Infine, Il Mio Cuore Immacolato Trionferà!

2L’obbligo della Chiesa di credere e obbedire alla Madonna di Fatima | Parte 1

Nota dell’editore: questo lungo articolo è stato originariamente pubblicato su The Fatima Crusader , numero 74, estate 2003. Viene ristampato qui e nei giorni successivi come una serie di cinque articoli molto più brevi. Questa è la parte 1 di 5.

Recentemente è stato condotto un sondaggio informale tra un certo numero di laici e sacerdoti, nonché tra vescovi e cardinali, riguardo all’obbligo di credere e obbedire alla Madonna di Fatima. Non sorprende che, anche tra le persone che si autoproclamano esperti in materia, ci siano idee pericolose. Poiché l’argomento è cruciale per la salvezza eterna di milioni di anime e, inoltre, è assolutamente essenziale per la pace nel mondo, presentiamo qui una versione modificata del discorso tenuto da Padre Gruner alla Conferenza Episcopale per la Pace del 2001 a Roma.

Parleremo ora dell’obbligo di credere e di obbedire al Messaggio della Madonna di Fatima. Esistono diverse posizioni teologiche riguardo all’obbligo della Chiesa, e al nostro obbligo individuale, di credere e obbedire alla Madonna di Fatima.

Innanzitutto vorrei sottolineare brevemente che c’è chi dice che Fatima è una “rivelazione privata”, e, quindi, non dobbiamo credere in Fatima, né noi e nemmeno il Papa siamo obbligati ad obbedirle. Puoi, così dicono questi, crederci se vuoi, e compiere i pii esercizi che essa promuove se vuoi, ma non puoi dire a nessuno che è tenuto a credere e ad obbedire.

Ci sono sacerdoti e organizzazioni di Fatima che affermano di amare la Madonna e dicono queste cose. La loro posizione, sebbene ampiamente condivisa, è errata, pericolosa e potrebbe condurre molti di coloro che sostengono questa posizione direttamente all’inferno.

Perché è falso, pericoloso e cattivo? Lo vedremo esaminando le altre due posizioni teologiche che si oppongono entrambe direttamente alla posizione sopra delineata.

Parte I

Fatima è nella profezia biblica

La prima posizione a sostegno dell’obbligo della Chiesa di credere e obbedire alla Madonna di Fatima è la seguente: Il Messaggio di Fatima è contenuto nella Sacra Scrittura a titolo di profezia. E che se è lì contenuto, fa parte del Deposito della Fede. E se fa parte del Deposito della Fede, allora siamo tenuti a crederlo con Fede divina e cattolica.

In altre parole, secondo questa posizione, il Messaggio di Fatima fa parte della rivelazione pubblica, garantita dallo Spirito Santo nella Sacra Scrittura. Questa posizione teologica è chiaramente direttamente opposta a coloro che affermano: “Fatima è una rivelazione privata”.

Per molti, anche pii, preti e teologi, questa posizione (chiamiamola la posizione “Fatima è nella Bibbia”) è indifendibile, estremista e decisamente troppo radicale. Non ritengo questa posizione come una certezza; ma come vedrai è molto utile capire: primo, perché potrebbe essere vero e potrebbe un giorno essere anche l’insegnamento del Magistero; e, in secondo luogo, ci aiuta a comprendere meglio la seconda posizione che descriveremo di seguito, che sostiene anche i nostri obblighi di credere e obbedire.

Teologo avversario messo a tacere

Ora, per quanto riguarda la posizione “Fatima è nella Bibbia”, lasciatemi spiegare attraverso una discussione teologica che ho avuto con un professore di teologia. Fu pubblicamente in classe a Roma tanti anni fa al Marianum. Mi ha suggerito che non dovevamo credere affatto a Fatima. E gli ho detto: “Come fai a sapere che non è un adempimento della profezia biblica? Puoi affermare categoricamente e assolutamente che non fa quindi parte della Fede?” E sebbene fosse totalmente contrario alla mia posizione, non poteva confutarla. Non aveva risposta e lo riconobbe.

Perché il professore ha ammesso, anche se era contrario? Semplice. Perché l’argomento è molto semplice, diretto e logico. Per comprenderne la forza dobbiamo rivedere alcuni principi fondamentali.

Che cosa dobbiamo credere con la nostra professione di fede cattolica? Cos’è la Fede? San Tommaso ci dice che è tutto ciò che Dio ha rivelato. Cos’è la fede cattolica? Tutto quello che c’è nella Sacra Scrittura. Tutto ciò che è nella Tradizione Cattolica. Questa è la fede cattolica.

San Tommaso d’Aquino sottolinea nella sua Summa Theologica  che se sai che la Scrittura ti dice che Davide aveva settanta figli, allora devi crederci per fede divina e cattolica. Questo è il motivo per cui un teologo è tenuto a uno standard di fede più elevato rispetto al laico medio.

Per essere salvati, dice san Tommaso, tutte le persone devono credere ai 12 articoli del Credo degli Apostoli. Ma un teologo deve credere molto di più perché c’è molto di più che è stato definito, insegnato e trasmesso nel Deposito della Fede. [1]

Dice San Tommaso che se sai che nella Scrittura Davide è detto figlio di Iesse, devi crederlo con fede divina e cattolica, [2] perché Dio lo ha rivelato. L’essenza della virtù teologale della fede è che si crede non perché la propria opinione coincide con quella di Dio, ma perché si accetta ciò che Dio ha rivelato.

Sappiamo che Dio, che è tutto Santo, non può mentire. Sappiamo che Dio, che tutto conosce, non può sbagliarsi. Se Dio ci dice qualcosa, allora dobbiamo crederci. Altrimenti bestemmiamo Dio perché in tal caso Lo chiameremo bugiardo o negheremo la Sua capacità di conoscere tutta la verità. Un non credente potrebbe non avere l’intenzione esplicita di bestemmiare Dio, ma sta bestemmiando con il suo stesso atto di incredulità.

Un peccato mortale negare la fede

Ecco perché è peccato mortale negare anche un solo articolo della Fede Cattolica. La Chiesa lo insegna da secoli, come fanno le stesse Scritture. San Paolo dice in Galati 1:8: “anche se noi, o un angelo dal cielo vi predicasse un vangelo oltre a quello che avete ricevuto, sia anatema”. (Il che significa che venga tagliato fuori, che sia maledetto, che vada all’Inferno per tutta l’eternità.)

La Chiesa, nella sua misericordia e nel suo amore per le anime, ha fatto capire che per essere salvati bisogna credere a certe cose. Per questo ha dato definizioni solenni. Chiunque dica o crede ciò che è contrario ad una definizione solenne, sia anatema. Lascialo tagliare.

Ai nostri giorni, secondo il Terzo Segreto, molte persone nella Chiesa Cattolica stanno perdendo il senso del dogma. (Vedi l’articolo “ Se perdiamo il dogma, perdiamo la nostra anima ” su questo punto.) Ma nessun uomo è esonerato dal credere nelle verità della Fede semplicemente perché molti altri hanno perso il senso del dogma. La fede dogmatica è necessaria per la salvezza. Non tutti conoscono tutti gli insegnamenti dogmatici del Magistero, ma tutti sono tenuti a credere esplicitamente a quelle cose che sanno che la Chiesa ha solennemente definito di fede divina e cattolica.

Certamente i teologi hanno l’obbligo di conoscerli e di crederci più dei laici.

Ma anche un laico, una volta portato alla sua attenzione un insegnamento dogmatico, ha lo stesso solenne obbligo di credere in modo così esplicito come un teologo. Sant’Agostino ci dice che non tutti hanno lo stesso dono di comprensione, e che noi che siamo meno dotati, perché abbiamo meno intelligenza, abbiamo minori obblighi. Ma l’obbligo essenziale è lo stesso per tutti; cioè che bisogna credere a ciò che Dio insegna. Il rifiuto di credere a ciò che Dio insegna è sufficiente per condannarti all’inferno per tutta l’eternità.

E quindi l’argomento principale di questa posizione è che l’apparizione della Madonna a Fatima è contenuta nella Sacra Scrittura, perché è predetta nell’Apocalisse, capitolo 12. In altre parole, se l’apparizione della Madonna a Fatima nel 1917 è effettivamente predetta nella Sacra Scrittura allora siamo tenuti a crederlo come un evento futuro predetto e ormai avvenuto. E come tale fa parte del Deposito della Fede. Ricorda, non ritengo certa questa posizione; tuttavia lo rispetto e non ho argomenti contrari.

[Continua a leggere la Parte 2. ]

NOTE FINALI

[1] San Tommaso d’Aquino, Summa Theologica , Pt. II-II, domanda 2, art. 6.

[2] San Tommaso d’Aquino, Summa Theologica , Pt. II-II, domanda 2, art. 5.

Il Centro di Fatima

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Pubblicato da gianluca05

Pace: l’altra condizione della Madonna di Julio Loredo Da quando Papa Francesco ha annunciato che consacrerà la Russia (e l’Ucraina) al Cuore Immacolato di Maria, insieme a tutti i vescovi del mondo – ai quali ha rivolto un preciso appello in questo senso – tutto il mondo cattolico vive nell’attesa di questo storico evento. C’è chi, mosso da spirito pio, vede nel gesto pontificio una soluzione definitiva che metterà fine alla guerra, porterà alla conversione della Russia e al risanamento morale del mondo moderno. Altri, invece, mossi da spirito critico, vi segnalano possibili omissioni e contraddizioni. In ogni caso, bisogna rimarcare come l’annuncio di Papa Francesco – mettendo Fatima al centro degli avvenimenti contemporanei – abbia toccato una fibra profonda nell’opinione pubblica mondiale. L’atto di Francesco si collega a una precisa richiesta fatta dalla Madonna a Fatima nel 1917. Parlando ai pastorelli, la Madonna volle parlare al mondo intero, esortando tutti gli uomini alla preghiera, alla penitenza, all’emendazione della vita. In modo speciale, Ella parlò al Papa e alla sacra Gerarchia, chiedendo loro la consacrazione della Russia al suo Cuore Immacolato. Queste richieste, la Madre di Dio le fece di fronte alla situazione religiosa in cui si trovava il mondo intero all’epoca delle apparizioni. La Madonna indicò tale situazione come estremamente pericolosa. L’empietà e l’impurità avevano a tale punto preso possesso della terra, che per punire gli uomini sarebbe esplosa quella autentica ecatombe che fu la Grande Guerra 1914-1918. Questa conflagrazione sarebbe terminata rapidamente, e i peccatori avrebbero avuto il tempo di emendarsi, secondo il richiamo fatto a Fatima. Se questo richiamo fosse stato ascoltato, l’umanità avrebbe conosciuto la pace. Nel caso non fosse stato ascoltato, sarebbe venuta un’altra guerra ancora più terribile. E, nel caso che il mondo fosse rimasto sordo alla voce della sua Regina, una suprema ecatombe, di origine ideologica e di portata universale, implicante una grave persecuzione religiosa, avrebbe afflitto tutti gli uomini, portando con sé grandi prove per i cattolici: “La Russia diffonderà i suoi errori nel mondo, promuovendo guerre e persecuzioni alla Chiesa (...) I buoni saranno martirizzati. Il Santo Padre dovrà soffrire molto”. “Per impedire tutto questo – continua la Madonna – verrò a chiedere la consacrazione della Russia al Mio Cuore Immacolato e la Comunione riparatrice nei primi sabati. Se accetteranno le Mie richieste, la Russia si convertirà e avranno pace”. Dopo un periodo di estrema tribolazione e di terribili castighi “come non si sono mai visti” (santa Giacinta di Fatima), la Madonna promette il trionfo finale: “Finalmente, il Mio Cuore Immacolato trionferà. Il Santo Padre Mi consacrerà la Russia, che si convertirà, e sarà concesso al mondo un periodo di pace”. Ancor oggi gli esperti discutono sulla validità o meno delle varie consacrazioni fatte da Pio XII e da Giovanni Paolo II. La Madonna aveva posto tre condizioni: che la consacrazione fosse fatta dal Sommo Pontefice, che menzionasse la Russia, e che fosse fatta in unione con tutti i vescovi del mondo. In un modo o nell’altro, a tutte le consacrazioni – 1942, 1952, 1982, 1984 – mancava almeno una di delle condizioni. Dopo aver affermato perentoriamente che la consacrazione del 1984, fatta da Giovanni Paolo II, non era valida, la veggente suor Lucia aveva cambiato opinione, attestando invece la sua conformità a quanto richiesto dalla Madonna. Questa è la posizione più diffusa negli ambienti della Chiesa e fra i fedeli in generale. Non vogliamo entrare in un tema tanto complesso. Facciamo però notare che, alla Cova da Iria, la Madonna indicò due condizioni, entrambe indispensabili, perché si allontanassero i castighi con cui ci minacciava. Una di queste condizioni era la consacrazione. Supponiamo che sia stata fatta nel modo richiesto dalla santissima Vergine. Rimane la seconda condizione: la divulgazione della pratica della comunione riparatrice dei primi cinque sabati del mese. Ci sembra evidente che questa devozione non si è propagata fino a oggi nel mondo cattolico nella misura desiderata dalla Madre di Dio. E vi è ancora un’altra condizione, implicita nel messaggio ma anch’essa indispensabile: è la vittoria del mondo sulle mille forme di empietà e di impurità che oggi, molto più che nel 1917, lo stanno dominando. Tutto indica che questa vittoria non è stata ottenuta, e, al contrario, che in questa materia ci avviciniamo sempre più al parossismo. Così, un mutamento di indirizzo dell’umanità sta diventando sempre più improbabile. E, nella misura in cui avanziamo verso questo parossismo, diventa più probabile che avanziamo verso la realizzazione dei castighi. A questo punto bisogna fare una osservazione, e cioè che, se non si vedessero le cose in questo modo, il messaggio di Fatima sarebbe assurdo. Infatti, se la Madonna affermò nel 1917 che i peccati del mondo erano giunti a un tale livello da richiedere il castigo di Dio, non parrebbe logico che questi peccati siano continuati ad aumentare per più di mezzo secolo, che il mondo si sia rifiutato ostinatamente e fino alla fine di prestare ascolto a quanto gli fu detto a Fatima, e che il castigo non arrivi. Sarebbe come se Ninive non avesse fatto penitenza e, nonostante tutto, le minacce del profeta non si fossero realizzate. Per di più, la stessa consacrazione richiesta dalla Madonna non avrebbe l’effetto di allontanare il castigo se il genere umano dovesse restare sempre più attaccato alla empietà e al peccato. Infatti, fintanto che le cose staranno così, la consacrazione avrà qualcosa di incompleto. Insomma, siccome non si è operato nel mondo l’enorme trasformazione spirituale richiesta alla Cova da Iria, stiamo sempre più avanzando verso l’abisso. E, nella misura in cui avanziamo, tale trasformazione sta diventando sempre più improbabile. Applaudiamo l’atto di Papa Francesco e ci sommiamo toto corde a esso se seguirà i requisiti posti dalla Madonna a Fatima. Tuttavia, finché a questo atto non seguirà una vera e propria crociata spirituale contro l’immoralità dilagante – aborto, omosessualità, LGBT, mode indecenti, pornografia, gender e via dicendo – la semplice consacrazione della Russia – per quanto gradita alla Divina Provvidenza – non allontanerà il castigo. Mi sia permesso di sollevare un’altra perplessità, e non di piccolo peso. A Fatima la Madonna indicò, come l’elemento allora più dinamico del processo rivoluzionario che portava l’umanità verso l’abisso, gli “errori della Russia”, ossia il comunismo, che proprio nell’Unione Sovietica trovò la sua sede e fuoco di espansione. Non ci sarà una vera conversione finché questa ideologia non sarà rigettata in ogni sua manifestazione. Ora, proprio in questo campo il pontificato di Papa Francesco si è contraddistinto per la sua prossimità all’estrema sinistra: dalla vicinanza alla dittatura cubana, al sostegno ai “movimenti popolari” latinoamericani di matrice marxista, senza dimenticare i contatti col patriarca Kiryll, che della dittatura sovietica fu fedele servitore e propagandista. Anche qui, salvo miglior giudizio, ci sembra che, finché all’atto di venerdì a San Pietro non seguirà una vera e propria crociata spirituale contro il comunismo e i suoi epigoni, la sola consacrazione della Russia non fungerà da toccasana per risparmiare una catastrofe alla civiltà contemporanea. Fonte: TFP - Tradizione Famiglia Proprietà -

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