Infine, Il Mio Cuore Immacolato Trionferà!

1Perché e quando desiderare è un peccato?

Brama proibita dal 9 ° e 10 ° comandamento

Sia il 9 ° che il 10 ° Comandamento ci impongono di combattere vari vizi e di crescere nelle virtù contrarie. Il Nono Comandamento proibisce di desiderare un altro essere umano (ad esempio, la moglie o il marito di un altro); e per evitare tali peccati, bisogna combattere specialmente il vizio della lussuria. Come affermato dal canonico Francis Ripley: “Il nono comandamento proibisce ogni consenso intenzionale a pensieri e desideri impuri e ogni piacere intenzionale negli impulsi o movimenti sessuali irregolari della carne. Cioè, proibisce i peccati interiori di pensiero e di desiderio contro il sesto comandamento». 

Al contrario, il Decimo Comandamento proibisce di desiderare i beni altrui; quindi, frenare il vizio dell’invidia è fondamentale nell’osservanza del decimo comandamento. Il canonico Francis Ripley scrive: “Il decimo comandamento proibisce tutti i pensieri invidiosi e avidi ei desideri ingiusti per i beni ei profitti del nostro prossimo. Con questo comandamento, Dio vuole proteggerci dalle cattive inclinazioni del nostro cuore e smorzare il pungiglione dei desideri illeciti che ci fanno desiderare cose che appartengono ad altri. 

Perché la concupiscenza è peccaminosa?

La concupiscenza è alla base di entrambi i Comandamenti; ma, andando oltre il Catechismo di Baltimora che molti bambini leggono, il Catechismo del Concilio di Trento distingue tra la concupiscenza (cioè il desiderio) che è permessa e ciò che è proibito. Il desiderio di ciò che non si possiede non è sempre peccato, come chiarisce il Catechismo:

“La concupiscenza, dunque, è una certa commozione e slancio dell’anima, che spinge gli uomini al desiderio dei piaceri, di cui in realtà non godono. Come le altre inclinazioni dell’anima non sono sempre peccaminose, così l’impulso della concupiscenza non è sempre vizioso. Ad esempio, non è peccato desiderare cibi e bevande; quando fa freddo, desiderare il calore; quando è caldo, desiderare di diventare fresco. Questa legittima specie di concupiscenza ci è stata inculcata dall’Autore della natura; ma in conseguenza del peccato dei nostri progenitori ha superato i limiti prescritti dalla natura ed è diventato così depravato che spesso eccita al desiderio di quelle cose che contrastano con lo spirito e la ragione. 

Inoltre, chiarendo il significato di San Paolo nella Sacra Scrittura, il Catechismo Romano afferma ulteriormente che certi desideri – certamente tra questi il ​​desiderio del Cielo – non sono peccaminosi:

“Se dunque talvolta è lecito concupire, bisogna ammettere che non tutte le specie di concupiscenza sono proibite. San Paolo, è vero, dice che la concupiscenza è peccato; ma le sue parole sono da intendersi nello stesso senso di quelle di Mosè, che egli cita, come dichiara lo stesso Apostolo quando, nella Lettera ai Galati, la chiama la concupiscenza della carne poiché dice: Cammina nello spirito , e non soddisferai i desideri della carne. Quindi quella concupiscenza naturale, ben regolata, che non va oltre i propri limiti, non è proibita; tanto meno questi comandamenti vietano quel desiderio spirituale della mente virtuosa, che ci spinge a desiderare quelle cose che combattono contro la carne, poiché le stesse Sacre Scritture ci esortano a tale desiderio:Desiderate le mie parole, venite a me voi tutti che mi desiderate. 

La concupiscenza della carne

Dopo aver chiarito l’esistenza dei desideri leciti – e anche lodevoli – il Catechismo del Concilio di Trento considera poi quei desideri che sono in ultima analisi disordinati e peccaminosi. Questi desideri malvagi sono definiti come “concupiscenza della carne” e sono direttamente contrari ai comandamenti di Dio:

“Non è, quindi, il semplice potere del desiderio, che può muovere verso un oggetto buono o cattivo che è proibito da questi Comandamenti; è l’indulgenza al desiderio malvagio, che si chiama concupiscenza della carne e alimento del peccato, e che quando è accompagnata dal consenso della volontà, è sempre peccaminosa. Pertanto, è proibita solo quella cupidigia che l’Apostolo chiama concupiscenza della carne, cioè quei moti di desiderio che sono contrari ai dettami della ragione e oltrepassano i limiti prescritti da Dio». 

Tuttavia, bisogna fare una distinzione tra i nostri giusti desideri di trovare un coniuge, una migliore situazione lavorativa o una nuova casa e i desideri ingiusti proibiti dal comando di Dio. Come nota il Catechismo , la cupidigia peccaminosa che annulla ciascuno di questi Comandamenti è radicata in un desiderio insaziabile e che spesso esprime rabbia per la prosperità degli altri:

“Quando, dunque, la Legge dice: Non desiderare , significa che non dobbiamo desiderare le cose che appartengono agli altri. La sete di ciò che appartiene agli altri è intensa e insaziabile; poiché sta scritto: L’uomo avaro non si sazierà di denaro ; e di tale Isaia dice: Guai a voi che unite casa a casa e mettete campo a campo”.

Conclusione

Incorporare la preghiera di gratitudine e di ringraziamento nella nostra vita quotidiana può aiutarci a resistere al richiamo dell’invidia. Ringraziando Dio e lavorando attivamente per la propagazione della Fede, l’estirpazione dell’eresia, il progresso dei diritti della Chiesa, la protezione della persona umana e la riparazione del peccato nel nostro mondo, ci concentriamo adeguatamente sui tesori duraturi piuttosto che fugaci che un giorno finiranno.

Fonte: Il Centro di Fatima

/ 5
Grazie per aver votato!

Pubblicato da gianluca05

Pace: l’altra condizione della Madonna di Julio Loredo Da quando Papa Francesco ha annunciato che consacrerà la Russia (e l’Ucraina) al Cuore Immacolato di Maria, insieme a tutti i vescovi del mondo – ai quali ha rivolto un preciso appello in questo senso – tutto il mondo cattolico vive nell’attesa di questo storico evento. C’è chi, mosso da spirito pio, vede nel gesto pontificio una soluzione definitiva che metterà fine alla guerra, porterà alla conversione della Russia e al risanamento morale del mondo moderno. Altri, invece, mossi da spirito critico, vi segnalano possibili omissioni e contraddizioni. In ogni caso, bisogna rimarcare come l’annuncio di Papa Francesco – mettendo Fatima al centro degli avvenimenti contemporanei – abbia toccato una fibra profonda nell’opinione pubblica mondiale. L’atto di Francesco si collega a una precisa richiesta fatta dalla Madonna a Fatima nel 1917. Parlando ai pastorelli, la Madonna volle parlare al mondo intero, esortando tutti gli uomini alla preghiera, alla penitenza, all’emendazione della vita. In modo speciale, Ella parlò al Papa e alla sacra Gerarchia, chiedendo loro la consacrazione della Russia al suo Cuore Immacolato. Queste richieste, la Madre di Dio le fece di fronte alla situazione religiosa in cui si trovava il mondo intero all’epoca delle apparizioni. La Madonna indicò tale situazione come estremamente pericolosa. L’empietà e l’impurità avevano a tale punto preso possesso della terra, che per punire gli uomini sarebbe esplosa quella autentica ecatombe che fu la Grande Guerra 1914-1918. Questa conflagrazione sarebbe terminata rapidamente, e i peccatori avrebbero avuto il tempo di emendarsi, secondo il richiamo fatto a Fatima. Se questo richiamo fosse stato ascoltato, l’umanità avrebbe conosciuto la pace. Nel caso non fosse stato ascoltato, sarebbe venuta un’altra guerra ancora più terribile. E, nel caso che il mondo fosse rimasto sordo alla voce della sua Regina, una suprema ecatombe, di origine ideologica e di portata universale, implicante una grave persecuzione religiosa, avrebbe afflitto tutti gli uomini, portando con sé grandi prove per i cattolici: “La Russia diffonderà i suoi errori nel mondo, promuovendo guerre e persecuzioni alla Chiesa (...) I buoni saranno martirizzati. Il Santo Padre dovrà soffrire molto”. “Per impedire tutto questo – continua la Madonna – verrò a chiedere la consacrazione della Russia al Mio Cuore Immacolato e la Comunione riparatrice nei primi sabati. Se accetteranno le Mie richieste, la Russia si convertirà e avranno pace”. Dopo un periodo di estrema tribolazione e di terribili castighi “come non si sono mai visti” (santa Giacinta di Fatima), la Madonna promette il trionfo finale: “Finalmente, il Mio Cuore Immacolato trionferà. Il Santo Padre Mi consacrerà la Russia, che si convertirà, e sarà concesso al mondo un periodo di pace”. Ancor oggi gli esperti discutono sulla validità o meno delle varie consacrazioni fatte da Pio XII e da Giovanni Paolo II. La Madonna aveva posto tre condizioni: che la consacrazione fosse fatta dal Sommo Pontefice, che menzionasse la Russia, e che fosse fatta in unione con tutti i vescovi del mondo. In un modo o nell’altro, a tutte le consacrazioni – 1942, 1952, 1982, 1984 – mancava almeno una di delle condizioni. Dopo aver affermato perentoriamente che la consacrazione del 1984, fatta da Giovanni Paolo II, non era valida, la veggente suor Lucia aveva cambiato opinione, attestando invece la sua conformità a quanto richiesto dalla Madonna. Questa è la posizione più diffusa negli ambienti della Chiesa e fra i fedeli in generale. Non vogliamo entrare in un tema tanto complesso. Facciamo però notare che, alla Cova da Iria, la Madonna indicò due condizioni, entrambe indispensabili, perché si allontanassero i castighi con cui ci minacciava. Una di queste condizioni era la consacrazione. Supponiamo che sia stata fatta nel modo richiesto dalla santissima Vergine. Rimane la seconda condizione: la divulgazione della pratica della comunione riparatrice dei primi cinque sabati del mese. Ci sembra evidente che questa devozione non si è propagata fino a oggi nel mondo cattolico nella misura desiderata dalla Madre di Dio. E vi è ancora un’altra condizione, implicita nel messaggio ma anch’essa indispensabile: è la vittoria del mondo sulle mille forme di empietà e di impurità che oggi, molto più che nel 1917, lo stanno dominando. Tutto indica che questa vittoria non è stata ottenuta, e, al contrario, che in questa materia ci avviciniamo sempre più al parossismo. Così, un mutamento di indirizzo dell’umanità sta diventando sempre più improbabile. E, nella misura in cui avanziamo verso questo parossismo, diventa più probabile che avanziamo verso la realizzazione dei castighi. A questo punto bisogna fare una osservazione, e cioè che, se non si vedessero le cose in questo modo, il messaggio di Fatima sarebbe assurdo. Infatti, se la Madonna affermò nel 1917 che i peccati del mondo erano giunti a un tale livello da richiedere il castigo di Dio, non parrebbe logico che questi peccati siano continuati ad aumentare per più di mezzo secolo, che il mondo si sia rifiutato ostinatamente e fino alla fine di prestare ascolto a quanto gli fu detto a Fatima, e che il castigo non arrivi. Sarebbe come se Ninive non avesse fatto penitenza e, nonostante tutto, le minacce del profeta non si fossero realizzate. Per di più, la stessa consacrazione richiesta dalla Madonna non avrebbe l’effetto di allontanare il castigo se il genere umano dovesse restare sempre più attaccato alla empietà e al peccato. Infatti, fintanto che le cose staranno così, la consacrazione avrà qualcosa di incompleto. Insomma, siccome non si è operato nel mondo l’enorme trasformazione spirituale richiesta alla Cova da Iria, stiamo sempre più avanzando verso l’abisso. E, nella misura in cui avanziamo, tale trasformazione sta diventando sempre più improbabile. Applaudiamo l’atto di Papa Francesco e ci sommiamo toto corde a esso se seguirà i requisiti posti dalla Madonna a Fatima. Tuttavia, finché a questo atto non seguirà una vera e propria crociata spirituale contro l’immoralità dilagante – aborto, omosessualità, LGBT, mode indecenti, pornografia, gender e via dicendo – la semplice consacrazione della Russia – per quanto gradita alla Divina Provvidenza – non allontanerà il castigo. Mi sia permesso di sollevare un’altra perplessità, e non di piccolo peso. A Fatima la Madonna indicò, come l’elemento allora più dinamico del processo rivoluzionario che portava l’umanità verso l’abisso, gli “errori della Russia”, ossia il comunismo, che proprio nell’Unione Sovietica trovò la sua sede e fuoco di espansione. Non ci sarà una vera conversione finché questa ideologia non sarà rigettata in ogni sua manifestazione. Ora, proprio in questo campo il pontificato di Papa Francesco si è contraddistinto per la sua prossimità all’estrema sinistra: dalla vicinanza alla dittatura cubana, al sostegno ai “movimenti popolari” latinoamericani di matrice marxista, senza dimenticare i contatti col patriarca Kiryll, che della dittatura sovietica fu fedele servitore e propagandista. Anche qui, salvo miglior giudizio, ci sembra che, finché all’atto di venerdì a San Pietro non seguirà una vera e propria crociata spirituale contro il comunismo e i suoi epigoni, la sola consacrazione della Russia non fungerà da toccasana per risparmiare una catastrofe alla civiltà contemporanea. Fonte: TFP - Tradizione Famiglia Proprietà -