Non dovrebbe essere una sorpresa apprendere che, secondo un sondaggio Reuters/Ipsos,”i democratici hanno circa il doppio delle probabilità rispetto ai repubblicani di affermare che il coronavirus rappresenta una minaccia imminente per gli Stati Uniti… E più democratici che repubblicani affermano che stanno prendendo provvedimenti essere preparati, anche lavandosi le mani più spesso o limitando i loro programmi di viaggio”.
Il divario politico sull’isteria alimentata dai media che circonda COVID-19, abbreviazione di “malattia da coronavirus – 2019” (l’anno in cui è apparso per la prima volta questo particolare ceppo di coronavirus), riflette il prudente scetticismo da parte dei repubblicani. Capiscono, anche se solo intuitivamente, che lo scoppio di questo particolare coronavirus – che è solo una parte della famiglia dei coronavirus che include il comune raffreddore – viene utilizzato come arma dai mass media e dai loro partner nel Partito Democratico in un altro tentativo di portare giù la presidenza Trump. Provocando il panico di massa, il rallentamento dell’economia e il crollo del mercato azionario durante un anno elettorale, l’alleanza Democrat-Media mira ad assistere la campagna presidenziale di Joe Biden, un politico di 77 anni chiaramente confuso e fallito, che riesce a malapena a pronunciare due frasi coerenti di seguito.
Facendo leva sull’ignoranza e la creduloneria delle masse, i media strombazzano il “numero crescente di vittime” del “coronavirus” – come se ci fosse un solo virus di questo tipo al mondo – che ora ammonta a 26 persone negli Stati Uniti, 19 su che risiedevano nello stesso centro di accoglienza per anziani nello Stato di Washington. Non sono mai menzionate le 17.000 persone che sono già morte a causa della comune influenza durante l’attuale stagione influenzale, o il bilancio annuale delle vittime dell’influenza, che va da 12.000 a 60.000 dal 2010.
Le seguenti informazioni dai Centers for Disease Control (CDC) dovrebbero essere sufficienti a dimostrare che lo sforzo di rappresentare questo virus come una piaga che minaccia il mondo non è che l’ultima bufala perpetrata da un’istituzione dei media mainstream assolutamente spericolata la cui unica trama in questi giorni sembra essere “Sicuramente, questa sarà la fine di Trump!” Cita il CDC: “l’influenza ha provocato tra 9 milioni e 45 milioni di malattie, tra 140.000 e 810.000 ricoveri e tra 12.000 e 61.000 morti ogni anno dal 2010”. Inoltre, per la stagione influenzale 2019-2020 il CDCha previsto “34.000.000 – 49.000.000 malattie influenzali, 16.000.000 – 23.000.000 visite mediche influenzali, 350.000 – 620.000 ricoveri per influenza e 20.000 – 52.000 morti per influenza”.
Questo è solo negli Stati Uniti . In tutto il mondo, il bilancio delle vittime dell’influenza è in media di 646.000 morti all’anno.
Abbiamo sentito abbastanza parlare dei 26 morti negli Stati Uniti per COVID-19. La stampa, dice, “deve essere ritenuta responsabile” per il panico che ha causato per quella che è essenzialmente una piccola aggiunta a una già brutta stagione influenzale.
Cogliendo il panico, il rappresentante democratico Jackie Speier (D-CA) ha dichiaratoche Trump deve annullare le sue manifestazioni a causa del COVID-19. Tuttavia, non ha fatto alcuna richiesta in merito alle manifestazioni per Joe Biden e Bernie Sanders. Ed eccolo qui: il primo virus politico nella storia del mondo. Colpisce solo l’attività repubblicana!
Ora, dato l’orientamento palesemente di sinistra dell’attuale pontificato, non deve stupire neppure che i vescovi italiani e il Vaticano abbiano decretato – che ci crediate o no – la totale sospensione delle messe in tutta Italia almeno fino al 3 aprile. si allinea con il diktat del presidente italiano Conte secondo cui l’intera nazione italiana è in quarantena e restrizioni di viaggio, incluso l’assurdo requisito che tutti i caffè, pub, bar e ristoranti chiudano al tramonto per evitare la “vita notturna” che presumibilmente diffonderebbe un virus non peggiore dell’influenza che viene trattata come se fosse la peste bubbonica.
Eppure, mentre il Vaticano e i vescovi italiani sospendono tutte le messe – che potrebbero essere offerte per porre fine all’epidemia – anche sotto le restrizioni draconiane di Conte “‘i mercati, i centri commerciali e i centri sportivi restano aperti’, a determinate condizioni”, osserva il sito della Fraternità San Pio X(FSSPX). Così, in Italia le ruote del commercio girano mentre il Santo Sacrificio della Messa è proibito. “Questo fatto”, dice la FSSPX, “sottolinea tristemente il posto quasi religioso del corpo nella nostra società moderna, che soppianta lo spirito e la religione. Bisognerebbe invece «implorare la Divina Misericordia di abbreviare la tribolazione e di ricondurre il popolo cristiano e le sue autorità al vero fine per cui ogni uomo è stato creato, la beatitudine celeste». Il secolarismo trionfante ha fatto precipitare le nostre società nell’oblio di Dio e l’Italia non fa eccezione».
Ma non è il “laicismo trionfante” che ha messo al bando le messe in Italia; è il modernismo trionfante degli ecclesiastici cattolici liberalizzati, Papa compreso. Significativamente, tuttavia,i vescovi della Polonia non solo hanno respinto il panico fomentato dai media e dalle autorità civili, ma hanno chiesto più messe domenicali durante l’epidemia. L’arcivescovo Stanisław Gądecki di Poznań, presidente della Conferenza episcopale polacca, ha dichiarato quanto segue: “In relazione alle raccomandazioni dell’ispettore sanitario capo che non dovrebbero esserci grandi assembramenti di persone, chiedo di aumentare – per quanto possibile – il numero delle messe domenicali nelle chiese in modo che un numero di fedeli possa assistere alla liturgia… secondo le indicazioni dei servizi sanitari…[I] t è impensabile che non preghiamo nelle nostre chiese ”.
Qui possiamo vedere che la divisione politica sul COVID-19 si riflette anche in una divisione spirituale all’interno della Chiesa: da un lato, gerarchi mondani e di sinistra più preoccupati delle emissioni di CO 2 che della salvezza delle anime e, dall’altro altri, vescovi che rifiutano la politica di sinistra e danno ancora il primato allo spirituale, tra cui (per citare ancora la FSSPX) “la Divina Misericordia per abbreviare la tribolazione e riportare il popolo cristiano e le sue autorità al vero obiettivo per il quale ogni uomo è stato creato, la Beatitudine Celeste”.
Si consideri il divario sul primo virus politico nella storia del mondo, un altro segno dell’attuale crisi senza precedenti nella Chiesa. E nel mondo.
Pace: l’altra condizione della Madonna
di Julio Loredo
Da quando Papa Francesco ha annunciato che consacrerà la Russia (e l’Ucraina) al Cuore Immacolato di Maria, insieme a tutti i vescovi del mondo – ai quali ha rivolto un preciso appello in questo senso – tutto il mondo cattolico vive nell’attesa di questo storico evento.
C’è chi, mosso da spirito pio, vede nel gesto pontificio una soluzione definitiva che metterà fine alla guerra, porterà alla conversione della Russia e al risanamento morale del mondo moderno. Altri, invece, mossi da spirito critico, vi segnalano possibili omissioni e contraddizioni. In ogni caso, bisogna rimarcare come l’annuncio di Papa Francesco – mettendo Fatima al centro degli avvenimenti contemporanei – abbia toccato una fibra profonda nell’opinione pubblica mondiale.
L’atto di Francesco si collega a una precisa richiesta fatta dalla Madonna a Fatima nel 1917.
Parlando ai pastorelli, la Madonna volle parlare al mondo intero, esortando tutti gli uomini alla preghiera, alla penitenza, all’emendazione della vita. In modo speciale, Ella parlò al Papa e alla sacra Gerarchia, chiedendo loro la consacrazione della Russia al suo Cuore Immacolato.
Queste richieste, la Madre di Dio le fece di fronte alla situazione religiosa in cui si trovava il mondo intero all’epoca delle apparizioni. La Madonna indicò tale situazione come estremamente pericolosa. L’empietà e l’impurità avevano a tale punto preso possesso della terra, che per punire gli uomini sarebbe esplosa quella autentica ecatombe che fu la Grande Guerra 1914-1918.
Questa conflagrazione sarebbe terminata rapidamente, e i peccatori avrebbero avuto il tempo di emendarsi, secondo il richiamo fatto a Fatima. Se questo richiamo fosse stato ascoltato, l’umanità avrebbe conosciuto la pace. Nel caso non fosse stato ascoltato, sarebbe venuta un’altra guerra ancora più terribile. E, nel caso che il mondo fosse rimasto sordo alla voce della sua Regina, una suprema ecatombe, di origine ideologica e di portata universale, implicante una grave persecuzione religiosa, avrebbe afflitto tutti gli uomini, portando con sé grandi prove per i cattolici: “La Russia diffonderà i suoi errori nel mondo, promuovendo guerre e persecuzioni alla Chiesa (...) I buoni saranno martirizzati. Il Santo Padre dovrà soffrire molto”.
“Per impedire tutto questo – continua la Madonna – verrò a chiedere la consacrazione della Russia al Mio Cuore Immacolato e la Comunione riparatrice nei primi sabati. Se accetteranno le Mie richieste, la Russia si convertirà e avranno pace”. Dopo un periodo di estrema tribolazione e di terribili castighi “come non si sono mai visti” (santa Giacinta di Fatima), la Madonna promette il trionfo finale: “Finalmente, il Mio Cuore Immacolato trionferà. Il Santo Padre Mi consacrerà la Russia, che si convertirà, e sarà concesso al mondo un periodo di pace”.
Ancor oggi gli esperti discutono sulla validità o meno delle varie consacrazioni fatte da Pio XII e da Giovanni Paolo II. La Madonna aveva posto tre condizioni: che la consacrazione fosse fatta dal Sommo Pontefice, che menzionasse la Russia, e che fosse fatta in unione con tutti i vescovi del mondo. In un modo o nell’altro, a tutte le consacrazioni – 1942, 1952, 1982, 1984 – mancava almeno una di delle condizioni. Dopo aver affermato perentoriamente che la consacrazione del 1984, fatta da Giovanni Paolo II, non era valida, la veggente suor Lucia aveva cambiato opinione, attestando invece la sua conformità a quanto richiesto dalla Madonna. Questa è la posizione più diffusa negli ambienti della Chiesa e fra i fedeli in generale.
Non vogliamo entrare in un tema tanto complesso. Facciamo però notare che, alla Cova da Iria, la Madonna indicò due condizioni, entrambe indispensabili, perché si allontanassero i castighi con cui ci minacciava.
Una di queste condizioni era la consacrazione. Supponiamo che sia stata fatta nel modo richiesto dalla santissima Vergine. Rimane la seconda condizione: la divulgazione della pratica della comunione riparatrice dei primi cinque sabati del mese. Ci sembra evidente che questa devozione non si è propagata fino a oggi nel mondo cattolico nella misura desiderata dalla Madre di Dio.
E vi è ancora un’altra condizione, implicita nel messaggio ma anch’essa indispensabile: è la vittoria del mondo sulle mille forme di empietà e di impurità che oggi, molto più che nel 1917, lo stanno dominando. Tutto indica che questa vittoria non è stata ottenuta, e, al contrario, che in questa materia ci avviciniamo sempre più al parossismo. Così, un mutamento di indirizzo dell’umanità sta diventando sempre più improbabile. E, nella misura in cui avanziamo verso questo parossismo, diventa più probabile che avanziamo verso la realizzazione dei castighi.
A questo punto bisogna fare una osservazione, e cioè che, se non si vedessero le cose in questo modo, il messaggio di Fatima sarebbe assurdo. Infatti, se la Madonna affermò nel 1917 che i peccati del mondo erano giunti a un tale livello da richiedere il castigo di Dio, non parrebbe logico che questi peccati siano continuati ad aumentare per più di mezzo secolo, che il mondo si sia rifiutato ostinatamente e fino alla fine di prestare ascolto a quanto gli fu detto a Fatima, e che il castigo non arrivi. Sarebbe come se Ninive non avesse fatto penitenza e, nonostante tutto, le minacce del profeta non si fossero realizzate.
Per di più, la stessa consacrazione richiesta dalla Madonna non avrebbe l’effetto di allontanare il castigo se il genere umano dovesse restare sempre più attaccato alla empietà e al peccato. Infatti, fintanto che le cose staranno così, la consacrazione avrà qualcosa di incompleto.
Insomma, siccome non si è operato nel mondo l’enorme trasformazione spirituale richiesta alla Cova da Iria, stiamo sempre più avanzando verso l’abisso. E, nella misura in cui avanziamo, tale trasformazione sta diventando sempre più improbabile.
Applaudiamo l’atto di Papa Francesco e ci sommiamo toto corde a esso se seguirà i requisiti posti dalla Madonna a Fatima. Tuttavia, finché a questo atto non seguirà una vera e propria crociata spirituale contro l’immoralità dilagante – aborto, omosessualità, LGBT, mode indecenti, pornografia, gender e via dicendo – la semplice consacrazione della Russia – per quanto gradita alla Divina Provvidenza – non allontanerà il castigo.
Mi sia permesso di sollevare un’altra perplessità, e non di piccolo peso.
A Fatima la Madonna indicò, come l’elemento allora più dinamico del processo rivoluzionario che portava l’umanità verso l’abisso, gli “errori della Russia”, ossia il comunismo, che proprio nell’Unione Sovietica trovò la sua sede e fuoco di espansione. Non ci sarà una vera conversione finché questa ideologia non sarà rigettata in ogni sua manifestazione.
Ora, proprio in questo campo il pontificato di Papa Francesco si è contraddistinto per la sua prossimità all’estrema sinistra: dalla vicinanza alla dittatura cubana, al sostegno ai “movimenti popolari” latinoamericani di matrice marxista, senza dimenticare i contatti col patriarca Kiryll, che della dittatura sovietica fu fedele servitore e propagandista.
Anche qui, salvo miglior giudizio, ci sembra che, finché all’atto di venerdì a San Pietro non seguirà una vera e propria crociata spirituale contro il comunismo e i suoi epigoni, la sola consacrazione della Russia non fungerà da toccasana per risparmiare una catastrofe alla civiltà contemporanea.
Fonte: TFP - Tradizione Famiglia Proprietà -
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