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2La distruzione dell’ordine per eccellenza

La distruzione dell'ordine per eccellenza
La distruzione dell’ordine per eccellenza

In effetti, l’ordine delle cose che vengono distrutte è la cristianità medievale. Ora, la cristianità medievale non era un ordine qualsiasi, o semplicemente uno dei tanti possibili ordini. Fu la realizzazione, nelle circostanze inerenti ai tempi e ai luoghi, dell’unico autentico ordine tra gli uomini, cioè la civiltà cristiana.

Nella sua enciclica Immortale Dei, Leone XIII descrisse la cristianità medievale in questi termini: “Ci fu un tempo in cui la filosofia del Vangelo governava gli stati. In quell’epoca l’influsso della sapienza cristiana e della sua virtù divina permeava le leggi, le istituzioni, i costumi dei popoli, tutte le categorie e tutti i rapporti della società civile. Allora la religione istituita da Gesù Cristo, solidamente stabilita nel grado di dignità che le spettava, fiorì ovunque grazie al favore dei principi e alla legittima protezione dei magistrati. Allora il Sacerdozio e l’Impero si unirono in felice concordia e per amichevole interscambio di buoni uffici. Così organizzata, la società civile ha dato frutti superiori a ogni aspettativa, la cui memoria sussiste e sussisterà, registrata com’è in innumerevoli documenti che nessun artifizio degli avversari può distruggere od offuscare”. (N. 21)

Iniziata nel XV secolo, la distruzione della disposizione degli uomini e delle cose secondo la dottrina della Chiesa, maestra della Rivelazione e del Diritto Naturale, è oggi quasi completa. Questa disposizione degli uomini e delle cose è l’ordine per eccellenza. Ciò che viene impiantato è l’esatto opposto di questo. Pertanto, è la Rivoluzione per eccellenza.

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Indubbiamente, l’attuale Rivoluzione ha avuto precursori e prefigurazioni. Ad esempio, Ario e Maometto erano prefigurazioni di Lutero. Inoltre, in epoche diverse, gli utopisti hanno sognato giorni molto simili a quelli della Rivoluzione. Infine, in diverse occasioni, popoli o gruppi hanno cercato di stabilire uno stato di cose analogo alle chimere della Rivoluzione.

Ma tutti questi sogni e prefigurazioni sono poco o nulla in confronto alla Rivoluzione nel cui processo viviamo. Per la sua radicalità, per la sua universalità, per la sua potenza, la Rivoluzione è penetrata così in profondità e si sta spingendo così lontano da non avere eguali nella storia. Molte anime premurose si chiedono se non siamo davvero giunti ai tempi dell’Anticristo. Anzi, a giudicare dalle parole di Papa Giovanni XXIII, sembrerebbero non distanti. “Vi diciamo inoltre che in quest’ora terribile, in cui lo spirito del male cerca con ogni mezzo di distruggere il regno di Dio, dobbiamo sforzarci al massimo per difenderlo, se non volete vedere la vostra città giacere in luoghi immensamente più grandi rovine di quelle lasciate dal terremoto di cinquant’anni fa. Quanto più difficile sarebbe allora elevare le anime, una volta che erano stati separati dalla Chiesa o resi schiavi delle false ideologie dei nostri tempi! (Radiomessaggio del 28 dicembre 1958, alla popolazione di Messina, nel cinquantenario del terremoto che distrusse quella città,L’Osservatore Romano [edizione settimanale francese], 23 gennaio 1959.)

Plinio Corrêa de Oliveira, Revolution and Counter-Revolution(York, Penn.: The American Society for the Defense of Tradition, Family, and Property, 1993), Part I, Ch. VII, 1-E, pp. 41-43.

Plinio Corrêa de Oliveira 7 febbraio 2013

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