
Servizio, una gioia
Immagina allora che al tuo spirito – livido dalla vita, calloso o anche ferito, caldo di febbre – appaia una di quelle figure che la tua innocenza infantile, morta ormai da molti anni, sognava. Una regina, tutta maestosa e sorridente, ti conduce per mano nei raggi di luce radiosa, pacifica, color arcobaleno che la circondano nel tentativo di aiutarti. L’atmosfera è di una tale purezza che sembra fragrante di tutti i profumi della natura: fiori, incenso o quello che vuoi. E tu, caro ateo, lasciati attrarre. Tu cammini guardando quella figura ancora più bella delle luci che la avvolgono, e più aromatica dei profumi che da lei sgorgano: doni magnifici che riceve da una fonte invisibile ma sovrana non confusa con lei ma che risplende in lei.
Riconosci quanta stoltezza c’è nel vasto oceano della tua amarezza. Ma ora è dimenticato. Vedi che incommensurabilmente al di là della sfera quotidiana, in cui i tuoi dolori infuriano e si moltiplicano, c’è un ordine sublime e tranquillo dell’essere in cui potrai finalmente entrare. Percepisci che solo in questo ordine superiore troverai quella felicità che cercavi tra i vermi ma che in realtà dimora oltre le stelle.
Guardi sempre più la Signora, e comincia a sembrare che tu già la conoscessi. Cerchi il suo volto cercando di identificare ciò che ti sembra così profondamente familiare. In qualcosa, nel suo sguardo, in una certa nota amorosa d’affetto, nel suo sorriso, in qualche sicurezza che irradia – ricca di sottese espressioni d’affetto – riconosci certi lampi ineffabili dell’anima che vedevi nei moti più generosi dell’anima della madre terrena che hai avuto o, se ti fosse capitata una delle innumerevoli forme di orfanotrofio nel mondo di oggi, della madre che avresti voluto avere.
Fissi lo sguardo e vedi ancora di più. Non solo una madre, tua madre, ma qualcuno – Qualcuno – che ti sembra la quintessenza ineffabile, la sintesi più compiuta di tutte le madri che furono, sono e saranno, di tutte le virtù materne che l’intelligenza e il cuore dell’uomo possono conoscere . Anzi, sembra la sintesi compiuta di gradi di virtù che solo i santi, volando sulle ali della grazia e dell’eroismo, sanno immaginare e accostare. Lei è la madre di tutti i bambini e di tutte le madri. Lei è la madre di tutti gli uomini. Lei è la madre dell’Uomo .
Sì, del Dio-Uomo, del Dio che si è fatto Uomo nel suo grembo verginale, per redimere tutti gli uomini. È una Madre definita da una parola – mare – da cui, a sua volta, viene un nome, un nome che è un cielo: MARIA.
Attraverso di Lei ti giungono tutte le grazie e i favori del sole divino, infinitamente superiore ma che sembra dimorare in lei (come i raggi del sole sembrano dimorare nelle vetrate colorate). Implori e ti vedi ascoltato. Vuoi, e vedi te stesso soddisfatto. Dal profondo della pace che comincia ad ungerti e ad avvolgerti, senti emergere una sorta di felicità che è il radioso opposto di quella che, fino a poco tempo fa, cercavi freneticamente. Questa felicità terrena – se la possedevi – alla fine la getti da parte come logora, blasé, come un bambino che scosta i giocattoli che non sono più divertenti.
Come un giglio che sorge in una palude o una sorgente che sgorga in un deserto, qualcosa di nuovo comincia ad apparire nell’egoista frustrato che eri. Questo qualcosa di nuovo non è l’egoismo, l’amore esclusivista di te stesso, ma è l’amore; amore degli eterni principi, degli ideali fulgidi, delle cause alte e immacolate, che vedi risplendere nell’ineffabile Signora e che incominci a desiderare di servire.
Ecco il nome della tua nuova felicità: servire, dedicarti, immolarti e tutto ciò che ti appartiene. Questa felicità la troverai in tutto ciò che prima evitavi: buona dedizione non ricompensata, buona volontà incompresa, logica disprezzata dagli ipocriti o ignorata da orecchie che non vogliono ascoltare, confronto con la calunnia che a volte ulula come un uragano, poi sibila discretamente come un serpente , ora, finalmente, giace come una tiepida brezza carica di mortali miasmi. La tua gioia ora consiste nel resistere a tanta infamia, avanzare e vincere, anche se sei ferito, rifiutato o ignorato. Tutto per il servizio della Signora “vestita di sole, e la luna sotto i suoi piedi, e sul suo capo una corona di dodici stelle” (Ap 12,1), Sì, tutto per servire Lei e coloro che la seguono .
Pensavi che la felicità fosse avere tutto. Ora, al contrario, scopri che la felicità consiste nel donarsi completamente.
Forse temi che io stia sognando e facendo sognare anche te mentre leggi queste righe che, nella tua bontà, avrai forse immaginato deliziose. No, non sogno, né ti faccio sognare, né sono magnifiche queste righe. Quanto sono incolori rispetto al
Vera devozione alla Beata Vergine Maria, di San Luigi Grignion de Montfort. In quest’opera, il celebre missionario di fine Seicento e inizio Settecento (i cui seguaci furono i “Chouans”, eroi della lotta contro l’atea ed egualitaria Rivoluzione francese di fine Settecento) giustificò, attraverso un ragionamento impeccabilmente logico fondato sulle verità più solide della Fede, il profilo della santità di Maria. Ha approfondito il significato della sua maternità verginale, il suo ruolo nella Redenzione del genere umano, la sua posizione di Regina del Cielo e della Terra, corredentrice degli uomini e Mediatrice universale delle grazie che ci vengono da Dio e delle preghiere dell’umanità sofferente a Dio Onnipotente. Alla luce di tutto ciò, il santo analizza la provvidenza di Maria e mostra come la Madre di Dio abbia in mente ogni uomo,
È stato per attirarti alla considerazione di questi grandi tesori, questi grandi pensieri e queste grandi verità, che ho deciso di scriverti. Allo stesso tempo, ho esaudito il desiderio di diversi fratelli nella Fede, che non desiderano altro che averti in mezzo a loro, molto vicino… a lei.
Se la grazia ha voluto irrorare le mie parole, hai sentito in te come una musica lontana, così consona a te stessa e alle tue aspirazioni più vive, che si direbbe composta per te, che sentivi sete di armonia, e che sei nato per darti ad esso.
In una parola, sei ordinato per lei, e senza di lei non sei altro che disordine.
E se nella grande armonia dell’universo anche il più insignificante granello di sabbia, la più oscura goccia d’acqua e il più basso e contorto verme della terra hanno il loro posto e la loro funzione, non sarà lo stesso con l’ordine dell’universo – o meglio, con le sue vette più alte – cioè il panorama di verità che vi ho appena presentato attraverso metafore e che san Luigi da Montfort deduce, con sanissima e ferma coerenza, dalla Fede cattolica , da quella Fede che San Paolo, a sua volta, definì “rationabile obsequium” (Rm 12, 1)?
Se tutto questo panorama che ti ordina e senza il quale sei solo caos è falso, allora tu, come ogni uomo, sei fuori posto, un disadattato, un – scusa il prosaismo – una verruca, un’escrescenza, un cancro, una catastrofe in questo universo così supremamente ordinato. Riesci a immaginare che questo sia vero di te stesso, di noi, di tutti gli uomini, che, in quanto uomini, sono in realtà l’apice regale di quell’ordine?
Credere che sia così, credere in una contraddizione così mostruosa posta proprio all’apice di un ordine così perfetto, è davvero irrazionale. È l’apoteosi dell’assurdo.
Il precedente articolo del professor Plinio Corrêa de Oliveira è stato pubblicato per la prima volta nella Folha de S.Paulo il 13 settembre 1980. È stato tradotto e adattato senza la sua revisione. –Ed.
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Plinio Corrêa de Oliveira 17 dicembre 2007