Infine, Il Mio Cuore Immacolato Trionferà!

2I peccati contro il settimo comandamento richiedono la restituzione

Peccati contro il settimo comandamento

Il Settimo Comandamento ci impone di astenerci da una vasta gamma di attività che violano la proprietà personale di un’altra persona. Come affermato dal canonico Francis Ripley in Questa è la fede , “Nel quinto e nel sesto comandamento, Dio protegge la nostra vita e il nostro onore; nel Settimo mette al sicuro i nostri beni e le nostre ricchezze”.

Tra le numerose offese al Settimo Comandamento figurano furto, prestito senza intenzione di restituzione, accettazione di tangenti, mancato pagamento del giusto salario in un tempo ragionevole, cessione di denaro falso, falsificazione, usura, perdita di tempo sul lavoro, scioperi illegittimi, gioco d’azzardo via i risparmi di famiglia, gli imbrogli, il plagio e la violazione delle leggi sul copyright.

Tuttavia, tale elenco non è esaustivo poiché il Catechismo del Concilio di Trento anche a suo tempo riconosceva che “per enumerare le varie altre maniere di furto, inventate dall’ingenuità dell’avarizia, la quale è versata in tutte le arti del guadagnare denaro, sarebbe un compito noioso e, come già detto, difficilissimo”.
 

Rubare è un peccato mortale?

Il canonico Francis Ripley rileva tre condizioni che influiscono sul fatto che il furto sia un peccato mortale: il valore della cosa rubata, la persona a cui è stata rubata e il tempo in cui si è verificato il furto. Il valore della cosa rubata può essere assolutamente grave o relativamente grave. Per valore assolutamente grave, i teologi moralisti “sono uniti nel fissare questa somma come l’equivalente del salario settimanale guadagnato da una persona della classe media della società”. Per un valore relativamente grave, “i teologi fissano questo importo come la paga giornaliera media della vittima dell’ingiustizia”, come afferma Canon Ripley. Qualora una di queste condizioni sia soddisfatta, l’importo costituisce materia di peccato mortale.

Prosegue precisando ulteriormente, a proposito dei furti di piccolo valore, che “se il ladro ha intenzione di accumulare una grossa somma con tali furti”, ciò nonostante è peccato mortale. E allo stesso modo, «se più persone cospirano per un furto, anche se il singolo ladro ottiene solo una piccola somma, ma la somma complessiva è grande, ciascuno commetterebbe un peccato mortale».
 

Restituzione richiesta per il perdono

Il perdono è possibile per tutti i peccati in virtù della morte di Nostro Signore sulla Croce e attraverso i Suoi mezzi stabiliti del Sacramento della Confessione. Ma con i peccati contro il Settimo Comandamento, è richiesto di più che limitarsi a dire i nostri peccati nel confessionale ed esprimere il nostro sincero dolore per loro. Il settimo comandamento richiede la restituzione. Il Catechismo del Concilio di Trento afferma inequivocabilmente: “Veniamo ora alla parte positiva di questo comandamento, in cui la prima cosa da considerare è la soddisfazione o restituzione; poiché senza restituzione il peccato non è perdonato”.

Con sentimenti simili, il canonico Francis Ripley scrive: 

“Siamo tenuti a restituire i beni illeciti se possiamo, altrimenti il ​​nostro peccato non sarà perdonato. Quando il furto era peccato mortale, anche l’omissione della restituzione è peccato mortale. L’obbligazione è vincolante fino a quando non è adempiuta, e maggiore è il ritardo volontario, maggiore è il peccato. La restituzione deve essere fatta al proprietario, se possibile, o ai suoi eredi, se deceduto. Se nessuno dei due è possibile, dovrebbe essere dato in elemosina a nome del proprietario. Non solo la cosa rubata deve essere restituita, ma anche la perdita derivante dall’effettiva ingiustizia del ladro deve essere risarcita.

Oltre al ladro, sono tenuti al risarcimento anche tutti coloro che si sono associati al furto. Sono inclusi coloro che ordinano o inducono altri a rubare, coloro che acconsentono al furto, i complici del delitto, coloro che sono a conoscenza del furto e fanno finta di nulla, e coloro che custodiscono o difendono i ladri. Anche il Catechismo del Concilio di Trento aggiunge: “Anche i figli che rubano ai genitori e le mogli che rubano ai mariti non sono esenti da furto”.

Di conseguenza, molti individui sono colpevoli di questi peccati e sono tenuti al risarcimento, anche coloro che non commettono l’atto effettivo di furto. Chiunque sia colpevole di questi peccati è tenuto a eseguire la restituzione, con un’eccezione alla regola, come osserva il canonico Francis Ripley: “Se è fisicamente o moralmente impossibile per noi effettuare la restituzione, l’obbligo cessa di vincolarci. Ma al di fuori di tali casi, il peccato di furto non è veramente pentito fino a quando non è stata effettuata la restituzione, e quindi non può essere perdonato.

Se esamini la tua coscienza e ritieni di dover riparare un peccato passato, non tardare a portare la questione a un sacerdote.

Fonte: Il Centro di Fatima

/ 5
Grazie per aver votato!

Pubblicato da gianluca05

Pace: l’altra condizione della Madonna di Julio Loredo Da quando Papa Francesco ha annunciato che consacrerà la Russia (e l’Ucraina) al Cuore Immacolato di Maria, insieme a tutti i vescovi del mondo – ai quali ha rivolto un preciso appello in questo senso – tutto il mondo cattolico vive nell’attesa di questo storico evento. C’è chi, mosso da spirito pio, vede nel gesto pontificio una soluzione definitiva che metterà fine alla guerra, porterà alla conversione della Russia e al risanamento morale del mondo moderno. Altri, invece, mossi da spirito critico, vi segnalano possibili omissioni e contraddizioni. In ogni caso, bisogna rimarcare come l’annuncio di Papa Francesco – mettendo Fatima al centro degli avvenimenti contemporanei – abbia toccato una fibra profonda nell’opinione pubblica mondiale. L’atto di Francesco si collega a una precisa richiesta fatta dalla Madonna a Fatima nel 1917. Parlando ai pastorelli, la Madonna volle parlare al mondo intero, esortando tutti gli uomini alla preghiera, alla penitenza, all’emendazione della vita. In modo speciale, Ella parlò al Papa e alla sacra Gerarchia, chiedendo loro la consacrazione della Russia al suo Cuore Immacolato. Queste richieste, la Madre di Dio le fece di fronte alla situazione religiosa in cui si trovava il mondo intero all’epoca delle apparizioni. La Madonna indicò tale situazione come estremamente pericolosa. L’empietà e l’impurità avevano a tale punto preso possesso della terra, che per punire gli uomini sarebbe esplosa quella autentica ecatombe che fu la Grande Guerra 1914-1918. Questa conflagrazione sarebbe terminata rapidamente, e i peccatori avrebbero avuto il tempo di emendarsi, secondo il richiamo fatto a Fatima. Se questo richiamo fosse stato ascoltato, l’umanità avrebbe conosciuto la pace. Nel caso non fosse stato ascoltato, sarebbe venuta un’altra guerra ancora più terribile. E, nel caso che il mondo fosse rimasto sordo alla voce della sua Regina, una suprema ecatombe, di origine ideologica e di portata universale, implicante una grave persecuzione religiosa, avrebbe afflitto tutti gli uomini, portando con sé grandi prove per i cattolici: “La Russia diffonderà i suoi errori nel mondo, promuovendo guerre e persecuzioni alla Chiesa (...) I buoni saranno martirizzati. Il Santo Padre dovrà soffrire molto”. “Per impedire tutto questo – continua la Madonna – verrò a chiedere la consacrazione della Russia al Mio Cuore Immacolato e la Comunione riparatrice nei primi sabati. Se accetteranno le Mie richieste, la Russia si convertirà e avranno pace”. Dopo un periodo di estrema tribolazione e di terribili castighi “come non si sono mai visti” (santa Giacinta di Fatima), la Madonna promette il trionfo finale: “Finalmente, il Mio Cuore Immacolato trionferà. Il Santo Padre Mi consacrerà la Russia, che si convertirà, e sarà concesso al mondo un periodo di pace”. Ancor oggi gli esperti discutono sulla validità o meno delle varie consacrazioni fatte da Pio XII e da Giovanni Paolo II. La Madonna aveva posto tre condizioni: che la consacrazione fosse fatta dal Sommo Pontefice, che menzionasse la Russia, e che fosse fatta in unione con tutti i vescovi del mondo. In un modo o nell’altro, a tutte le consacrazioni – 1942, 1952, 1982, 1984 – mancava almeno una di delle condizioni. Dopo aver affermato perentoriamente che la consacrazione del 1984, fatta da Giovanni Paolo II, non era valida, la veggente suor Lucia aveva cambiato opinione, attestando invece la sua conformità a quanto richiesto dalla Madonna. Questa è la posizione più diffusa negli ambienti della Chiesa e fra i fedeli in generale. Non vogliamo entrare in un tema tanto complesso. Facciamo però notare che, alla Cova da Iria, la Madonna indicò due condizioni, entrambe indispensabili, perché si allontanassero i castighi con cui ci minacciava. Una di queste condizioni era la consacrazione. Supponiamo che sia stata fatta nel modo richiesto dalla santissima Vergine. Rimane la seconda condizione: la divulgazione della pratica della comunione riparatrice dei primi cinque sabati del mese. Ci sembra evidente che questa devozione non si è propagata fino a oggi nel mondo cattolico nella misura desiderata dalla Madre di Dio. E vi è ancora un’altra condizione, implicita nel messaggio ma anch’essa indispensabile: è la vittoria del mondo sulle mille forme di empietà e di impurità che oggi, molto più che nel 1917, lo stanno dominando. Tutto indica che questa vittoria non è stata ottenuta, e, al contrario, che in questa materia ci avviciniamo sempre più al parossismo. Così, un mutamento di indirizzo dell’umanità sta diventando sempre più improbabile. E, nella misura in cui avanziamo verso questo parossismo, diventa più probabile che avanziamo verso la realizzazione dei castighi. A questo punto bisogna fare una osservazione, e cioè che, se non si vedessero le cose in questo modo, il messaggio di Fatima sarebbe assurdo. Infatti, se la Madonna affermò nel 1917 che i peccati del mondo erano giunti a un tale livello da richiedere il castigo di Dio, non parrebbe logico che questi peccati siano continuati ad aumentare per più di mezzo secolo, che il mondo si sia rifiutato ostinatamente e fino alla fine di prestare ascolto a quanto gli fu detto a Fatima, e che il castigo non arrivi. Sarebbe come se Ninive non avesse fatto penitenza e, nonostante tutto, le minacce del profeta non si fossero realizzate. Per di più, la stessa consacrazione richiesta dalla Madonna non avrebbe l’effetto di allontanare il castigo se il genere umano dovesse restare sempre più attaccato alla empietà e al peccato. Infatti, fintanto che le cose staranno così, la consacrazione avrà qualcosa di incompleto. Insomma, siccome non si è operato nel mondo l’enorme trasformazione spirituale richiesta alla Cova da Iria, stiamo sempre più avanzando verso l’abisso. E, nella misura in cui avanziamo, tale trasformazione sta diventando sempre più improbabile. Applaudiamo l’atto di Papa Francesco e ci sommiamo toto corde a esso se seguirà i requisiti posti dalla Madonna a Fatima. Tuttavia, finché a questo atto non seguirà una vera e propria crociata spirituale contro l’immoralità dilagante – aborto, omosessualità, LGBT, mode indecenti, pornografia, gender e via dicendo – la semplice consacrazione della Russia – per quanto gradita alla Divina Provvidenza – non allontanerà il castigo. Mi sia permesso di sollevare un’altra perplessità, e non di piccolo peso. A Fatima la Madonna indicò, come l’elemento allora più dinamico del processo rivoluzionario che portava l’umanità verso l’abisso, gli “errori della Russia”, ossia il comunismo, che proprio nell’Unione Sovietica trovò la sua sede e fuoco di espansione. Non ci sarà una vera conversione finché questa ideologia non sarà rigettata in ogni sua manifestazione. Ora, proprio in questo campo il pontificato di Papa Francesco si è contraddistinto per la sua prossimità all’estrema sinistra: dalla vicinanza alla dittatura cubana, al sostegno ai “movimenti popolari” latinoamericani di matrice marxista, senza dimenticare i contatti col patriarca Kiryll, che della dittatura sovietica fu fedele servitore e propagandista. Anche qui, salvo miglior giudizio, ci sembra che, finché all’atto di venerdì a San Pietro non seguirà una vera e propria crociata spirituale contro il comunismo e i suoi epigoni, la sola consacrazione della Russia non fungerà da toccasana per risparmiare una catastrofe alla civiltà contemporanea. Fonte: TFP - Tradizione Famiglia Proprietà -