
Nel 150° anniversario di due eventi di portata trascendentale per la vita e la storia della Chiesa
L’anno 2020 segna il 150° anniversario di due eventi di significato trascendentale per la vita e la storia della Chiesa. Il primo è un evento positivo, che fu la proclamazione del dogma dell’infallibilità papale (18 luglio 1870). Il secondo evento fu un episodio negativo, che fu la presa di Roma da parte delle orde rivoluzionarie al servizio di Casa Savoia. In quel tempo il Papa fu spogliato del suo potere temporale (20 settembre 1870).
Questo breve articolo inquadra i due eventi nel contesto della vita e del pontificato del loro principale protagonista, il Beato Pio IX, l’ultimo Papa-Re.
Il conclave che si riunì il 15 giugno 1846 per eleggere il successore di Gregorio XVI fu uno dei più brevi della storia: durò solo 36 ore, al termine delle quali fu eletto il cardinale Giovanni Maria Mastai Ferretti, vescovo di Imola, che adottò il nome di Pio IX.
I primi atti del suo pontificato, soprattutto la scelta dei suoi più stretti consiglieri e la liberazione di centinaia di prigionieri politici, lasciarono perplessi i suoi contemporanei.
Pio IX era un liberale?
Questa domanda è stata posta dagli storici e le risposte sono variate.
Alcuni lo vedono come un liberale che, aggredito dalla realtà, si è convertito diventando un “reazionario”. Altri lo presentano come un diplomatico pragmatico che ha fatto un errore di calcolo quando ha creduto di poter placare i rivoluzionari con una politica più mite del suo predecessore, l’austero ed energico Gregorio XVI. Altri ancora affermano che non era un liberale e che la sua politica, permeata di clemenza e liberalità, era dettata più dal suo temperamento conciliante che dall’ideologia, e che la Rivoluzione cercò di approfittarne nominandolo Papa “liberale” , pronto a realizzare i suoi disegni.
Qualunque sia la risposta, sta di fatto che, non appena Pio IX chiarì l’equivoco e pose energicamente fine alle conseguenze rivoluzionarie che intendevano trarre dai suoi atti, tutto cambiò. I settari rivoluzionari risposero incitando il popolo romano all’ammutinamento. La folla prese a sassate il Palazzo Pontificio e il Papa dovette lasciare segretamente la Città Eterna, rifugiandosi a Gaeta nel Regno di Napoli. Intanto i rivoluzionari si aggiravano per le strade di Roma, seminando il terrore attraverso un’orgia di sangue e profanando chiese e conventi. Infine dichiararono esaurito il potere civile del Pontefice e proclamarono la “Repubblica Romana”.
Il Papa fece appello alle potenze cattoliche, che sradicarono i rivoluzionari da Roma e dagli altri territori pontifici. Dopo pochi mesi Pio IX tornò nella sua capitale.
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Tuttavia, la Rivoluzione era determinata a porre fine per sempre al potere temporale dei Papi unificando l’Italia. Controllare uno Stato centralizzato è più facile che costringere i vari piccoli sovrani locali della penisola italiana, tra cui il Papa, i Re di Piemonte e di Napoli, il Granduca di Toscana ei Duchi di Modena e Parma.
Le truppe piemontesi occuparono così diverse province dello Stato Pontificio. Il 26 marzo Pio IX emise una scomunica «contro tutti gli usurpatori dei beni della Chiesa».
Al Papa rimase solo Roma e il circostante Patrimonio di San Pietro, che era disposto a difendere con le armi. Questa volta le potenze cattoliche non ascoltarono il suo appello, così Pio IX si rivolse ai fedeli di tutto il mondo. Giovani e vecchi, nobili e plebei, gli uomini si precipitarono a combattere per il papa. Hanno scritto una delle pagine più gloriose della storia della Chiesa, immortalata dalla leggendaria figura degli zuavi pontifici. Questi soldati erano la personificazione dell’onore e del coraggio, della fede e del distacco. Tuttavia il loro valore non impedì loro di essere schiacciati dal numero incomparabilmente superiore di un avversario meglio armato ed equipaggiato.
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Ma Pio IX non era uomo da piegare con la forza delle armi. In mezzo a tutte queste tribolazioni, ha continuato a governare la Chiesa con saggezza e coraggio. Ha affrontato battaglie ancora più dure che si potrebbero chiamare corpo a corpo, contro gli errori dichiarati o mascherati, contro i nemici esterni o contro il nemico interno, cento volte più pericolosi.
Tre momenti di questa ardua e incessante lotta meritano di essere evidenziati: la definizione dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine ; l’Enciclica Quanta Cura con il Sillabo ; e, infine, il Concilio Vaticano I con la proclamazione dell’infallibilità papale .
“Io sono l’Immacolata Concezione”
Pio IX fu un papa eminentemente mariano. Consacrò il suo pontificato alla Beata Vergine. Appena la Provvidenza gli ha affidato le Chiavi di San Pietro, ha manifestato l’intenzione di proclamare il dogma dell’Immacolata Concezione della Madre di Dio. L’anelito generale della pietà cristiana favorì questo annuncio. Sin dai tempi antichi, vescovi e ordini religiosi, imperatori e re, e nazioni intere si appellarono alla Sede Apostolica perché definisse questa verità universalmente accettata come un dogma della fede cattolica.
Prima di accogliere questo gradito augurio, il Papa ha voluto ascoltare il parere dei teologi e consultare i sentimenti dei fedeli dell’universo cattolico. Istituì una commissione di cardinali e teologi, incaricandoli di studiare diligentemente la questione. Scrisse a tutti i vescovi del mondo, informandosi sulla pietà e la devozione dei fedeli delle loro diocesi all’Immacolata Concezione della Madre di Dio. Ad ogni vescovo è stato chiesto il suo parere sulla definizione prevista. Le unanimi risposte favorevoli hanno fatto sentire al Papa che era giunto il momento di proclamare solennemente questa prerogativa della Beata Vergine.
Alla presenza di oltre duecento tra cardinali, arcivescovi e vescovi di tutto l’ambito cattolico, Pio IX firmò l’8 dicembre 1854 la Bolla Ineffabilis Deus . In essa dichiarava, pronunciava e definiva come dottrina rivelata da Dio e verità della fede cattolica “che la Beatissima Vergine Maria, nel primo istante del suo concepimento, per singolare grazia e privilegio concesso da Dio Onnipotente, in vista dei meriti di Gesù Cristo, Salvatore del genere umano, fu conservata libera da ogni macchia di peccato originale”.

La Regina del Cielo e della Terra ha mostrato quanto fosse contenta della definizione di Pio IX. La Madonna è apparsa l’11 febbraio 1858 a Lourdes all’umile Bernadette. Quando la bambina chiese chi fosse, la Madonna rispose: “Io sono l’Immacolata Concezione…”
Colpo agli errori moderni: naturalismo, razionalismo, materialismo e anarchismo
La proclamazione del dogma dell’Immacolata Concezione fu un duro colpo per gli errori moderni del naturalismo, del razionalismo, del materialismo e dell’anarchismo. San Pio X, il più grande Pontefice del secolo scorso, descrisse questo colpo nella sua lettera commemorativa del cinquantesimo anniversario di quella definizione dogmatica.
Il Papa spiega che questi errori derivano dalla negazione del peccato originale e dalla conseguente corruzione della natura umana. Il risultato logico è la negazione della necessità di un Redentore. La proclamazione dell’Immacolata Concezione della Madre di Dio costringe le persone ad ammettere l’esistenza del peccato originale (dal quale era esente) e tutte le sue conseguenze.
Una prima pietra miliare nell’ascesa della controrivoluzione
Plinio Corrêa de Oliveira considerava la proclamazione del dogma dell’Immacolata Concezione come ” una prima pietra miliare nell’ascesa della Controrivoluzione “. Lui scrive:
“Il nuovo dogma scosse profondamente anche la mentalità essenzialmente egualitaria della Rivoluzione francese, che dal 1789 dominava dispoticamente in Occidente. Vedere una semplice creatura così elevata al di sopra di tutte le altre, godere di un privilegio inestimabile fin dal primo istante del suo concepimento è cosa che non poteva e non può non ferire i figli di una Rivoluzione che proclamava l’assoluta uguaglianza tra gli uomini.
In seguito scrisse che la proclamazione dell’Immacolata Concezione fu “uno degli atti veramente controrivoluzionari del pontificato di Papa Pio IX”.
È stata anche la prima volta nella storia della Chiesa che un dogma è stato proclamato da un papa, avvalendosi del privilegio dell’infallibilità papale, ancor prima che un concilio lo definisse. Questo atto controrivoluzionario sfidava le rivendicazioni rivoluzionarie che ponevano il concilio al di sopra del papa.
Lo storico gesuita americano p. John W. O’Malley commenta questo atto senza precedenti di Pio IX, traendo una conclusione interessante:
“La definizione [del dogma dell’Immacolata Concezione] fu un atto papale, puro e semplice e in quel contesto una vittoria dell’Ultramontanismo “ .
Gli Stati Uniti e il dogma dell’Immacolata Concezione
Nel 1846 i Vescovi americani scelsero la Beata Vergine Maria, concepita senza peccato, come Patrona degli Stati Uniti d’America.
“L’8 dicembre 1854, otto anni e quattro mesi dopo che i vescovi americani avevano scelto Maria Immacolata come Patrona degli Stati Uniti, Papa Pio IX dichiarò solennemente l’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria come articolo di fede. Numerose petizioni per la definizione di questa dottrina si erano riversate negli anni precedenti; e Papa Pio IX aveva scritto l’enciclica Ubi primum in cui chiedeva ai vescovi del mondo (1) quanto fosse grande la devozione dei fedeli verso l’Immacolata Concezione e quanto grande fosse il loro desiderio per la definizione di questa dottrina; e (2) qual era l’opinione e il desiderio degli stessi vescovi.
“I vescovi americani, riuniti nel VII Consiglio provinciale di Baltimora, 5-13 maggio 1849, avevano dato una risposta favorevole ad entrambe le domande… informando il Santo Padre che i fedeli negli Stati Uniti erano animati da una grande devozione all’Immacolata Concezione, e che loro i vescovi, sarebbero contenti se il Santo Padre dichiarasse la dottrina dell’Immacolata Concezione un articolo di fede”. (vedi Marion A. Habig, OFM, Land of Mary Immaculate , su https://www.ewtn.com/catholicism/library/land-of-mary-immaculate-4089 , accesso 9/30/2020, 6:23: 17:00)
L’8 dicembre 1854, quando papa Pio IX lesse la dichiarazione che definisce il dogma dell’Immacolata Concezione, fu il vescovo di Filadelfia, san Giovanni Neumann, a tenere in mano il libro da cui il papa lesse. (“San Giovanni Neumann e l’Immacolata Concezione”, su https://www.americaneedsfatima.org/Saints-Heroes/st-john-neumann.html.)
In una lettera ad un amico, san Giovanni Neumann scriveva: “Non ho né il tempo né la possibilità di descrivere la solennità. Ringrazio il Signore Dio che tra le tante grazie che mi ha concesso, mi ha permesso di vedere questo giorno a Roma”. (Fr. Michael J. Curley, C.SS.R., Bishop John Neumann C.SS.R.: A Biography [Philadelphia, Penn.: Bishop Neumann Center], p. 239.)
Dal gallicanesimo all’ultramontanismo
Esattamente dieci anni dopo, l’8 dicembre 1864, Pio IX sorprese il mondo con due documenti bomba: l’Enciclica Quanta cura e il Sillabo.
Le pubblicazioni di Quanta Cura e del Syllabus furono accolte male da quasi tutti i governi dell’epoca perché dominati dal liberalismo settario. Alcuni, come Napoleone III, proibirono addirittura ai vescovi di pubblicarli. I rivoluzionari provocarono violenti incidenti in alcuni luoghi. Non sono però mancati al Romano Pontefice la riconoscenza e il sostegno.
Lo storico francese Adrien Dansette, dopo aver narrato la resistenza ecclesiastica in Francia al Sillabo conclude: “Pio IX aveva inferto al liberalismo cattolico un colpo dal quale ci sarebbero voluti più di dodici anni per riprendersi. Nel frattempo, il potere romano continuava ad estendersi. La grande impennata dell’autorità pontificia, che aveva già portato la Chiesa in Francia dal gallicanesimo all’ultramontanismo , avrebbe presto portato il papato all’apice del prestigio rappresentato dal [I] Concilio Vaticano.
Una manifestazione della forza e del vigore della Chiesa
Nel 1867 Pio IX approfittò delle commemorazioni del XVIII Centenario del Martirio degli Apostoli Pietro e Paolo per annunciare la sua intenzione di convocare un Concilio ecumenico. Questo messaggio è stato dichiarato davanti a 53 Cardinali, quasi 500 Vescovi, diecimila sacerdoti e un numero incalcolabile di fedeli provenienti da tutto il mondo.
Al termine dei festeggiamenti centenari, il 29 giugno 1868, pubblicò la Bolla Aeterni Patris , designando l’8 dicembre dell’anno successivo per l’apertura del Concilio e la Basilica Vaticana come sede dell’assemblea.
La reazione del mondo cattolico all’annuncio fu di grande gioia ed entusiasmo: la Santa Sede, calpestata e perseguitata politicamente, combattuta anche da alcuni suoi figli, dava piena prova di forza e di vigore lanciando una vera e propria sfida ai suoi nemici.
I governi delle nazioni cattoliche contavano di influenzare le decisioni del Concilio. Infatti, fin da Costantino (IV secolo), era consuetudine che i principi cristiani partecipassero al Concilio, personalmente o tramite i loro ambasciatori. Con sorpresa generale e sgomento di molti, Pio IX non invitò alcun sovrano o capo di Stato. Il Papa ha chiarito di voler risolvere i problemi interni della Chiesa senza alcuna pressione esterna e che quindi il Concilio sarà esclusivamente ecclesiastico.
Infallibilisti, Anti-infallibilisti, “Opportunisti”
La cerimonia di apertura del Concilio Vaticano I (il ventesimo ecumenico) è stata presieduta dal Papa con la partecipazione di settecento Padri Conciliari e ventimila pellegrini. Fu solennemente inaugurato nella Basilica di San Pietro nella festa dell’Immacolata Concezione del 1869.
Gli schieramenti erano già divisi: da una parte la maggioranza pro-infallibilità, guidata dal cardinale Manning, arcivescovo di Westminster. Si era convertito dall’anglicanesimo e aveva promesso di fare di tutto per definire il dogma dell’infallibilità del papa. Al porporato si sono uniti i vescovi di Italia, Spagna, Inghilterra, Irlanda e America Latina. Il campo di minoranza era composto da anti-infallibilisti e “opportunisti”. Questi ultimi furono chiamati ironicamente opportunisti perché ritenevano “inopportuna” la definizione dell’infallibilità del Papa. La maggior parte ha visto questa scusa come una formula abile per combattere il dogma senza scontrarsi frontalmente con la dottrina cattolica. L’opposizione di minoranza comprendeva i vescovi tedeschi, quasi l’intero episcopato dell’impero austro-ungarico e un terzo dei vescovi francesi.

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Poiché la situazione politica europea si deteriorava ogni giorno, c’era il rischio che una guerra potesse interrompere le attività del Consiglio. Così, 480 vescovi della maggioranza hanno indirizzato un Postulatum al Santo Padre, chiedendo che si discutesse immediatamente del regime sull’infallibilità pontificia, lasciando all’ordine del giorno le altre questioni per un successivo esame.
“Ho provato una tale indignazione che il sangue mi è andato alla testa…”
Dopo che il Papa accolse la richiesta, i Padri conciliari iniziarono a discutere il progetto di Costituzione De Ecclesia Christi , soffermandosi sul capitolo XI, sul Primato del Romano Pontefice , che conteneva la definizione di infallibilità.
I dibattiti furono accesi e la minoranza provocò molti incidenti. Un vescovo anti-infallibilità ha portato i suoi attacchi alle prerogative del Romano Pontefice a tal punto che il Cardinale-Presidente dell’assemblea ha dovuto interromperlo, suonando vigorosamente il suo campanello. In plenaria si sono sentite proteste indignate.
Sant’Antonio Maria Claret, ex arcivescovo di Santiago de Cuba, ebbe anche un lieve ictus, come racconta:
“Poiché, su questa materia [infallibilità pontificia], non posso compromettermi per niente, né con nessuno, e sono disposto a versare il mio sangue, come ho detto apertamente nel Concilio sentendo le sciocchezze e anche le bestemmie e le eresie che si dicevano, Ho provato una tale indignazione e zelo che il sangue mi è salito alla testa e ha prodotto un affetto cerebrale.
Dopo un acceso dibattito, gli argomenti contro l’infallibilità furono confutati uno per uno. I vescovi della minoranza di opposizione hanno deciso di astenersi dal voto, ritirandosi da Roma il giorno prima del voto.
Tra fulmini e tuoni, come Mosè al Sinai
Il 18 luglio 1870 ebbe luogo la solenne promulgazione del dogma pontificio dell’infallibilità. Dopo la Messa dello Spirito Santo, l’intronizzazione dei Vangeli e il canto delle Litanie dei Santi, il Papa ha benedetto sei volte il Concilio.
Il segretario annuncia l’inizio di una seduta ristretta. Mentre stava per ordinare ai fedeli di andarsene, il Papa ordinò che potessero assistere alla votazione e alla proclamazione.
Dopo la solenne lettura della Costituzione, Pastor Aeternus , il Segretario si è rivolto ai Padri conciliari:
“Reverendissimi Padri: Approvate i decreti e i canoni contenuti in questa Costituzione?”
Lo stesso Segretario ha comunicato al Papa il risultato della votazione:
“Beatissimo Padre: Tutti tranne due hanno approvato i canoni e i decreti”.
Allora Pio IX si alzò, ripose la mitra e con grande calma e maestà pronunciò le parole:
“I decreti ei canoni contenuti nella Costituzione appena letta sono piaciuti a tutti meno che a due Padri. Anche noi, con l’approvazione del Santo Concilio, così come sono stati letti,
LI DEFINISMO E CON AUTORITÀ APOSTOLICA LI CONFERMIAMO. “
“Viva Pio IX! Viva il Papa infallibile!” erano le grida di gioia che riecheggiavano tra le volte di San Pietro.
Durante tutta la cerimonia si è scatenato uno dei temporali più violenti nella memoria della Città Eterna. Tra lampi e tuoni – come nel Sinai, quando il Signore diede a Mosè la sua Legge – fu proclamata l’infallibilità pontificia. Alle ultime parole del Papa l’atmosfera si è calmata e, all’improvviso, un raggio di sole ha attraversato le nubi scure, ha illuminato il volto venerabile e maestoso del Pontefice, quindi ha illuminato l’intera sala.
* * *
Il giorno successivo, la Francia dichiarò guerra alla Prussia. I vescovi francesi e tedeschi si precipitarono nelle loro diocesi. La preoccupazione generale causata dalla guerra interruppe il Consiglio.
In quei paesi dominati dal liberalismo settario, la definizione dell’infallibilità papale provocò una persecuzione religiosa contro i cattolici. In Germania, questo scontro era adornato dal nome sonoro (e fallace) di Kulturkampf (tedesco: “conflitto culturale”).
Sostenuti e incoraggiati dal Pontefice, sia i pastori che i fedeli hanno reagito magnificamente agli attacchi. Le persecuzioni servirono a legare insieme i cattolici e ad aumentare la loro lealtà alla Cattedra di Pietro.
Un Grande Sacrilegio
La guerra fece sì che la Francia ritirasse la sua piccola guarnigione a protezione di Roma, lasciando la città in balia della Casa Savoia.
Pio IX mantenne la sua abituale — e soprannaturale — tranquillità durante tutta la nuova crisi. Trattò le questioni ecclesiastiche come se intorno a lui non si preparassero le lotte più feroci. Il 19 settembre, ventiquattresimo anniversario dei fatti di La Sallete, firmò il decreto di riconoscimento delle apparizioni della Vergine delle Lacrime. Alle cinque del pomeriggio, andò alla Scala Santa e vi salì in ginocchio, supplicando Dio che, per i meriti infiniti del Preziosissimo Sangue di Gesù Cristo, sparso su quei gradini, abbia pietà della Sua Chiesa .
Intanto le truppe piemontesi, comandate dal generale Raffaele Cadorna, raggiungono le Mura Aureliane e pongono sotto assedio la Città Eterna. La forza papale, comandata dal generale Hermann Kanzler, ammontava a 13.157 uomini di fronte a più di 50.000.
Dopo un terribile cannoneggiamento, durato cinque ore e mezza, agli eroici difensori del papa fu ordinato di sospendere il combattimento. Pio IX, vedendo di non poter affrontare l’assalto, aveva stabilito che la resistenza durasse quel tanto che bastava per far vedere agli occhi del mondo che il Vicario di Cristo cedeva solo alla violenza.
Il 20 settembre, dopo che un cannoneggiamento di tre ore aveva sfondato le Mura Aureliane ( Breccia di Porta Pia ), il gruppo di fanteria piemontese dei Bersaglieri entrò a Roma.
Il Papa fu così sacrilegamente spogliato di ciò che restava della sua sovranità territoriale. Da quel momento in poi, il Romano Pontefice si considerò prigioniero in Vaticano fino ai Patti Lateranensi del 1929, che crearono lo Stato della Città del Vaticano.
Odio dei malvagi, titolo di gloria
Pio IX morì il 7 febbraio 1878, a 86 anni. Aveva governato la Chiesa per trentuno anni, sette mesi e ventidue giorni. Fu il primo Papa a superare i tradizionali “venticinque anni” del Principe degli Apostoli, e al quale non fu applicato l’aforisma: “ Non videbis annos Petri” – “Non vedrai gli anni di Pietro”.
La sua morte riempì di costernazione tutto il mondo cattolico. I cattolici di tutto il mondo gli hanno reso l’omaggio dovuto a un grande Papa. Indubbiamente Pio IX è stato uno dei più grandi Pontefici della storia della Chiesa. Ha usato un’energia eccezionale per difendere i diritti della Chiesa e della Sede Apostolica. Si è impegnato con devozione senza riserve per farli trionfare. Seppe magnificare l’influenza del papato agli occhi dei suoi contemporanei. Il Papato ottenne un prestigio e un’autorità noti forse solo ai grandi Pontefici medievali.
Per questo era tanto amato e venerato dai fedeli. E anche perché era tanto odiato e perseguitato dai nemici della Chiesa e della sede romana. Quest’ultimo è uno dei suoi più grandi titoli di gloria.
Aggiornato il 21 ottobre 2020.
Gustavo Solimeo 8 ottobre 2020
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