
La distruzione di gran parte dell’esercito assiro da parte di Dio davanti a Gerusalemme nel 701 a.C. fornì solo una breve tregua per la città incorreggibile. Ha rifiutato di approfittare della misericordia di Dio e ha continuato nelle sue vie peccaminose con i risultati prevedibili. Negli ultimi anni del settimo secolo, i neo-babilonesi sotto Nabucodonosor – famosi per i suoi giardini pensili – avevano sostituito gli assiri come strumento di ira di Dio. Quest’ultimo era stato punito per le sue stesse trasgressioni come aveva predetto Isaia.
Il profeta Daniele
Il re babilonese iniziò la sua campagna contro Gerusalemme prendendo ostaggi nel 605, incluso Daniele e poi altre migliaia tra la nobiltà ebraica otto anni dopo. L’assalto finale arrivò nel 587 quando Nabucodonosor diede alle fiamme la città e rase al suolo il Tempio. Il rimanente di circa 20.000 persone, affamato, desolato e riarso, marciò in catene sotto il caldo sole del deserto verso Babilonia.

Proprio come Giuseppe mille anni prima in Egitto, Daniele si occupò di una posizione privilegiata e influente nell’opulenta città sull’Eufrate. Ciò gli ha permesso di registrare diverse visioni che hanno costituito una base per la successiva letteratura apocalittica che è diventata un’interpretazione cristiana della storia e parte della rivelazione di Dio all’uomo.
Gli altri maggiori profeti si occuparono principalmente solo dei problemi del Medio Oriente, ma Daniele allargò il modello per includere una visione della storia universale. In una famosa visione, Daniele vide una statua colossale composta da strati successivi dall’alto verso il basso di oro, argento, ottone e una combinazione di ferro e argilla, che rappresentava quattro imperi.

Questa successione di imperi ci offre un ampio quadro degli ultimi secoli che hanno portato alla nascita di Gesù Cristo.
Poi una pietra tagliata da una montagna senza mani ha frantumato la quadruplice immagine degli imperi mondiali ed è cresciuta fino a riempire il mondo intero. Daniele poi spiegò che Dio “istituirà un regno che non sarà mai distrutto… e esso stesso durerà per sempre”. ( Dan. 2:44 )
Città di Dio
Sant’Agostino, come sa chiunque abbia familiarità con le sue Confessioni, combinava una mente brillante che cercava sempre la verità con una natura sensuale dedita ai piaceri immorali in un classico esempio di conflitto personale e interno. La sua ricerca della verità lo portò a rifiutare le speculazioni selvagge della setta gnostica dei manichei a cui aveva formalmente aderito da giovane studente e insegnante di filosofia. Attraverso le prediche di sant’Ambrogio, un altro grande Padre della Chiesa d’Occidente, giunse a cogliere, a Milano, la realtà spirituale di Dio che era la fonte dell’essere e dell’intelligenza.
Mentre studiava l’epistola di San Paolo ai Romani, ricevette una grazia straordinaria per condurre una vita di castità e sacrificio e successivamente fu battezzato da Sant’Ambrogio all’età di 32 anni. Nel giro di un decennio fu consacrato Vescovo di Ippona, la seconda città dopo Cartagine, e iniziò la sua eccezionale carriera di teologo e storico che raggiunse il suo apice in una delle più grandi opere della letteratura cattolica, La città di Dio .

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L’Impero Romano d’Occidente iniziò a crollare durante l’ultimo decennio del IV secolo quando i barbari si riversarono attraverso le difese di frontiera. Nel 410 Alarico, un capo visigoto originariamente addestrato dai romani, invase l’Italia e per tre giorni devastò la città di Roma. Mentre il mondo civilizzato singhiozzava e si lamentava, Agostino vide la mano di Dio. I cristiani, molti dei quali erano ancora dominati dalla loro educazione pagana e dagli impulsi mondani, persero la loro fiducia nella Divina Provvidenza ei pagani attribuirono la catastrofe all’abbandono del rito pagano. Per rispondere a queste lamentele e per illustrare il rapporto tra l’ordine temporale e quello spirituale, il vescovo di Ippona ha intrapreso l’arduo compito di tredici anni di scrivere La città di Dio .

dell’Uomo costituisce la sostanza della storia.
Usando la testimonianza di autori pagani, Agostino sostiene che l’irreligione e l’immoralità furono la vera causa della caduta di Roma. I regni che furono creati da Dio divennero malvagi quando si allontanarono dalla Sua santa volontà. Così il santo geniale ci offre una sintesi della storia universale alla luce dei principi cristiani, dall’atto della creazione all’intervento di Dio nella storia attraverso un piccolo popolo semitico incolto fino alla venuta del Dio-uomo che fu il punto di svolta della storia.
Quando il grande potere di Dio fu portato sulla terra nella persona di Cristo e nel Suo insegnamento, quale fu la risposta di coloro che Egli creò? Rientrava in due categorie in base all’oggetto del loro amore: la città celeste o, più propriamente, una società edificata dall’amore di Dio al disprezzo di sé, e la società terrena edificata dall’amore di sé al disprezzo di Dio.
L’uomo ha il potere di scegliere il proprio bene: o subordinando la propria volontà all’ordine divino, oppure alla soddisfazione dei propri desideri e ponendosi al centro dell’universo. La lotta tra queste due società costituisce la sostanza della storia.
Jeremias Wells 26 agosto 2011