
Il Papa è sempre infallibile in tutto ciò che dice o fa? Quali sono le condizioni ei limiti previsti dal Concilio Vaticano I perché il Papa eserciti il carisma dell’infallibilità? I fedeli cattolici con una sufficiente formazione dottrinale possono resistere a documenti che contraddicono chiaramente la tradizione cattolica?
Queste sono alcune delle domande urgenti a cui si risponde in un nuovo libro intitolato Possono i documenti del magistero della Chiesa contenere errori? I fedeli cattolici possono resistergli? L’autore dell’opera recentemente pubblicata è l’intellettuale cattolico brasiliano Arnaldo Vidigal Xavier da Silveira, uno dei massimi specialisti in materia. Il libro è una raccolta di studi originariamente pubblicati sul mensile cattolico brasiliano Catolicismo sulla scia della grande confusione dottrinale e disciplinare subito dopo il Concilio Vaticano II. Non sono mai stati contestati.
Ora, l’American Society for the Defense of Tradition, Family and Property ( TFP ) ha tradotto in inglese queste importanti considerazioni e le ha raccolte in un libro che sta mettendo a disposizione del pubblico cattolico.
Argomenti estremamente rilevanti e attuali
Un breve riassunto dei capitoli del libro darà un’idea di quanto questo libro sia attuale per i giorni nostri.
Il primo studio è intitolato: “Qual è l’autorità dottrinale dei documenti pontifici e conciliari?” L’autore spiega le condizioni ei limiti dell’infallibilità del Papa, dei concili e dei vescovi di tutto il mondo. Distingue tra Magistero Straordinario infallibile e Magistero Ordinario, che è infallibile solo per la continuità della dottrina insegnata.
Il capitolo successivo ─“Non solo l’eresia può essere condannata dall’autorità ecclesiastica”─ tratta dei peccati contro la Fede, che, contrariamente alla credenza popolare, non si limitano all’eresia ma coprono ogni affermazione o dubbio persistente su una dottrina che la Chiesa ha chiaramente esposto come qualcosa da credere.
Anche i gesti e le omissioni insegnano
Uno degli studi più originali della raccolta riguarda i molti modi in cui gli eretici possono manifestare i propri errori. Lo studio, “Atti, gesti, atteggiamenti e omissioni possono caratterizzare un eretico”, chiarisce che le parole da sole non definiscono l’eresia.
L’uomo, infatti, non insegna o apprende solo attraverso la parola scritta o orale, ma anche attraverso azioni, gesti, omissioni e atteggiamenti. Ad esempio, un insegnante può disciplinare una classe senza dare un ordine scritto o orale. Un padre o una madre dalla loro espressione facciale possono approvare o disapprovare il comportamento di un bambino.
Il Magistero della Chiesa può essere insegnato in modo simile. Un vescovo, per esempio, insegna la venerazione quando incensa il Santissimo Sacramento. C’è chiaramente una dottrina dietro il suo gesto.
Al contrario, una persona che non mostra alcuna venerazione per il Santissimo Sacramento o tratta le reliquie con disprezzo esprime dubbi o opposizione alla dottrina cattolica tradizionale, anche se senza dirlo.
Rispondere alle obiezioni
I prossimi capitoli del libro trattano della reazione all’errore. Si troverà una confutazione alla mentalità ampiamente diffusa secondo cui combattere l’errore o ammonire una persona in errore non è caritatevole. Al contrario, un vero atto di carità e un’efficace politica pastorale dovrebbero consistere nell’aiutare le persone ad abbandonare l’errore o il peccato. Questo dovrebbe essere fatto in modo fermo ma caritatevole senza fare concessioni.

Lo studio “Può un cattolico rifiutare Humanae Vitae ?” mostra come la Chiesa possa esprimere un dogma o imporre un obbligo anche attraverso il suo Magistero ordinario. È il caso dell’Enciclica Humanae vitae sulla contraccezione.
Più complesso ma di fondamentale importanza è lo studio successivo, “Può esserci errore nei documenti del magistero?”
Contrariamente a quanto molti potrebbero immaginare, i teologi concordano pienamente sul fatto che un documento magisteriale può contenere errori quando non soddisfa le condizioni per l’infallibilità. Per attenersi alla verità, i fedeli possono sempre ricorrere a precedenti documenti del Magistero per risolvere i loro dubbi.
La pubblica resistenza alle decisioni dell’autorità ecclesiastica
Infine, il libro si conclude con una domanda pratica: “La pubblica resistenza alle decisioni dell’autorità ecclesiastica”.
Con il pieno rispetto e la sottomissione dovuta alle autorità ecclesiastiche, i Dottori della Chiesa e anche i grandi teologi mostrano che non solo è possibile, ma può anche essere obbligatorio resistere agli ordini o alle indicazioni dell’autorità ecclesiastica quando tali atteggiamenti sono contrari alla lunga tradizione della Chiesa. San Tommaso d’Aquino presenta il caso classico di San Paolo che resiste a San Pietro riguardo al mantenimento delle usanze ebraiche dalla sinagoga.
La bella copertina e l’eccellente presentazione del libro sono un giusto complemento allo stile chiaro e preciso dell’autore. Soprattutto, l’attualità dei temi trattati fa di questa nuova opera una lettura obbligata per tutti i cattolici.
Luiz Sérgio Solimeo 24 febbraio 2016