Anche in Paradiso ci sarà una gerarchia, e mentre tutte le anime in Paradiso saranno eternamente felici, non tutte possederanno lo stesso grado di gloria in Paradiso.
Il Concilio di Firenze (1438-1445) insegna che le anime dei giustificati “vedranno chiaramente lo stesso Dio uno e trino, così com’è, ma secondo la diversità dei meriti, uno più perfettamente dell’altro”. Allo stesso modo, nel suo “Decreto sulla giustificazione”, il Concilio di Trento ha affermato che le anime dei giusti sperimenteranno il Cielo in modo diverso, in base al merito delle loro buone opere, e il Concilio è arrivato al punto di anatemizzare coloro che insegnavano il contrario.
Se ci possono essere diversi gradi di gloria in Cielo, ci possono essere anche diverse gioie in Cielo, alcune più intense di altre. Tutte le cose, a parte il peccato, vengono da Dio: eguaglianze e disuguaglianze, pioggia e splendore (cfr Mt 5,45), luce e tenebre. Se sottoscriviamo la nozione moderna che tutti i popoli possiedono gli stessi diritti, doveri, privilegi e diritti, allora ci poniamo in opposizione a Dio Onnipotente e alla Sua Santa Chiesa.
La gioia più grande: vedere Dio o conoscerlo?
La più grande gioia del Cielo è stata per secoli oggetto di dibattito tra i teologi. In effetti, questo dibattito era comune tra francescani e domenicani, ognuno con una posizione diversa. Alcuni sostengono che la gioia più grande del Cielo sia la visione di Dio, mentre altri credono che sia la conoscenza di Dio.
Un argomento per la visione di Dio come la più grande gioia del Cielo è che è l’adempimento ultimo del desiderio umano di connessione e unione con il divino. Da tempi immemorabili, l’umanità ha cercato Dio e ha desiderato vederLo faccia a faccia. Nel libro dell’Apocalisse, l’apostolo Giovanni descrive una visione del Cielo in cui vede Dio seduto su un trono, circondato da angeli e santi. Questa visione è descritta come un momento di grande gioia e meraviglia.
D’altra parte, alcuni sostengono che la più grande gioia del Cielo sia la conoscenza di Dio. Questa visione è radicata nell’idea che conoscere Dio è l’obiettivo ultimo dell’esistenza umana e che la conoscenza di Dio porta con sé grande gioia e appagamento. Nelle Sacre Scritture, Gesù parla della gioia che viene dal conoscere Dio e dall’essere conosciuti da Lui, dicendo: “Ora questa è la vita eterna: che conoscano te, il solo vero Dio, e Gesù Cristo, che tu hai mandato”. (Giovanni 17:3).
Potrebbero essere la stessa cosa?
In definitiva, è difficile dire con certezza quale sia la gioia più grande del Cielo. Sia la visione di Dio che la conoscenza di Dio possono essere fonti di grande gioia e appagamento. È possibile che entrambi siano ugualmente importanti e che siano strettamente intrecciati, con la conoscenza di Dio che porta a una più profonda comprensione e apprezzamento della visione di Dio.
Alcuni hanno persino ipotizzato che vedere veramente Dio sia conoscere Dio e viceversa. Del resto, per quelle anime attualmente in Paradiso che non hanno un corpo, cosa significa “vedere”? Sappiamo che l’anima include la mente e la volontà dell’uomo. Queste sono le facoltà superiori con cui conosce la verità e sceglie il bene. Quindi la Visione Beatifica, che sappiamo de fide è vissuta dalle anime in Cielo ancor prima del Giudizio Finale, deve essere possibile attraverso l’anima umana.
Nota come anche in termini umani, è difficile sostenere che conosci davvero bene qualcuno se non l’hai mai visto, parlato con loro o interagito con loro. Spesso sappiamo cosa prova o pensa un’altra persona perché vediamo l’espressione sul suo viso, nei suoi occhi e nel suo linguaggio del corpo. Quanto meglio conosciamo una persona, tanto più vediamo quando interagiamo con lui.
L’occhio non ha visto
In definitiva, è probabile che la gioia del Paradiso sia indescrivibile e al di là della comprensione umana, poiché sarà la pienezza della presenza di Dio e la realizzazione di tutti i nostri desideri e desideri più profondi. Come insegna san Paolo: “Quelle cose occhio non vide, né orecchio udì, né mai entrarono in cuore di uomo, Dio le ha preparate per coloro che lo amano” (1 Corinzi 2:9).
Facciamo tutto il possibile per meritare un giorno il Cielo. Dobbiamo morire nello stato di grazia santificante. Questa è la chiave. Rimani vicino ai Sacramenti e alla Fede Cattolica e persisti. Pregate il vostro rosario ogni giorno. Indossa il tuo scapolare marrone. Pratica la devozione del Primo Sabato. Consacrati al Cuore Immacolato di Maria. Ascolta il Messaggio di Nostra Signora di Fatima e diffondilo agli altri.
Come dichiara Nostro Signore: “Ma chi persevererà sino alla fine, sarà salvato” (Matteo 24:13).
Pace: l’altra condizione della Madonna
di Julio Loredo
Da quando Papa Francesco ha annunciato che consacrerà la Russia (e l’Ucraina) al Cuore Immacolato di Maria, insieme a tutti i vescovi del mondo – ai quali ha rivolto un preciso appello in questo senso – tutto il mondo cattolico vive nell’attesa di questo storico evento.
C’è chi, mosso da spirito pio, vede nel gesto pontificio una soluzione definitiva che metterà fine alla guerra, porterà alla conversione della Russia e al risanamento morale del mondo moderno. Altri, invece, mossi da spirito critico, vi segnalano possibili omissioni e contraddizioni. In ogni caso, bisogna rimarcare come l’annuncio di Papa Francesco – mettendo Fatima al centro degli avvenimenti contemporanei – abbia toccato una fibra profonda nell’opinione pubblica mondiale.
L’atto di Francesco si collega a una precisa richiesta fatta dalla Madonna a Fatima nel 1917.
Parlando ai pastorelli, la Madonna volle parlare al mondo intero, esortando tutti gli uomini alla preghiera, alla penitenza, all’emendazione della vita. In modo speciale, Ella parlò al Papa e alla sacra Gerarchia, chiedendo loro la consacrazione della Russia al suo Cuore Immacolato.
Queste richieste, la Madre di Dio le fece di fronte alla situazione religiosa in cui si trovava il mondo intero all’epoca delle apparizioni. La Madonna indicò tale situazione come estremamente pericolosa. L’empietà e l’impurità avevano a tale punto preso possesso della terra, che per punire gli uomini sarebbe esplosa quella autentica ecatombe che fu la Grande Guerra 1914-1918.
Questa conflagrazione sarebbe terminata rapidamente, e i peccatori avrebbero avuto il tempo di emendarsi, secondo il richiamo fatto a Fatima. Se questo richiamo fosse stato ascoltato, l’umanità avrebbe conosciuto la pace. Nel caso non fosse stato ascoltato, sarebbe venuta un’altra guerra ancora più terribile. E, nel caso che il mondo fosse rimasto sordo alla voce della sua Regina, una suprema ecatombe, di origine ideologica e di portata universale, implicante una grave persecuzione religiosa, avrebbe afflitto tutti gli uomini, portando con sé grandi prove per i cattolici: “La Russia diffonderà i suoi errori nel mondo, promuovendo guerre e persecuzioni alla Chiesa (...) I buoni saranno martirizzati. Il Santo Padre dovrà soffrire molto”.
“Per impedire tutto questo – continua la Madonna – verrò a chiedere la consacrazione della Russia al Mio Cuore Immacolato e la Comunione riparatrice nei primi sabati. Se accetteranno le Mie richieste, la Russia si convertirà e avranno pace”. Dopo un periodo di estrema tribolazione e di terribili castighi “come non si sono mai visti” (santa Giacinta di Fatima), la Madonna promette il trionfo finale: “Finalmente, il Mio Cuore Immacolato trionferà. Il Santo Padre Mi consacrerà la Russia, che si convertirà, e sarà concesso al mondo un periodo di pace”.
Ancor oggi gli esperti discutono sulla validità o meno delle varie consacrazioni fatte da Pio XII e da Giovanni Paolo II. La Madonna aveva posto tre condizioni: che la consacrazione fosse fatta dal Sommo Pontefice, che menzionasse la Russia, e che fosse fatta in unione con tutti i vescovi del mondo. In un modo o nell’altro, a tutte le consacrazioni – 1942, 1952, 1982, 1984 – mancava almeno una di delle condizioni. Dopo aver affermato perentoriamente che la consacrazione del 1984, fatta da Giovanni Paolo II, non era valida, la veggente suor Lucia aveva cambiato opinione, attestando invece la sua conformità a quanto richiesto dalla Madonna. Questa è la posizione più diffusa negli ambienti della Chiesa e fra i fedeli in generale.
Non vogliamo entrare in un tema tanto complesso. Facciamo però notare che, alla Cova da Iria, la Madonna indicò due condizioni, entrambe indispensabili, perché si allontanassero i castighi con cui ci minacciava.
Una di queste condizioni era la consacrazione. Supponiamo che sia stata fatta nel modo richiesto dalla santissima Vergine. Rimane la seconda condizione: la divulgazione della pratica della comunione riparatrice dei primi cinque sabati del mese. Ci sembra evidente che questa devozione non si è propagata fino a oggi nel mondo cattolico nella misura desiderata dalla Madre di Dio.
E vi è ancora un’altra condizione, implicita nel messaggio ma anch’essa indispensabile: è la vittoria del mondo sulle mille forme di empietà e di impurità che oggi, molto più che nel 1917, lo stanno dominando. Tutto indica che questa vittoria non è stata ottenuta, e, al contrario, che in questa materia ci avviciniamo sempre più al parossismo. Così, un mutamento di indirizzo dell’umanità sta diventando sempre più improbabile. E, nella misura in cui avanziamo verso questo parossismo, diventa più probabile che avanziamo verso la realizzazione dei castighi.
A questo punto bisogna fare una osservazione, e cioè che, se non si vedessero le cose in questo modo, il messaggio di Fatima sarebbe assurdo. Infatti, se la Madonna affermò nel 1917 che i peccati del mondo erano giunti a un tale livello da richiedere il castigo di Dio, non parrebbe logico che questi peccati siano continuati ad aumentare per più di mezzo secolo, che il mondo si sia rifiutato ostinatamente e fino alla fine di prestare ascolto a quanto gli fu detto a Fatima, e che il castigo non arrivi. Sarebbe come se Ninive non avesse fatto penitenza e, nonostante tutto, le minacce del profeta non si fossero realizzate.
Per di più, la stessa consacrazione richiesta dalla Madonna non avrebbe l’effetto di allontanare il castigo se il genere umano dovesse restare sempre più attaccato alla empietà e al peccato. Infatti, fintanto che le cose staranno così, la consacrazione avrà qualcosa di incompleto.
Insomma, siccome non si è operato nel mondo l’enorme trasformazione spirituale richiesta alla Cova da Iria, stiamo sempre più avanzando verso l’abisso. E, nella misura in cui avanziamo, tale trasformazione sta diventando sempre più improbabile.
Applaudiamo l’atto di Papa Francesco e ci sommiamo toto corde a esso se seguirà i requisiti posti dalla Madonna a Fatima. Tuttavia, finché a questo atto non seguirà una vera e propria crociata spirituale contro l’immoralità dilagante – aborto, omosessualità, LGBT, mode indecenti, pornografia, gender e via dicendo – la semplice consacrazione della Russia – per quanto gradita alla Divina Provvidenza – non allontanerà il castigo.
Mi sia permesso di sollevare un’altra perplessità, e non di piccolo peso.
A Fatima la Madonna indicò, come l’elemento allora più dinamico del processo rivoluzionario che portava l’umanità verso l’abisso, gli “errori della Russia”, ossia il comunismo, che proprio nell’Unione Sovietica trovò la sua sede e fuoco di espansione. Non ci sarà una vera conversione finché questa ideologia non sarà rigettata in ogni sua manifestazione.
Ora, proprio in questo campo il pontificato di Papa Francesco si è contraddistinto per la sua prossimità all’estrema sinistra: dalla vicinanza alla dittatura cubana, al sostegno ai “movimenti popolari” latinoamericani di matrice marxista, senza dimenticare i contatti col patriarca Kiryll, che della dittatura sovietica fu fedele servitore e propagandista.
Anche qui, salvo miglior giudizio, ci sembra che, finché all’atto di venerdì a San Pietro non seguirà una vera e propria crociata spirituale contro il comunismo e i suoi epigoni, la sola consacrazione della Russia non fungerà da toccasana per risparmiare una catastrofe alla civiltà contemporanea.
Fonte: TFP - Tradizione Famiglia Proprietà -
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