
La libera impresa e la proprietà privata hanno alcuni strani sostenitori in tutto il mondo. Pur professandosi ardenti anticomunisti, questi sostenitori sostengono sempre alcune restrizioni alla proprietà privata o alla libera impresa quando propongono soluzioni per problemi socio-economici. Più grandi sono i limiti, più si rallegrano.
La loro giustificazione è sempre la stessa: la proprietà privata e la libera impresa hanno una funzione sociale, che permette loro di essere potate e mutilate a piacimento. Più accettano la loro rovina, meglio servono la nazione.
Se questa giustificazione fosse vera, la proprietà privata e la libera impresa sarebbero un male. Tuttavia, per tutte le cose utili, più diventano utili, più si sviluppano. Inoltre, il bene comune richiede una politica di potatura e distruzione solo per ciò che è male.
Che tipo di anticomunisti sono questi sostenitori, che tendono a fare esattamente quello che vogliono i comunisti e considerano la proprietà privata e la libera impresa come le vedono i comunisti?
Ogni diritto individuale deve essere normalmente garantito e promosso. Quando richiesti per il bene comune, i diritti possono subire limitazioni solo in casi eccezionali. Tuttavia, tali restrizioni non autorizzano mai il principio “più tagli, meglio è”. Il buon senso impone che i diritti siano rispettati.

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Prendiamo l’esempio dei diritti dei lavoratori. A beneficio della comunità, possono anche essere limitati. Pertanto, mentre il diritto di sciopero è accettato come indiscutibile, alcuni limiti possono essere imposti a questo diritto quando a vantaggio di tutti. Tuttavia, l’esistenza di limitazioni non significa che più i diritti dei lavoratori sono limitati, meglio sarà per il Paese.
La libera impresa e la proprietà privata sono istituzioni insostituibili per aumentare la produzione. Questa produzione è la loro principale funzione sociale. Le persone si sforzano di lavorare il più duramente possibile se sono sicure di poter accumulare i frutti del proprio lavoro a proprio vantaggio e trasmetterli ai propri figli. Quando questo stimolo viene a mancare, e tutto il loro lavoro — tranne il salario — va a vantaggio della comunità, diventano lavoratori dello Stato. Il risultato è la sottoproduzione e la fame, i mali inseparabili dei regimi collettivisti.
Perché i regimi socialisti causano miseria? Perché la proprietà privata e la libera impresa non svolgono il loro ruolo sociale primario nei paesi socialisti. Quella funzione sociale è quella di produrre. Come potete, allora, voi, strani anticomunisti, affermare che quanto più si taglia, si sfoltisce e si abbatte la proprietà privata e la libera impresa, tanto meglio esse adempiranno alla loro funzione sociale di operare per il bene comune?
L’articolo precedente è stato originariamente pubblicato su O Jornal , Rio de Janeiro, il 30 settembre 1972. È stato tradotto e adattato per la pubblicazione senza la revisione dell’autore. –Ed.
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Plinio Corrêa de Oliveira 20 ottobre 2020