
Prospettive di Fatima n. 1329
È noto da tempo che Arturo Sosa, SJ, eletto Superiore Generale dei Gesuiti nel 2016, è un simpatizzante marxista e un modernista della peggior specie – un modernista che è, in sostanza, un sintetizzatore di tutte le eresie (per parafrasare Papa San Pio X), che riduce la dottrina e il dogma cattolico a formule vuote che possono essere riempite con qualsiasi contenuto piaccia al modernista secondo il “pensiero corrente”.
Ma ora, in un’intervista al quotidiano italiano Tempi, Sosa ha negato apertamente l’esistenza del Diavolo. Chiesto a bruciapelo: “Il Diavolo esiste?” ha risposto così [traduzione mia]:
In diversi modi. Bisogna capire gli elementi culturali per fare riferimento a questa figura. Nel linguaggio di Sant’Ignazio è lo spirito cattivo che ti porta a fare cose che vanno contro lo spirito di Dio. Esiste come il male personificato in diverse strutture ma non nelle persone, perché non è una persona , è un modo di attuare il male . Non è una persona come una persona umana . È un modo perché il male sia presente nella vita umana. Il bene e il male sono in una lotta permanente nella coscienza umana [coscienza], e abbiamo modi per mostrarglielo. Riconosciamo Dio buono, tutto buono. I simboli fanno parte della realtà e il diavolo esiste come realtà simbolica, non come realtà personale.
Il canonista Ed Peters protesta che, avendo pronunciato questa esplicita eresia – l’esistenza di un Diavolo personale essendo un dogma della Fede – l’autorità ecclesiastica dovrebbe indagare e imporre a Sosa le opportune sanzioni. Non trattenere il respiro. Sosa è un amico di Francesco. Non succederà niente a Sosa. Del resto, non succederà nulla a nessuna delle legioni di modernisti che si aggirano tra le rovine della “Chiesa del Vaticano II”.
Nel frattempo, come notato nella mia colonna collegata sopra, Sosa è lieto di sfruttare l’abuso del principio ignaziano di “discernimento” da parte del suo collega gesuita, che ora è il Papa. Ciò che Sant’Ignazio di Loyola consigliava come metodo per discernere la volontà di Dio rispetto alle scelte di azione che sono morali, Francesco lo ha pervertito in un permesso di continuare a commettere il peccato di adulterio mentre si riceve la Santa Comunione nel processo di “discernimento” se si cesserà commettere adulterio con la propria “seconda moglie” o “secondo marito”.
Sosa applica questa nozione corrotta di discernimento non solo all’ingiunzione del sesto comandamento contro l’adulterio, a cui non ci sono eccezioni, ma a tutta la dottrina cattolica. Disse Sosa sull’avvertimento di Nostro Signore che chiunque manda via sua moglie e ne sposa un’altra commette adulterio:
“Allora, bisognerebbe riflettere molto su ciò che Gesù ha realmente detto. A quel tempo, nessuno aveva un registratore per annotare le sue parole. Quello che si sa è che le parole di Gesù vanno contestualizzate, si esprimono in un linguaggio, in un contesto specifico, si rivolgono a qualcuno in particolare».
Al che l’intervistatore ha obiettato: «Ma se tutte le parole di Gesù devono essere esaminate e ricondotte al loro contesto storico, non hanno un valore assoluto». Dopo alcuni balbettii modernisti di Sosa, l’intervistatore ha insistito sul punto:
D: È anche possibile mettere in discussione l’affermazione di Matteo 19:3-6: “Ciò dunque che Dio ha congiunto, nessuno lo separi”?
R: Sono d’accordo con quello che dice Papa Francesco. Non si mette in dubbio, si mette in discernimento …
I.: Ma il discernimento è valutazione , è scegliere tra diverse opzioni . Non c’è più l’obbligo di seguire una sola interpretazione …
R: No, l’obbligo c’è ancora, ma seguire il risultato del discernimento.
Incalzato ancora una volta per affermare chiaramente la sua posizione, l’astuto modernista alla fine venne pulito:
Dottrina è una parola che non mi piace molto , porta con sé l’immagine della durezza della pietra. Invece la realtà umana è molto più sfumata, non è mai bianca o nera, è in continuo sviluppo…. [D]ottrina fa parte del discernimento . Il vero discernimento non può fare a meno della dottrina.
I.: Ma può giungere a conclusioni diverse dalla dottrina.
R: È così, perché la dottrina non sostituisce il discernimento , né [sostituisce] lo Spirito Santo.
Insomma: non c’è più alcuna dottrina fissa nel cattolicesimo, secondo Sosa. C’è solo il “discernimento”.
Francesco ha approvato come del tutto in linea con il suo pontificato le quattro “priorità” che Sosa ha stabilito per l’ordine dei gesuiti completamente corrotto nei prossimi dieci anni:
- Indicare la via verso Dio attraverso il discernimento e gli Esercizi Spirituali;
- Camminare con i poveri, gli emarginati del mondo, coloro la cui dignità è stata violata, in una missione di riconciliazione e di giustizia;
- Accompagnare i giovani nella creazione di un futuro pieno di speranza;
- Collaborare alla cura della nostra Casa Comune.
Certo, il “discernimento” che Sosa ha in mente è, come lui stesso ha chiarito, tutt’altro che il discernimento di sant’Ignazio, il fondatore stesso del suo ordine. È piuttosto il “discernimento” del suo amico, il primo papa gesuita. In effetti, sant’Ignazio avrebbe denunciato senza esitazione il proprio successore come eretico. Quanto a ciò che direbbe di Francesco, lo lascerò alla considerazione del lettore.
Qualcuno in possesso della facoltà della ragione può ancora dubitare che siamo nel bel mezzo dell’apostasia che “inizierà dall’alto” come ha avvertito il Cardinale Ciappi alla luce del Terzo Segreto di Fatima? Si può, tuttavia, trovare conforto nel riconoscere che è sempre nel profondo di una crisi che Dio restaura la Sua Chiesa. Quel restauro non può tardare ad arrivare in termini storici, anche se molti di noi potrebbero non vivere abbastanza per vederlo. Il Trionfo del Cuore Immacolato di Maria dopo la Consacrazione della Russia è inevitabile.
Nota dell’editore: Il dogma secondo cui il diavolo esiste, è stato creato da Dio ed è una persona che può agire ed essere punita per le sue azioni è chiaramente insegnato nella Scrittura e nella Tradizione. A beneficio dei nostri lettori, includiamo solo un esempio dell’infallibile autorità magisteriale della Chiesa.
Nel Primo Canone del Quarto Concilio Lateranense (1215 d.C.), la Santa Madre Chiesa proclama dogmaticamente quanto segue [enfasi aggiunta]:
“Crediamo fermamente e confessiamo apertamente che c’è un solo vero Dio… Creatore di tutte le cose invisibili e visibili, spirituali e corporee, che dall’inizio dei tempi e con la sua potenza onnipotente ha creato dal nulla creature sia spirituali che corporali, angeliche, cioè , e mondano, e poi umano, per così dire, comune, composto da spirito e corpo. Il diavolo e gli altri demoni furono sì creati da Dio buoni per natura ma divennero cattivi per se stessi; l’uomo, invece, ha peccato per suggerimento del diavolo. … tutti risorgeranno con i propri corpi che ora hanno per poter ricevere secondo i loro meriti, siano essi buoni o cattivi, quest’ultima punizione eterna con il diavolo, l’altra gloria eterna con Cristo.
Fonte: Il Centro di Fatima