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2Il clero progressista intende “normalizzare” il peccato di sodomia

Il clero progressista intende "normalizzare" il peccato di sodomia
Il clero progressista intende “normalizzare” il peccato di sodomia

Sebbene ogni abbandono cosciente alla lussuria sia un peccato mortale, alcuni sono più gravi di altri. L’adulterio è più grave della semplice fornicazione; l’incesto è più grave dell’adulterio; e i peccati contro natura sono ancora più gravi. I peccati contro natura sono contrari allo scopo del rapporto sessuale, e sono anche “contrari all’ordine naturale dell’atto venereo come si addice alla razza umana”.

Poiché la pratica della sodomia mina gravemente l’ordine morale, è stata inclusa tra quei “peccati che gridano vendetta al cielo”. Secondo la Scrittura, questi peccati sono l’omicidio volontario (Gen. 4:10); sodomia (Gen. 19:13); oppressione delle vedove e degli orfani (Esodo 22:22ss.); e privando i lavoratori del loro giusto salario (Deut. 24:17ss.; Giacomo 5:4).”

“Chi sono io per giudicare?” Apre la Via

In questo momento della dichiarazione papale “Chi sono io per giudicare?” e di Amoris Laetitiae , il clero progressista, inclusi vescovi e cardinali, intende “normalizzare” non solo l’adulterio ma anche la pratica omosessuale.

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Poiché lo spazio non ci consente di elencare tutte le espressioni di simpatia per il movimento omosessuale fatte da eminenti ecclesiastici, citeremo alcuni esempi recenti.

  • 7 aprile : il cardinale Kevin Joseph Farrell, recentemente scelto da Francesco a capo del Dicastero vaticano per i laici, la famiglia e la vita, elogia il libro Building a Bridge: How the Catholic Church and the LGBT Community Can Enter into a Relationship of Respect , compassione e sensibilità, del sacerdote gesuita pro-omosessuale p. Giacomo Martino. Ha scritto una pubblicità promozionale per il libro: “Un libro gradito e tanto necessario che aiuterà vescovi, sacerdoti, associati pastorali e tutti i leader della chiesa a servire in modo più compassionevole la comunità LGBT”.
  • 12 aprile : padre James Martin è stato nominato da Papa Francesco alla Segreteria per le Comunicazioni del Vaticano.
  • 28 aprile: il vescovo John Stowe di Lexington, Ky., ha parlato al simposio “cattolico” del ministero omosessuale New Ways a Chicago. Questa organizzazione è stata condannata dai vescovi cattolici a causa della sua posizione contraria alla dottrina della Chiesa cattolica.
  • 5 maggio alle 21:20: p. James Martin, SJ, ha twittato sui santi: “Alcuni di loro erano probabilmente gay. Una certa percentuale dell’umanità è gay, e molto probabilmente lo erano anche alcuni dei santi. Potresti essere sorpreso quando arrivi in ​​paradiso per essere accolto da uomini e donne LGBT”.
  • 21 maggio : il cardinale Joseph Tobin, arcivescovo di Newark, ha accolto un pellegrinaggio LGBT nella Basilica Cattedrale del Sacro Cuore a Newark, NJ

Il mito non scientifico dell'”omofobia”

Il movimento omosessuale utilizza parole e concetti come armi semantiche per cambiare gli individui e la società. Concetti come “compassione” hanno lo scopo di creare accettazione, mentre altri, come “omofobia”, hanno lo scopo di inibire e persino paralizzare le reazioni.

Assumere una posizione di principio, non personale

Come cattolici praticanti, siamo pieni di compassione e preghiamo per coloro che lottano contro la violenta tentazione di peccare, sia verso il peccato omosessuale o altro.

Siamo consapevoli dell’enorme differenza tra questi individui che lottano con le loro debolezze e si sforzano di superarle e altri che trasformano il loro peccato in motivo di orgoglio, e cercano di imporre il loro stile di vita a tutta la società, in flagrante opposizione alla tradizione cristiana morale e diritto naturale. Tuttavia, preghiamo anche per loro.

Secondo l’espressione attribuita a sant’Agostino, noi «odiamo il peccato ma amiamo il peccatore». E amare il peccatore, come spiega lo stesso Dottore della Chiesa, è augurargli il meglio che possiamo desiderare per noi stessi, cioè «che ami Dio con un affetto perfetto». (Sant’Agostino, Della morale della Chiesa cattolica , n. 49, www.newadvent.org/fathers/1401.htm )

Apponendo l’etichetta di “omofobo” ai suoi oppositori, il movimento spera sia di intimidire che di squalificare i suoi antagonisti, spazzando via le loro argomentazioni basate sulla retta ragione come “paure irrazionali”.

Coloro che difendono la legge naturale ei Dieci Comandamenti dovrebbero disprezzare questa tattica disonesta. Dovrebbero contestare l’uso demagogico dell’etichetta di “omofobo” chiedendo la base scientifica di questa cosiddetta fobia. (È stato “scoperto” da uno psicologo pro-omosessuale intento a promuovere l’agenda omosessuale.)

“Giornata internazionale contro l’omofobia e la transfobia”

Sfortunatamente, il clero progressista ha adottato i concetti e le tattiche del movimento omosessuale e usa persino le chiese e le cerimonie religiose per diffonderli.

Così, nel mese di maggio, si sono svolte cerimonie ecumeniche nei templi protestanti e nelle chiese cattoliche, nell’ambito della “Giornata internazionale contro l’omofobia e la transfobia”. Le “veglie di preghiera” contro l’”omofobia” si sono svolte, ad esempio, nelle parrocchie e nei santuari cattolici di Barcellona, ​​Siviglia, Milano, Reggio Emilia, Palermo, Bologna, Napoli, Padova, Pinerolo, Genova, Pistoia e Firenze. A Roma la manifestazione si è svolta in piazza del Campidoglio.

L’influenza di Papa Francesco

Paolo Rodari, vaticanista del quotidiano romano La Repubblica , nell’articolo intitolato “Porte aperte ai gay, la svolta della Chiesa. In parrocchia le veglie antiomofobia”, spiega che la nuova posizione della Chiesa a sostegno dell’omosessualità e del “transgenderismo” si deve a Papa Francesco. Lui scrive:

“Dobbiamo ‘accogliere e accompagnare’ omosessuali e trans[gender], ‘questo farebbe oggi Gesù’. La svolta è arrivata dopo queste parole precise e puntuali di papa Francesco meno di un anno fa (ottobre 2016), di ritorno da un viaggio in Georgia e Azerbaigian. E ha contagiato parte del mondo cattolico. Tanto che da dopodomani fino alla fine di maggio diverse parrocchie, italiane e non, aderiranno alla Giornata mondiale per la lotta all’omotransfobia (le prime città saranno Milano e Siviglia).

Dove entra in gioco la teologia della liberazione

Nella città di Reggio Emilia si è svolta la “veglia” per omosessuali e transgender nella parrocchia di Regina Pacis, il cui parroco, padre Paolo Cugini, è promotore della Teologia della Liberazione e del movimento eversivo che ha ispirato in Brasile, Comunità Ecclesiali di Base.

Così, nel suo blog si legge una sintesi del suo intervento durante la “Veglia di preghiera per le vittime di omofobia, transfobia e ogni forma di discriminazione [tenutasi presso la] Chiesa di Regina Pacis, Reggio Emilia, 14 maggio 2017”. In un linguaggio tipico della Teologia della Liberazione, padre Cugini afferma che «nessuno è giudicato… perché ‘Dio non ha riguardo per le persone’ ( At 10,34 )”. E proseguendo sulla stessa linea, «Dio sta dalla parte dei piccoli, delle persone emarginate, disprezzate e discriminate». Il fatto che una persona sia in pubblico stato di peccato non ha importanza.

Conferma la precedente considerazione del vaticanista Paolo Rodari circa l’influenza di Papa Francesco nel cambiamento che sta avvenendo nella Chiesa riguardo al movimento omosessuale. “La nostra forza” dice p. Cugini, “nasce dalle parole di papa Francesco sul tema, pronunciate tempo fa. Queste persone vanno accolte, non allontanate. Stiamo andando in questa direzione grazie a lui”.

I laici cattolici promuovono un atto di riparazione

Tale gentilezza verso gli omosessuali e i transgender non è stata estesa ai cattolici che hanno a cuore i Dieci Comandamenti e si sforzano di vivere secondo la Fede. Vediamo come è stato trattato un gruppo di laici cattolici di Reggio Emilia mentre promuovevano una processione di penitenza il 3 giugno, lo stesso giorno in cui si teneva in città un corteo omosessuale.

Questi laici si posero sotto la protezione della beata Giovanna Scopelli, carmelitana del XV secolo nata a Reggio Emilia, che condusse una vita di mortificazione per la Chiesa.

La loro iniziativa, a cui presto aderirono più di 1.500 persone, ricevette il sostegno del cardinale Raymond Burke, del vescovo Athanasius Schneider e del teologo p. Antonio Livi, già professore all’Università Lateranense.

Dalla diocesi di Reggio Emilia, invece, l’iniziativa ha ricevuto solo critiche. Fr. Goccini, responsabile della Pastorale giovanile della Diocesi, è arrivato a dire che «pregare in riparazione dei peccati altrui è un atto di presunzione». Allora, Gesù in croce, pregando per i suoi nemici e persecutori, starebbe commettendo un atto di presunzione? Che dire della Madonna, che è apparsa a Fatima e ha chiesto sacrifici come “atto di riparazione per i peccati con cui è offeso” e “per la conversione dei peccatori?” E che dire di tanti santi che si sono sacrificati per i peccatori?

Il vescovo Massimo Camisasca, pur consentendo di utilizzare una parrocchia della sua diocesi per una cerimonia a sostegno del movimento omosessuale, ha chiarito di non appoggiare il gruppo di laici che ha promosso la processione penitenziale. Uno dei motivi addotti è che non gli hanno chiesto il permesso di tenere una processione religiosa. Ci si aspetterebbe che, nel suo zelo apostolico, li cercasse e trovasse il modo di tenere un atto di penitenza così meritorio.

Continuare a lottare

La Chiesa di Nostro Signore Gesù Cristo, per misterioso permesso divino, ha attraversato innumerevoli crisi per mettere alla prova la fedeltà dei buoni e accrescerne i meriti (cfr 1 Cor 11,19). Tuttavia, nonostante la gravità della crisi ariana e della rivolta protestante, si può dire che nessuna delle due ha eguagliato l’attuale crisi per gravità o estensione.

Il clero progressista intende "normalizzare" il peccato di sodomia
Nostra Signora dell’Apocalisse, che scaglia Lucifero incatenato nell’abisso dell’inferno.

Ma la Mistica Sposa di Cristo ha la promessa dell’indefettibilità. Anche quando Nostro Signore sembra dormire nella barca di Pietro (Matteo 8:25-26), in realtà veglia sulla Sua Chiesa per impedirle di perdere il coraggio e per mantenere la Sua dottrina e i suoi Sacramenti alla portata di coloro che hanno una vera zelo e amore per la Chiesa.

Pertanto, non dobbiamo perderci d’animo nella lotta per difendere la dottrina e la morale che ci vengono dagli Apostoli e sono custodite nel Magistero tradizionale dei Papi e dei Concili, nei catechismi e nei trattati di grandi teologi.

Continuiamo a combattere in attesa dell’intervento divino. Teniamoci pronti, perché l’Apocalisse dice: “Ecco, io vengo presto. Porto con me la ricompensa che darò a ciascuno secondo le sue opere” ( Apocalisse 22:12 ).

Maria Santissima, che da sola ha sconfitto tutte le eresie, ci aiuti a rimanere fedeli in mezzo alla tempesta.

Luiz Sérgio Solimeo 14 giugno 2017

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