Infine, Il Mio Cuore Immacolato Trionferà!

1La guerra civile che è alle porte

L’estate finisce, il Sinodo sulla Sinodalità di papa Francesco ( vedi anche Qui ) è imminente tra l’indifferenza generale, malgrado le gravi conseguenze che potrà avere, e neanche la morte, drammatica e simbolica di Eugene Prigogin, l’ultima vittima di Putin, ha risvegliato l’attenzione dell’opinione pubblica europea sui gravi problemi che si addensano all’orizzonte. Eppure i segnali di allarme non sono pochi e non riguardano solo gli aspetti economici del futuro, a cui tutti sono più sensibili. 

A me ha fatto riflettere un articolo di Jean-Pierre Maugendre sulla rivista “Renaissance Catholique” (n. 177, maggio-luglio 2023), di cui cercherò di riassumere i punti essenziali, anche perché offre una seria e articolata conferma delle preoccupazioni del generale Roberto Vannacci, nel suo libro Il mondo al contrario, che in Italia ha provocato un ingiustificato scandalo.

Maugendre si sofferma sulla situazione della Francia ed esordisce affermando che una parte significativa del suo territorio nazionale è ormai in stato di secessione, l’equivalente sul piano politico dello scisma, sul piano religioso. “La domanda – scrive – non è più se una guerra civile, o meglio una guerra etnico-religiosa, avrà luogo sul suolo francese, ma quando e con quali probabilità di successo per i vari protagonisti”.

La causa di questa pre-guerra civile è l’immigrazione che in Francia ha origini più lontane e dimensioni più ampie di quella dell’Italia, e di altri Stati europei, che però stanno percorrendo la stessa strada.

Negli ultimi decenni, afferma Maugendre. un territorio nazionale francese, ma gli strumenti di assimilazione che avevano funzionato per gli immigrati polacchi, spagnoli e italiani all’inizio del XX secolo sono falliti. Né la scuola, né il servizio militare, né la Chiesa, sono riusciti a “francesizzare” queste onde di immigrati.

Le responsabilità sono della destra liberale, che vede gli esseri umani solo come produttori e consumatori, e della sinistra socialista, imbevuta delle grandi utopie dei  diritti dell’uomo. Entrambe, destra e sinistra, d’accordo su un mantra: la Repubblica e la sua religione, il secolarismo, avrebbero risolto tutti i problemi.

Così non è stato. Nel corso degli anni, l’Islam ha rafforzato la sua presa sulle popolazioni di immigrati, alcune delle quali non desideravano altro che occidentalizzarsi. Scrive Maugendre: “Diventare francesi! Perché dovrebbero farlo? È davvero auspicabile e desiderabile? Chi è orgoglioso di essere o diventare francese? In effetti, molti di questi giovani immigrati di seconda o terza generazione, quando viene chiesto loro di definirsi, annunciano la nazionalità dei loro genitori. Quanti delle migliaia di tifosi marocchini che lo scorso dicembre hanno invaso e occupato gli Champs Elysées durante l’ultima Coppa del Mondo di calcio erano “francesi sulla carta”. Chi, tra questi immigrati, potrebbe essere così avventato da abbandonare il conforto che dà loro la Umma, islamica una comunità in piena espansione demografica e politica, per associare il proprio destino a un paese il cui disprezzo per il diritto naturale (matrimonio per tutti, teoria del gender, dittatura LGBT, ecc.) è oggetto di scandalo e disprezzo per popolazioni che sono ancora saldamente attaccate a certi elementi del diritto naturale?  (…)  I recenti attacchi agli edifici pubblici, alle forze di polizia, ai vigili del fuoco, alle scuole, alle biblioteche e così via, tutti simboli della Francia e delle sue istituzioni, dimostrano da parte di molti di questi giovani un odio verso il nostro Paese che anche i commentatori più compiacenti non riescono più a nascondere”.

Maugendre cita fatti che sono sotto gli occhi di tutti. “La divisione etno-religiosa prevista e temuta da alcuni non è più un rischio o una profezia, ma una realtà. Alle elezioni legislative del giugno 2022, il NUPES di Jean-Luc Mélenchon, il partito di sinistra pro-immigrati, ha vinto in tutte e dodici le circoscrizioni di Seine Saint-Denis. Nel frattempo, il Rassemblement National di Marine Le Pen ha vinto in sette delle otto circoscrizioni del Var. La spaccatura è evidente. Versare miliardi di euro nelle periferie per ricostruire i 1059 edifici incendiati o promuovere l’educazione sessuale nelle scuole non risolverà i problemi posti dalla secessione di molte parti del nostro territorio nazionale. È già molto tardi, e la banda di nullatenenti che presiede al destino del nostro sfortunato Paese non è in grado né di rallentare il flusso di nuovi immigrati né di far rispettare gli OQTF (Obligation de Quitter le Territoire Français) emessi dai tribunali. C’è da temere che il destino del nostro Paese sia quello del Libano, cioè la frammentazione della Francia lungo linee etniche e religiose. Un quartiere o una città saranno popolati da marocchini, un’altra da algerini, un’altra da abitanti del Mali, un’altra ancora da francesi etnici, eccetera, ognuno regolato dalla propria legge. La storia è implacabile. Ha le sue leggi, impietose come quelle della fisica”. 

Citando una profezia del maresciallo Juin, Maugendre scrive: “La Francia è in stato di peccato mortale e un giorno sarà punita. Ma sappiamo anche che è sempre possibile guarire, anche dal peccato mortale. Purché ci si penta e si faccia ammenda. Il 29 luglio 1916, l’ormai santo Charles de Foucauld profetizzava dal suo eremo di Tamanrasset: “Se non siamo riusciti a rendere francesi questi popoli, ci cacceranno. L’unico modo per farli diventare francesi è che diventino cristiani”. 

Queste previsioni, non hanno perso nulla della loro attualità e non riguardano solo la Francia  “La situazione della Chiesa in Francia – afferma Maugendre – che dovrebbe essere responsabile di questa missione di evangelizzazione ma che è soprattutto preoccupata di rompere con la Tradizione liturgica della Chiesa e di convertirsi a una sinodalità tanto indigesta quanto decisamente rivoluzionaria, non dà certo adito all’ottimismo. Tuttavia, sappiamo che nulla è impossibile a Dio e che è nell’umile adempimento delle nostre fedeltà domestiche che si preparano i tempi della Risurrezione”.

Sono parole che Maugendre riferisce alla Francia, ma che potremmo applicare all’Italia e all’Europa intera.

ROBERTO DE MATTEI

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Pubblicato da gianluca05

Pace: l’altra condizione della Madonna di Julio Loredo Da quando Papa Francesco ha annunciato che consacrerà la Russia (e l’Ucraina) al Cuore Immacolato di Maria, insieme a tutti i vescovi del mondo – ai quali ha rivolto un preciso appello in questo senso – tutto il mondo cattolico vive nell’attesa di questo storico evento. C’è chi, mosso da spirito pio, vede nel gesto pontificio una soluzione definitiva che metterà fine alla guerra, porterà alla conversione della Russia e al risanamento morale del mondo moderno. Altri, invece, mossi da spirito critico, vi segnalano possibili omissioni e contraddizioni. In ogni caso, bisogna rimarcare come l’annuncio di Papa Francesco – mettendo Fatima al centro degli avvenimenti contemporanei – abbia toccato una fibra profonda nell’opinione pubblica mondiale. L’atto di Francesco si collega a una precisa richiesta fatta dalla Madonna a Fatima nel 1917. Parlando ai pastorelli, la Madonna volle parlare al mondo intero, esortando tutti gli uomini alla preghiera, alla penitenza, all’emendazione della vita. In modo speciale, Ella parlò al Papa e alla sacra Gerarchia, chiedendo loro la consacrazione della Russia al suo Cuore Immacolato. Queste richieste, la Madre di Dio le fece di fronte alla situazione religiosa in cui si trovava il mondo intero all’epoca delle apparizioni. La Madonna indicò tale situazione come estremamente pericolosa. L’empietà e l’impurità avevano a tale punto preso possesso della terra, che per punire gli uomini sarebbe esplosa quella autentica ecatombe che fu la Grande Guerra 1914-1918. Questa conflagrazione sarebbe terminata rapidamente, e i peccatori avrebbero avuto il tempo di emendarsi, secondo il richiamo fatto a Fatima. Se questo richiamo fosse stato ascoltato, l’umanità avrebbe conosciuto la pace. Nel caso non fosse stato ascoltato, sarebbe venuta un’altra guerra ancora più terribile. E, nel caso che il mondo fosse rimasto sordo alla voce della sua Regina, una suprema ecatombe, di origine ideologica e di portata universale, implicante una grave persecuzione religiosa, avrebbe afflitto tutti gli uomini, portando con sé grandi prove per i cattolici: “La Russia diffonderà i suoi errori nel mondo, promuovendo guerre e persecuzioni alla Chiesa (...) I buoni saranno martirizzati. Il Santo Padre dovrà soffrire molto”. “Per impedire tutto questo – continua la Madonna – verrò a chiedere la consacrazione della Russia al Mio Cuore Immacolato e la Comunione riparatrice nei primi sabati. Se accetteranno le Mie richieste, la Russia si convertirà e avranno pace”. Dopo un periodo di estrema tribolazione e di terribili castighi “come non si sono mai visti” (santa Giacinta di Fatima), la Madonna promette il trionfo finale: “Finalmente, il Mio Cuore Immacolato trionferà. Il Santo Padre Mi consacrerà la Russia, che si convertirà, e sarà concesso al mondo un periodo di pace”. Ancor oggi gli esperti discutono sulla validità o meno delle varie consacrazioni fatte da Pio XII e da Giovanni Paolo II. La Madonna aveva posto tre condizioni: che la consacrazione fosse fatta dal Sommo Pontefice, che menzionasse la Russia, e che fosse fatta in unione con tutti i vescovi del mondo. In un modo o nell’altro, a tutte le consacrazioni – 1942, 1952, 1982, 1984 – mancava almeno una di delle condizioni. Dopo aver affermato perentoriamente che la consacrazione del 1984, fatta da Giovanni Paolo II, non era valida, la veggente suor Lucia aveva cambiato opinione, attestando invece la sua conformità a quanto richiesto dalla Madonna. Questa è la posizione più diffusa negli ambienti della Chiesa e fra i fedeli in generale. Non vogliamo entrare in un tema tanto complesso. Facciamo però notare che, alla Cova da Iria, la Madonna indicò due condizioni, entrambe indispensabili, perché si allontanassero i castighi con cui ci minacciava. Una di queste condizioni era la consacrazione. Supponiamo che sia stata fatta nel modo richiesto dalla santissima Vergine. Rimane la seconda condizione: la divulgazione della pratica della comunione riparatrice dei primi cinque sabati del mese. Ci sembra evidente che questa devozione non si è propagata fino a oggi nel mondo cattolico nella misura desiderata dalla Madre di Dio. E vi è ancora un’altra condizione, implicita nel messaggio ma anch’essa indispensabile: è la vittoria del mondo sulle mille forme di empietà e di impurità che oggi, molto più che nel 1917, lo stanno dominando. Tutto indica che questa vittoria non è stata ottenuta, e, al contrario, che in questa materia ci avviciniamo sempre più al parossismo. Così, un mutamento di indirizzo dell’umanità sta diventando sempre più improbabile. E, nella misura in cui avanziamo verso questo parossismo, diventa più probabile che avanziamo verso la realizzazione dei castighi. A questo punto bisogna fare una osservazione, e cioè che, se non si vedessero le cose in questo modo, il messaggio di Fatima sarebbe assurdo. Infatti, se la Madonna affermò nel 1917 che i peccati del mondo erano giunti a un tale livello da richiedere il castigo di Dio, non parrebbe logico che questi peccati siano continuati ad aumentare per più di mezzo secolo, che il mondo si sia rifiutato ostinatamente e fino alla fine di prestare ascolto a quanto gli fu detto a Fatima, e che il castigo non arrivi. Sarebbe come se Ninive non avesse fatto penitenza e, nonostante tutto, le minacce del profeta non si fossero realizzate. Per di più, la stessa consacrazione richiesta dalla Madonna non avrebbe l’effetto di allontanare il castigo se il genere umano dovesse restare sempre più attaccato alla empietà e al peccato. Infatti, fintanto che le cose staranno così, la consacrazione avrà qualcosa di incompleto. Insomma, siccome non si è operato nel mondo l’enorme trasformazione spirituale richiesta alla Cova da Iria, stiamo sempre più avanzando verso l’abisso. E, nella misura in cui avanziamo, tale trasformazione sta diventando sempre più improbabile. Applaudiamo l’atto di Papa Francesco e ci sommiamo toto corde a esso se seguirà i requisiti posti dalla Madonna a Fatima. Tuttavia, finché a questo atto non seguirà una vera e propria crociata spirituale contro l’immoralità dilagante – aborto, omosessualità, LGBT, mode indecenti, pornografia, gender e via dicendo – la semplice consacrazione della Russia – per quanto gradita alla Divina Provvidenza – non allontanerà il castigo. Mi sia permesso di sollevare un’altra perplessità, e non di piccolo peso. A Fatima la Madonna indicò, come l’elemento allora più dinamico del processo rivoluzionario che portava l’umanità verso l’abisso, gli “errori della Russia”, ossia il comunismo, che proprio nell’Unione Sovietica trovò la sua sede e fuoco di espansione. Non ci sarà una vera conversione finché questa ideologia non sarà rigettata in ogni sua manifestazione. Ora, proprio in questo campo il pontificato di Papa Francesco si è contraddistinto per la sua prossimità all’estrema sinistra: dalla vicinanza alla dittatura cubana, al sostegno ai “movimenti popolari” latinoamericani di matrice marxista, senza dimenticare i contatti col patriarca Kiryll, che della dittatura sovietica fu fedele servitore e propagandista. Anche qui, salvo miglior giudizio, ci sembra che, finché all’atto di venerdì a San Pietro non seguirà una vera e propria crociata spirituale contro il comunismo e i suoi epigoni, la sola consacrazione della Russia non fungerà da toccasana per risparmiare una catastrofe alla civiltà contemporanea. Fonte: TFP - Tradizione Famiglia Proprietà -