Infine, Il Mio Cuore Immacolato Trionferà!

1’Annum Ingressi’ Lettera Apostolica di Papa Leone XIII

'Annum Ingressi' Lettera Apostolica di Papa Leone XIII

INGRESSO ANNUALE

LETTERA APOSTOLICA DI SUA SANTITÀ PAPA LEONE XIII

A TUTTI I PATRIARCHIPRIMATIARCIVESCOVI E VESCOVI DEL MONDO CATTOLICO

LEONE XIII., PAPA


Venerabili Fratelli, Salute e Benedizione Apostolica.

Giunti al venticinquesimo anno del nostro Ministero Apostolico, e stupiti noi stessi per la lunghezza del cammino che abbiamo percorso tra penose e continue cure, siamo naturalmente spinti ad elevare il nostro pensiero al Dio sempre beato, il quale, con tanti altri favori, si è degnato di accordarci un pontificato la cui durata è stata appena superata nella storia. Al Padre di tutta l’umanità, quindi; a Colui che tiene tra le mani il misterioso segreto della vita, sale, come imperiosa esigenza del cuore, il cantico del nostro ringraziamento. Certo, l’occhio dell’uomo non può penetrare tutto il profondo dei disegni di Dio nel prolungare così la nostra vecchiaia oltre i limiti della speranza: qui possiamo solo tacere e adorare. Ma c’è una cosa che comprendiamo bene; cioè, come gli è piaciuto e gli piace tuttora, per preservare la nostra esistenza, incombe su di noi un grande dovere: vivere per il bene e lo sviluppo della sua sposa immacolata, la santa Chiesa; e lungi dal perdere il coraggio in mezzo alle preoccupazioni e ai dolori, consacrare a Lui il resto delle nostre forze fino all’ultimo nostro sospiro.

Dopo aver reso un giusto tributo di riconoscenza al nostro Padre Celeste, al quale sia onore e gloria nei secoli dei secoli, ci è graditissimo volgere il pensiero e rivolgere le nostre parole a voi, Venerabili Fratelli, che, chiamati dallo Spirito Santo a governa le porzioni designate del gregge di Gesù Cristo, partecipa in tal modo con noi alla lotta e al trionfo, ai dolori e alle gioie del ministero dei pastori. No, non svaniranno mai dalla nostra memoria quelle frequenti e suggestive testimonianze di venerazione religiosa che ci avete profuso nel corso del nostro pontificato, e che ancora moltiplicate con emulazione piena di tenerezza nelle presenti circostanze. Già intimamente uniti a te dal nostro dovere e dal nostro amore paterno, siamo maggiormente attratti da quelle prove della tua devozione, così care al nostro cuore, meno per quanto di personale avevano nei nostri riguardi, quanto per l’attaccamento inviolabile che denotano a questa Sede Apostolica, centro e sostegno di tutte le Sedi della cattolicità. Se è sempre stato necessario che, secondo i diversi gradi della gerarchia ecclesiastica, tutti i figli della Chiesa siano diligentemente uniti dai vincoli della mutua carità e dal perseguimento dei medesimi scopi, in modo da formare un solo cuore e un’anima sola, questa unione è diventata ai nostri giorni più che mai indispensabile. Perché chi può ignorare la vasta cospirazione di forze ostili che mira oggi a distruggere e far scomparire la grande opera di Gesù Cristo, tentando, con una furia che non conosce limiti, di derubare l’uomo, nell’ordine intellettuale, del tesoro della verità celeste , e, nell’ordine sociale, per cancellare il santissimo, le più salutari istituzioni cristiane. Ma da tutto questo voi stessi rimanete impressionati ogni giorno. Tu che, più di una volta, hai riversato su di noi le tue angosce e le tue angosce, deplorando la moltitudine di pregiudizi, i falsi sistemi e gli errori che si diffondono impunemente tra le masse popolari. Quali insidie ​​sono tese da ogni parte per le anime di coloro che credono! Quali ostacoli si moltiplicano per indebolire e, se possibile, distruggere l’azione benefica della Chiesa! E, intanto, quasi ad aggiungere la derisione all’ingiustizia, la Chiesa stessa è accusata di aver perso il suo originario vigore, e di non essere in grado di arginare la marea di passioni traboccanti che minacciano di trascinare tutto via. avete riversato su di noi le vostre angosce e le vostre angosce, deplorando la moltitudine di pregiudizi, i falsi sistemi e gli errori che si diffondono impunemente tra le masse popolari. Quali insidie ​​sono tese da ogni parte per le anime di coloro che credono! Quali ostacoli si moltiplicano per indebolire e, se possibile, distruggere l’azione benefica della Chiesa! E, intanto, quasi ad aggiungere la derisione all’ingiustizia, la Chiesa stessa è accusata di aver perso il suo originario vigore, e di non essere in grado di arginare la marea di passioni traboccanti che minacciano di trascinare tutto via. avete riversato su di noi le vostre angosce e le vostre angosce, deplorando la moltitudine di pregiudizi, i falsi sistemi e gli errori che si diffondono impunemente tra le masse popolari. Quali insidie ​​sono tese da ogni parte per le anime di coloro che credono! Quali ostacoli si moltiplicano per indebolire e, se possibile, distruggere l’azione benefica della Chiesa! E, intanto, quasi ad aggiungere la derisione all’ingiustizia, la Chiesa stessa è accusata di aver perso il suo originario vigore, e di non essere in grado di arginare la marea di passioni traboccanti che minacciano di trascinare tutto via. e possibilmente distruggere l’azione benefica della Chiesa! E, intanto, quasi ad aggiungere la derisione all’ingiustizia, la Chiesa stessa è accusata di aver perso il suo originario vigore, e di non essere in grado di arginare la marea di passioni traboccanti che minacciano di trascinare tutto via. e possibilmente distruggere l’azione benefica della Chiesa! E, intanto, quasi ad aggiungere la derisione all’ingiustizia, la Chiesa stessa è accusata di aver perso il suo originario vigore, e di non essere in grado di arginare la marea di passioni traboccanti che minacciano di trascinare tutto via.

Vorremmo, Venerabili Fratelli, intrattenervi con argomenti meno tristi, e più consoni alla grande e fausta occasione che ci induce a rivolgerci a voi. Ma nulla suggerisce un tale tenore di discorso, né le dolorose prove della Chiesa che chiedono con insistenza solleciti rimedi; né le condizioni della società contemporanea che, già minate dal punto di vista morale e materiale, tendono verso un futuro ancora più cupo per l’abbandono delle grandi tradizioni cristiane; una legge della Provvidenza, confermata dalla storia, che dimostra che non si può rinunciare ai grandi principi religiosi senza scuotere allo stesso tempo le fondamenta dell’ordine e della prosperità sociale. In tali circostanze, per permettere alle anime di riprendersi, per fornire loro una nuova provvista di fede e di coraggio, ci sembra opportuno e utile soppesare attentamente, nella sua origine, cause e varie forme, la guerra implacabile che si fa contro la Chiesa; e nel denunciarne le perniciose conseguenze per indicare un rimedio. Che le nostre parole, quindi, risuonino forte, anche se ricordano solo verità già affermate; siano ascoltati, non solo dai figli dell’unità cattolica, ma anche da coloro che sono diversi da noi, e anche dalle anime infelici che non hanno più fede; perché sono tutti figli di un unico Padre, tutti destinati allo stesso sommo bene: le nostre parole, infine, siano accolte come il testamento che, nella breve distanza che ci separa dall’eternità, vorremmo lasciare al popolo come un presagio della salvezza che desideriamo per tutti. la guerra implacabile che si fa contro la Chiesa; e nel denunciarne le perniciose conseguenze per indicare un rimedio. Che le nostre parole, quindi, risuonino forte, anche se ricordano solo verità già affermate; siano ascoltati, non solo dai figli dell’unità cattolica, ma anche da coloro che sono diversi da noi, e anche dalle anime infelici che non hanno più fede; perché sono tutti figli di un unico Padre, tutti destinati allo stesso sommo bene: le nostre parole, infine, siano accolte come il testamento che, nella breve distanza che ci separa dall’eternità, vorremmo lasciare al popolo come un presagio della salvezza che desideriamo per tutti. la guerra implacabile che si fa contro la Chiesa; e nel denunciarne le perniciose conseguenze per indicare un rimedio. Che le nostre parole, quindi, risuonino forte, anche se ricordano solo verità già affermate; siano ascoltati, non solo dai figli dell’unità cattolica, ma anche da coloro che sono diversi da noi, e anche dalle anime infelici che non hanno più fede; perché sono tutti figli di un unico Padre, tutti destinati allo stesso sommo bene: le nostre parole, infine, siano accolte come il testamento che, nella breve distanza che ci separa dall’eternità, vorremmo lasciare al popolo come un presagio della salvezza che desideriamo per tutti. siano ascoltati, non solo dai figli dell’unità cattolica, ma anche da coloro che sono diversi da noi, e anche dalle anime infelici che non hanno più fede; perché sono tutti figli di un unico Padre, tutti destinati allo stesso sommo bene: le nostre parole, infine, siano accolte come il testamento che, nella breve distanza che ci separa dall’eternità, vorremmo lasciare al popolo come un presagio della salvezza che desideriamo per tutti. siano ascoltati, non solo dai figli dell’unità cattolica, ma anche da coloro che sono diversi da noi, e anche dalle anime infelici che non hanno più fede; perché sono tutti figli di un unico Padre, tutti destinati allo stesso sommo bene: le nostre parole, infine, siano accolte come il testamento che, nella breve distanza che ci separa dall’eternità, vorremmo lasciare al popolo come un presagio della salvezza che desideriamo per tutti.

Durante tutto il corso della sua storia la Chiesa di Cristo ha dovuto lottare e soffrire per la verità e la giustizia. Istituita dallo stesso Divin Redentore per instaurare nel mondo intero il Regno di Dio, Ella deve, alla luce della legge evangelica, condurre l’umanità decaduta ai suoi destini immortali; vale a dire, farla entrare in possesso delle benedizioni senza fine che Dio ci ha promesso, e alle quali il nostro potere naturale senza aiuto non potrebbe mai elevarsi – una missione celeste, nel perseguimento della quale la Chiesa non poteva non essere osteggiata da le innumerevoli passioni generate dalla primitiva caduta dell’uomo e dalla conseguente corruzione – orgoglio, cupidigia, desiderio sfrenato dei piaceri materiali: contro tutti i vizi e i disordini scaturiti da quelle radici velenose la Chiesa è sempre stata il più potente mezzo di freno. Né dobbiamo meravigliarci delle persecuzioni che sono sorte, in conseguenza, poiché il Divin Maestro le ha predette; e devono continuare finché dura questo mondo. Quali parole rivolse ai suoi discepoli quando li inviò a portare il tesoro delle sue dottrine a tutte le nazioni? Sono familiari a tutti noi: “Sarete perseguitati di città in città: sarete odiati e disprezzati a causa del mio nome: sarete trascinati davanti ai tribunali e condannati a pene estreme”. E volendo incoraggiarli per l’ora della prova, si è proposto come loro esempio: «Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me». (San Giovanni XV., 18.) Quali parole rivolse ai suoi discepoli quando li inviò a portare il tesoro delle sue dottrine a tutte le nazioni? Sono familiari a tutti noi: “Sarete perseguitati di città in città: sarete odiati e disprezzati a causa del mio nome: sarete trascinati davanti ai tribunali e condannati a pene estreme”. E volendo incoraggiarli per l’ora della prova, si è proposto come loro esempio: «Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me». (San Giovanni XV., 18.) Quali parole rivolse ai suoi discepoli quando li inviò a portare il tesoro delle sue dottrine a tutte le nazioni? Sono familiari a tutti noi: “Sarete perseguitati di città in città: sarete odiati e disprezzati a causa del mio nome: sarete trascinati davanti ai tribunali e condannati a pene estreme”. E volendo incoraggiarli per l’ora della prova, si è proposto come loro esempio: «Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me». (San Giovanni XV., 18.) “Se il mondo ti odia, sappi che ha odiato me prima di te”. (San Giovanni XV., 18.) “Se il mondo ti odia, sappi che ha odiato me prima di te”. (San Giovanni XV., 18.)

Certamente nessuno, che abbia una visione giusta e imparziale delle cose, può spiegare il motivo di questo odio. Quale offesa fu mai commessa, quale ostilità meritata dal Divino Redentore? Sceso tra gli uomini per impulso della divina carità, aveva insegnato una dottrina irreprensibile, consolatrice, efficacissima per unire gli uomini in una fratellanza di pace e di amore; Non aveva desiderato né la grandezza terrena né l’onore; Non aveva usurpato il diritto di nessuno; anzi, era pieno di pietà per i deboli, gli ammalati, i poveri, i peccatori e gli oppressi: perciò la sua vita non era che un passaggio per distribuire con mano munifica i suoi benefici tra gli uomini. Dobbiamo riconoscere, di conseguenza, che fu semplicemente per un eccesso di umana malizia, tanto più deprecabile perché ingiusta, che, tuttavia, Egli divenne, in verità,

Che meraviglia, allora, se la Chiesa cattolica, che continua la sua divina missione ed è l’incorruttibile depositaria delle sue verità, ha ereditato la stessa sorte? Il mondo è sempre coerente a modo suo. Presso i figli di Dio sono costantemente presenti i satelliti di quel grande avversario del genere umano, che, ribelle fin dall’inizio contro l’Altissimo, è chiamato nel Vangelo il principe di questo mondo. È per questo che lo spirito del mondo, al cospetto della legge e di colui che la annuncia in nome di Dio, si gonfia dell’orgoglio smisurato di un’indipendenza che mal le si addice. Ahimè, quante volte, in epoche più burrascose, con inaudita crudeltà e svergognata ingiustizia, e con evidente rovina di tutto il corpo sociale, gli avversari si sono alleati per la temeraria impresa di dissolvere l’opera di Dio! E non riuscendo in un modo di persecuzione, ne adottarono altri. Per tre lunghi secoli l’Impero Romano, abusando della sua forza bruta, sparse i corpi dei martiri per tutte le sue province, e bagnò col loro sangue ogni piede di terra in questa sacra città di Roma; mentre l’eresia, agendo di concerto, sia nascosta sotto una maschera o con aperta sfrontatezza, con sofismi e lacci, si sforzava di distruggere almeno l’armonia e l’unità della fede. Poi si scatenarono, come una tempesta devastatrice, le orde dei barbari del nord e dei musulmani del sud, lasciando dietro di sé solo rovine in un deserto. Così si è trasmessa di epoca in epoca la malinconica eredità di odio da cui è stata travolta la Sposa di Cristo. Seguì un cesarismo sospettoso quanto potente, geloso di ogni altro potere, non importa quale sviluppo essa stessa avrebbe potuto acquistare da lì, che incessantemente attaccava la Chiesa, per usurpare i suoi diritti e calpestare le sue libertà. Il cuore sanguina nel vedere questa madre così spesso oppressa da angosce e dolori indicibili. Tuttavia, trionfando su ogni ostacolo, su ogni violenza e su tutte le tirannie, piantò sempre più largamente le sue pacifiche tende; salvò dal disastro il glorioso patrimonio delle arti, della storia, delle scienze e delle lettere; e impregnando profondamente tutto il corpo della società con lo spirito del Vangelo, creò la civiltà cristiana, quella civiltà alla quale le nazioni, sottoposte al suo influsso benefico, devono l’equità delle loro leggi, la mitezza dei loro costumi, la protezione dei debole, compassione per gli afflitti e i poveri, rispetto per i diritti e la dignità di tutti gli uomini, e, in tal modo,

Quelle prove dell’intrinseca eccellenza della Chiesa sono tanto sorprendenti e sublimi quanto durano. Tuttavia, come nel Medioevo e durante i primi secoli, così in quelli più prossimi al nostro, vediamo la Chiesa assalita più aspramente, almeno in un certo senso, e più dolorosamente che mai. Per una serie di ben note cause storiche, la presunta Riforma del secolo sedicesimo alzò il vessillo della rivolta; e, deciso a colpire dritto al cuore della Chiesa, attaccò audacemente il Papato. Spezzò il prezioso vincolo dell’antica unità di fede e di autorità, che, centuplicando potenza, prestigio e gloria, grazie all’armonioso perseguimento dei medesimi scopi, unì tutte le nazioni sotto un solo bastone e un solo pastore. Questa unità viene spezzata,

Con la presente, infatti, non pretendiamo di affermare che fin dall’inizio ci fosse lo scopo prefissato di distruggere il principio del cristianesimo nel cuore della società; ma rifiutando, da un lato, di riconoscere il primato della Santa Sede, causa effettiva e vincolo dell’unità, e proclamando, dall’altro, il principio del giudizio privato, la struttura divina della fede fu scossa nel suo più profondo fondamenti e si aprì la strada alle infinite variazioni, ai dubbi e alle negazioni delle cose più importanti, in misura che gli stessi innovatori non avevano previsto. La strada è stata aperta. Venne poi il filosofismo sprezzante e beffardo del Settecento, che avanzò ulteriormente. Si rivolse a ridicolizzare il sacro canone delle Scritture e rigettò l’intero sistema delle verità rivelate, allo scopo di poter finalmente estirpare dalla coscienza del popolo ogni credenza religiosa e soffocare in essa l’ultimo respiro dello spirito del cristianesimo. È da questa fonte che sono sgorgati il ​​razionalismo, il panteismo, il naturalismo e il materialismo — sistemi velenosi e distruttivi che, sotto diverse apparenze, rinnovano gli antichi errori trionfalmente confutati dai Padri e Dottori della Chiesa; cosicché l’orgoglio dei tempi moderni, per l’eccessiva fiducia nelle proprie luci, fu colpito dalla cecità; e, come il paganesimo, da allora in poi visse di fantasie, anche riguardo agli attributi dell’anima umana e ai destini immortali che costituiscono la nostra gloriosa eredità. È da questa fonte che sono sgorgati il ​​razionalismo, il panteismo, il naturalismo e il materialismo — sistemi velenosi e distruttivi che, sotto diverse apparenze, rinnovano gli antichi errori trionfalmente confutati dai Padri e Dottori della Chiesa; cosicché l’orgoglio dei tempi moderni, per l’eccessiva fiducia nelle proprie luci, fu colpito dalla cecità; e, come il paganesimo, da allora in poi visse di fantasie, anche riguardo agli attributi dell’anima umana e ai destini immortali che costituiscono la nostra gloriosa eredità. È da questa fonte che sono sgorgati il ​​razionalismo, il panteismo, il naturalismo e il materialismo — sistemi velenosi e distruttivi che, sotto diverse apparenze, rinnovano gli antichi errori trionfalmente confutati dai Padri e Dottori della Chiesa; cosicché l’orgoglio dei tempi moderni, per l’eccessiva fiducia nelle proprie luci, fu colpito dalla cecità; e, come il paganesimo, da allora in poi visse di fantasie, anche riguardo agli attributi dell’anima umana e ai destini immortali che costituiscono la nostra gloriosa eredità. fu colpito dalla cecità; e, come il paganesimo, da allora in poi visse di fantasie, anche riguardo agli attributi dell’anima umana e ai destini immortali che costituiscono la nostra gloriosa eredità. fu colpito dalla cecità; e, come il paganesimo, da allora in poi visse di fantasie, anche riguardo agli attributi dell’anima umana e ai destini immortali che costituiscono la nostra gloriosa eredità.

La lotta contro la Chiesa assunse così un carattere più serio che in passato, non meno per la veemenza dell’assalto che per la sua universalità. L’incredulità contemporanea non si limita a negare o dubitare degli articoli di fede. Ciò che combatte è l’intero corpo di principi che la sacra rivelazione e la sana filosofia sostengono; quei principi fondamentali e santi che insegnano all’uomo l’oggetto supremo della sua vita terrena, che lo sostengono nell’adempimento del suo dovere, che ispirano coraggio e rassegnazione nel suo cuore e che, promettendogli una giustizia incorruttibile e una felicità perfetta oltre la tomba, gli permettono di lui di assoggettare il tempo all’eternità, la terra al cielo. Ma che cosa prende il posto di questi principi che formano l’incomparabile forza conferita dalla fede? Uno scetticismo spaventoso,

Questo sistema di ateismo pratico deve necessariamente causare, come di fatto accade, un profondo disordine nel campo della morale, poiché, come hanno affermato i più grandi filosofi dell’antichità, la religione è il fondamento principale della giustizia e della virtù. Spezzati i legami che uniscono l’uomo a Dio, che è il Sovrano Legislatore e il Giudice universale, rimane solo un fantasma di moralità; una morale che è puramente civica e, come si dice, indipendente, che, astraendosi dalla Mente Eterna e dalle leggi di Dio, discende inevitabilmente fino a raggiungere la conclusione ultima di fare dell’uomo una legge a se stesso. Incapace, di conseguenza, di elevarsi sulle ali della speranza cristiana verso i beni dell’aldilà, l’uomo cercherà una soddisfazione materiale nelle comodità e nei godimenti della vita. Sarà eccitata in lui una sete di piacere, un desiderio di ricchezze e un’ardente ricerca di ricchezze rapide e illimitate, anche a costo della giustizia. Si accenderà in lui ogni ambizione e un desiderio febbrile e frenetico di soddisfarli anche a dispetto della legge, e sarà mosso dal disprezzo del diritto e della pubblica autorità, nonché dalla licenziosità della vita che, quando la condizione diventa generale, segnerà il vero decadimento della società.

Forse potremmo essere accusati di esagerare le tristi conseguenze dei disordini di cui parliamo. NO; poiché la realtà è davanti ai nostri occhi e garantisce ma troppo veri i nostri presentimenti. È evidente che se non ci sarà presto qualche miglioramento, le basi della società crolleranno e trascineranno con sé i grandi ed eterni principi della legge e della morale.

È in conseguenza di questa condizione di cose che il corpo sociale, a cominciare dalla famiglia, soffre mali così gravi. Infatti lo Stato laico, dimenticando i suoi limiti e l’oggetto essenziale dell’autorità che esercita, ha messo le mani sul vincolo matrimoniale per profanarlo e lo ha spogliato del suo carattere religioso; ha osato quanto ha potuto in materia di quel diritto naturale che hanno i genitori di educare i figli, e in molti paesi ha distrutto la stabilità del matrimonio sanzionando legalmente il licenzioso istituto del divorzio. Tutti conoscono il risultato di questi attacchi. Più di quanto le parole possano dire hanno moltiplicato i matrimoni che sono mossi solo da passioni vergognose, che si dissolvono rapidamente e che, a volte, provocano sanguinose tragedie, altre le più sconvolgenti infedeltà.

Insieme alla famiglia, anche l’ordine politico e sociale è messo in pericolo da dottrine che attribuiscono una falsa origine all’autorità e che hanno corrotto la genuina concezione del governo. Infatti, se l’autorità sovrana deriva formalmente dal consenso del popolo e non da Dio, che è il principio supremo ed eterno di ogni potere, essa perde agli occhi dei governati il ​​suo carattere più augusto e degenera in una sovranità artificiale che poggia su basi instabili e mutevoli, cioè la volontà di coloro da cui si dice derivi. Non vediamo le conseguenze di questo errore nell’esecuzione delle nostre leggi? Troppo spesso queste leggi invece di essere una solida ragione formulata per iscritto non sono che l’espressione del potere del maggior numero e della volontà del partito politico predominante. È così che la folla viene persuasa a cercare di soddisfare i suoi desideri; che si dia briglia sciolta alla passione popolare, anche quando turba la tranquillità faticosamente acquisita dello Stato, quando il disordine nell’estremo limite può essere domato solo con misure violente e spargimenti di sangue.

In seguito al ripudio di quei principi cristiani che avevano contribuito così efficacemente a unire le nazioni nei vincoli della fratellanza e a riunire tutta l’umanità in un’unica grande famiglia, è sorto a poco a poco nell’ordine internazionale un sistema di egoismo geloso, per cui le nazioni ora si guardano l’un l’altra, se non con odio, almeno con sospetto di rivali. Perciò nelle loro grandi imprese perdono di vista gli alti principi della moralità e della giustizia e dimenticano la protezione che i deboli e gli oppressi hanno il diritto di esigere. Nel desiderio da cui sono spinti ad aumentare le loro ricchezze nazionali, considerano solo l’opportunità offerta dalle circostanze, i vantaggi delle imprese riuscite e l’esca allettante di un fatto compiuto, sicuri che nessuno li disturberà in nome del diritto o del rispetto che il diritto può pretendere. Tali sono i principi fatali che hanno consacrato il potere materiale come legge suprema del mondo e ad essi va imputato l’illimitata crescita degli stabilimenti militari e quella pace armata, che per molti aspetti equivale a una guerra disastrosa.

Questa deplorevole confusione nel regno delle idee ha prodotto inquietudine nel popolo, scoppi e lo spirito generale di ribellione. Da questi sono nati i frequenti moti e disordini popolari dei nostri tempi, che non sono che i preludi di ben più terribili disordini futuri. La condizione miserabile, inoltre, di gran parte delle classi più povere, che meritano sicuramente il nostro aiuto, fornisce una mirabile opportunità per i disegni di intriganti agitatori, e specialmente delle fazioni socialiste, che propongono alle classi più umili le più stravaganti promesse e usali per realizzare i progetti più terribili.

Chi si lancia in una pericolosa discesa viene presto precipitato suo malgrado nell’abisso. Spinta da una logica inesorabile, si è organizzata una società di veri e propri criminali che, fin dalla sua prima apparizione, ha fatto trasalire il mondo con il suo carattere selvaggio. Grazie alla solidarietà della sua costruzione e alle sue ramificazioni internazionali, ha già tentato la sua opera malvagia, perché non ha paura di nulla e non indietreggia davanti a nessun pericolo. Rinnegando ogni unione con la società, e cinicamente deridendo la legge, la religione e la morale, i suoi adepti hanno adottato il nome di anarchici e si propongono di sovvertire completamente le reali condizioni della società facendo uso di tutti i mezzi che una passione cieca e selvaggia può suggerire. E poiché la società trae la sua unità e la sua vita dall’autorità che la governa, quindi è contro l’autorità che l’anarchia dirige i suoi sforzi. Chi non prova un fremito di orrore, di sdegno e di pietà al ricordo delle tante vittime che ultimamente sono cadute sotto i suoi colpi, Imperatori, Imperatrici, Re, Presidenti di potenti repubbliche, il cui unico delitto fu il potere sovrano con cui furono investito?

Di fronte all’immensità dei mali che travolgono la società e dei pericoli che la minacciano, il nostro dovere ci impone di ammonire nuovamente tutti gli uomini di buona volontà, specialmente quelli che occupano posizioni elevate, e di scongiurarli come ora facciamo, per escogitare ciò che rimedi che la situazione richiede e con prudente energia applicarli senza indugio.

Prima di tutto, conviene loro indagare quali rimedi sono necessari, ed esaminare bene la loro efficacia nei bisogni presenti. Abbiamo esaltato ai cieli la libertà e i suoi vantaggi, e l’abbiamo proclamata rimedio sovrano e strumento incomparabile di pace e prosperità che sarà fecondo di buoni risultati. Ma i fatti ci hanno mostrato chiaramente che non possiede il potere che gli viene attribuito. I conflitti economici, le lotte di classe stanno montando intorno a noi come una conflagrazione da tutte le parti, e non c’è alcuna promessa dell’alba del giorno della tranquillità pubblica. In realtà, e non c’è chi non lo veda, la libertà come oggi la si intende, cioè una libertà concessa indistintamente alla verità e all’errore, al bene e al male, finisce solo per distruggere tutto ciò che è nobile, generoso e santo,

Si insegna anche la dottrina che lo sviluppo della pubblica istruzione, rendendo il popolo più raffinato e più illuminato, basterebbe a frenare le tendenze malsane ea mantenere l’uomo nelle vie della rettitudine e della probità. Ma una dura realtà ci ha fatto sentire ogni giorno di più quanto poco valga l’istruzione senza la religione e la morale. Come necessaria conseguenza dell’inesperienza, e degli stimoli della cattiva passione, la mente della giovinezza è affascinata dai perversi insegnamenti del giorno. Assorbe tutti gli errori che una stampa sfrenata non esita a seminare e che deprava la mente e la volontà dei giovani e fomenta in essi quello spirito di superbia e di insubordinazione che tante volte turba la pace delle famiglie e delle città.

Così anche la fiducia era riposta nel progresso della scienza. Infatti il ​​secolo che si è appena chiuso ha visto progressi grandi, inaspettati, stupendi. Ma è vero che ci ha dato tutta la pienezza e la salubrità dei frutti che tanti si aspettavano da essa? Senza dubbio le scoperte della scienza hanno aperto alla mente nuovi orizzonti; ha ampliato l’impero dell’uomo sulle forze della materia e la vita umana è stata migliorata in molti modi attraverso la sua strumentalità. Tuttavia, tutti sentono e molti ammettono che i risultati non hanno corrisposto alle speranze che si nutrivano. Non si può negare, specialmente quando volgiamo lo sguardo allo stato intellettuale e morale del mondo così come ai registri della criminalità, quando sentiamo i mormorii sordi che sorgono dal profondo, o quando assistiamo al predominio che la forza ha vinto sul diritto. Per non parlare delle folle che sono preda di ogni miseria, basterà uno sguardo superficiale alla condizione del mondo per convincerci del dolore indefinibile che grava sulle anime e del vuoto immenso che c’è nei cuori umani. L’uomo può sottomettere la natura al suo dominio, ma la materia non può dargli ciò che non ha, e alle domande che toccano più profondamente i nostri più gravi interessi la scienza umana non dà risposta. La sete di verità, di bene, di infinito, che ci divora, non si è placata, né le gioie e le ricchezze della terra, né l’aumento delle comodità della vita hanno mai placato l’angoscia che strazia il cuore. Dobbiamo quindi disprezzare e mettere da parte i vantaggi che derivano dallo studio della scienza, dalla civiltà e dall’uso sapiente e dolce della nostra libertà? Sicuramente no. Al contrario, dobbiamo tenerli nella più alta stima, custodirli e farli crescere come un tesoro di grande valore, perché sono mezzi che per loro natura sono buoni, progettati da Dio stesso e ordinati dall’Infinita Bontà e Sapienza ad uso e vantaggio del genere umano. Ma bisogna subordinarne l’uso alle intenzioni del Creatore, e impiegarle in modo da non eliminare mai l’elemento religioso in cui risiede il loro vero vantaggio, perché è quello che conferisce loro un valore speciale e le rende realmente feconde. Questo è il segreto del problema. Quando un organismo perisce e si corrompe, è perché ha cessato di essere sotto l’azione delle cause che gli avevano dato forma e costituzione. Per farla tornare sana e fiorente è necessario restituirla all’azione vivificante di quelle stesse cause. Così la società nel suo temerario tentativo di sfuggire a Dio ha rifiutato l’ordine e la rivelazione divina; ed è così sottratta alla salutare efficacia del Cristianesimo, che è manifestamente la più solida garanzia dell’ordine, il più forte vincolo della fraternità e la fonte inesauribile della virtù pubblica e privata.

Questo sacrilego divorzio ha portato a provocare i guai che ora turbano il mondo. È dunque nel recinto della Chiesa che questa società perduta deve rientrare, se vuole ritrovare il suo benessere, il suo riposo e la sua salvezza.

Come il cristianesimo non può penetrare nell’anima senza renderla migliore, così non può entrare nella vita pubblica senza stabilire l’ordine. Con l’idea di un Dio che tutto governa, che è infinitamente saggio, buono e giusto, l’idea del dovere si impadronisce delle coscienze degli uomini. Allevia il dolore, placa l’odio, genera eroi. Se ha trasformato la società pagana — e tale trasformazione è stata una vera resurrezione — poiché la barbarie è scomparsa a mano a mano che il cristianesimo ha esteso il suo dominio, così, dopo i terribili colpi che l’incredulità ha dato al mondo ai giorni nostri, potrà porre quel mondo di nuovo sulla vera strada, e riportare all’ordine gli stati e i popoli dei tempi moderni. Ma il ritorno al cristianesimo non sarà efficace e completo se non restituirà al mondo un amore sincero per l’unica santa Chiesa cattolica e apostolica. Nella Chiesa cattolica si incarna il cristianesimo. Essa si identifica con quella società perfetta, spirituale e, nel proprio ordine, sovrana, che è il corpo mistico di Gesù Cristo e che ha per capo visibile il Romano Pontefice, successore del Principe degli Apostoli. È la continuazione della missione del Salvatore, figlia ed erede della sua redenzione. Ha predicato il Vangelo, e lo ha difeso a prezzo del suo sangue, e forte dell’assistenza divina, e di quell’immortalità che le è stata promessa, non fa patti con l’errore, ma rimane fedele ai comandi che ha ricevuto per portare la dottrina di Gesù Cristo fino agli estremi confini del mondo e fino alla fine dei tempi e per custodirla nella sua inviolabile integrità. Legittima dispensatrice degli insegnamenti evangelici essa non si rivela solo come consolatrice e redentrice delle anime, ma ancor più è sorgente interna della giustizia e della carità, e propagatrice oltre che custode della vera libertà, e di quella uguaglianza che sola è possibile quaggiù. Nell’applicare la dottrina del suo Divino Fondatore, mantiene un sapiente equilibrio e segna i veri limiti tra i diritti ei privilegi della società. L’uguaglianza che essa proclama non distrugge la distinzione tra le diverse classi sociali. Li mantiene intatti, come la natura stessa richiede, per opporsi all’anarchia della ragione emancipata dalla fede e abbandonata a se stessa. La libertà che dà non è in alcun modo in conflitto con i diritti della verità, perché questi diritti sono superiori alle esigenze della libertà. Né viola i diritti della giustizia, perché tali diritti sono superiori alle pretese di semplici numeri o potere. Né attacca i diritti di Dio perché sono superiori ai diritti dell’umanità.

Profezie di Nostra Signora del Buon Successo sui Nostri Tempi

Scopri tutto sulle profezie di Nostra Signora del buon successo sui nostri tempi

Nell’ambito domestico la Chiesa non è meno feconda di buoni risultati. Essa infatti non solo si oppone alle nefaste macchinazioni alle quali ricorre l’incredulità per attentare alla vita della famiglia, ma prepara e protegge l’unione e la stabilità del matrimonio, di cui custodisce e sviluppa l’onore, la fedeltà e la santità. Nello stesso tempo sostiene e cementa l’ordine civile e politico dando da una parte efficacissimi aiuti all’autorità, e dall’altra mostrandosi favorevole alle sagge riforme e alle giuste aspirazioni delle classi governate; imponendo rispetto ai governanti e ingiungendo loro l’obbedienza dovuta, e difendendo incrollabilmente i diritti imprescrittibili della coscienza umana.

Pienamente consapevoli di questa divina potenza, noi, fin dall’inizio del nostro pontificato, ci siamo sforzati di porre nella più chiara luce i disegni benevoli della Chiesa e di allargare il più possibile, insieme ai tesori della sua dottrina, il campo della sua azione salutare. Tale è stato l’oggetto dei principali atti del nostro Pontificato, in particolare nelle Encicliche sulla filosofia cristiana , sulla libertà umana , sul matrimonio cristiano , sulla massoneria , sui poteri di governo , sulla costituzione cristiana degli Stati , sul socialismo, sulla Questione del lavoro e doveri dei cittadini cristianie altre materie analoghe. Ma l’ardente desiderio della nostra anima non è stato solo quello di illuminare la mente. Abbiamo cercato di commuovere e di purificare i cuori facendo uso di tutte le nostre forze per far fiorire tra i popoli la virtù cristiana. Per questo motivo non abbiamo mai cessato di dare incoraggiamento e consiglio per elevare le menti degli uomini ai beni dell’aldilà; per consentire loro di sottomettere il corpo all’anima; la loro vita terrena a quella celeste; uomo a Dio. Benedetta dal Signore, la nostra parola ha potuto accrescere e rafforzare le convinzioni di un gran numero di uomini; per illuminare le loro menti nelle difficili questioni del giorno; per stimolare il loro zelo e per far progredire le varie opere che sono state intraprese.

È specialmente per i ceti diseredati che queste opere sono state inaugurate, e hanno continuato a crescere in ogni paese, come risulta dall’incremento della carità cristiana, che ha sempre trovato in mezzo al popolo il suo campo d’azione privilegiato. Se la messe non è stata più copiosa, Venerabili Fratelli, adoriamo Dio misteriosamente giusto e supplichiamoLo, nello stesso tempo, di avere pietà della cecità di tante anime, alle quali purtroppo la terrificante parola dell’Apostolo può essere indirizzato: “Il dio di questo mondo ha accecato le menti dei miscredenti, affinché la luce del Vangelo della gloria di Cristo, che è l’immagine di Dio, non risplenda su di loro”. II. Corinzi IV., 4.

Quanto più la Chiesa cattolica si dedica ad estendere il suo zelo per il progresso morale e materiale dei popoli, tanto più i figli delle tenebre insorgono in odio contro di essa e ricorrono a ogni mezzo in loro potere per offuscare la sua bellezza divina e paralizzare la sua azione di riparazione vivificante. Quanti falsi ragionamenti non hanno fatto e quante calunnie non hanno sparso contro di essa! Tra i loro espedienti più perfidi c’è quello che consiste nel ripetere alle masse ignoranti e ai governi sospettosi che la Chiesa è contraria al progresso della scienza, che è nemica della libertà, che i diritti dello Stato ne sono usurpati e che la politica è un campo che invade costantemente.

La Chiesa nemica della conoscenza e dell’istruzione! Senza dubbio è la vigile custode del dogma rivelato, ma è proprio questa vigilanza che la spinge a proteggere la scienza ea favorire la sapiente coltivazione della mente. NO! sottoponendo la sua mente alla rivelazione del Verbo, che è la verità suprema da cui devono scaturire tutte le verità, l’uomo non contraddirà in alcun modo ciò che la ragione scopre. Al contrario, la luce che gli verrà dal Divino Verbo darà più forza e più chiarezza all’intelletto umano, perché lo preserverà da mille incertezze ed errori. Del resto, diciannove secoli di gloria raggiunta dal cattolicesimo in tutte le branche del sapere bastano ampiamente a confutare questa calunnia. È alla Chiesa cattolica che dobbiamo attribuire il merito di aver propagato e difeso la filosofia cristiana, senza la quale il mondo sarebbe ancora sepolto nelle tenebre delle superstizioni pagane e nella barbarie più abietta. Ha conservato e trasmesso a tutte le generazioni il prezioso tesoro della letteratura e delle scienze antiche. Ha aperto le prime scuole per il popolo e affollato le università che esistono ancora, o la cui gloria si perpetua fino ai giorni nostri. Ha ispirato la più alta, la più pura e la più gloriosa letteratura, mentre ha raccolto sotto la sua protezione uomini il cui genio nelle arti non è mai stato eclissato. Ha aperto le prime scuole per il popolo e affollato le università che esistono ancora, o la cui gloria si perpetua fino ai giorni nostri. Ha ispirato la più alta, la più pura e la più gloriosa letteratura, mentre ha raccolto sotto la sua protezione uomini il cui genio nelle arti non è mai stato eclissato. Ha aperto le prime scuole per il popolo e affollato le università che esistono ancora, o la cui gloria si perpetua fino ai giorni nostri. Ha ispirato la più alta, la più pura e la più gloriosa letteratura, mentre ha raccolto sotto la sua protezione uomini il cui genio nelle arti non è mai stato eclissato.

La Chiesa nemica della libertà! Ah, come travestono l’idea di libertà che ha per oggetto uno dei doni più preziosi di Dio, quando se ne servono del nome per giustificarne l’abuso e l’eccesso! Cosa intendiamo per libertà? Significa l’esenzione da tutte le leggi; la liberazione da ogni ritegno e, come corollario, il diritto di prendere il capriccio dell’uomo come guida in tutte le nostre azioni? Tale libertà certamente la Chiesa rimprovera, e gli uomini buoni e onesti la riprovano ugualmente. Ma per libertà intendono la facoltà razionale di fare il bene, magnanimamente, senza freno né impedimento e secondo le regole che l’eterna giustizia ha stabilito? Quella libertà che è l’unica libertà degna dell’uomo, l’unica utile alla società, nessuno favorisce o incoraggia o protegge più della Chiesa. Con la forza della sua dottrina e l’efficacia della sua azione, la Chiesa ha liberato l’umanità dal giogo della schiavitù, predicando al mondo la grande legge dell’uguaglianza e della fratellanza umana. In ogni epoca ha difeso i deboli e gli oppressi contro il prepotente dominio dei forti. Ha reclamato la libertà della coscienza cristiana versando a torrenti il ​​sangue dei suoi martiri; ha restituito al fanciullo e alla donna la dignità e le nobili prerogative della loro natura facendoli partecipi in virtù dello stesso diritto di quella riverenza e giustizia che è loro dovuta, ed ha largamente contribuito, sia a introdurre che a mantenere civili e libertà politica nel cuore delle nazioni. In ogni epoca ha difeso i deboli e gli oppressi contro il prepotente dominio dei forti. Ha reclamato la libertà della coscienza cristiana versando a torrenti il ​​sangue dei suoi martiri; ha restituito al fanciullo e alla donna la dignità e le nobili prerogative della loro natura facendoli partecipi in virtù dello stesso diritto di quella riverenza e giustizia che è loro dovuta, ed ha largamente contribuito, sia a introdurre che a mantenere civili e libertà politica nel cuore delle nazioni. In ogni epoca ha difeso i deboli e gli oppressi contro il prepotente dominio dei forti. Ha reclamato la libertà della coscienza cristiana versando a torrenti il ​​sangue dei suoi martiri; ha restituito al fanciullo e alla donna la dignità e le nobili prerogative della loro natura facendoli partecipi in virtù dello stesso diritto di quella riverenza e giustizia che è loro dovuta, ed ha largamente contribuito, sia a introdurre che a mantenere civili e libertà politica nel cuore delle nazioni.

La Chiesa usurpatrice dei diritti dello Stato! La Chiesa che invade il dominio politico! Perché, la Chiesa sa e insegna che il suo Divino Fondatore ci ha comandato di dare a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio, e che Egli ha così sancito il principio immutabile di una perenne distinzione tra quei due poteri che sono entrambi sovrani in i loro rispettivi ambiti, una distinzione che è molto pregnante nelle sue conseguenze ed eminentemente favorevole allo sviluppo della civiltà cristiana. Nel suo spirito di carità è estraneo ad ogni disegno ostile contro lo Stato. Mira solo a far convivere queste due potenze per il progresso dello stesso oggetto, cioè per l’uomo e per la società umana, ma per vie diverse e conformi al nobile disegno che le è stato assegnato per la sua missione divina. Volesse Dio che la sua azione fosse accolta senza diffidenza e senza sospetto. Non poteva non moltiplicare gli innumerevoli benefici di cui abbiamo già parlato. Accusare la Chiesa di vedute ambiziose è solo ripetere l’antica calunnia, calunnia che i suoi potenti nemici hanno più volte adoperato come pretesto per nascondere i propri propositi di oppressione.

Lungi dall’opprimere lo Stato, la storia mostra chiaramente, quando viene letta senza pregiudizi, che la Chiesa, come il suo divino Fondatore, è stata, al contrario, più comunemente vittima di oppressione e ingiustizia. La ragione è che il suo potere non riposa sulla forza delle armi ma sulla forza del pensiero e della verità.

È quindi sicuramente con intenti maligni che scagliano contro la Chiesa accuse come queste. È un lavoro pernicioso e sleale, nel cui perseguimento si impegna soprattutto una certa setta delle tenebre, una setta che la società umana in questi lunghi anni porta dentro di sé e che come un veleno mortale distrugge la sua felicità, la sua fecondità e la sua vita. . Personificazione permanente della rivoluzione, costituisce una sorta di società regressiva il cui scopo è esercitare una sovranità occulta sull’ordine stabilito e il cui unico scopo è quello di fare la guerra contro Dio e contro la sua Chiesa. Non c’è bisogno di nominarla, poiché tutti riconosceranno in questi tratti la società dei Massoni, di cui abbiamo già parlato espressamente nella nostra Enciclica Humanum Genusdel 20 aprile 1884. Pur denunciando la sua tendenza distruttiva, i suoi insegnamenti erronei e il suo malvagio proposito di abbracciare nella sua stretta stretta quasi tutte le nazioni, e unendosi ad altre sette che le sue influenze segrete mettono in moto, dirigendo prima e poi conservando i suoi membri per i vantaggi che procura loro, piegando i governi alla sua volontà, ora con promesse e ora con minacce, è riuscito a entrare in tutte le classi della società, e forma uno stato invisibile e irresponsabile esistente all’interno dello stato legittimo. Pieno dello spirito di Satana che, secondo le parole dell’Apostolo, sa trasformarsi all’occorrenza in angelo di luce, dà risalto al suo scopo umanitario, ma sacrifica tutto al suo scopo settario e protesta di aver nessuno scopo politico,

Diventa di giorno in giorno più evidente che è all’ispirazione e all’aiuto di questa setta che dobbiamo attribuire in gran parte i continui mali di cui la Chiesa è vessata, come pure la recrudescenza degli attacchi a cui è stata recentemente sottoposto. Per la simultaneità degli assalti nelle persecuzioni che ci sono scoppiati così all’improvviso in questi ultimi tempi, come una tempesta da un cielo sereno, cioè senza alcuna causa proporzionata all’effetto; l’uniformità dei mezzi impiegati per inaugurare questa persecuzione, vale a dire la stampa, le assemblee pubbliche, le rappresentazioni teatrali; l’impiego in ogni paese delle stesse armi, cioè calunnie e sommosse pubbliche, tutto ciò tradisce chiaramente l’identità di intenti e di un programma elaborato da un’unica e medesima direzione centrale. Tutto questo è solo un semplice episodio di un piano prestabilito realizzato su un campo in continua espansione per moltiplicare le rovine di cui parliamo. Così stanno cercando con ogni mezzo in loro potere prima di limitare e poi di escludere completamente l’istruzione religiosa dalle scuole in modo da rendere la nuova generazione non credente o indifferente a tutte le religioni; mentre si sforzano con la stampa quotidiana di combattere la moralità della Chiesa, di ridicolizzarne le pratiche e le sue solennità. È del tutto naturale, di conseguenza, che il sacerdozio cattolico, la cui missione è di predicare la religione e di amministrare i sacramenti, venga assalito con una ferocia speciale. Prendendolo come oggetto dei loro attacchi questa setta mira a sminuire agli occhi del popolo il suo prestigio e la sua autorità. Già la loro audacia cresce di ora in ora nella misura in cui si lusinga di poterlo fare impunemente. Dà un’interpretazione maligna a tutti gli atti del clero, fonda il sospetto sulle prove più scarne e lo sommerge con le accuse più vili. Così nuovi pregiudizi si aggiungono a quelli di cui è già oppresso il clero, come ad esempio la loro sottomissione al servizio militare, che è un così grande ostacolo per la preparazione al sacerdozio, e la confisca del patrimonio ecclesiastico che la pia generosità di i fedeli avevano fondato.

Per quanto riguarda gli ordini religiosi e le congregazioni religiose, la pratica dei consigli evangelici li ha resi gloria della società e gloria della religione. Queste stesse cose li rendevano più colpevoli agli occhi dei nemici della Chiesa e furono le ragioni per cui furono ferocemente denunciati e additati al disprezzo e all’odio. È un grande dolore per noi ricordare qui le odiose misure così immeritate e così fortemente condannate da tutti gli uomini onesti da cui sono stati recentemente sopraffatti i membri degli ordini religiosi. Nulla valse a salvarli, né l’integrità della loro vita, che i loro nemici non potevano attentare, né il diritto che autorizza tutte le associazioni naturali contratte per uno scopo onorevole, né il diritto delle costituzioni che proclamavano a gran voce la loro libertà di entrare in quelle organizzazioni, né il favore del popolo, tanto grato per i preziosi servizi resi nelle arti, nelle scienze e nell’agricoltura, e per la carità che si riversava sulle classi più numerose e più povere della società. Ed è per questo che questi uomini e donne che erano usciti anch’essi dal popolo e che avevano spontaneamente rinunciato a tutte le gioie della famiglia per consacrare al bene dei loro simili, in quelle associazioni pacifiche, la loro giovinezza, il loro talento, la loro forza e la loro vite, sono stati trattati come malfattori come se avessero formato associazioni criminali, e sono stati esclusi dai diritti comuni e prescrittivi proprio nel momento in cui gli uomini parlano più forte di libertà. Non bisogna stupirsi che i figli più amati vengano colpiti quando il padre stesso, cioè il capo della cattolicità, il Romano Pontefice, non è trattato meglio. I fatti sono noti a tutti. Spogliato della sovranità temporale e quindi di quella indipendenza necessaria per compiere la sua missione universale e divina; costretto nella stessa Roma a rinchiudersi nella propria dimora perché il nemico lo ha assediato da ogni parte, è stato costretto nonostante le beffarde assicurazioni di rispetto e le precarie promesse di libertà a una condizione di esistenza abnorme che è ingiusto e indegno del suo eccelso ministero. Conosciamo fin troppo bene le difficoltà che ogni istante si creano per ostacolare i suoi propositi e oltraggiare la sua dignità. Non fa altro che provare ciò che è ogni giorno più evidente che è il potere spirituale del capo della Chiesa che a poco a poco essi mirano a distruggere quando attaccano il potere temporale del Papato.

A giudicare dalle conseguenze che ne sono seguite, questa azione non solo è stata antipolitica, ma è stata un attacco alla società stessa; poiché gli assalti che vengono fatti alla religione sono tanti colpi inferti al cuore stesso della società.

Facendo dell’uomo un essere destinato a vivere in società, Dio nella sua provvidenza ha fondato anche la Chiesa, che, come dice il testo sacro, ha stabilito sul monte Sion, perché fosse una luce che, con i suoi raggi vivificanti, farebbe penetrare il principio della vita nei vari gradi della società umana, dandogli leggi divinamente ispirate, mediante le quali la società potrebbe stabilirsi in quell’ordine che sarebbe più favorevole al suo benessere. Quindi, quanto più la società si separa dalla Chiesa, che è un elemento importante della sua forza, tanto più declina, o si moltiplicano i suoi mali, per il fatto che sono separati coloro che Dio ha voluto legare insieme.

Quanto a noi, non ci stanchiamo mai tutte le volte che si presenta l’occasione di inculcare queste grandi verità, e desideriamo farlo ancora una volta e in modo molto esplicito in questa occasione straordinaria. Voglia Dio che i fedeli prendano coraggio da quanto diciamo e siano guidati a unire più efficacemente i loro sforzi per il bene comune; che siano più illuminati e che i nostri avversari comprendano l’ingiustizia che commettono nel perseguitare la Madre amorosissima e la benefattrice più fedele dell’umanità.

Non vorremmo che il ricordo di queste afflizioni diminuisse negli animi dei fedeli quella piena e totale fiducia che dovrebbero avere nell’assistenza divina. Perché Dio, nella Sua ora e nelle Sue vie misteriose, porterà una certa vittoria. Quanto a noi, per quanto grande sia la tristezza che riempie il nostro cuore, non temiamo per il destino immortale della Chiesa. Come abbiamo detto all’inizio, la persecuzione è il suo retaggio, perché provando e purificando i suoi figli, Dio ottiene così per loro vantaggi maggiori e più preziosi. E nel permettere alla Chiesa di sottoporsi a queste prove, Egli manifesta l’assistenza divina che le dona, poiché fornisce mezzi nuovi e inaspettati per assicurare il sostegno e lo sviluppo della sua opera, pur rivelando la futilità dei poteri che si legano contro di essa. Diciannove secoli di una vita trascorsa in mezzo al flusso e riflusso di tutte le vicissitudini umane ci insegnano che le tempeste passano senza mai intaccare le fondamenta della Chiesa. Siamo tanto più in grado di rimanere incrollabili in questa fiducia, poiché il tempo presente offre indicazioni che vietano la depressione. Non possiamo negare che le difficoltà che ci troviamo di fronte sono straordinarie e formidabili, ma ci sono anche fatti davanti ai nostri occhi che testimoniano, al tempo stesso, che Dio sta compiendo le sue promesse con mirabile sapienza e bontà. Siamo tanto più in grado di rimanere incrollabili in questa fiducia, poiché il tempo presente offre indicazioni che vietano la depressione. Non possiamo negare che le difficoltà che ci troviamo di fronte sono straordinarie e formidabili, ma ci sono anche fatti davanti ai nostri occhi che testimoniano, al tempo stesso, che Dio sta compiendo le sue promesse con mirabile sapienza e bontà. Siamo tanto più in grado di rimanere incrollabili in questa fiducia, poiché il tempo presente offre indicazioni che vietano la depressione. Non possiamo negare che le difficoltà che ci troviamo di fronte sono straordinarie e formidabili, ma ci sono anche fatti davanti ai nostri occhi che testimoniano, al tempo stesso, che Dio sta compiendo le sue promesse con mirabile sapienza e bontà.

Mentre tante potenze cospirano contro la Chiesa e mentre essa procede per il suo cammino priva di ogni aiuto e assistenza umana, non sta in effetti portando avanti la sua opera gigantesca nel mondo e non sta estendendo la sua azione in ogni clima e in ogni nazione? ? Espulso da Gesù Cristo, il principe di questo mondo non può più esercitare il suo superbo dominio come prima; e sebbene senza dubbio gli sforzi di Satana possano causarci molti guai, non raggiungeranno l’obiettivo a cui mirano. Già una tranquillità soprannaturale dovuta allo Spirito Santo che provvede alla Chiesa e che dimora in essa regna non solo nelle anime dei fedeli, ma anche in tutta la cristianità; una tranquillità il cui sereno sviluppo assistiamo ovunque, grazie all’unione sempre più stretta e affettuosa con la Sede Apostolica; un’unione che contrasta meravigliosamente con l’agitazione, il dissenso e la continua inquietudine delle varie sette che turbano la pace della società. Esiste anche tra i vescovi e il clero un’unione feconda in innumerevoli opere di zelo e di carità. Esiste parimenti tra il clero e il laicato che, più strettamente uniti e più completamente svincolati dal rispetto umano che mai, si risvegliano a nuova vita e si organizzano con generosa emulazione in difesa della sacra causa della religione. È questa unione che tante volte abbiamo raccomandato e che raccomandiamo ancora, che benediciamo perché si sviluppi ancora di più e si alzi come muro inespugnabile contro la feroce violenza dei nemici di Dio. il dissenso e la continua inquietudine delle varie sette che turbano la pace della società. Esiste anche tra i vescovi e il clero un’unione feconda in innumerevoli opere di zelo e di carità. Esiste parimenti tra il clero e il laicato che, più strettamente uniti e più completamente svincolati dal rispetto umano che mai, si risvegliano a nuova vita e si organizzano con generosa emulazione in difesa della sacra causa della religione. È questa unione che tante volte abbiamo raccomandato e che raccomandiamo ancora, che benediciamo perché si sviluppi ancora di più e si alzi come muro inespugnabile contro la feroce violenza dei nemici di Dio. il dissenso e la continua inquietudine delle varie sette che turbano la pace della società. Esiste anche tra i vescovi e il clero un’unione feconda in innumerevoli opere di zelo e di carità. Esiste parimenti tra il clero e il laicato che, più strettamente uniti e più completamente svincolati dal rispetto umano che mai, si risvegliano a nuova vita e si organizzano con generosa emulazione in difesa della sacra causa della religione. È questa unione che tante volte abbiamo raccomandato e che raccomandiamo ancora, che benediciamo perché si sviluppi ancora di più e si alzi come muro inespugnabile contro la feroce violenza dei nemici di Dio. Esiste parimenti tra il clero e il laicato che, più strettamente uniti e più completamente svincolati dal rispetto umano che mai, si risvegliano a nuova vita e si organizzano con generosa emulazione in difesa della sacra causa della religione. È questa unione che tante volte abbiamo raccomandato e che raccomandiamo ancora, che benediciamo perché si sviluppi ancora di più e si alzi come muro inespugnabile contro la feroce violenza dei nemici di Dio. Esiste parimenti tra il clero e il laicato che, più strettamente uniti e più completamente svincolati dal rispetto umano che mai, si risvegliano a nuova vita e si organizzano con generosa emulazione in difesa della sacra causa della religione. È questa unione che tante volte abbiamo raccomandato e che raccomandiamo ancora, che benediciamo perché si sviluppi ancora di più e si alzi come muro inespugnabile contro la feroce violenza dei nemici di Dio.

Non c’è nulla di più naturale che, come i rami che spuntano dalle radici dell’albero, queste innumerevoli associazioni che vediamo con gioia fiorire ai nostri giorni nel seno della Chiesa, nascano, si rafforzino e si moltiplichino. Non c’è forma di pietà cristiana che sia stata omessa, sia che si tratti di Gesù Cristo stesso, o dei suoi adorabili misteri, o della sua Divina Madre, o dei santi le cui meravigliose virtù hanno illuminato il mondo. Né è stato dimenticato alcun tipo di opera caritatevole. Da ogni parte c’è uno zelante sforzo per procurare l’istruzione cristiana ai giovani; aiuto ai malati; insegnamento morale al popolo e assistenza alle classi meno favorite nei beni di questo mondo.

Dio, che dona alla Chiesa una così grande vitalità nei paesi civili dove è stata stabilita da tanti secoli, ci consola inoltre con altre speranze. Queste speranze le dobbiamo allo zelo dei missionari cattolici. Non lasciandosi scoraggiare dai pericoli che affrontano; dalle privazioni che sopportano; con i sacrifici di ogni genere che accettano, il loro numero sta aumentando e stanno guadagnando interi paesi al Vangelo e alla civiltà. Nulla può diminuire il loro coraggio, sebbene alla maniera del loro Divino Maestro ricevano solo accuse e calunnie come ricompensa delle loro instancabili fatiche.

Così le nostre pene sono temperate dalle più dolci consolazioni, e in mezzo alle lotte e alle difficoltà che sono la nostra parte abbiamo di che ristorarci l’anima e darci speranza. Ciò dovrebbe suggerire riflessioni utili e sagge a coloro che guardano il mondo con intelligenza e non si lasciano accecare dalle passioni; perché prova che Dio non ha reso l’uomo indipendente in ciò che riguarda il fine ultimo della vita, e come gli ha parlato in passato, così parla ancora ai nostri giorni per mezzo della sua Chiesa, che è visibilmente sostenuta dall’assistenza divina e che mostra chiaramente dove si possono trovare la salvezza e la verità. Qualunque cosa accada, questa assistenza eterna ispirerà i nostri cuori con una speranza incredibile e ci persuaderà che nell’ora segnata dalla Provvidenza e in un futuro non remoto, la verità disperderà le nebbie in cui gli uomini si sforzano di avvolgerla e risplenderà più brillante che mai. Lo spirito del Vangelo diffonderà nuovamente la vita nel cuore della nostra società corrotta e nei suoi membri morenti.

In ciò che ci riguarda, Venerabili Fratelli, per affrettare il giorno della misericordia divina non mancheremo al nostro dovere di fare di tutto per difendere e sviluppare il Regno di Dio sulla terra. Quanto a voi, ci è troppo nota la vostra sollecitudine pastorale per esortarvi a fare altrettanto. La fiamma ardente che arde nei vostri cuori si trasmetta sempre più ai cuori di tutti i vostri sacerdoti. Sono in contatto immediato con la gente. Se pieni dello spirito di Gesù Cristo e tenendosi al di sopra della passione politica, uniranno la loro azione alla vostra riusciranno con la benedizione di Dio a compiere meraviglie. Con la loro parola illumineranno la moltitudine; con la loro dolcezza di modi guadagneranno tutti i cuori, e soccorrendo con la carità i loro fratelli sofferenti,

Il clero sarà fermamente sostenuto dalla fattiva e intelligente collaborazione di tutti gli uomini di buona volontà. Così i figli che hanno gustato la dolcezza della Chiesa la ringrazieranno degnamente, cioè stringendosi intorno a lei per difendere il suo onore e la sua gloria. Tutti possono contribuire a quest’opera che sarà per loro così splendidamente meritoria; uomini letterati e dotti, difendendola nei libri o nella stampa quotidiana, che è uno strumento così potente di cui ora si servono i suoi nemici; padri di famiglia e maestri, dando un’educazione cristiana ai fanciulli; magistrati e rappresentanti del popolo, dimostrandosi fermi nei principi che difendono, nonché nell’integrità della loro vita e nella professione della loro fede senza alcuna traccia di rispetto umano. La nostra epoca esige alti ideali, progetti generosi, e l’esatta osservanza delle leggi. È con una perfetta sottomissione alle direttive della Santa Sede che questa disciplina sarà rafforzata, poiché è il mezzo migliore per far scomparire o almeno diminuire il male che le opinioni di partito producono nel fomentare le divisioni; e ci aiuterà a unire tutti i nostri sforzi per raggiungere quel fine più alto, vale a dire il trionfo di Gesù Cristo e della Sua Chiesa. Tale è il dovere dei cattolici. Quanto al suo trionfo finale, dipende da Colui che veglia con saggezza e amore sulla sua sposa immacolata, e di cui è scritto: “Gesù Cristo, ieri, oggi e sempre”. (Ebr. xiii., 8.) perché è il mezzo migliore per far scomparire o almeno diminuire il male che le opinioni di partito producono fomentando le divisioni; e ci aiuterà a unire tutti i nostri sforzi per raggiungere quel fine più alto, vale a dire il trionfo di Gesù Cristo e della Sua Chiesa. Tale è il dovere dei cattolici. Quanto al suo trionfo finale, dipende da Colui che veglia con saggezza e amore sulla sua sposa immacolata, e di cui è scritto: “Gesù Cristo, ieri, oggi e sempre”. (Ebr. xiii., 8.) perché è il mezzo migliore per far scomparire o almeno diminuire il male che le opinioni di partito producono fomentando le divisioni; e ci aiuterà a unire tutti i nostri sforzi per raggiungere quel fine più alto, vale a dire il trionfo di Gesù Cristo e della Sua Chiesa. Tale è il dovere dei cattolici. Quanto al suo trionfo finale, dipende da Colui che veglia con saggezza e amore sulla sua sposa immacolata, e di cui è scritto: “Gesù Cristo, ieri, oggi e sempre”. (Ebr. xiii., 8.) “Gesù Cristo, ieri, oggi e in eterno”. (Ebr. xiii., 8.) “Gesù Cristo, ieri, oggi e in eterno”. (Ebr. xiii., 8.)

È dunque a Lui, che in questo momento dobbiamo levare il nostro cuore in umile e ardente preghiera, a Lui che amando di un amore infinito la nostra umanità errante ha voluto farsi vittima espiatoria mediante la sublimità del suo martirio; a Colui che seduto, sebbene non visto, nella mistica barca della sua Chiesa, può solo calmare la tempesta e comandare alle onde di calmarsi e ai venti furiosi di cessare. Senza dubbio, Venerabili Fratelli, voi con noi chiederete a questo Divino Maestro la cessazione dei mali che opprimono la società, l’abrogazione di ogni legge ostile; per l’illuminazione di coloro che, forse più per ignoranza che per malizia, odiano e perseguitano la religione di Gesù Cristo; e anche per riunire tutti gli uomini di buona volontà in stretta e santa unione.

Possa il trionfo della verità e della giustizia essere così affrettato nel mondo, e per la grande famiglia degli uomini possano sorgere giorni migliori; giorni di tranquillità e di pace.

Intanto, come pegno del più prezioso e divino favore, scenda su di te e su tutti i fedeli affidati alle tue cure la benedizione che ti diamo di tutto cuore.

Dato a Roma, presso San Pietro, il 19 marzo 1902, anno venticinquesimo del Nostro Pontificato.

LEONE XIII

Pubblicato su The American Catholic Quarterly Review , vol. XXVII (gennaio-ottobre 1902), pp. 583-601.

papa Leone XIII 19 marzo 1902

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.