Stampa e condividi affichè si conosca il Messaggio di Fatima per la salvezza delle anime
Apologetica cattolica n. 2
Sentiamo spesso la frase “separazione tra Chiesa e Stato” pronunciata con parole di euforia da politici, storici ed elettori medi. Al contrario, un cattolico deve capire che la separazione tra Chiesa e Stato è un moderno assalto alla Dignità di Nostro Signore Gesù Cristo e alla Sua Regalità che noi tutti celebriamo universalmente. Forse nessun’altra idea moderna è così falsamente elogiata come questa errata.
Possiamo imparare molto leggendo le nobili parole del cardinale Pie che visse dal 1815 al 1880:
“L’errore principale, il delitto capitale di questo secolo è la pretesa di sottrarre la società pubblica al governo e alla legge di Dio… Il principio posto alla base di tutta la struttura sociale moderna è l’ateismo della legge e delle istituzioni. Mascheriamolo sotto i nomi dell’astensione, della neutralità, dell’incompetenza o addirittura della pari tutela, arriviamo persino a negarlo con qualche disposizione legislativa di dettaglio o con atti accidentali e secondari: il principio dell’emancipazione della società umana dall’ordine religioso rimane in fondo alle cose; è l’essenza di quella che viene chiamata la nuova era. (Cardinale Pie, Opere pastorali , vol. VII, pp. 3, 100)
“Non è giunto il tempo che Gesù Cristo regni? Ebbene, allora non è giunto il momento per i governi di durare». (Cardinal Pie, incontro con l’imperatore Napoleone III)
Il cardinale Pie ha spiegato in modo molto conciso questo errore nel seguente estratto:
“Gesù Cristo è stato costituito re, e la vera dignità, la vera libertà, la vera emancipazione delle nazioni moderne è avere il diritto di essere governate cristianamente. Per caso le nazioni sarebbero cadute dalla loro gloria? La loro sorte sarebbe stata meno nobile, meno felice poiché gli scettri a cui obbediscono sono destinati a sottomettersi allo scettro di Gesù? Ripetiamolo, fratelli: il cristianesimo non raggiunge il suo pieno sviluppo, la sua piena maturità, dove non assume un carattere sociale. Tale è ciò che Bossuet esprimeva così: «Cristo non regna se la sua Chiesa non è padrona, se i popoli cessano di rendere a Gesù Cristo, alla sua dottrina, alla sua legge, un omaggio nazionale». Quando il cristianesimo di un paese è ridotto alle nude proporzioni della vita domestica, quando il cristianesimo non sarà più l’anima della vita pubblica, del potere pubblico, delle istituzioni pubbliche, allora Gesù Cristo si occuperà di questo paese nel modo in cui vi è trattato. Continua a dare la sua grazia e le sue benedizioni alle persone che lo servono, ma abbandona le istituzioni, i poteri che non lo servono; e le istituzioni, i re, le nazioni diventano come la sabbia che si sposta nel deserto, cadono come le foglie autunnali portate via dal vento”. (Cardinale torta, le nazioni diventano come sabbia che si sposta nel deserto, cadono come le foglie autunnali portate via dal vento”. (Cardinale torta, le nazioni diventano come sabbia che si sposta nel deserto, cadono come le foglie autunnali portate via dal vento”. (Cardinale torta,Opere , vol. II, pp. 259-260)
L’Unione tra Chiesa e Stato (ovvero Dottrina delle Due Spade), tra Sacerdozio e Impero, non fu mai più forte che durante la Dinastia Carolingia, seconda dinastia regnante dei Franchi (751-987 d.C.), fondata da Pipino il Breve, ma prende il nome da suo figlio, Carlo Magno (Carlo Magno). Questa unione e cooperazione tra la Chiesa ei principi cristiani continuò durante la dinastia sassone ottoniana (936-1024 d.C.), governata successivamente da Ottone I, Ottone II, Ottone III e Sant’Enrico II. Papa Leone III restaurò l’Impero Romano d’Occidente, quando incoronò Carlo Magno Imperatore Romano il giorno di Natale dell’800 dC Nel 962 dC, Papa Giovanni XII restaurò nuovamente l’Impero Romano, quando incoronò Ottone I come Imperatore. Il termine attuale “Sacro Romano Impero” risale al 1254 d.C
La Dottrina delle Due Spade ci insegna che Cristo, essendo sia Dio che uomo, è il Re dell’Universo, e come tale, la Sua Regalità, che comprende sia le singole anime, sia l’intera società, dovrebbe essere ufficialmente riconosciuta da tutte le nazioni. . Di conseguenza, la sua Sposa, la Santa Madre Chiesa, è Regina, mentre il Sommo Pontefice esercita tale Regalità per Suo conto. Lo fa in due modi:
- Esercita un Potere Diretto nel Campo Spirituale, per mezzo della Gerarchia Ecclesiastica (vescovi e sacerdoti);
- Può esercitare un Potere Indiretto nel Campo Temporale, che è affidato ai laici, in particolare ai capi naturali degli uomini, come imperatori, re, cavalieri, capi di stato, capi politici, magistrati, capi tribù, capifamiglia . La Gerarchia guida dottrinalmente questi capi naturali, ma li ammonirà e li condannerà anche, se necessario, come hanno fatto con i principi erranti nelle epoche passate. Per mezzo di questa Autorità, e poiché i capi Cattolici un tempo rispettavano questo Potere Indiretto, i Papi passati furono in grado di deporre i due sopra menzionati Imperatori Romani Germanici. Questo potere fu utilizzato per l’ultima volta da Papa San Pio V, quando scomunicò la regina Elisabetta I, sollevando così gli inglesi da ogni fedeltà nei suoi confronti.
Ogni anno in ottobre la Chiesa celebra la festa di Cristo Re e riconosce gloriosamente la Regalità di Gesù Cristo. “La Festa di Cristo Re è stata istituita da Papa Pio XI nel 1925 come antidoto al secolarismo, uno stile di vita che esclude Dio dal pensiero e dal vivere dell’uomo e organizza la sua vita come se Dio non esistesse. La festa ha lo scopo di proclamare in modo sorprendente ed efficace la regalità di Cristo ( vedi anche il Regno sociale di Cristo ) sugli individui, le famiglie, la società, i governi e le nazioni” (Rt. Rev. Mons. Rudolph G. Bandas).
Perché Gesù Cristo non è solo Re dei santi o dei cattolici. Gesù Cristo è il Re di tutta la creazione dall’eternità all’eternità. Perché non solo ha creato tutto ciò che esiste, ma ha anche redento tutta l’umanità per riportare la creazione a una gloria più grande. Merita ogni gloria, onore e lode. Come leggiamo spesso nell’Ufficio divino: “O Signore Dio nostro, tu sei degno di ricevere gloria, onore e potenza” (Apocalisse 4,11)
Quando il Re della Gloria salì sulla Sua Croce con una corona di spine, Egli ha redento il mondo. Siamo sudditi dello stesso re. E abbiamo il dovere di aiutare a diffondere il Suo regno in tutti gli aspetti della società.
Noi cattolici crediamo che Cristo sia il vero Re di tutto il mondo. È il re di tutti gli individui ma anche il re di tutte le nazioni. Pertanto, non solo gli individui dovrebbero onorare Cristo e la Chiesa cattolica, ma tutte le nazioni, le società, le famiglie e le comunità dovrebbero consacrarsi ai Sacri e Immacolati Cuori. Consacriamo oggi tutti noi stessi e le nostre famiglie al Cuore Immacolato di Maria e al Sacro Cuore di Gesù Cristo.
Fonte: Il Centro di Fatima
– / 5
Grazie per aver votato!
Stampa e condividi affichè si conosca il Messaggio di Fatima per la salvezza delle anime
Pubblicato da gianluca05
Pace: l’altra condizione della Madonna
di Julio Loredo
Da quando Papa Francesco ha annunciato che consacrerà la Russia (e l’Ucraina) al Cuore Immacolato di Maria, insieme a tutti i vescovi del mondo – ai quali ha rivolto un preciso appello in questo senso – tutto il mondo cattolico vive nell’attesa di questo storico evento.
C’è chi, mosso da spirito pio, vede nel gesto pontificio una soluzione definitiva che metterà fine alla guerra, porterà alla conversione della Russia e al risanamento morale del mondo moderno. Altri, invece, mossi da spirito critico, vi segnalano possibili omissioni e contraddizioni. In ogni caso, bisogna rimarcare come l’annuncio di Papa Francesco – mettendo Fatima al centro degli avvenimenti contemporanei – abbia toccato una fibra profonda nell’opinione pubblica mondiale.
L’atto di Francesco si collega a una precisa richiesta fatta dalla Madonna a Fatima nel 1917.
Parlando ai pastorelli, la Madonna volle parlare al mondo intero, esortando tutti gli uomini alla preghiera, alla penitenza, all’emendazione della vita. In modo speciale, Ella parlò al Papa e alla sacra Gerarchia, chiedendo loro la consacrazione della Russia al suo Cuore Immacolato.
Queste richieste, la Madre di Dio le fece di fronte alla situazione religiosa in cui si trovava il mondo intero all’epoca delle apparizioni. La Madonna indicò tale situazione come estremamente pericolosa. L’empietà e l’impurità avevano a tale punto preso possesso della terra, che per punire gli uomini sarebbe esplosa quella autentica ecatombe che fu la Grande Guerra 1914-1918.
Questa conflagrazione sarebbe terminata rapidamente, e i peccatori avrebbero avuto il tempo di emendarsi, secondo il richiamo fatto a Fatima. Se questo richiamo fosse stato ascoltato, l’umanità avrebbe conosciuto la pace. Nel caso non fosse stato ascoltato, sarebbe venuta un’altra guerra ancora più terribile. E, nel caso che il mondo fosse rimasto sordo alla voce della sua Regina, una suprema ecatombe, di origine ideologica e di portata universale, implicante una grave persecuzione religiosa, avrebbe afflitto tutti gli uomini, portando con sé grandi prove per i cattolici: “La Russia diffonderà i suoi errori nel mondo, promuovendo guerre e persecuzioni alla Chiesa (...) I buoni saranno martirizzati. Il Santo Padre dovrà soffrire molto”.
“Per impedire tutto questo – continua la Madonna – verrò a chiedere la consacrazione della Russia al Mio Cuore Immacolato e la Comunione riparatrice nei primi sabati. Se accetteranno le Mie richieste, la Russia si convertirà e avranno pace”. Dopo un periodo di estrema tribolazione e di terribili castighi “come non si sono mai visti” (santa Giacinta di Fatima), la Madonna promette il trionfo finale: “Finalmente, il Mio Cuore Immacolato trionferà. Il Santo Padre Mi consacrerà la Russia, che si convertirà, e sarà concesso al mondo un periodo di pace”.
Ancor oggi gli esperti discutono sulla validità o meno delle varie consacrazioni fatte da Pio XII e da Giovanni Paolo II. La Madonna aveva posto tre condizioni: che la consacrazione fosse fatta dal Sommo Pontefice, che menzionasse la Russia, e che fosse fatta in unione con tutti i vescovi del mondo. In un modo o nell’altro, a tutte le consacrazioni – 1942, 1952, 1982, 1984 – mancava almeno una di delle condizioni. Dopo aver affermato perentoriamente che la consacrazione del 1984, fatta da Giovanni Paolo II, non era valida, la veggente suor Lucia aveva cambiato opinione, attestando invece la sua conformità a quanto richiesto dalla Madonna. Questa è la posizione più diffusa negli ambienti della Chiesa e fra i fedeli in generale.
Non vogliamo entrare in un tema tanto complesso. Facciamo però notare che, alla Cova da Iria, la Madonna indicò due condizioni, entrambe indispensabili, perché si allontanassero i castighi con cui ci minacciava.
Una di queste condizioni era la consacrazione. Supponiamo che sia stata fatta nel modo richiesto dalla santissima Vergine. Rimane la seconda condizione: la divulgazione della pratica della comunione riparatrice dei primi cinque sabati del mese. Ci sembra evidente che questa devozione non si è propagata fino a oggi nel mondo cattolico nella misura desiderata dalla Madre di Dio.
E vi è ancora un’altra condizione, implicita nel messaggio ma anch’essa indispensabile: è la vittoria del mondo sulle mille forme di empietà e di impurità che oggi, molto più che nel 1917, lo stanno dominando. Tutto indica che questa vittoria non è stata ottenuta, e, al contrario, che in questa materia ci avviciniamo sempre più al parossismo. Così, un mutamento di indirizzo dell’umanità sta diventando sempre più improbabile. E, nella misura in cui avanziamo verso questo parossismo, diventa più probabile che avanziamo verso la realizzazione dei castighi.
A questo punto bisogna fare una osservazione, e cioè che, se non si vedessero le cose in questo modo, il messaggio di Fatima sarebbe assurdo. Infatti, se la Madonna affermò nel 1917 che i peccati del mondo erano giunti a un tale livello da richiedere il castigo di Dio, non parrebbe logico che questi peccati siano continuati ad aumentare per più di mezzo secolo, che il mondo si sia rifiutato ostinatamente e fino alla fine di prestare ascolto a quanto gli fu detto a Fatima, e che il castigo non arrivi. Sarebbe come se Ninive non avesse fatto penitenza e, nonostante tutto, le minacce del profeta non si fossero realizzate.
Per di più, la stessa consacrazione richiesta dalla Madonna non avrebbe l’effetto di allontanare il castigo se il genere umano dovesse restare sempre più attaccato alla empietà e al peccato. Infatti, fintanto che le cose staranno così, la consacrazione avrà qualcosa di incompleto.
Insomma, siccome non si è operato nel mondo l’enorme trasformazione spirituale richiesta alla Cova da Iria, stiamo sempre più avanzando verso l’abisso. E, nella misura in cui avanziamo, tale trasformazione sta diventando sempre più improbabile.
Applaudiamo l’atto di Papa Francesco e ci sommiamo toto corde a esso se seguirà i requisiti posti dalla Madonna a Fatima. Tuttavia, finché a questo atto non seguirà una vera e propria crociata spirituale contro l’immoralità dilagante – aborto, omosessualità, LGBT, mode indecenti, pornografia, gender e via dicendo – la semplice consacrazione della Russia – per quanto gradita alla Divina Provvidenza – non allontanerà il castigo.
Mi sia permesso di sollevare un’altra perplessità, e non di piccolo peso.
A Fatima la Madonna indicò, come l’elemento allora più dinamico del processo rivoluzionario che portava l’umanità verso l’abisso, gli “errori della Russia”, ossia il comunismo, che proprio nell’Unione Sovietica trovò la sua sede e fuoco di espansione. Non ci sarà una vera conversione finché questa ideologia non sarà rigettata in ogni sua manifestazione.
Ora, proprio in questo campo il pontificato di Papa Francesco si è contraddistinto per la sua prossimità all’estrema sinistra: dalla vicinanza alla dittatura cubana, al sostegno ai “movimenti popolari” latinoamericani di matrice marxista, senza dimenticare i contatti col patriarca Kiryll, che della dittatura sovietica fu fedele servitore e propagandista.
Anche qui, salvo miglior giudizio, ci sembra che, finché all’atto di venerdì a San Pietro non seguirà una vera e propria crociata spirituale contro il comunismo e i suoi epigoni, la sola consacrazione della Russia non fungerà da toccasana per risparmiare una catastrofe alla civiltà contemporanea.
Fonte: TFP - Tradizione Famiglia Proprietà -
Mostra altri articoli