Apologetica cattolica n. 40
“Non vi farete incisioni nella carne, per i morti, né vi farete figure o segni in voi stessi: io sono il Signore” (Levitico 19:28).
Il suddetto testo della Scrittura è tratto dalla Bibbia di Douay-Rheims. Alcune traduzioni delle Scritture fanno esplicito riferimento ai tatuaggi. Prendiamo ad esempio la Revised Standard Version Catholic Edition (una traduzione inglese della Bibbia pubblicata per la prima volta nel 1966), per la stessa frase del Levitico: su di te: io sono il SIGNORE”.
È vero che la suddetta proibizione contro i tatuaggi è stata scritta nel contesto della Legge dell’Antico Testamento (la Legge Mosaica). Mentre questa Legge non è più in vigore a causa del Sacrificio di Cristo sulla Croce, dobbiamo tenere a mente le parole dello stesso Redentore: “Non pensate che io sia venuto per distruggere la legge, oi profeti. Non sono venuto per distruggere, ma per dare compimento” (Matteo 5:17).
Mentre le leggi dell’Antico Testamento che andavano al di là della Legge Naturale (per es. proibire certi cibi, eccetera) non sono più in vigore, servirono a uno scopo importante nel loro tempo, fino al loro compimento nella Legge di Cristo. Cristo è venuto a perfezionare la Legge. Abolì il divorzio consentito dalla Legge di Mosè per perfezionare le leggi del Matrimonio (cfr Mt 19,8). Cristo ci ha anche mostrato, guidando i porci giù dalla rupe, che la proibizione della carne di maiale era simbolica della proibizione contro il peccato.
E alla fine tutte queste leggi sono state emanate per fare del Popolo di Dio, gli Israeliti, un popolo santo separato dalle altre nazioni. Se erano il popolo santo di Dio e una razza speciale messa da parte, allora dovevano agire in modo diverso rispetto alle altre razze (pagane) che esistevano nel mondo antico. Qui sta uno dei motivi principali per cui c’erano leggi e perché abbiamo leggi: mantenerci come un popolo speciale unito a Dio e separato da coloro che non sono di Dio.
Così, mentre non siamo obbligati a osservare questo divieto di tatuaggi in virtù della Legge mosaica, i tatuaggi rimangono offensivi ei cattolici devono astenersi dal procurarseli. Come mai? Come l’Antica Legge riservava il Popolo di Dio alle cose sante, così anche noi dobbiamo mettere da parte noi stessi e astenerci da certe azioni. In effetti, farsi un tatuaggio è una violazione del Quinto Comandamento (ad esempio, “Ho mutilato il mio corpo in qualche modo inutilmente?”)
Cosa rende i tatuaggi sbagliati?
Nel Nuovo Testamento abbiamo la rivelazione del Figlio di Dio e abbiamo ricevuto i frutti del suo Sacrificio redentore ed efficace sulla Croce. A Pentecoste la Chiesa ricevette lo Spirito Santo, che Cristo mandò come Suo Avvocato; e noi che siamo stati battezzati e cresimati abbiamo ricevuto in noi i doni dello Spirito Santo. In questo modo siamo veramente templi dello Spirito Santo (cfr 1 Cor 6,19-20). In quanto tali, dobbiamo trattare i nostri corpi con rispetto. Non dobbiamo deturpare o contaminare i nostri corpi, come fanno i pagani e coloro che non sono da Dio.
“Non sai che le tue membra (corporee) sono il tempio dello Spirito Santo, che è in te, che hai da Dio, e tu non sei tua (proprietà)? Perché sei stato comprato a caro prezzo. Glorificate e portate Dio nel vostro corpo” (1 Corinzi 6:19-20).
In un articolo online del 2006, p. Stephen Somerville ha affrontato molti dei punti di cui sopra con le sue stesse parole. Vale la pena ripetere qui la sua conclusione:
“Allora il segno del tatuaggio è lecito per il cattolico? Non volendo esagerare quella che può essere una cosa da poco, giudico di parlare con la mente della Chiesa quando dico che tatuarsi è quantomeno sconveniente per un cattolico. Sicuramente potrebbe indebolire la fede in Cristo se qualcuno mettesse un segno permanente di non Cristo sul proprio corpo. Il nostro corpo è il tempio dello Spirito Santo, dice S. Paolo. Lascia che quel tempio sia preservato da segni indegni.
Fonte: Il Centro di Fatima