Nel suo libro “Il cambio di paradigma” di Papa Francesco: continuità o rottura nella missione della Chiesa? , José Antonio Ureta spiega molte ragioni per cui i fedeli cattolici sono preoccupati per la direzione in cui Papa Francesco sta portando la Chiesa. Il capitolo sei discute l’inclinazione del Papa a rifiutare la moralità oggettiva e sostituirla con il relativismo morale. In questo estratto, la famosa domanda: “Chi sono io per giudicare?” si discute :
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Papa Francesco conferma questo relativismo morale attraverso gesti altamente simbolici. La prima è stata la sua risposta alla domanda di un giornalista sul volo di ritorno da Rio de Janeiro, dopo la Giornata mondiale della gioventù. È diventato una sorta di motto del suo pontificato. Il giornalista ha menzionato gli scandali morali omosessuali ampiamente documentati a Montevideo, in Uruguay, che hanno coinvolto mons. Battista Ricca, stretto collaboratore del papa, e ha chiesto come il pontefice intendesse:
affrontare l’intera questione della lobby gay?…
Quando i valori non negoziabili vengono trascurati
[Il Papa ha risposto:] Vedo che molte volte nella Chiesa, oltre a questo caso, ma anche a questo caso, si cercano i “peccati di gioventù”, per esempio, e poi li si pubblica…. Ma se una persona, sia un laico, un sacerdote o una religiosa, commette un peccato e poi si converte, il Signore perdona, e quando il Signore perdona, il Signore dimentica…. Si scrive tanto sulla lobby gay. In Vaticano ancora non ho trovato nessuno con la carta d’identità con scritto “gay”. Dicono che ce ne sono alcuni lì…. Se qualcuno è gay, ricerca il Signore e ha buona volontà, allora chi sono io per giudicarlo?1

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Dieci motivi per cui il “matrimonio” omosessuale è dannoso e dovrebbe essere deprecato
Passando dalla questione delle relazioni omosessuali peccaminose , al centro della questione, alla tendenza omosessuale , che può essere involontaria, il papa sembra implicare nel suo linguaggio impreciso che non giudica né le persone attratte dallo stesso sesso né coloro che praticano rapporti omosessuali. Così i media hanno interpretato la frase “chi sono io per giudicare?” e lo strombazzarono ai quattro angoli del mondo. Ciò non ha ricevuto alcuna successiva rettifica papale. In diversi casi, sia i legislatori cattolici che i cittadini votanti hanno approvato progetti di legge e misure elettorali a favore della legalizzazione delle unioni omosessuali. Così facendo, hanno razionalizzato le loro azioni sostenendo che non potevano essere “più papisti del papa”.
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Il libro di José Antonio Ureta è una valutazione sorprendente e inquietante che dovrebbe essere letta da ogni persona preoccupata per i cambiamenti che Papa Francesco sta cercando di imporre alla Chiesa.
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José Antonio Ureta 23 gennaio 2019
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