Nel suo libro “Il cambio di paradigma” di Papa Francesco: continuità o rottura nella missione della Chiesa? , José Antonio Ureta spiega molte ragioni per cui i fedeli cattolici sono preoccupati per la direzione in cui Papa Francesco sta portando la Chiesa. Il capitolo cinque discute l’accettazione da parte del Papa dell’idea moderna secondo cui tutte le religioni sono uguali e quindi cercare di convertire gli altri è “una sciocchezza”. Questo estratto illustra il suo sostegno a idee che i papi precedenti etichettarono come indifferentismo.
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La manifestazione più visibile di questa deviazione è stato il video inquietante che ritraeva le intenzioni del papa del gennaio 2016 per la Rete Mondiale di Preghiera. Questo primo video è stata una nuova iniziativa che ha avuto ampia diffusione sui social media. Presentava un buddista, un ebreo, un prete cattolico e un musulmano che, a turno, dicevano: “Confido in Buddha”, “Credo in Dio”, “Credo in Gesù Cristo” e “Credo in Dio, Allah”. .” Seguono Papa Francesco, che dice: «Molti pensano diversamente, sentono diversamente, cercano Dio o incontrano Dio in modi diversi. In questa folla, in questa gamma di religioni, c’è una sola certezza che abbiamo per tutti: siamo tutti figli di Dio”. Quindi, il Papa ha illustrato l’intenzione di preghiera del mese, “affinché il dialogo sincero tra uomini e donne di fedi diverse, possa produrre frutti di pace e di giustizia”. Allo stesso tempo, ciascuno dei rappresentanti religiosi ha presentato un simbolo del rispettivo credo. La scena finale mostra questi simboli insieme. La disposizione pone la statua del Buddha nella posizione più alta, sotto la quale è posta lamasbaha(rosari islamici), con il Cristo Bambino in basso, accanto alla menorah (il candelabro a sette bracci dell’ebraismo).
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Secondo quanto riferito, Papa Francesco ha rilasciato altre due dichiarazioni inquietanti che sono coerenti con l’interconfessionismo promosso da questo video. Entrambe le affermazioni si trovano nella sua prima celebre intervista a Eugenio Scalfari. La conversazione dell’ottobre 2013 è stata trascritta da La Reppublica e ripubblicata sia sull’Osservatore Romano che sul sito web del Vaticano. In esso il papa affermava in maniera problematica: “Io credo in Dio, non in un Dio cattolico, non esiste un Dio cattolico, esiste Dio”. La seconda affermazione si trova più avanti nell’intervista. Sorridendo all’idea di tentare di convertire il giornalista ateo, il papa ha detto: “Proselitismo è una solenne sciocchezza, non ha senso. Dobbiamo conoscerci, ascoltarci e migliorare la nostra conoscenza del mondo che ci circonda”.
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Il libro di José Antonio Ureta è una valutazione sorprendente e inquietante che dovrebbe essere letta da ogni persona preoccupata per i cambiamenti che Papa Francesco sta cercando di imporre alla Chiesa.
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José Antonio Ureta 27 dicembre 2018
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