinale Marc Ouellet, dichiarò:

“L’ho già detto molto chiaramente ai vescovi [tedeschi] . . .: Questo non è cattolico”.
Un simile concilio tedesco “non corrisponderebbe all’ecclesiologia cattolica e al ruolo unico dei vescovi, che deriva dal carisma della consacrazione e che implica che essi debbano avere la libertà di insegnare e di decidere”.

Durante l’apertura della quinta e ultima Assemblea sinodale a Francoforte nel marzo 2023, il nunzio apostolico, l’arcivescovo Nikola Eterović, ha ribadito il rifiuto del Vaticano di consentire l’istituzione di un Consiglio sinodale.

67. L’intervento del Vaticano ha avuto qualche impatto?

Sì, durante la quinta e ultima Assemblea sinodale, dopo un acceso dibattito, il testo “Potere e separazione dei poteri nella Chiesa – Partecipazione congiunta e partecipazione alla missione”, che dovrebbe decidere sull’istituzione dei Consigli sinodali nelle diocesi e nelle parrocchie, non è stato votato. In ogni caso, tutto indica che il Synodaler Weg lo attuerà de facto, lasciando ai vescovi il compito di istituire tali strutture nelle loro diocesi.

C – Ordinazione delle donne

68. Come si collega l’ordinazione delle donne al tema del Sinodo?

Le donne sono presumibilmente una di quelle “minoranze emarginate” che devono essere “incluse” nella vita della Chiesa. A tal fine, dovrebbero avere accesso a tutti i livelli dell’autorità e al sacramento dell’Ordine. “Ci aspettiamo che lei, vescovo Dieser, dica se può immaginare le donne come diaconi e sacerdoti, poiché tutte le discussioni teologiche sono sul tavolo grazie al buon lavoro svolto nel Forum sinodale 3″, si legge in una proposta nella diocesi di Aquisgrana. L’ordinazione diaconale e anche sacerdotale delle donne è un punto centrale nelle richieste del Synodaler Weg .

Durante la terza Assemblea sinodale tedesca, la Weg ha deciso che “non vanno escluse le donne che si sentono chiamate e hanno carismi che le indirizzano anche al ministero sacramentale”. A questo proposito, i promotori della Weg sostengono che si dovrebbero discutere i documenti magisteriali sull’argomento, che escludono tassativamente questa possibilità.

Pur sapendo di contraddire la dottrina e la disciplina della Chiesa, i promotori del Weg sembrano determinati ad andare avanti su questa linea: «Nella Chiesa cattolica romana, verrà avviato un processo trasparente in cui i comitati del Cammino sinodale svolgeranno un ruolo ruolo di primo piano. Sarà istituita una commissione che si occuperà esclusivamente del ministero sacramentale delle persone di ogni genere”. 

69. Il Magistero della Chiesa consente di ordinare donne al sacerdozio?

No. Il cardinale Luis Ladaria, prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede, ha recentemente riaffermato la posizione definitiva del magistero della Chiesa su questo tema, citando la lettera apostolica Ordinatio sacerdotalis di Giovanni Paolo II, che conclude: «Affinché ogni dubbio possa essere allontanato riguardo ad una questione di grande importanza, questione che attiene alla stessa costituzione divina della Chiesa, in virtù del mio ministero di confermare i fratelli (cfr Lc 22,32) Dichiaro che la Chiesa non ha alcuna autorità per conferire l’ordinazione sacerdotale ai donne e che questo giudizio deve essere tenuto in via definitiva da tutti i fedeli della Chiesa”. 

70. Si potrebbe approvare solo il diaconato femminile?

No. La rivista Publik Forum commenta: “Chi ha familiarità con il dogma cattolico sa che esiste in definitiva una sola ordinazione sacramentale, che consta di tre fasi [diacono, sacerdote, vescovo]. Una volta che il diaconato è aperto alle donne, si verifica un effetto di “pendio scivoloso” verso il sacerdozio delle donne”. 

D – “Inclusi” gli omosessuali

71. Come si collega la questione omosessuale alla sinodalità?

In una visione aperta e fraterna della Chiesa, gli omosessuali – e, più in generale, gli individui LGBT – sarebbero una di quelle “minoranze emarginate” che necessitano di essere incluse nella sua vita. “Speriamo in un cambiamento verso una Chiesa equa dal punto di vista del genere”, si legge in una proposta per il Sinodo della diocesi di Aquisgrana. Per i promotori del Sinodo, per realizzare l’inclusione è necessario cambiare la dottrina morale della Chiesa.

72. Cosa insegna la Chiesa sull’omosessualità?

Dice il Catechismo della Chiesa Cattolica : «Basandosi sulla Sacra Scrittura, che presenta gli atti omosessuali come atti di grave depravazione, la tradizione ha sempre dichiarato che ‘gli atti omosessuali sono intrinsecamente disordinati’. Sono contrari alla legge naturale. Chiudono l’atto sessuale al dono della vita. Non procedono da una genuina complementarità affettiva e sessuale. In nessun caso potranno essere approvati”. 

Per questo motivo le persone con evidenti tendenze omosessuali sono sempre state escluse dal sacerdozio e dalle comunità religiose. Fino a non molto tempo fa i seminari erano particolarmente vigili su questo punto. In un documento vaticano del 2005 approvato da Papa Benedetto XVI si legge: «Alla luce di questo abbondante insegnamento, la presente Istruzione non intende soffermarsi su tutte le questioni nell’ambito dell’affettività e della sessualità che richiedono un attento discernimento durante l’intero periodo della formazione. Contiene piuttosto norme riguardanti una questione specifica, resa più urgente dalla situazione attuale, e cioè: se ammettere al seminario e all’Ordine sacro candidati che abbiano tendenze omosessuali profondamente radicate”. 

73. Ciò significa che la Chiesa rifiuta gli omosessuali?

No. La Chiesa rifiuta il peccato ma non il peccatore, che chiama alla conversione. Il Catechismo della Chiesa Cattolica è molto chiaro: “Le persone omosessuali sono chiamate alla castità. Con le virtù del dominio di sé che educano alla libertà interiore, talvolta con il sostegno di un’amicizia disinteressata, con la preghiera e la grazia sacramentale, essi possono e devono avvicinarsi gradualmente e risolutamente alla perfezione cristiana. 

74. Cosa significa “includere” gli omosessuali nella Chiesa?

Nel senso proposto dal Synodaler Weg e da molti promotori del Sinodo universale, “includere” gli omosessuali significa accoglierli nella Chiesa senza alcuna restrizione o appello alla conversione morale. In altre parole significa accettare non solo il peccatore ma anche il peccato.

Forse nessuno ha affermato questa tesi più chiaramente del cardinale Robert McElroy, arcivescovo di San Diego. In un articolo pubblicato sulla rivista dei gesuiti America , ha affermato che il Sinodo dovrebbe “includere i divorziati risposati senza dichiarazione di nullità della Chiesa, i membri della comunità LGBT e coloro che sono sposati civilmente ma non si sono sposati in la Chiesa.” 

Questa inclusione implicherebbe la ricezione della Santa Comunione da parte di persone che vivono oggettivamente nel peccato pubblico: “Ho proposto che i cattolici divorziati risposati o LGBT che cercano ardentemente la grazia di Dio nella loro vita non siano categoricamente esclusi dall’Eucaristia”. 

75. La dottrina morale della Chiesa deve essere modificata per “includere” gli omosessuali?

SÌ. In un documento preparatorio della Weg si legge: “Siamo convinti che il riorientamento della pastorale non sarà possibile senza un sostanziale rimpasto della dottrina sessuale della Chiesa. . . . In particolare, la dottrina che considera eticamente legittimo il rapporto sessuale solo nell’ambito di un matrimonio legittimo e solo nell’apertura permanente alla procreazione della prole, ha portato ad una diffusa rottura tra magistero e fedeli. 

Allo stesso modo, un altro documento Weg afferma:

La sessualità omosessuale – realizzata anche negli atti sessuali – non è quindi un peccato punito da Dio e non deve essere considerato intrinsecamente malvagio. . . .
1. Nel corso di questa rivalutazione dell’omosessualità, tra l’altro, dovrebbero essere rivisti i passaggi 2357–2359 e 2396 (omosessualità e castità) del Catechismo [ della Chiesa Cattolica ]. . . . Gli “atti omosessuali” devono essere rimossi dalla lista dei “peccati gravi contro la castità”. 

Ancora un altro documento è molto chiaro: “Uno dei compiti del Sinodo sarebbe quello di sviluppare una nuova visione dell’omosessualità e delle relazioni omosessuali e di lavorare verso un’apertura”. 

È d’accordo il cardinale lussemburghese Jean-Claude Hollerich, relatore generale del Sinodo. Ha dichiarato che la dottrina della Chiesa sui rapporti omosessuali è “falsa” e deve quindi essere cambiata perché “il fondamento sociologico-scientifico di tale insegnamento non è più corretto”. 

Altre conferenze episcopali condividono questa opinione. Ad esempio, alcuni vescovi francesi hanno recentemente chiesto al Papa di modificare il Catechismo della Chiesa Cattolica per non condannare gli atti omosessuali come “intrinsecamente disordinati” e “contrari alla legge naturale”. La Conferenza episcopale francese ha designato una commissione di teologi per studiare la riformulazione della dottrina su questo tema. 

76. Cosa propongono i promotori di Weg per sostituire la dottrina morale della Chiesa?

I promotori di Weg propongono un nuovo approccio alla moralità sessuale. Essa non dovrebbe più basarsi sulla legge divina e naturale, ma sull’autopercezione della propria responsabilità verso gli altri. Il prof. Thomas Söding, vicepresidente del Synodaler Weg , scrive: “La soluzione al problema sta nel ridefinire il rapporto tra personalità e sessualità nell’insegnamento della Chiesa. . . . Aumenta la responsabilità individuale, unita alla tolleranza sociale e all’accettazione da parte della Chiesa, che definisce chiaramente quando c’è abuso [comportamento invasivo] e quando i diritti umani e la dignità vengono attaccati. Ma la Chiesa definisce anche l’autodeterminazione sessuale e la responsabilità nei confronti degli altri e di se stessi senza spiare le pratiche sessuali [delle persone]”. 

77. I promotori di Weg sono gli unici a chiedere di “includere” gli omosessuali?

No. Quasi tutti i documenti conclusivi delle tappe continentali del cammino sinodale ( Sintesi Continentali ) menzionano esplicitamente la necessità di includere le persone LGBT.

Del resto, anche alti prelati hanno adottato una linea simile. Ad esempio, come abbiamo già accennato, il cardinale Jean-Claude Hollerich, relatore generale del Sinodo, ritiene che cambiare l’insegnamento della Chiesa sull’omosessualità sia necessario perché “il fondamento sociologico-scientifico di tale insegnamento non è più corretto”. 

Da parte sua, il cardinale Robert McElroy, vescovo di San Diego, sostiene che il Sinodo universale è l’occasione giusta per esaminare alcune dottrine della Chiesa, compresa la questione dell’ordinazione delle donne al sacerdozio. Tuttavia, il suo obiettivo principale è “l’inclusione radicale delle persone LGBT”.

Per il cardinale californiano, la distinzione operata dalla Chiesa tra persone di orientamento omosessuale che si astengono dal peccare e coloro che peccano commettendo atti omosessuali è pastoralmente scomoda poiché divide la comunità sul ricevere la Santa Comunione e sulla partecipazione attiva alla vita della Chiesa. Tutte le persone LGBT dovrebbero essere incluse sulla base della “dignità di ogni persona come figlio di Dio” senza fare le distinzioni che fa la Chiesa. 

78. Stanno cercando scappatoie per legittimare canonicamente le unioni tra persone dello stesso sesso?

SÌ. Per i promotori del Sinodo “includere” gli omosessuali nella Chiesa significa aprire loro tutti i sacramenti, compreso il matrimonio. Poiché non possono approvare il “matrimonio” tra due persone dello stesso sesso, che sarebbe in netto contrasto con i dogmi cattolici e la disciplina della Chiesa, alcune conferenze episcopali scelgono di impartire una “benedizione” ( Segnung ) .

Ad esempio, nel 2022, i vescovi fiamminghi hanno approvato un “Rito di benedizione” per le coppie omosessuali, poi adottato dal Synodaler Weg .

L `idea non e` nuova. Nel 2015, durante il Sinodo sulla famiglia, il Comitato centrale dei cattolici tedeschi ha proposto “un ulteriore sviluppo delle forme liturgiche, in particolare le benedizioni delle unioni tra persone dello stesso sesso, le nuove unioni dei divorziati e per le decisioni importanti nella vita familiare”. 

79. Il Vaticano ha approvato queste “benedizioni”?

No. Al contrario, li ha condannati. Il Responsum della Congregazione per la Dottrina della Fede a un dubium riguardante la benedizione delle unioni di persone dello stesso sesso, inviato ai vescovi tedeschi il 15 marzo 2021, recita: «Non è lecito impartire una benedizione su rapporti, o unioni, anche stabili, che comportano attività sessuale al di fuori del matrimonio (cioè al di fuori dell’unione indissolubile di un uomo e di una donna aperta in sé alla trasmissione della vita), come è il caso delle unioni tra persone della stessa sesso.” 

80. Come hanno reagito alcuni vescovi tedeschi e alcune conferenze episcopali europee?

Alcuni vescovi tedeschi e conferenze episcopali europee hanno continuato, sfidando apertamente il veto vaticano.

Ad esempio, molte chiese in Germania offrono “benedizioni, cerimonie di benedizione e celebrazioni di benedizione per coppie alternative”, comprese le coppie omosessuali, i divorziati “risposati”, le coppie conviventi e così via. Espongono sulla facciata un poster intitolato “Liebe ist alles” (l’amore è tutto), raffigurante due uomini che si baciano. In alcuni casi, come ad Aquisgrana, si tratta di un’iniziativa diocesana.

E – Distruzione della Famiglia

81. Cos’è la famiglia secondo la dottrina della Chiesa?

Il Catechismo della Chiesa Cattolica insegna: «Un uomo e una donna uniti nel matrimonio, insieme ai loro figli, formano una famiglia» (n. 2202). Per i battezzati anche il matrimonio è un sacramento (n. 2225).

82. Quali cambiamenti intende apportare il Synodaler Weg ?

Sebbene i documenti Weg a volte facciano riferimento al “matrimonio”, parlano più comunemente di Partnerschaftsformen (forme di partenariato), una formula “inclusiva” e non discriminatoria. Un’altra formula è Paare, die sich lieben (coppie che si amano). Questi eufemismi significano unioni civili libere, comprese le coppie dello stesso sesso. Qualsiasi sentimento romantico basterebbe a legittimare tali unioni.

Si moltiplicano anche – seppure non approvate dal Vaticano – le cosiddette Segensfeiern für Paare, die sich lieben (benedizioni per le coppie che si amano). Un documento Weg spiega che tali benedizioni “cercano di rafforzare ciò che già esiste nella relazione di coppia in termini di amore, impegno e responsabilità reciproca, chiedendo e come promessa del sostegno di Dio”. 

VI – Una strada accidentata

A – Reazioni contro il Synodaler Weg

83. Cardinali e vescovi hanno protestato contro la Synodaler Weg ?

Sì, tanti, a cominciare da una lettera aperta di 18 pagine che mons. Samuel Aquila, vescovo di Denver, ha inviato a mons. Georg Bätzing. Si afferma: “Il Cammino sinodale non affronta semplicemente questioni ‘strutturali’: mette in discussione, e in alcuni casi ripudia, il deposito della fede. I documenti del Cammino sinodale non possono essere letti altrimenti che come sollevanti gli interrogativi più seri circa la natura e l’autorità vincolante della rivelazione divina, la natura e l’efficacia dei sacramenti, e la verità dell’insegnamento cattolico sull’amore umano e sulla sessualità”. 

Forse la reazione più rilevante è stata “Una lettera aperta fraterna ai nostri fratelli vescovi in ​​Germania”, da parte di 103 prelati di tutto il mondo. Tra questi ci sono i cardinali Arinze, Burke, Napier, Pell, Ruini e Zen. Questi pastori ricordano: “In un’epoca di rapida comunicazione globale, gli eventi in una nazione hanno inevitabilmente un impatto sulla vita ecclesiale altrove. Pertanto il processo del “percorso sinodale”, così come attualmente perseguito dai cattolici in Germania, ha implicazioni per la Chiesa in tutto il mondo. Ciò include le Chiese locali di cui siamo pastori e i numerosi fedeli cattolici di cui siamo responsabili”.

La Lettera denuncia:

2. Pur mostrando una patina di idee e vocaboli religiosi, i documenti del Cammino sinodale tedesco sembrano in gran parte ispirati non alla Scrittura e alla Tradizione – che, per il Concilio Vaticano II, sono “un unico sacro deposito della Parola di Dio” – ma a analisi sociologica e politica contemporanea, compreso il genere, ideologie. Guardano alla Chiesa e alla sua missione attraverso la lente del mondo piuttosto che attraverso la lente delle verità rivelate nella Scrittura e nell’autorevole Tradizione della Chiesa. . . .
5. Il processo del Cammino sinodale, in quasi ogni fase, è il lavoro di esperti e comitati: pesantemente burocratico, ossessivamente critico e chiuso in se stesso. Riflette quindi essa stessa una forma diffusa di sclerosi ecclesiale e, ironicamente, assume toni anti-evangelici. Nei suoi effetti, il Cammino sinodale mostra più sottomissione e obbedienza al mondo e alle ideologie che a Gesù Cristo come Signore e Salvatore. 

Anche il cardinale Gerhard Müller, già prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, è molto esplicito nelle sue critiche. Per lui la Weg è controversa e ha portato all’approvazione di risoluzioni che hanno privato i fedeli cattolici della “verità del Vangelo” per sostituirla con “un’ideologia omosessualizzata, vero centro di gravità del sinodalismo tedesco”. Secondo il cardinale Müller, questa ideologia è “un’ideologia riprovevole che, nel suo grossolano materialismo, è una presa in giro di Dio che ha creato l’uomo a sua immagine come maschio e femmina”. Il Synodaler Weg , conclude, “non è in alcun modo un dibattito aperto e orientato alla Parola di Dio [e non ha] alcun fondamento nella costituzione sacramentale della Chiesa”. 

Il cardinale tedesco chiede la dimissione dei vescovi che sostengono tesi eterodosse riguardo al Cammino sinodale: «Ci deve essere un processo, e devono essere condannati, e devono essere rimossi dall’incarico se non si convertono e non accettano la dottrina cattolica. ” 

Anche il cardinale Raymond Burke, ex prefetto della Segnatura Apostolica, ha esortato il Vaticano a sanzionare i vescovi che hanno votato per benedire le unioni omosessuali:

Che si tratti di deviazione, insegnamento eretico e negazione di una delle dottrine di fede, o di apostasia nel senso di semplicemente allontanarsi da Cristo e dal Suo insegnamento nella Chiesa per abbracciare qualche altra forma di religione, questi sono crimini. . . .
Questi sono peccati contro Cristo stesso e ovviamente della natura più grave. E il Codice di diritto canonico prevede sanzioni adeguate. 

Una critica degna di nota è un saggio di Mons. Thomas Paprocki, vescovo di Springfield, Illinois, intitolato “Imagining a Heretical Cardinal”. Il prelato scrive una lunga e dotta confutazione delle tesi del cardinale McElroy senza citarlo. Il vescovo Paprocki scrive: “Sfortunatamente, non è raro oggi sentire leader cattolici affermare punti di vista non ortodossi che, non molto tempo fa, sarebbero stati abbracciati solo dagli eretici. “Eretico” ed “eresia” sono parole forti, che la cortesia ecclesiastica contemporanea ha ammorbidito in espressioni più gentili come “i nostri fratelli separati” o “i fedeli cristiani che non sono in piena comunione con la Chiesa cattolica”. Ma la realtà è che coloro che sono “separati” e “non in piena comunione” sono separati e non in piena comunione perché rifiutano le verità essenziali della fede”. 

84. Esiste un consenso tra i vescovi europei sul Sinodo?

No. Sono state sollevate serie obiezioni al documento di lavoro Allarga lo spazio della tua tenda durante l’incontro di Praga dal 9 all’11 febbraio 2023, convocato per analizzare i risultati della fase preparatoria (consultiva) del Sinodo sul continente europeo.

Courtney Mares, giornalista vaticana della Catholic News Agency , scrive:

I cattolici europei hanno discusso giovedì mattina il contenuto di un documento finale che influenzerà le discussioni del Sinodo dei vescovi in ​​Vaticano in autunno. . . .
Il documento . . . ha ricordato come molti delegati europei abbiano espresso il timore che il Sinodo sulla sinodalità possa comportare un “annacquamento” della dottrina cattolica. . . .
“Alcuni hanno sottolineato che in un processo come questo si correva il rischio di sottomettersi allo spirito del mondo. Queste paure. . . anche espresso. . . preoccupazione per un possibile annacquamento della dottrina o per l’uso di espressioni sociologiche nei gruppi di lavoro”. 

Lo stesso relatore generale del Sinodo, il cardinale Hollerich, ha ammesso che alcune delegazioni sono rimaste “scioccate” dalle proposte della delegazione tedesca. 

85. Che dire della Chiesa negli Stati Uniti?

Anche la Conferenza episcopale americana è fortemente divisa.

L’ex direttore esecutivo dell’USCCB Jayd Henricks scrive:

Per molti vescovi, sacerdoti, religiosi e laici impegnati che prestano attenzione negli Stati Uniti, c’è un profondo sospetto su ciò che la Chiesa cattolica tedesca sta facendo rispetto alla sinodalità. A volte questo rasenta la disperazione perché è chiaro che i vescovi tedeschi non hanno alcun interesse ad ascoltare la Chiesa universale, lasciando poche speranze che i tedeschi si autocorreggano. L’impressione è che abbiano un programma per cambiare la Chiesa e vogliano imporre la loro visione della Chiesa universale. . . .
È anche significativo che nessuno degli oltre 270 vescovi degli Stati Uniti abbia espresso sostegno ai vescovi tedeschi. A parte qualche eccezione nel Nord Europa, anche l’episcopato mondiale non ha offerto alcun incoraggiamento. 

86. Si può parlare di un rifiuto del Synodaler Weg da parte dei fedeli e, più in generale, del Sinodo sulla sinodalità?

I fatti mostrano un rifiuto maggiore di quanto si sarebbero aspettati il ​​Weg e i promotori del Sinodo universale. In altri casi non si può parlare di rifiuto ma piuttosto di disinteresse. Il processo di ascolto non entusiasma quasi nessuno. Ciò preoccupa anche i promotori del Sinodo, poiché è difficile realizzare un progetto di riforma della Chiesa di questa portata con il sostegno di pochi fedeli.

In un articolo scritto per The Spectator pochi giorni prima di morire e pubblicato postumo, il cardinale George Pell afferma che né le alte sfere della Chiesa né la stragrande maggioranza dei cattolici praticanti nel mondo sono d’accordo con i frutti ottenuti dal processo di ascolto del Sinodo. 

Ciò costringe i promotori del Sinodo a ricorrere a tattiche di “trasferimento ideologico inavvertito”, che richiedono tempo e pazienza.

87. Cosa sarebbe successo se fossero stati consultati tutti i fedeli e non solo le minoranze progressiste?

È impossibile sapere cosa sarebbe successo se fossero stati consultati tutti i fedeli, e non solo le minoranze progressiste. Alcuni analisti hanno osservato che le tattiche intimidatorie utilizzate in molti luoghi per mettere a tacere le voci dissenzienti (solitamente conservatrici) mostrano che i promotori del Sinodo temono che l’autentica maggioranza venga ascoltata. Possiamo quindi ipotizzare che se tutti i fedeli fossero stati consultati, i documenti risultanti sarebbero stati molto più in linea con il magistero tradizionale.

Colpisce, ad esempio, che non siano state ascoltate le preoccupazioni sollevate dalle comunità che partecipano alla Messa tradizionale (la cosiddetta Messa Tridentina), che si stanno moltiplicando ovunque. Non sono una “minoranza emarginata” che dovrebbe essere “inclusa”?

88. Tutti i vescovi tedeschi sostengono la Synodaler Weg ?

No. La situazione è sfumata. Mentre la maggior parte dei vescovi tedeschi sostiene senza riserve il Synodaler Weg o dà mano libera ai suoi promotori tacendo, altri hanno espresso dubbi e suscitato polemiche. Paradossalmente il Weg , che dovrebbe parlare di “camminare insieme”, divide la Conferenza episcopale tedesca. Mons. Heiner Wilmer, vescovo di Hildesheim e forte promotore del Weg , si è sentito costretto ad ammettere che questa via comune non unisce ma divide: “Per alcuni, le risoluzioni non sono andate abbastanza lontano; altri vedevano i testi come in contraddizione con gli insegnamenti della chiesa. Il divario tra i membri del sinodo sembrava approfondirsi sempre di più; le fazioni divennero più impazienti. Alcuni erano frustrati fin dall’inizio, per altri l’eccitazione aumentava, altri ancora potevo vedere la loro sofferenza fisica o mentale”. 

Criticando l’eccessiva discussione e il tono talvolta provocatorio delle assemblee di Weg, il vescovo Franz Jung di Würzburg ha detto che assomigliano a “una stanza piena di feriti”. 

Le fazioni progressiste, da tempo in maggioranza, non sono disposte ad accettare le critiche e si comportano praticamente come un rullo compressore. “Ieri, al termine della riunione, la sera sono uscito dall’auditorium frustrato. I dissenzienti dell’opinione della maggioranza sono stati ancora una volta schiaffeggiati verbalmente”, si è lamentato il vescovo Gregor Maria Hanke di Eichstätt.Ciò ha portato la giornalista Anna Diouf a scrivere un articolo intitolato “Il cammino sinodale abusa della fede cattolica”.

89. Papa Francesco ha espresso qualche perplessità nei confronti del Synodaler Weg ?

Sì, nella “Lettera al popolo di Dio in pellegrinaggio in Germania”, pur rilevando che bisogna ascoltare “i segni dei tempi”, il papa avverte che non è compito di un “gruppo illuminato”, probabilmente alludendo al ruolo decisivo che alcune lobby ideologiche hanno avuto nel Weg . Nel settembre dello stesso anno il sovrano pontefice ricordava che un sinodo non è un parlamento. Anche in un’intervista all’Associated Press il pontefice ha criticato il Weg definendolo “ideologico” ed “elitario”. AP riferisce: “’L’esperienza tedesca non aiuta’, nota il papa, sottolineando che il processo in Germania fino ad oggi è stato condotto dalle ‘élite’. . . «Il pericolo è che entri qualcosa di molto, molto ideologico. Quando l’ideologia viene coinvolta nei processi ecclesiali, lo Spirito Santo torna a casa perché l’ideologia supera lo Spirito Santo’”. 

90. Ci sono dicasteri vaticani che hanno reagito al Weg ?

SÌ. Come accennato, i cardinali Parolin, Ladaria e Ouellet hanno scritto una lettera respingendo la proposta del Cammino sinodale tedesco di creare un Consiglio sinodale permanente in quanto minerebbe l’autorità di ciascun vescovo nella sua diocesi.

In una lettera del 26 gennaio 2023 indirizzata ai vescovi di tutto il mondo, la Santa Sede ha ribadito la dottrina cattolica sul ruolo di governo che spetta al vescovo diocesano. È firmato dal cardinale Mario Grech, segretario generale del Sinodo dei vescovi, e dal cardinale Jean-Claude Hollerich, relatore generale della XVI Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi.

Pur sottolineando il ruolo dei vescovi nella collegialità sotto l’autorità suprema del vescovo di Roma, la lettera critica il ruolo delle minoranze attiviste: “Ci sono, infatti, alcuni che presumono di sapere già quali saranno le conclusioni dell’Assemblea sinodale . Altri vorrebbero imporre un ordine del giorno al Sinodo, con l’intento di orientare la discussione e determinarne l’esito”.

Tuttavia, la lettera ribadisce il concetto fondamentale del Sinodo: superare le difficoltà nell’“ascolto” del Popolo di Dio, che “condivide anche l’ufficio profetico di Cristo”.

91. Come hanno reagito i vescovi tedeschi alle critiche di Roma?

Nonostante gli inviti alla moderazione di alcuni vescovi tedeschi – subito messi a tacere – prevale la tendenza ad andare avanti lungo il Cammino sinodale, anche a costo di scontrarsi con Roma. La frase del cardinale Marx del 2015, “Wir sind keine Filiale Roms” (Non siamo una filiale di Roma), è diventata un leitmotiv.Molti hanno sottolineato la sua somiglianza con un’altra frase del XVI secolo: “Los von Rom” di Martin Lutero (Lontano da Roma).

Un tipico esempio di questo atteggiamento ribelle è stata l’approvazione del documento intitolato Segensfeiern für Paare, die sich lieben (“Benedizioni per le coppie che si amano”) durante la quinta e ultima Assemblea sinodale nel marzo 2023. Il documento è passato con 176 voti in favorevoli, 14 contrari e 12 astenuti. I vescovi hanno votato 38 a favore, 9 contrari e 11 si sono astenuti. Questo documento contraddice categoricamente il Responsum del Vaticano del 22 febbraio 2021 secondo cui “la Chiesa non ha, e non può avere, il potere di benedire le unioni di persone dello stesso sesso”. Significativamente, una mozione per lo scrutinio segreto è stata respinta: la votazione è avvenuta per appello nominale. La direzione del Weg si assicurò di controllare uno per uno i vescovi tedeschi.

È anche molto rivelatore che questa Assemblea, che ha concluso il Synodaler Weg , si sia conclusa con una “performance” molto strana e inquietante intitolata “verantwort:ich”,tenutasi attorno all’altare maggiore della Cattedrale di Francoforte. Comprendeva strani riti con personaggi vestiti di nero e figure che sembravano anime dannate trascinate sul pavimento con corde e catene. Potrebbe essere stato un esempio delle nuove liturgie che il Cammino sinodale cerca di introdurre?

B – Alcune perplessità

92. Le reazioni del Papa suscitano perplessità?

Sì, perché sembrano contraddire altre sue affermazioni e atteggiamenti che sembrano favorire il Synodaler Weg .

Un’analisi attenta delle critiche di papa Francesco alla Weg mostra che si riferiscono al metodo piuttosto che alla sostanza. Non sembra esserci alcun problema con il desiderio di riformare la Chiesa.

In ogni caso, il Papa è fiducioso riguardo alla Synodaler Weg :

[I vescovi tedeschi] sono benevoli; non sono dannosi. Ma che strano! Il loro metodo fa dello sforzo di efficienza la cosa fondamentale.
. . . Ma bisogna avere pazienza, restare in contatto, accompagnare queste persone nel loro vero cammino sinodale e aiutare questo cammino più elitario perché non finisca male ma si integri nella Chiesa. Bisogna sempre cercare di unire. 

93. Le reazioni delle autorità vaticane suscitano perplessità?

SÌ. Ad esempio, il cardinale Hollerich, relatore generale del Sinodo, che il documento citato sembra opporsi alle richieste della Weg , ha chiesto una revisione dell’insegnamento della Chiesa sull’omosessualità, ha sostenuto l’ordinazione sacerdotale degli uomini sposati e si è dichiarato aperto alle ordinazioni femminili , secondo il vaticanista inglese Edward Pentin.Anche le sue differenze con il Weg sembrano essere metodologiche piuttosto che sostanziali.

In un’intervista al blog croato Glas Koncila , il cardinale ha messo apertamente in discussione il magistero di Giovanni Paolo II sull’ordinazione delle donne. Alla domanda se ciò potrebbe cambiare, ha risposto: “con il tempo, sì”. “Non è questo il pensiero infallibile?” – ha chiesto il giornalista. Il cardinale lussemburghese ha risposto: “Non sono sicuro che si possa chiamarlo così; probabilmente no.” Ha condannato anche la dottrina del Catechismo della Chiesa Cattolica , che invita le persone omosessuali alla castità: “Chiamare gli altri alla castità sembra parlare loro in egiziano”. Ha concluso: “Trovo un po’ dubbia la parte dell’insegnamento che definisce l’omosessualità ‘intrinsecamente disordinata’.” 

Qualcosa di simile si potrebbe dire del cardinale Mario Grech, segretario generale del Sinodo dei vescovi, che si è scagliato contro i critici del Synodaler Weg . Critiche del genere, dice il cardinale, “non servono a nulla. Si polarizzano ancora di più”.Il cardinale maltese afferma che la critica al Weg non va oltre la “denuncia pubblica”.Non nasconde il suo sostegno alla Weg : «Ho fiducia nella Chiesa cattolica in Germania, nei vescovi, confido che sappiano quello che fanno». 

Va notato che, a causa delle loro funzioni sinodali, questi due cardinali saranno figure chiave durante il prossimo Sinodo generale – sotto il papa, naturalmente.

94. Qualcuno è stato punito per aver formulato proposizioni eterodosse durante il processo sinodale?

No. Colpisce, ad esempio, l’assenza di qualsiasi rimprovero da parte delle autorità vaticane al cardinale Robert McElroy per il suo articolo scandaloso sulla rivista dei gesuiti America . Da parte sua, il cardinale Hollerich è stato confermato nel ruolo decisivo di relatore generale del Sinodo anche dopo le sue scandalose dichiarazioni sulla necessità di cambiare il magistero della Chiesa sull’omosessualità. Inoltre, è stato incluso nel cosiddetto C9, il gruppo selezionato di cardinali che consigliano direttamente Papa Francesco.

Il vaticanista francese Jean-Marie Guénois commenta:

Il Vaticano vigila [sul Weg ], ma sembra aver perso il controllo dell’iniziativa. Papa Francesco ha messo in guardia la Chiesa tedesca dall’andare fuori rotta. Tuttavia, curiosamente ha nominato alla posizione chiave di ‘relatore generale’ del prossimo sinodo romano sulla ‘sinodalità’ un prelato che sostiene gli orientamenti. . . del sinodo tedesco. . . .
. . . Il papa non è un arbitro. È dalla parte della riforma, come ha confidato lo scorso settembre ai gesuiti slovacchi incontrati a Bratislava. 

Alla fine del 2022, John Allen, un vaticanista vicino alle posizioni del papa, scrisse: “Francesco non ha disciplinato nessuno degli architetti del processo tedesco, apparentemente contento, almeno per ora, di lasciare che le cose si svolgano”. 

Qualcosa di simile è accaduto per quanto riguarda la decisione dei vescovi fiamminghi di approvare “cerimonie di benedizione” per le coppie omosessuali. Anche se ciò contraddice una dichiarazione vaticana, “Papa Francesco non ha né appoggiato né si è opposto al passo, indicando che spetta ai vescovi locali decidere ma sottolineando che devono rimanere uniti”, ha affermato mons. Johann Bonny, vescovo di Anversa. 

Il Documento di Lavoro per la Fase Continentale , inviato da Roma per la fase precedente al Sinodo Generale, pone chiaramente l’inclusione delle donne, delle persone LGBT e di altri punti nell’agenda delle fazioni più radicali.

95. Questo lassismo contrasta con altri atteggiamenti di Papa Francesco?

SÌ. La mancanza di sanzioni contro i promotori del Weg , anche quelli più in contrasto con l’ortodossia e la disciplina della Chiesa, contrasta con l’atteggiamento fermo e deciso di papa Francesco in altre occasioni. Non ha esitato a destituire, a volte scomunicare e persino a laicizzare sacerdoti e un cardinale. Molti analisti si chiedono perché non adotti atteggiamenti simili in questo caso.

Come sottolinea il prof. Stefano Fontana, il Vaticano adotta due atteggiamenti contraddittori a seconda dei casi: trasformare la sussidiarietà in permissivismo o centralizzare direttamente in autoritarismo. I promotori di Weg sembrano trarre vantaggio dal primo.

96. I cattolici sono preoccupati?

Sì, moltissimo. Un articolo su The Pillar menziona

i timori dei cattolici che sostengono che il sinodo sulla sinodalità sarebbe una sorta di cavallo di Troia per minimizzare o deviare dalla dottrina cattolica.
Francis ha compiuto sforzi per respingere quella narrazione.
[Ma] ad alcuni cattolici, McElroy è sembrato questa settimana confermarlo, e con ciò, confermare le loro ansie riguardo all’intero processo sinodale. Resta da vedere se Francesco risponderà a quella decisione. 

Come abbiamo visto, fino ad oggi Papa Francesco non ha detto nulla sul caso, aumentando la confusione. Poco prima della sua morte, il cardinale George Pell commentò:

Precedentemente [il motto] era: “ Roma locuta. Causa finita est ” [Roma ha parlato, la questione è risolta]. Oggi è: “ Roma loquitur. Confusio augetur ” [Roma parla, la confusione cresce].
(A) Il sinodo tedesco parla di omosessualità, donne prete, comunione ai divorziati. Il papato tace.
(B) Il cardinale Hollerich rifiuta l’insegnamento cristiano sulla sessualità. Il papato tace. 

L’impressione di un’accettazione implicita da parte del Vaticano delle posizioni progressiste criticate in alcuni documenti si rafforza quando i leader del Sinodo hanno invitato p. Timothy Radcliffe come predicatore dei loro esercizi spirituali. L’ex maestro generale dei domenicani “è noto per le sue posizioni eterodosse e, soprattutto, per il suo attivismo a favore del riconoscimento dell’omosessualità all’interno della Chiesa”. I due pontefici precedenti lo avevano tenuto a distanza per quelle cariche.

C – Verso un compromesso “alla romana”?

97. Ci sono contraddizioni nelle dichiarazioni delle autorità vaticane e di Papa Francesco?

Si Certamente.

Le opinioni papali hanno mostrato continue oscillazioni, che un attento analista della Santa Sede ha definito, con parole forti, un “grande inganno”. Andrea Gagliarducci della Catholic News Agency scrive:

Bisogna ammettere che  Papa Francesco ha, in qualche modo, contribuito a questo “grande inganno”. Innanzitutto, sul Sinodo della Chiesa tedesca , ha espresso in più occasioni preoccupazione, ma poi alcuni temi del Sinodo sono stati da lui riproposti in forme e modi diversi, anche contraddittori. . . .
In questa continua ambiguità,  in questa continua distinzione tra situazioni e azioni, il pensiero del papa appare poco chiaro o, comunque, non risolto . E probabilmente è proprio qui che si insinua la possibilità di mettere in atto il “grande inganno”.  Non sappiamo se il papa ne sia consapevole o se agisca semplicemente in buona fede. Ci limitiamo a prendere atto della situazione. 

Alcuni accusano i vescovi tedeschi di fuorviare i fedeli dicendo che papa Francesco ha sostenuto il Synodaler Weg quando lo avrebbe criticato. Come abbiamo visto la situazione è piuttosto confusa. L’“inganno” esiste non solo da parte dei vescovi tedeschi. Potremmo applicare ai protagonisti del Sinodo la critica dell’allora cardinale Joseph Ratzinger in un documento sull’omosessualità: «Un attento esame delle loro dichiarazioni pubbliche e delle attività da loro promosse rivela un’ambiguità studiata con la quale tentano di fuorviare pastori e fedeli». 

Come possiamo spiegare queste contraddizioni? Questa ambiguità è intenzionale? Può esserci una manovra dietro? Non possiamo non sollevare questa possibilità, almeno come ipotesi o criterio di analisi.

98. Si può spiegare questa manovra?

In effetti, chi studia il processo storico di declino della Chiesa e della civiltà cristiana, che gli storici chiamano Rivoluzione, si rende conto che spesso c’è stato un gioco dialettico tra correnti estremiste e moderate, in cui le prime sono state pioniere delle seconde.

Nel suo capolavoro, Rivoluzione e Controrivoluzione ( libro in italiano ), Plinio Corrêa de Oliveira spiega che il processo rivoluzionario ha due velocità: l’alta velocità, rappresentata dalle teste calde radicali, e la marcia lenta, composta da fazioni apparentemente moderate. Queste due velocità si armonizzano, ciascuna ha un ruolo specifico e insieme danno impulso al processo rivoluzionario:

Si potrebbe dire che i movimenti più rapidi siano inutili, ma non è così. L’esplosione di questi estremismi innalza uno standard e crea un bersaglio fisso il cui stesso radicalismo affascina i moderati, che lentamente avanzano verso di esso. . . .
. . . Il fallimento degli estremisti è quindi solo apparente. Collaborano indirettamente, ma potentemente, all’avanzata della Rivoluzione, attirando gradualmente la moltitudine innumerevole dei “prudenti”, dei “moderati” e dei mediocri. 

Ci si può legittimamente chiedere se il rifiuto delle tesi più estreme di Weg possa rendere possibile portare avanti una riforma apparentemente moderata ma sovversiva della Chiesa che potrebbe apparire a questo punto più accettabile.

Gli stessi promotori di Weg affermano che questo è il modo in cui vogliono influenzare il processo universale. La teologa Julia Knop, voce di spicco del Weg , scrive: “Con questi 15 testi [proposti dal Cammino sinodale tedesco], la Chiesa cattolica in Germania si è espressa a favore di passi di riforma importanti e urgentemente necessari. Soprattutto, i testi fondamentali sfideranno il dibattito (universale) sulla Chiesa e lo porteranno avanti a medio e lungo termine”. 

Richiamiamo l’attenzione su quest’ultima frase: medio e lungo termine. I promotori più perspicaci del Weg non mirano a una vittoria immediata ma vogliono avviare riforme profonde a medio e lungo termine.

99. Ci stiamo quindi muovendo verso una sorta di compromesso?

Sembrerebbe di sì. Alcuni osservatori hanno evidenziato come dietro gli apparenti scontri tra il Vaticano e i promotori del Synodaler Weg si nasconda un’intenzione nascosta . Vogliono raggiungere un compromesso, “alla Romana”, una soluzione a metà strada.

Così dice Luisella Scrosati su La Nuova Bussola Quotidiana , citando mons. Georg Bätzing. Nel suo articolo intitolato “Papa e tedeschi ai ferri corti, ma pronti a un compromesso”, la dott.ssa Scrosati mostra che il dibattito riguarda come raggiungere determinate conclusioni piuttosto che sul contenuto in sé: “Per quanto riguarda il rischio di scisma, [Vescovo] Bätzing respinge l’idea che possano esserci degli scismi e indica la via d’uscita: “Dobbiamo parlarci, scendere a compromessi”. Un po’ in stile romano, una concessione al celibato potrebbe reprimere la spinta per il sacerdozio femminile, e [lampeggiare] un via libera per benedire le coppie dello stesso sesso potrebbe fare a meno di un’approvazione dottrinale della sodomia”. 

Papa Francesco ha lanciato prolifici appelli al “dialogo” e all’“armonia”. In un’ormai famosa intervista del 25 gennaio 2023 con l’ Associated Press , il papa ha criticato il Weg definendolo “ideologico” ed “elitario”. Tuttavia, ha aggiunto, «dobbiamo avere pazienza, dialogare e accompagnare queste persone nel vero cammino sinodale. . . . aiutare questo percorso più elitario (tedesco) affinché non finisca in qualche modo male, ma . . . è anche integrato nella Chiesa”. 

In altre parole, una volta rimosso il loro carattere “ideologico” ed “elitario”, le proposte tedesche del Weg possono essere “integrate” nella Chiesa, contribuendo al “vero cammino sinodale” delineato sia nel Documento preparatorio che nello studio della Commissione Teologica Internazionale.

Una volta respinte alcune pretese radicali, rimarrebbe la questione di riformare “democraticamente” la Chiesa – che è ciò che i vescovi tedeschi volevano fin dall’inizio, come riconosce mons. Bätzing: “Francesco dice anche nell’intervista che le tensioni devono essere sanate, che dobbiamo dovremmo includere le nostre questioni nel Sinodo mondiale vaticano attualmente in corso. Bene, questo è il nostro contenuto originale. Questo è esattamente ciò che vogliamo”. 

Tutto ciò ha permesso a Sandro Magister, decano dei vaticanisti, di titolare: “Il Sinodo tedesco sta contagiando tutta la Chiesa, senza che il Papa lo freni”. Una volta sanato il carattere “elitario” del Weg , afferma Magister, si potrà procedere con “l’inevitabile litania di richieste che spaziano dai preti sposati alle donne prete, dalla nuova morale sessuale e omosessuale alla democratizzazione del governo della Chiesa .” 

100. Che tipo di Chiesa risulterebbe dal processo sinodale portato alle sue conseguenze finali?

Anche se solo alcune proposte del Synodaler Weg o del Sinodo Generale venissero approvate – per non parlare delle loro ultime conseguenze – i cambiamenti nella Chiesa cattolica sarebbero tali che ci si potrebbe legittimamente chiedere se essa somiglierebbe ancora alla Santa Chiesa Romana Cattolica e Apostolica fondata da Nostro Signore Gesù Cristo.

Conclusione

Forse non è un caso che questo libro esca nell’ottantesimo anniversario di quello che molti studiosi ritengono sia stato uno dei primi gridi d’allarme sull’imminente crisi della Chiesa, e che oggi sta raggiungendo il delirio: Il libro del 1943 In Defense of Catholic Azione di Plinio Corrêa de Oliveira, allora presidente del Consiglio arcidiocesano di Azione Cattolica di San Paolo, Brasile. In questo lavoro, il leader cattolico denuncia la diffusa infiltrazione di errori neomodernisti e di sinistra nella Chiesa:

Fin dall’inizio, abbiamo notato. . . questo male veniva diffuso con grande arte, abilità e capacità di reclutamento.
Così, nella generale disattenzione degli ambienti cattolici, occorreva lanciare l’allarme per richiamare l’attenzione di tutti”. 

È facile vedere l’affinità tra quelle prime proposte progressiste e quelle presentate dai promotori del Cammino sinodale.

Oltre alle analisi dottrinali, Plinio Corrêa de Oliveira prestò particolare attenzione al modo in cui questi errori venivano concretamente inculcati e vissuti tra i laici cattolici e li combatté senza sosta.

Dalla sua scomparsa, le Società per la Difesa della Tradizione, della Famiglia e della Proprietà-TFP e le associazioni sorelle hanno continuato la lotta del loro fondatore, che non voleva altro che essere “un’eco fedelissima del Supremo Magistero della Chiesa”, come si legge in una lettera di encomio firmata dal cardinale Giuseppe Pizzardo, allora prefetto della Sacra Congregazione per i Seminari e le Università, in merito al suo libro La libertà della Chiesa nello Stato comunista.

Il progetto sinodale qui analizzato riprende antiche eresie più volte condannate dal magistero, portando ancora più lontano l’opera di autodistruzione menzionata da Paolo VI. Pertanto, l’amore per la Chiesa, la sacra gerarchia e la civiltà cristiana spingono le TFP e le organizzazioni sorelle ad adempiere al dovere imperativo di denunciare gli errori di questa riforma sinodale.

Negli ultimi anni hanno cercato di assolvere al meglio questo compito attraverso una serie di iniziative di ampio respiro. Il presente libro è pienamente in linea con questa linea di condotta.

Preghiamo la Madonna, Madre della Chiesa, di non permettere che continui la deturpazione del Corpo Mistico del suo Divin Figlio, ma, al contrario, di affrettare la restaurazione promessa a Fatima: “Finalmente il mio Cuore Immacolato trionferà!”

Adveniat regnum Christi! Adveniat per Mariam!

Postfazione

Le righe precedenti sono state scritte sulla base dei documenti relativi al Sinodo sulla sinodalità prima che l’ Instrumentum Laboris (IL) fosse presentato a Roma il 20 giugno 2023. L’IL cambia qualcosa di fondamentale in ciò che dice questo studio? Apparentemente no. Ciò non fa altro che confermare la direzione che questo processo sinodale sta prendendo da anni e accrescere le perplessità e le preoccupazioni che solleva.

L’IL conferma che la sinodalità è un “processo dinamico” (n. 18) che parte dal presupposto che si deve costruire una nuova “dimensione sinodale costitutiva” della Chiesa (n. 23) modificandone la struttura e il magistero.

Lo spirito del documento riafferma l’idea, lanciata da Papa Francesco, della Chiesa come una “piramide rovesciata” attraverso la quale la gerarchia eserciterebbe la propria autorità in un processo di consultazione senza fine con l’intero “Popolo di Dio”. Durante questo crescendo di “consultazioni”, si apporteranno cambiamenti istituzionali e dottrinali per adattare la Chiesa ai nuovi tempi.

Forse l’unica novità del documento è l’insistenza (al limite dell’ingenuità) nel lasciare intendere che il processo sinodale è un frutto spontaneo dello Spirito Santo, un fenomeno quasi pentecostale quando in realtà risulta da un complicato meccanismo burocratico di consultazioni tra Vaticano, i vescovi, alcuni ecclesiastici e un numero minimo di fedeli. Secondo l’IL, questo meccanismo si è rivelato una piacevole “sorpresa” (n. 17), suscitando tra i partecipanti un vero e proprio “senso di meraviglia” (n. 53). L’insistenza degli autori su un’ampia partecipazione dei fedeli denota una certa insicurezza. Infatti, come documentato nel presente studio, esso è smentito da numerose segnalazioni di scarso o nessun interesse da parte della stragrande maggioranza dei cattolici praticanti.

Coloro che hanno seguito fin dal suo inizio il processo sinodale che Papa Francesco ha avviato nel 2015 non avranno “sorpresa” o “senso di meraviglia” riguardo al suo orientamento. Fin dall’inizio era chiara l’intenzione di fare della sinodalità una “dimensione costitutiva” della Chiesa. Naturalmente, non tutti i cambiamenti avverranno immediatamente con la forza e persino l’insolenza del Cammino sinodale tedesco. Invece, avverranno in fasi graduali.

Sebbene di tono neutrale, l’IL riprende le rivendicazioni del Cammino sinodale tedesco su almeno due punti. In primo luogo, presenta la sinodalità come un rimedio alla crisi degli abusi sessuali del clero. In secondo luogo, indica come espressione del desiderio popolare l’accettazione di nuove forme di “moralità” che esistono di fatto nell’odierna società scristianizzata e anche la possibilità di modificare gli insegnamenti morali della Chiesa per adattarli alla cultura prevalente.

Presentano tutto ciò come un’esigenza risultante dalle consultazioni sinodali di tutto il “Popolo di Dio”. Tuttavia, chi è consapevole della (purtroppo) diminuzione del pubblico che si rivolge alle chiese cattoliche troverà molto difficile credere che le tesi dell’IL esprimano all’unanimità la volontà dei laici. I laici non sembrano desiderare di “partecipare” al governo, ai processi decisionali, alla missione e ai ministeri “a tutti i livelli della Chiesa” (n. B 2.3). Non siamo di fronte a una mistificazione spacciata per anelito diffuso, pretese pluridecennali di lobby e piccole minoranze “impegnate” che, in alcuni casi, hanno occupato le strutture burocratiche della Chiesa?

Nella sua Introduzione, l’IL assicura che sarà difficile “produrre linee guida conclusive”, che lascia alle Assemblee Generali di Roma e, in ultima analisi, al Santo Padre. Tuttavia non nasconde che intende stabilire dei criteri per orientare le discussioni di queste Assemblee. Tuttavia, secondo l’IL, c’è ancora molta strada da fare per arrivare a “linee guida conclusive”, che si otterranno grazie alla tanto esaltata formula del “processo dinamico” (n. 18).

Il papa ha quindi cercato di guadagnare tempo nella preparazione degli animi dividendo in due l’Assemblea generale affinché, nel frattempo, la Chiesa potesse «crescere nel proprio essere sinodale» (n. 43), maturità che essa non avrebbe ancora raggiunto. sufficientemente raggiunto.

L’IL rivela un altro evidente deficit di rappresentatività quando afferma che “camminare insieme significa non lasciare indietro nessuno” (n. B 1.1). In realtà, si parla solo ed esclusivamente «divorziati risposati, persone poligame, o cattolici LGBTQ+» (n. B 1.2 a), omettendo altre realtà ampiamente visibili nel panorama cattolico, come il pubblico che partecipa all’annuale Il pellegrinaggio a Parigi-Chartres è sempre più numeroso.

Questa palese contraddizione potrebbe portare a concludere che il documento sia piuttosto divisivo, come ha opportunamente commentato la vaticanista moderata Elise Ann Allen nella conferenza stampa di presentazione dell’IL in Sala Stampa in Vaticano il 20 giugno.

Siamo di fronte a “la manipolazione di un Sinodo vaticano?” Quella grande domanda, che corrisponde al titolo del libro del vaticanista Edward Pentin, emerge dall’IL.

Lavori citati

ACI Stampa . “Il cardinale Müller descrive la Via Sinodale tedesca come dittatura della mediocrità.” ACI Stampa , 20 marzo 2023. https://www.acistampa.com/story/il-cardinale-muller-descrive-la-via-sinodale-tedesca-come-dittatura-della-mediocrita-22074.

Adista Notizie . “Sinodo tedesco: Lo scontro con il Vaticano si intensifica.” Adista Notizie 57, n. 6621 (4 febbraio 2023). https://www.adista.it/edizione/5076.

Allen , Jr., John L. “Cinque (caute) previsioni vaticane per il 2023”. Cruxnow.com, 30 dicembre 2022. https://cruxnow.com/news-analysis/2022/12/five-cautious-vatican-predictions-for-2023 .Cruxnow . com, 30 dicembre 2022.

Aquila , Samuele. “Il percorso sinodale tedesco ripudia il deposito della fede”. Catholic News Agency , 3 maggio 2022. https://www.catholicnewsagency.com/news/251134/archbishop-aquila-german-synodal-path-repudiates-the-deposit-of-faith#.

Arinze , Francis et al. “Una lettera aperta fraterna ai nostri fratelli vescovi in ​​Germania” (11 aprile 2022). Agenzia di stampa cattolica. Accesso effettuato l’8 giugno 2023.  https://www.catholicnewsagency.com/storage/pdf/fraternal-open-letter-to-brother-bishops-germania.pdf.( in inglese )

Arroyo , Raimondo. “Il cardinale Müller sul Sinodo sulla sinodalità: ‘Una presa di potere ostile alla Chiesa di Gesù Cristo.’ . . Dobbiamo resistere.’” National Catholic Register , 7 ottobre 2022. https://www.ncregister.com/interview/cardinal-mueller-on-synod-on-synodality-a-hostile-takeover-of-the- chiesa-di-gesu-cristo-dobbiamo-resistere.

Ashenden , Gavin. “Il documento del Nuovo Sinodo Vaticano ribalta radicalmente l’insegnamento cristiano”. Catholic Herald, 1 novembre 2022. https://catholicherald.co.uk/the-vaticans-new-synod-document-radically-overturns-christian-teaching/. Ristampato con permesso.

Batzing , Georg. “Brief vom Bischof von Limburg zum Abschluss des Synodalen Weges”, (14 marzo 2023). https://bistumlimburg.de/fileadmin/redaktion/Portal/Meldungen/2023/Dateien/Brief_BischofGeorgBaetzing_AbschlussSynodalerWeg_14-03-2023.pdf.

Conferenza episcopale (Francia). “Collecte nationale des synthèses locales sur le Synode 2021–2024 sur la synodalité”. Eglise.Catholique.fr, 9 giugno 2022. https://eglise.catholique.fr/le-synode-2023/synode-des-eveques-sur-la-synodalite-2021-2023/527445-collecte-nationale- des-syntheses-locales-sur-le-synode-2023-sur-la-synodalite/.

Conferenza episcopale (Germania). “Abschlusspressekonferenz der Frühjahrs-Vollversammlung 2019 der Deutschen Bischofskonferenz a Lingen.” DBK.de, 14 marzo 2019. https://www.dbk.de/presse/aktuelles/meldung/abschlusspressekonferenz-der-fruehjahrs-vollversammlung-2019-der-deutschen-bischofskonferenz-in-linge/.

———. “Erklärung der deutschen Bischöfe zu den Ergebnissen der Studie ‘Sexueller Missbrauch an Minderjährigen durch katholische Priester, Diakone und männliche Ordensangehörige im Bereich der Deutschen Bischofskonferenz” (27 settembre 2018). DBK.de. https://www.dbk.de/fileadmin/redaktion/diverse_downloads/presse_2018/2018-154a-Anlage1-Erklaerung-der-Deutschen-Bischofskonferenz-zu-den-Ergebnissen-der-MHG-Studie.pdf.

———. “Zentrale Maßnahmen der katholischen Kirche in Deutschland im Zusammenhang mit sexuellem Missbrauch an Minderjährigen im Kirchlichen Bereich seit Januar 2010.” DBK.de, dicembre 2019. https://www.dbk.de/fileadmin/redaktion/diverse_downloads/dossiers_2019/Massnahmen-gegen-sex-Missbrauch_2010-2019.pdf.

Conferenza Episcopale (Spagna). “Síntesis sobre la fase diocesana del sínodo sobre la sinodalidad de la Iglesia que peregrina en España”. Laicos.ConferenciaEpiscopal.es, 11 giugno 2022. https://laicos.conferenciaepiscopal.es/wp-content/uploads/2022/06/SINTESIS-FINAL-FASE-DIOCESANA-DEL-SINODO.pdf.

Conferenza episcopale (Stati Uniti) e Conferenza canadese dei vescovi cattolici . “Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione: documento finale nordamericano per la fase continentale del Sinodo 2021-2024”. USCCB.org. https://www.usccb.org/resources/North%20American%20Final%20Document%20-%20English.pdf.

Brandmüller , card. Walter. “Sulla consultazione dei fedeli in questioni di dottrina.” Unavox.it, aprile 2018. http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV2433_Card_Brandmuller_Consultazione_fedeli_su_dottrina.html.

Caldwell , Simon. “Cardinale Hollerich: l’insegnamento della Chiesa sul sesso gay è ‘falso’ e può essere cambiato.” The Catholic Herald , 3 febbraio 2022. https://catholicherald.co.uk/cardinal-hollerich-church-teaching-on-gay-sex-is-false-and-can-be-changed/.

Caldwell , Zelda. “Il Vaticano arruola influencer per convincere i cattolici giovani e disincantati a rispondere al sondaggio del Sinodo”. Catholic News Agency , 9 agosto 2022. https://www.catholicnewsagency.com/news/252000/vatican-enlists-influencers-to-get-young-disenchanted-catholics-to-answer-synod-survey.

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Riguardo agli Autori

José Antonio Ureta

José Antonio Ureta è nato in Cile nel 1951. È membro fondatore della Fundación Roma, una delle organizzazioni pro-vita e pro-famiglia più influenti del Cile, membro anziano e ricercatore della Società francese per la difesa della tradizione, della famiglia e Property, membro senior dell’Istituto Plinio Corrêa de Oliveira di San Paolo, Brasile, e autore di Papa Francesco “Paradigm Shift”: Continuità o rottura nella missione della Chiesa? Un bilancio dei primi cinque anni di pontificato . È anche membro dell’Accademia Giovanni Paolo II per la vita umana e la famiglia.

Julio Loredo de Izcue

Julio Loredo de Izcue è nato a Lima, Perù, nel 1955, ed è membro fondatore di Tradición y Acción por un Perú Mayor. Nel 1974, a soli 19 anni, lui e i suoi colleghi di Tradición y Acción andarono in esilio, cercando asilo all’estero, dopo aver ricevuto minacce pubbliche e dirette dall’amministrazione del dittatore socialista generale Velasco Alvarado. Ha poi contribuito a diffondere gli ideali di tradizione, famiglia e proprietà in altri paesi dell’America Latina e dell’Europa come organizzatore giovanile, giornalista, scrittore, oratore e professore universitario. Vive in Italia dal 1994 ed è presidente di Tradizione Famiglia Proprietà. È autore di Teologia della liberazione: come il marxismo si è infiltrato nella Chiesa cattolica .

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Traduzione inglese © 2023 Società americana per la difesa della tradizione, della famiglia e della proprietà—TFP
PO Box 341, Hanover, Penn. 17331 Stati Uniti
www.TFP.org ● TFP@TFP.org ● 1-888-317-5571

Tutti i diritti riservati. Nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta, distribuita o trasmessa in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo, comprese fotocopie, registrazioni o altri metodi elettronici o meccanici, senza il previo consenso scritto dell’editore, tranne nel caso di brevi citazioni incorporate in recensioni critiche e altri usi non commerciali consentiti dalla legge sul copyright. The American Society for the Defense of Tradition, Family, and Property—TFP è un nome registrato di The Foundation for a Christian Civilization Inc., un’organizzazione esentasse 501(c)(3).

Per richieste di autorizzazione, scrivere a The Foundation for a Christian Civilization, Inc., 1358 Jefferson Road, Spring Grove, Penn. 17362.

Pubblicato per la prima volta in italiano come Il processo sinodale, un vaso di Pandora: Cento domande e cento risposte
© 2023 Associazione Tradizione Famiglia Proprietà
Roma

Anche altre TFP e organizzazioni sorelle stanno pubblicando questo libro in olandese, inglese, francese, tedesco, polacco, portoghese e spagnolo.

Libro in brossura ISBN: 978-1-877905-77-3

Libro elettronico ISBN: 978-1-877905-78-0

Numero di controllo della Biblioteca del Congresso: 2023942674

Disponibile in formato cartaceo sul TFP Store.

José Antonio Ureta e Julio Loredo de Izcue 22 agosto 2023

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