
“Considerate la diversità del Medioevo: da un lato c’è l’abbattimento delle città, la caduta degli imperi, la lotta tra le razze, la confusione dei popoli, la violenza ei lamenti; c’è corruzione, barbarie; le istituzioni cadono e le istituzioni crescono; gli uomini si disperdono e fanno nazioni, popoli interi sono condotti verso mete sconosciute; eppure rimane ancora abbastanza luce per sapere che tutto è fuori posto e non c’è posto per niente: l’Europa è il caos stesso.
“Ma in mezzo a questo caos, c’è qualcosa; è la Sposa immacolata di Nostro Signore; e prevale un grande successo mai visto prima dall’umanità: è una seconda creazione, operata dalla Chiesa. Nel Medioevo, solo una cosa mi sembra stupefacente ed è questa seconda creazione, e solo una cosa mi sembra adorabile ed è la Chiesa. E per operare questo grande prodigio, Dio ha scelto questi tempi oscuri, eternamente famosi sia per l’esplosione di tutte le forze brutali sia per la manifestazione dell’umana impotenza. Nulla esalta di più la Divina Maestà e la Divina Grandezza dell’aver operato in questo mondo, dove uomini, popoli e razze lottavano in confusione mentre nessuno agiva. In due solenni occasioni, Dio ha voluto mostrare che solo la corruzione è sterile e che solo la verginità è feconda: Dio Nostro Signore ha voluto nascere da Maria e ha voluto sposarsi alla Santa Chiesa; così la Chiesa era la madre delle nazioni proprio come Maria era sua madre.
“Allora quella Vergine Immacolata, la sua Chiesa, condividendo la sollecitudine del suo Divino Sposo per fare il bene, sollevò gli animi dei caduti e moderò l’impeto dei violenti, dando ad alcuni il gusto del pane dei forti e ad altri il pane dei mansueti. Quei feroci figli del Settentrione, che avevano umiliato e deriso la maestà romana, caddero vinti dall’amore ai piedi di questa Vergine indifesa; e per molti secoli il mondo intero ha assistito con stupore e meraviglia mentre la Chiesa rinnovava il prodigio di Daniele, che non subì alcun danno nella fossa dei leoni.
“Dopo aver amorosamente placato quelle grandi ire e dopo aver placato col solo sguardo quelle furiose tempeste, la Chiesa ha innalzato un monumento da una rovina, un’istituzione da una consuetudine, un principio da un avvenimento, una legge da un’esperienza; per dirla in una parola, ordine dal caos, armonia dalla confusione. Indubbiamente, tutti gli strumenti usati per la sua creazione, come il caos stesso, sono stati presi da quel caos; Sua era solo la forza vivificante e creatrice. In quel caos c’era, in forma embrionale, tutto ciò che doveva nascere e vivere, la Chiesa, priva di tutto, possedeva l’essere e la vita, tutto nasceva e tutto prendeva vita quando il mondo prestava orecchio attento alla sua amorevole parole e fissò lo sguardo sulla sua risplendente bellezza.
“No, gli uomini non avevano visto nulla di simile perché non avevano visto la prima creazione, né la rivedranno perché non ci saranno tre creazioni. Si potrebbe dire che Dio, pentendosi di non aver fatto dell’uomo un testimone della prima, ha concesso alla sua Chiesa una seconda creazione proprio perché l’uomo potesse vederla” — Donoso Cortés.
Con i loro argomenti elevati, il pensiero forte e il linguaggio distinto, i grandi dibattiti così caratteristici del diciannovesimo secolo conservavano di solito qualcosa della nobiltà della società europea prima della Rivoluzione. Contrastano così con il nostro secolo dove l’uomo si conforma a tutto purché non abbia interesse economico e dove i rari dibattiti elevati di oggi non interessano un pubblico ipnotizzato dal cinema e dallo sport.
Oggi portiamo all’attenzione dei nostri lettori un’eco di quegli alti, fulgidi tornei intellettuali.
Albert de Broglie, un cattolico liberale, pubblicò un articolo sulla Revue des Deux Mondes (1/11/1852) affermando che l’entusiasmo per il Medioevo di alcuni scrittori cattolici era eccessivo.
Una delle personalità prese di mira, il celebre pensatore spagnolo Donoso Cortés, marchese di Valdegamas, scrisse una risposta a de Broglie. Sebbene l’autore non lo abbia mai inviato alla Revue des Deux Mondes , è stato successivamente pubblicato nelle sue opere complete ( Obras Completas de D. Juan Donoso Cortés , BAC, Madrid, 2:630).

Il testo sopra riportato, estratto da quella risposta, è una breve e brillante analisi della storia del Medioevo dal punto di vista teologico. Illustra il tono elevato del dibattito e, allo stesso tempo, dà una risposta definitiva ai liberali che sono turbati nel trovare tanto entusiasmo per quel periodo storico tra i cattolici.
Con magistrale precisione, mostra la differenza tra ciò che era barbaro, debole e caotico in quel periodo e l’ordine, la forza e il progresso trionfante della civiltà cristiana. Così, Donoso Cortés annienta l’accusa che tanti cattolici – del suo tempo e di oggi – ammirano quei secoli di fede senza discernimento né restrizioni. Al tempo stesso, si sofferma con mirabile lucidità su ciò che nel Medioevo merita entusiasmo senza limiti: l’azione vivificatrice e ordinatrice della Chiesa, la vita e l’ordine che essa ha dato alle istituzioni, alle leggi e ai costumi.
Lo stile gotico nasceva da una società che era stata costituita dalle decadenti rovine del mondo romano mescolate con elementi di barbarie e travolte da furiose tempeste.
Ma attraverso l’opera della Chiesa, che ha saputo trarre «un monumento da una rovina, un’istituzione da una consuetudine, un principio da un avvenimento, una legge da un’esperienza; per dirla in una parola, ordine dal caos, armonia dalla confusione”, questo mirabile stile è nato da questo rigenerato decadimento e barbarie. Questo stile, più di ogni altro, riesce ad esprimere la gravità, la forza e la nobiltà dell’animo cristiano.
L’immagine mostra la cattedrale di Burgos nell’Antica Castiglia, una delle più grandi meraviglie dell’architettura gotica e simbolo eloquente dell’ordine cristiano generato dalla Chiesa nel Medioevo.
Plinio Corrêa de Oliveira 20 giugno 2005