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1“Il nostro mandato apostolico”: una chiave per restaurare la civiltà cristiana!

Papa San Pio X "Il nostro mandato apostolico" Una chiave per restaurare la civiltà cristiana!
Papa San Pio X. Quest’anno ricorre il 100° anniversario della pubblicazione di Notre Charge Apostolique.

Esattamente un secolo fa, il 25 agosto, Papa San Pio X pubblicava la Lettera Apostolica, Notre Charge Apostolique (“Il Nostro Mandato Apostolico”). Quel documento completava, in campo sociopolitico, la lotta del Pontefice contro gli errori filosofici e teologici del Modernismo, da lui condannati nell’Enciclica Pascendi Dominici Gregis (8 settembre 1907).

Sebbene il nuovo documento mirasse direttamente agli errori del movimento cattolico francese di sinistra Le Sillon (“Il solco”), i suoi insegnamenti sono perfettamente attuali oggi, poiché il movimento progressista, come i Sillonisti di un tempo, tiene “gli occhi fissi su un chimera, portando [ing] il socialismo al suo seguito.

Come ai tempi di Le Sillon , basati su confusi appelli al “cambiamento” e su false nozioni di dignità umana, oggi cercano di costruire una civiltà completamente nuova opposta alla civiltà cristiana.

Il graduale depistaggio di un movimento cattolico

Le Sillon fu fondato nel 1894 da un gruppo di studenti cattolici su iniziativa di Marc Sagnier (1873-1950), che ne divenne il leader e il massimo ideologo. Il movimento si diffuse rapidamente in tutta la Francia e in particolare tra i giovani, godendo dell’appoggio di innumerevoli vescovi. Un gran numero di seminaristi e giovani sacerdoti si unirono ai suoi ranghi.

Tuttavia, non passò molto tempo prima che nel movimento cominciassero ad emergere aspetti strani e dottrine pericolose, come una tendenza egualitaria a mettere sullo stesso piano sacerdoti e laici durante i laboratori di studio. Allo stesso modo, in esso divenne sempre più prominente una sorta di misticismo democratico, che presentava la democrazia come l’unica forma legittima di governo compatibile con la dottrina cattolica. Ora, ciò era in palese contraddizione con l’insegnamento impartito dal papa precedente, Leone XIII, in molte delle sue encicliche.

Aspetto Anarchico

Di conseguenza, i vescovi iniziarono a ritirare il sostegno che avevano inizialmente dato a Le Sillon. Nel 1910, dieci arcivescovi e venti vescovi francesi avevano proibito al loro clero e seminaristi di partecipare al movimento.

Quando il vescovo di Quimper ha emanato quel divieto, Marc Sagnier ha ribattuto che i sacerdoti della diocesi avrebbero dovuto disobbedire al loro prelato e ha aggiunto: “Potrei essere accusato di essere un anarchico, ma non me ne frega niente”.

Da parte sua, Le Sillon abbandonò sempre più il suo tono cattolico e assunse una sorta di democratismo mistico e populista secondo i principi della Rivoluzione francese. La sua pubblicazione è passata dall’essere una “Rivista cattolica dell’azione sociale” a una “Rivista dell’azione democratica”.

La condanna di Roma

Facendo eco alle preoccupazioni dei vescovi francesi, dopo molte esitazioni e dopo aver tentato di riportare Le Sillon sulla retta via, il 25 agosto 1910, festa di San Luigi Re di Francia, papa san Pio X inviò una lettera ufficiale ai vescovi francesi episcopato. Come consueto nei documenti papali, divenne noto con le sue parole iniziali (la Lettera apostolica era scritta in francese): Notre Charge Apostolique (Il nostro mandato apostolico).

Come nella sua enciclica contro gli errori filosofici e teologici del Modernismo, il Santo analizza con grande perspicacia le tendenze e gli errori di Le Sillon e le cause psicologiche e morali, oltre che filosofiche e teologiche delle sue deviazioni. Il documento brilla per logica e chiarezza, zelo apostolico per le anime e cura senza pari per l’integrità della fede e della dottrina sociale cattolica. Impossibile qui riassumere un documento così corposo, ci limiteremo a segnalarne alcuni aspetti, raccomandandone la lettura integrale.

Falso concetto di dignità umana

Secondo san Pio X, l’errore dottrinale fondamentale di Le Sillon, da cui tutti gli altri emanano, è un falso concetto di dignità umana che implica una completa liberazione dell’uomo da ogni vincolo di sottomissione all’altro, sia esso sociale, intellettuale, politico o economico:

La prima condizione di quella dignità è la libertà, ma intesa nel senso che, salvo che in materia religiosa, ogni uomo è autonomo. Questo è il principio fondamentale da cui Le Sillon trae ulteriori conclusioni: oggi il popolo è tutelato da un’autorità distinta da lui stesso; devono liberarsi: emancipazione politica. Dipendono anche dai datori di lavoro che possiedono i mezzi di produzione, sfruttano, opprimono e degradano i lavoratori; devono scrollarsi di dosso il giogo: emancipazione economica.

Infine, sono governati da una preponderanza di casta nella direzione degli affari. Il popolo deve staccarsi da questo dominio: l’emancipazione intellettuale. L’appiattimento delle differenze da questo triplice punto di vista porterà all’uguaglianza tra gli uomini, e tale uguaglianza è vista come vera giustizia umana. Un assetto socio-politico che poggia su questi due pilastri della Libertà e dell’Uguaglianza (cui si aggiungerà prossimamente la Fraternità), è quello che chiamano Democrazia.

Divinizzare Né lo Stato, né il Popolo

Le Sillon sostenne la tesi dell’Illuminismo che l’origine di ogni autorità risiede nel popolo, il quale si limita a delegarla temporaneamente a qualcuno e può deporlo in qualsiasi momento:

Le Sillon pone l’autorità pubblica principalmente nel popolo, dal quale poi sfocia nel governo in modo tale, però, che continua a risiedere nel popolo.

Per comprendere meglio questo errore dottrinale, considera quanto segue:

L’autorità umana è un potere di natura morale che obbliga un uomo a obbedire a un altro. Ma cosa vuol dire “obbedire” se non la sottomissione della propria volontà a quella di un altro? E come può un uomo imporre la sua volontà a un altro se, essendo tutti uguali per natura, le loro volontà hanno lo stesso peso e valore? Quindi, dal punto di vista strettamente della sola natura umana, non ci sono motivi che giustifichino l’imposizione della volontà di un uomo su un altro; nessun uomo ha il diritto di esercitare autorità su un altro.

Ciò pone un problema, perché se da un lato è vero il ragionamento di cui sopra, dall’altro, essendo l’uomo socievole per natura, si sente attratto dalla vita in società. Ma la vita nella società diventa impossibile senza un’autorità che unifichi, guidi e coordini gli sforzi individuali di ognuno verso il bene comune, che è lo scopo della vita nella società.

Una soluzione a questo problema è possibile solo se consideriamo che l’autorità umana non è un’autorità indipendente che nasce dall’interno della stessa natura umana, ma un’autorità per partecipazione all’autorità di un essere dotato di una natura superiore. Questo essere superiore, che è Dio, sta al di sopra di tutte le volontà create e quindi può obbligare la volontà umana a piegarsi davanti e riconoscere la sua autorità. Dunque, l’origine di ogni autorità è Dio; e questo spiega perché alcuni uomini possono comandare ad altri: la loro autorità di farlo deriva ed è una partecipazione alla suprema autorità di Dio.

Inoltre, questa verità filosofica, che raggiungiamo attraverso l’uso della ragione, è stata confermata dalla Rivelazione divina. Basti citare il famoso insegnamento di San Paolo ai Romani: “non c’è potere se non da Dio: e quelli che sono, sono ordinati da Dio”.

Così, chi sostiene che l’autorità provenga dal popolo o dallo Stato, di fatto divinizza il popolo o lo Stato. Ciò comporta una certa forma di panteismo sociale e politico che alimenta la mistica sia del populismo che del totalitarismo adoratore dello Stato.

Quindi, poiché ogni autorità viene da Dio, sia chi comanda sia chi obbedisce devono sottomettersi alla volontà divina e collaborare insieme per raggiungere il fine ultimo dell’uomo, che è la salvezza eterna, e il fine immediato della vita nella società, che è il perseguimento del bene comune.

Cambia Mania e Disprezzo per la Tradizione

Quando l’uomo abbandona la realtà per inseguire le chimere, comincia a sognare con mondi inesistenti e formule magiche per arrivarci. In altre parole, diventa un riformatore sociale . Il suo slogan e il suo obiettivo ora diventano “cambiamento”, che realizza abbandonando i principi, le tradizioni e le usanze del paese.

Questo è quello che è successo con Le Sillon. Come diceva san Pio X, i sillonisti, «ignorando le leggi che regolano la natura umana», conducono la società «non verso il progresso, ma verso la morte». Essi “sognano di cambiarne le fondamenta naturali e tradizionali; sognano una Città Futura costruita su principi diversi; e osano proclamare questi più fecondi e più benefici dei principi su cui poggia l’attuale Città cristiana».

Parole seducenti, errori nefasti
Per sedurre gli incauti, i sillonisti presentano i loro errori e le loro fantasticherie “con un linguaggio dinamico che, nascondendo nozioni vaghe ed espressioni ambigue con parole emozionanti e altisonanti, rischia di infiammare il cuore degli uomini alla ricerca di ideali che, sebbene attraenti, sono nondimeno nefasti.

E il Santo Papa ha un monito speciale per i sacerdoti:

Il glorioso futuro della Francia secondo San Pio X
L’autorità umana è un potere di natura morale che obbliga un uomo a obbedire a un altro. Così partecipa all’autorità di un essere superiore, che è Dio, creatore di tutto. Dunque l’origine di ogni autorità è Dio.
“Non c’è potere se non da Dio: e quelli che sono, sono ordinati da Dio”. San Paolo ai Romani, 13:1.

Ma questi preti non si lascino ingannare, nel labirinto delle opinioni correnti, dai miracoli di una falsa Democrazia. Non prendano in prestito dalla Retorica dei peggiori nemici della Chiesa e del popolo, le frasi altezzose, piene di promesse; che sono tanto altisonanti quanto irraggiungibili… In effetti, i veri amici del popolo non sono né rivoluzionari, né innovatori: sono tradizionalisti.

La civiltà cristiana deve essere restaurata, non distrutta

E il santo prosegue presentando con parole incisive la grande lezione di questo magnifico documento di cui oggi celebriamo il centenario, lezione più che mai valida e necessaria:

No, Venerabili Fratelli, dobbiamo ripetere con la massima energia in questi tempi di anarchia sociale e intellettuale in cui ognuno si assume l’incarico di insegnare come maestro e legislatore: la Città non può essere edificata diversamente da come Dio l’ha edificata; la società non può essere costituita senza che la Chiesa ne ponga le fondamenta e ne sorvegli l’opera; no, la civiltà non è ancora qualcosa da trovare, né la Città Nuova deve essere costruita su nozioni confuse; è esistita ed esiste ancora: è la civiltà cristiana, è la Città cattolica. Deve solo essere allestito e restaurato continuamente contro gli attacchi incessanti di folli sognatori, ribelli e miscredenti. OMNIA INSTAURARE IN CRISTO.

Non ripetiamo gli errori del passato

La storia si ripete, come dice il detto comune. E sebbene la storia scorra come un fiume, i suoi eventi in continua evoluzione non tornano mai indietro, i nuovi eventi assomigliano molto a quelli vecchi per il semplice fatto che la natura umana rimane sempre la stessa. Da qui la famosa frase dell’Ecclesiaste: “Niente sotto il sole è nuovo”.

Per questo la storia è chiamata maestra di vita; poiché mentre l’uomo impara dalla propria esperienza, impara molto di più dal pool di esperienze accumulate nel corso dei secoli: in altre parole, conoscendo la storia.

Infatti, la conoscenza degli sviluppi passati, soprattutto quelli simili agli eventi in corso, ci consente di comprendere meglio il presente analizzando le mosse giuste e gli errori dei nostri precursori.

Gli errori di Le Sillon , il suo populismo, la sua mania per le novità e il disprezzo per la tradizione ci mettono in guardia contro i pericoli che tali principi pongono oggi alla società e alla Santa Madre Chiesa.

E i moniti chiari e incisivi del grande san Pio X – uno dei più grandi papi della storia – dovrebbero guidarci su come analizzare la situazione attuale e prendere una posizione coerente con la dottrina della Chiesa.

“Restaurare tutte le cose in Cristo”

Concludiamo ringraziando la Divina Provvidenza, in questo centenario di Notre Charge Apostolique, per quel documento illuminante così pieno del suo zelo amoroso. Il motto di San Pio X, Omnia Instaurare in Christo [“Restaurare ogni cosa in Cristo”], dovrebbe essere nostro.

Luiz Sérgio Solimeo 29 luglio 2010

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