Infine, Il Mio Cuore Immacolato Trionferà!

19I peccati contro il Santissimo Sacramento e la necessità di una crociata di riparazione eucaristica

Dal vescovo Athanasius Schneider

NON C’È MAI stato nella storia della Chiesa un tempo in cui il sacramento dell’Eucaristia sia stato abusato e oltraggiato in misura così allarmante e dolorosa come negli ultimi cinquant’anni, soprattutto dopo l’introduzione ufficiale e l’approvazione papale nel 1969 della pratica della Comunione in mano. Tali abusi sono aggravati, inoltre, dalla pratica diffusa in molti Paesi di fedeli che, non avendo ricevuto per molti anni il sacramento della Penitenza, si accostano tuttavia regolarmente alla santa Comunione. Il culmine degli abusi della Santa Eucaristia si vede nell’ammissione alla Santa Comunione di coppie che vivono in uno stato pubblico e oggettivo di adulterio, violando così i loro indissolubili validi vincoli matrimoniali sacramentali, come nel caso del cosiddetto “ divorziati e risposati”, tale ammissione essendo in alcune regioni ufficialmente legalizzata da specifiche norme, e, nel caso della regione di Buenos Aires in Argentina, norme addirittura approvate dal Papa. A questi abusi si aggiunge la pratica dell’ammissione ufficiale dei coniugi protestanti in matrimoni misti alla Santa Comunione, ad esempio in alcune diocesi in Germania.

Dire che il Signore non soffre a causa degli oltraggi commessi contro di Lui nel sacramento della Santa Eucaristia può portare a minimizzare le grandi atrocità commesse. Alcuni dicono: Dio è offeso dall’abuso del Santissimo Sacramento, ma il Signore non soffre personalmente. Questa è, tuttavia, teologicamente e spiritualmente una visione troppo ristretta. Sebbene Cristo sia ora nel suo stato glorioso e quindi non più soggetto a soffrire in modo umano, tuttavia è colpito e toccato nel suo Sacro Cuore dagli abusi e dagli oltraggi contro la maestà divina e l’immensità del suo amore nel Santissimo Sacramento. Nostro Signore ha espresso ad alcuni Santi le sue lamentele e il suo dolore per i sacrilegi e gli oltraggi con cui gli uomini lo offendono. Si può capire questa verità dalle parole del Signore rivolte a Santa Margherita Maria Alacoque, Miserentissimo Redentore :

“Quando Cristo si manifestò a Margherita Maria e le dichiarò l’infinito del suo amore, allo stesso tempo, come un dolente, si lamentò che tante e così grandi offese gli venivano fatte da uomini ingrati – e noi volesse che queste parole con cui faceva questo lamento fossero fissate nella mente dei fedeli, e non fossero mai cancellate dall’oblio: “Ecco questo Cuore” – disse – “che ha tanto amato gli uomini e li ha caricati di tutti i benefici e per questo amore sconfinato non ha avuto contraccambio se non trascuratezza e contumelia, e questo spesso da parte di coloro che erano legati da debito e dovere di un amore più speciale”. (n.12)

Frère Michel de la Sainte Trinité ha dato una profonda spiegazione teologica del significato della “sofferenza” o “tristezza” di Dio a causa delle offese che i peccatori gli commettono:

Questa “sofferenza”, questa “tristezza” del Padre Celeste, o di Gesù dall’Ascensione, sono da intendersi analogicamente. Essi non sono subiti passivamente come da noi, ma al contrario liberamente voluti e scelti come ultima espressione della Loro misericordia verso i peccatori chiamati alla conversione. Sono solo una manifestazione dell’amore di Dio per i peccatori, un amore che è sovranamente libero e gratuito, e che non è irrevocabile. (Tutta la verità su Fatima, vol. I, pp. 1311-1312)

Questo significato spirituale analogico della “tristezza” o della “sofferenza” di Gesù nel mistero eucaristico è confermato dalle parole dell’Angelo nella sua apparizione nel 1916 ai bambini di Fatima e specialmente dalle parole e dall’esempio della vita di San Francesco Marto. I bambini sono stati invitati dall’Angelo a riparare le offese fatte a Gesù Eucaristia e a consolarlo, come si legge nelle Memorie di Suor Lucia:

Mentre eravamo lì, l’Angelo ci apparve per la terza volta, tenendo tra le mani un calice, con sopra un’ostia dalla quale cadevano alcune gocce di sangue nel vaso sacro. Lasciando il calice e l’ostia sospesi in aria, l’Angelo si prostrò a terra e ripeté per tre volte questa preghiera: “Ss. Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo…” ospite nelle sue mani. Diede a me l’ostia, ea Giacinta e Francesco diede da bere il contenuto del calice, dicendo così: “Prendete e bevete il Corpo e il Sangue di Gesù Cristo, orribilmente oltraggiato da uomini ingrati. Ripara i loro crimini e consola il tuo Dio”. (Fatima nelle parole di Lucia. Memorie di Suor Lucia, Fatima 2007, p. 172)

Riferendo della terza Apparizione del 13 luglio 1917, Suor Lucia sottolinea come Francisco percepisca il mistero di Dio e la necessità di consolarLo a causa delle offese dei peccatori:

Ciò che fece su di lui [Francesco] l’impressione più potente e ciò che lo assorbì interamente, fu Dio, la Santissima Trinità, percepita in quella luce che penetrava nell’intimo delle nostre anime. In seguito, disse: “Eravamo infiammati in quella luce che è Dio, eppure non eravamo bruciati! Che cos’è Dio?… Non potremmo mai esprimerlo a parole. Sì, questo è davvero qualcosa che non potremmo mai esprimere! Ma che peccato che sia così triste! Se solo potessi consolarlo!” (Memorie di suor Lucia, p. 147)

Suor Lucia scrive di come Francesco percepisca la necessità di consolare Dio, che comprende essere “triste” a causa dei peccati degli uomini:

Gli ho chiesto un giorno: “Francisco, cosa ti piace di più: consolare Nostro Signore, o convertire i peccatori, in modo che più anime non vadano all’inferno?” “Preferirei consolare Nostro Signore. Non hai notato quanto era triste la Madonna quel mese scorso, quando ha detto che la gente non deve più offendere Nostro Signore, perché Lui è già molto offeso? Vorrei consolare Nostro Signore, e poi convertire i peccatori perché non lo offendano più”. (Memorie di suor Lucia, p. 156)

Nelle sue preghiere e nell’offerta delle sue sofferenze San Francesco Marto ha dato priorità all’intenzione di “consolare Gesù Nascosto”, cioè il Signore Eucaristico. Suor Lucia riferì queste parole di Francesco, che le disse: “Quando esci da scuola, va’ a stare un po’ vicino a Gesù Nascosto, e poi torna a casa da sola”. Quando Lucia chiese a Francesco delle sue sofferenze, lui rispose: “Soffro per consolare Nostro Signore. Prima lo faccio per consolare Nostro Signore e la Madonna, e poi, dopo, per i peccatori e per il Santo Padre. … Più di ogni altra cosa voglio consolarlo”. ( Memorie di suor Lucia,  p. 157; 163)

Gesù Cristo continua in modo misterioso la sua Passione nel Getsemani attraverso i secoli nel mistero della sua Chiesa e anche nel mistero eucaristico, mistero del suo immenso Amore. Nota è l’espressione di Blaise Pascal: “Gesù sarà in agonia fino alla fine del mondo. Non dobbiamo dormire durante quel periodo. ( Pensées , n. 553) Il cardinale Karol Wojtyła ci ha lasciato una profonda riflessione sul mistero delle sofferenze di Cristo nel Getsemani, che in un certo senso continuano nella vita della Chiesa. Il cardinale Wojtyła ha parlato anche del dovere della Chiesa di consolare Cristo:

E ora la Chiesa cerca di recuperare quell’ora del Getsemani – l’ora perduta da Pietro, Giacomo e Giovanni – per compensare la mancanza di compagnia del Maestro che ha accresciuto la sofferenza della sua anima. Il desiderio di ritrovare quell’ora è diventato una vera esigenza per molti cuori, specialmente per coloro che vivono il più pienamente possibile il mistero del cuore divino. Il Signore Gesù ci permette di incontrarlo in quell’ora [e] ci invita a condividere la preghiera del suo cuore.

Di fronte a tutte le prove che l’uomo e la Chiesa devono affrontare, c’è un bisogno costante di tornare al Getsemani e intraprendere quella partecipazione alla preghiera di Cristo nostro Signore”. (Segno di contraddizione, capitolo 17, “La preghiera nel Getsemani”)

Gesù Cristo nel mistero eucaristico non è indifferente e insensibile verso il comportamento che gli uomini mostrano nei Suoi confronti in questo Sacramento d’Amore. Cristo è presente in questo Sacramento anche con la sua anima, che è ipostaticamente unita alla sua Divina Persona. Il teologo romano Antonio Piolanti ha presentato una valida spiegazione teologica al riguardo. Anche se il corpo di Cristo nell’Eucaristia non può vedere né sentire sensibilmente ciò che avviene o ciò che viene detto nel luogo della sua presenza sacramentale, Cristo nell’Eucaristia «ode tutto e vede con superiore conoscenza». Piolanti cita poi il cardinale Franzelin:

L’umanità beata di Cristo vede tutte le cose in sé in virtù dell’abbondante sapienza infusa dovuta al Redentore dell’umanità, al Giudice dei vivi e dei morti, al Primogenito di ogni creatura, al Centro di tutta la storia celeste e terrena . Tutti questi tesori della visione beatifica e della conoscenza infusa sono certamente nell’anima di Cristo, anche in quanto presente nell’Eucaristia. Oltre a queste ragioni, con un altro titolo speciale, proprio come l’anima di Cristo è formalmente nell’Eucaristia, per lo stesso scopo dell’istituzione del mistero, vede tutti i cuori degli uomini, tutti i pensieri e gli affetti, tutte le virtù e tutti i peccati , tutte le necessità di tutta la Chiesa e dei singoli membri, le fatiche, le angosce, le persecuzioni, i trionfi, in una parola, tutta la vita interna ed esterna della Chiesa, sua Sposa, nutrita della sua carne e del suo preziosissimo sangue. Così con un triplice titolo (se così si può dire) Cristo nello stato sacramentale vede e percepisce in un certo modo divino tutti i pensieri e gli affetti, il culto, gli omaggi e anche gli insulti e i peccati di tutti gli uomini in genere, di tutti i suoi fedeli in particolare ei suoi sacerdoti in particolare; Percepisce omaggi e peccati che rimandano direttamente a questo ineffabile mistero d’amore. (De Eucharistia, pp. 199-200, citato in Il Mistero Eucaristico, Firenze 1953, pp. 225-226) gli omaggi e anche gli insulti ei peccati di tutti gli uomini in generale, di tutti i suoi fedeli in particolare e dei suoi sacerdoti in particolare; Percepisce omaggi e peccati che rimandano direttamente a questo ineffabile mistero d’amore. (De Eucharistia, pp. 199-200, citato in Il Mistero Eucaristico, Firenze 1953, pp. 225-226) gli omaggi e anche gli insulti ei peccati di tutti gli uomini in generale, di tutti i suoi fedeli in particolare e dei suoi sacerdoti in particolare; Percepisce omaggi e peccati che rimandano direttamente a questo ineffabile mistero d’amore. (De Eucharistia, pp. 199-200, citato in Il Mistero Eucaristico, Firenze 1953, pp. 225-226)

Uno dei più grandi apostoli dell’Eucaristia dei tempi moderni, san Pietro Giuliano Eymard, ci ha lasciato le seguenti profonde riflessioni sugli affetti dell’amore sacrificale di Cristo nell’Eucaristia:

Istituendo il suo Sacramento, Gesù perpetuò i sacrifici della sua Passione. … Conosceva tutti i nuovi Giuda; Li contava tra i Suoi, tra i Suoi amati figli. Ma nulla di tutto ciò poteva fermarlo; Voleva che il suo amore andasse oltre l’ingratitudine e la malizia dell’uomo; Voleva sopravvivere alla cattiveria sacrilega dell’uomo. Conosceva in anticipo la tiepidezza dei suoi seguaci: conosceva la mia; Sapeva quale piccolo frutto avremmo tratto dalla Santa Comunione. Ma voleva amare lo stesso, amare più di quanto era amato, più di quanto l’uomo potesse ricambiare. C’è niente altro? Ma è nulla l’aver adottato questo stato di morte quando Egli ha la pienezza della vita, una vita glorificata e soprannaturale? Non è niente da trattare e considerare come un morto? In questo stato di morte Gesù è senza bellezza, movimento o difesa; Egli è avvolto nelle Sacre Specie come in un sudario e deposto nel tabernacolo come in un sepolcro. Lui è lì, comunque; Vede tutto e sente tutto. Si sottomette a tutto come se fosse morto. Il suo amore getta un velo sulla sua potenza, la sua gloria, le sue mani, i suoi piedi, il suo bel viso e le sue labbra sacre; ha nascosto tutto. Gli è rimasto solo il suo Cuore per amarci e il suo stato di vittima per intercedere in nostro favore. (La presenza reale, 29. Il Santissimo Sacramento non è amato!, III) Gli è rimasto solo il suo Cuore per amarci e il suo stato di vittima per intercedere in nostro favore. (La presenza reale, 29. Il Santissimo Sacramento non è amato!, III) Gli è rimasto solo il suo Cuore per amarci e il suo stato di vittima per intercedere in nostro favore. (La presenza reale, 29. Il Santissimo Sacramento non è amato!, III)

San Pietro Giuliano Eymard ha scritto la seguente commovente e quasi mistica professione dell’amore eucaristico di Cristo, con un ardente appello alla riparazione eucaristica:

Il Cuore che sopportò le sofferenze con tanto amore è qui nel Santissimo Sacramento; non è morto, ma vivo e attivo; non insensibile, ma ancora più affettuoso. Gesù non può più soffrire, è vero; ma ahimè! l’uomo può ancora essere colpevole verso di Lui di mostruose ingratitudini. Vediamo i cristiani disprezzare Gesù nel Santissimo Sacramento e mostrare disprezzo per il Cuore che li ha tanto amati e che si consuma d’amore per loro. Per respingerlo liberamente approfittano del velo che lo nasconde. Lo insultano con le loro irriverenze, i loro pensieri peccaminosi e i loro sguardi criminali in sua presenza. Per esprimergli il loro disprezzo si avvalgono della sua pazienza, della bontà che tutto sopporta in silenzio come con l’empia milizia di Caifa, di Erode e di Pilato. Bestemmiano sacrilegamente contro il Dio dell’Eucaristia. Sanno che il suo amore lo rende senza parole. Lo crocifiggono anche nelle loro anime colpevoli. Lo ricevono. Osano prendere questo Cuore vivente e legarlo a un cadavere immondo. Osano consegnarlo al diavolo che è il loro signore! No! Mai neppure nei giorni della sua Passione Gesù ha ricevuto tante umiliazioni come nel suo Sacramento! La terra per Lui è un calvario di ignominia. Nella sua agonia ha cercato un consolatore; sulla Croce chiese che qualcuno simpatizzasse per le Sue afflizioni. Oggi più che mai dobbiamo fare ammenda, una riparazione d’onore, al Cuore adorabile di Gesù. Profiliamo le nostre adorazioni e il nostro amore all’Eucaristia. Al Cuore di Gesù vivente nel Santissimo Sacramento sia onore, lode, adorazione e potestà regale nei secoli dei secoli! (La presenza reale, 43).

Nella sua ultima enciclica  Ecclesia de Eucharistia, Papa Giovanni Paolo II ci ha lasciato luminose esortazioni con le quali ha sottolineato la straordinaria santità del mistero eucaristico e il dovere dei fedeli di trattare questo sacramento con somma riverenza e ardente amore. Tra tutte le sue esortazioni spicca questa affermazione: «Non può esserci pericolo di eccesso nella nostra cura di questo mistero, perché ‘in questo sacramento è ricapitolato tutto il mistero della nostra salvezza’ (San Tommaso d’Aquino,  Summa Theologiae , III, q 83, a.4c). (n.61)

Sarebbe una misura pastoralmente urgente e spiritualmente fruttuosa per la Chiesa istituire in tutte le diocesi del mondo una “Giornata di riparazione annuale per i crimini contro la Santissima Eucaristia”. Tale giorno potrebbe essere il giorno dell’ottava della festa del Corpus Domini. Lo Spirito Santo darà speciali grazie di rinnovamento alla Chiesa nei nostri giorni quando, e solo quando, il Corpo Eucaristico di Cristo sarà adorato con tutti gli onori divini, sarà amato, sarà trattato con cura e difeso come veramente il Santissimo dei Santi . Dice san Tommaso d’Aquino nell’inno  Sacris sollemniis : “O Signore, visitaci nella misura in cui ti veneriamo in questo sacramento” ( sic nos Tu visita, sicut Te colimus). E possiamo dire senza dubbio: o Signore, visiterai la tua Chiesa nei nostri giorni nella misura in cui verrà meno la pratica moderna della Comunione sulla mano e nella misura in cui ti offriamo atti di riparazione e di amore.

Nell’attuale cosiddetta “Emergenza Pandemica da COVID-19”, gli orribili abusi del Santissimo Sacramento sono aumentati ancora di più. Molte diocesi del mondo hanno imposto la Comunione sulla mano, e in quei luoghi il clero, in maniera spesso umiliante, nega ai fedeli la possibilità di ricevere il Signore in ginocchio e sulla lingua, manifestando così un clericalismo deplorevole ed esibendo comportamenti di rigido neo-pelagiani. Inoltre, in alcuni luoghi l’adorabile Corpo eucaristico di Cristo viene distribuito dal clero e ricevuto dai fedeli con guanti domestici o monouso. Il trattare il Santissimo Sacramento con guanti adatti a trattare i rifiuti è un indicibile abuso eucaristico.

Di fronte agli orribili maltrattamenti di Nostro Signore Eucaristico: Egli viene continuamente calpestato a causa della Comunione nella mano, durante la quale quasi sempre cadono a terra piccoli frammenti dell’ostia; Essendo trattato in modo minimalista, privato della sacralità, come un biscotto, o trattato come spazzatura con l’uso di guanti domestici, nessun vero vescovo, sacerdote o fedele laico cattolico può rimanere indifferente e semplicemente stare a guardare.

Deve essere iniziata una crociata mondiale di riparazione e consolazione del Signore Eucaristico. Come misura concreta per offrire al Signore Eucaristico atti urgenti di riparazione e consolazione, ogni cattolico potrebbe promettere di offrire mensilmente almeno un’ora intera di adorazione eucaristica, davanti al Santissimo Sacramento nel tabernacolo o davanti al Santissimo Sacramento esposto nel ostensorio. Dice la Sacra Scrittura: «Dove è abbondato il peccato, è sovrabbondata la grazia» (Rm 5,20) e si può analogamente aggiungere: «Dove sono abbondati gli abusi eucaristici, abbonderanno gli atti di riparazione».

Il giorno in cui, in tutte le chiese del mondo cattolico, i fedeli riceveranno il Signore Eucaristico, velato sotto le specie della piccola ostia sacra, con fede vera e cuore puro, nel gesto biblico dell’adorazione ( proskynesis ), che è, in ginocchio, e nell’atteggiamento di un bambino, aprire la bocca e lasciarsi nutrire da Cristo stesso in spirito di umiltà, allora senza dubbio si avvicinerà l’autentica primavera spirituale della Chiesa. La Chiesa crescerà nella purezza della fede cattolica, nello zelo missionario della salvezza delle anime e nella santità del clero e dei fedeli. Infatti, il Signore visiterà la sua Chiesa con le sue grazie nella misura in cui noi lo veneriamo nel suo ineffabile sacramento di amore ( sic nos Tu visita, sicut Te colimus ).

Dio conceda che, attraverso la crociata eucaristica riparatrice, aumenti il ​​numero degli adoratori, degli amanti, dei difensori e dei consolatori del Signore Eucaristico. I due piccoli apostoli eucaristici del nostro tempo, san Francesco Marto e il futuro beato Carlo Acutis (beatificazione il 10 ottobre 2020), e tutti i santi eucaristi, siano i protettori di questa crociata eucaristica. Perché, come ci ricorda San Pietro Giuliano Eymard, la verità irrevocabile è questa: “Un’età prospera o diminuisce in proporzione alla sua devozione all’Eucaristia. Questa è la misura della sua vita spirituale, fede, carità e virtù”.

+ Athanasius Schneider , vescovo ausiliare dell’arcidiocesi di Santa Maria ad Astana


Preghiera della Crociata di Riparazione al Cuore Eucaristico di Gesù

Mio Dio, credo, adoro, confido e ti amo! Chiedo perdono per coloro che non credono, non adorano, non si fidano e non ti amano.  (3 volte)

O Divino Cuore Eucaristico di Gesù, eccoci prostrati con cuore contrito e adorante davanti alla maestà del tuo amore redentore nel Santissimo Sacramento. Dichiariamo la nostra disponibilità ad espiare con l’espiazione volontaria, non solo per le nostre colpe personali, ma in particolare per gli indicibili oltraggi, sacrilegi e indifferenze con cui sei offeso nel Santissimo Sacramento del tuo Divino amore in questo nostro tempo, specialmente attraverso la pratica della Comunione sulla mano e la ricezione della Santa Comunione in stato di incredulità e peccato mortale.

Quanto più l’incredulità attacca la tua Divinità e la tua Presenza Reale nell’Eucaristia, tanto più noi crediamo in te e ti adoriamo, o Cuore Eucaristico di Gesù, in cui abita tutta la pienezza della divinità!

Quanto più i tuoi sacramenti sono oltraggiati, tanto più fermamente crediamo in essi e più riverentemente vogliamo riceverli, o Cuore Eucaristico di Gesù, fonte di vita e di santità!

Quanto più il tuo Santissimo Sacramento è denigrato e bestemmiato, tanto più noi proclamiamo solennemente:  «Mio Dio, io credo, io adoro, io confido e ti amo! Chiedo perdono per coloro che non credono, non adorano, non si fidano e non ti amano :   O Cuore Eucaristico di Gesù, degnissimo di ogni lode!

Quanto più sei abbandonato e dimenticato nelle tue chiese, tanto più desideriamo visitare te, che abiti in mezzo a noi nei tabernacoli delle nostre chiese, o Cuore Eucaristico di Gesù, Casa di Dio e Porta del Cielo!

Quanto più la celebrazione del Sacrificio Eucaristico è privata della sua sacralità, tanto più vogliamo sostenere una celebrazione riverente della Santa Messa, esteriormente ed interiormente orientata verso di Te, o Cuore Eucaristico di Gesù, Tabernacolo dell’Altissimo!

Quanto più sei ricevuto nella mano dei comunicanti in piedi, in un modo privo di segno di umiltà e di adorazione, tanto più vogliamo riceverti in ginocchio e sulla lingua, con l’umiltà del pubblicano e la semplicità di un bambino, o Cuore Eucaristico di Gesù, di infinita maestà!

Quanto più sei ricevuto nella Santa Comunione da cuori impuri in stato di peccato mortale, tanto più desideriamo compiere atti di contrizione e purificare il nostro cuore con una frequente ricezione del Sacramento della Penitenza, o Cuore Eucaristico di Gesù, nostra Pace e Riconciliazione!

Quanto più l’inferno opera per la perdizione delle anime, tanto più il nostro zelo per la loro salvezza arde del fuoco del tuo amore, o Cuore Eucaristico di Gesù, salvezza di quanti sperano in te!

Quanto più la diversità delle religioni viene dichiarata come volontà positiva di Dio e come diritto radicato nella natura umana, e quanto più cresce il relativismo dottrinale, tanto più confessiamo intrepidamente che tu sei l’unico Salvatore dell’umanità e l’unica via a Dio il Padre, o Cuore Eucaristico di Gesù, Re e centro di tutti i cuori! 

Più le autorità ecclesiastiche continueranno a essere impenitenti riguardo all’esposizione di idoli pagani nelle chiese, e anche a Roma, più confesseremo la verità: “Che accordo ha il tempio di Dio con gli idoli?” (2 Cor. 6,16), tanto più condanneremo con te “l’abominio della desolazione, stare nel luogo santo” (Mt 24,15), o Cuore Eucaristico di Gesù, Tempio santo di Dio!

Quanto più i tuoi santi comandamenti vengono dimenticati e trasgrediti, tanto più vogliamo osservarli con l’aiuto della tua grazia, o Cuore Eucaristico di Gesù, abisso di tutte le virtù!

Quanto più tra gli uomini regna la sensualità, l’egoismo e l’orgoglio, tanto più vogliamo dedicarti la nostra vita in spirito di sacrificio e di abnegazione, o Cuore eucaristico di Gesù, oppresso dai rimproveri!

Quanto più violentemente si scagliano contro la tua Chiesa e la roccia di Pietro in Roma le porte dell’inferno, tanto più crediamo nell’indistruttibilità della tua Chiesa, o Cuore eucaristico di Gesù, fonte di ogni consolazione, che non abbandoni la tua Chiesa e la roccia di Pietro anche nelle tempeste più violente!

Più persone si separano l’una dall’altra nell’odio, nella violenza e nell’egoismo, più intimamente noi come membri dell’unica famiglia di Dio nella Chiesa vogliamo amarci l’un l’altro in te, o Cuore eucaristico di Gesù, pieno di bontà e di amore!

O Divino Cuore Eucaristico di Gesù, donaci la tua grazia, affinché possiamo essere fedeli e umili adoratori, amanti, difensori e consolatori del tuo Cuore Eucaristico in questa vita, e venire a ricevere le glorie del tuo amore nella visione beatifica per tutta l’eternità. Amen.

Mio Dio, credo, adoro, confido e ti amo! Chiedo perdono per coloro che non credono, non adorano, non si fidano e non ti amano.  (3 volte)

Madonna del Santissimo Sacramento, prega per noi!

San Tommaso d’Aquino, San Pietro Giuliano Eymard, San Francesco Marto, San Padre Pio e tutti i Santi Eucaristici, pregate per noi!

Scritto dal vescovo Athanasius Schneider per questa crociata di riparazione eucaristica

Fonte: onepeterfive

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Pubblicato da gianluca05

Pace: l’altra condizione della Madonna di Julio Loredo Da quando Papa Francesco ha annunciato che consacrerà la Russia (e l’Ucraina) al Cuore Immacolato di Maria, insieme a tutti i vescovi del mondo – ai quali ha rivolto un preciso appello in questo senso – tutto il mondo cattolico vive nell’attesa di questo storico evento. C’è chi, mosso da spirito pio, vede nel gesto pontificio una soluzione definitiva che metterà fine alla guerra, porterà alla conversione della Russia e al risanamento morale del mondo moderno. Altri, invece, mossi da spirito critico, vi segnalano possibili omissioni e contraddizioni. In ogni caso, bisogna rimarcare come l’annuncio di Papa Francesco – mettendo Fatima al centro degli avvenimenti contemporanei – abbia toccato una fibra profonda nell’opinione pubblica mondiale. L’atto di Francesco si collega a una precisa richiesta fatta dalla Madonna a Fatima nel 1917. Parlando ai pastorelli, la Madonna volle parlare al mondo intero, esortando tutti gli uomini alla preghiera, alla penitenza, all’emendazione della vita. In modo speciale, Ella parlò al Papa e alla sacra Gerarchia, chiedendo loro la consacrazione della Russia al suo Cuore Immacolato. Queste richieste, la Madre di Dio le fece di fronte alla situazione religiosa in cui si trovava il mondo intero all’epoca delle apparizioni. La Madonna indicò tale situazione come estremamente pericolosa. L’empietà e l’impurità avevano a tale punto preso possesso della terra, che per punire gli uomini sarebbe esplosa quella autentica ecatombe che fu la Grande Guerra 1914-1918. Questa conflagrazione sarebbe terminata rapidamente, e i peccatori avrebbero avuto il tempo di emendarsi, secondo il richiamo fatto a Fatima. Se questo richiamo fosse stato ascoltato, l’umanità avrebbe conosciuto la pace. Nel caso non fosse stato ascoltato, sarebbe venuta un’altra guerra ancora più terribile. E, nel caso che il mondo fosse rimasto sordo alla voce della sua Regina, una suprema ecatombe, di origine ideologica e di portata universale, implicante una grave persecuzione religiosa, avrebbe afflitto tutti gli uomini, portando con sé grandi prove per i cattolici: “La Russia diffonderà i suoi errori nel mondo, promuovendo guerre e persecuzioni alla Chiesa (...) I buoni saranno martirizzati. Il Santo Padre dovrà soffrire molto”. “Per impedire tutto questo – continua la Madonna – verrò a chiedere la consacrazione della Russia al Mio Cuore Immacolato e la Comunione riparatrice nei primi sabati. Se accetteranno le Mie richieste, la Russia si convertirà e avranno pace”. Dopo un periodo di estrema tribolazione e di terribili castighi “come non si sono mai visti” (santa Giacinta di Fatima), la Madonna promette il trionfo finale: “Finalmente, il Mio Cuore Immacolato trionferà. Il Santo Padre Mi consacrerà la Russia, che si convertirà, e sarà concesso al mondo un periodo di pace”. Ancor oggi gli esperti discutono sulla validità o meno delle varie consacrazioni fatte da Pio XII e da Giovanni Paolo II. La Madonna aveva posto tre condizioni: che la consacrazione fosse fatta dal Sommo Pontefice, che menzionasse la Russia, e che fosse fatta in unione con tutti i vescovi del mondo. In un modo o nell’altro, a tutte le consacrazioni – 1942, 1952, 1982, 1984 – mancava almeno una di delle condizioni. Dopo aver affermato perentoriamente che la consacrazione del 1984, fatta da Giovanni Paolo II, non era valida, la veggente suor Lucia aveva cambiato opinione, attestando invece la sua conformità a quanto richiesto dalla Madonna. Questa è la posizione più diffusa negli ambienti della Chiesa e fra i fedeli in generale. Non vogliamo entrare in un tema tanto complesso. Facciamo però notare che, alla Cova da Iria, la Madonna indicò due condizioni, entrambe indispensabili, perché si allontanassero i castighi con cui ci minacciava. Una di queste condizioni era la consacrazione. Supponiamo che sia stata fatta nel modo richiesto dalla santissima Vergine. Rimane la seconda condizione: la divulgazione della pratica della comunione riparatrice dei primi cinque sabati del mese. Ci sembra evidente che questa devozione non si è propagata fino a oggi nel mondo cattolico nella misura desiderata dalla Madre di Dio. E vi è ancora un’altra condizione, implicita nel messaggio ma anch’essa indispensabile: è la vittoria del mondo sulle mille forme di empietà e di impurità che oggi, molto più che nel 1917, lo stanno dominando. Tutto indica che questa vittoria non è stata ottenuta, e, al contrario, che in questa materia ci avviciniamo sempre più al parossismo. Così, un mutamento di indirizzo dell’umanità sta diventando sempre più improbabile. E, nella misura in cui avanziamo verso questo parossismo, diventa più probabile che avanziamo verso la realizzazione dei castighi. A questo punto bisogna fare una osservazione, e cioè che, se non si vedessero le cose in questo modo, il messaggio di Fatima sarebbe assurdo. Infatti, se la Madonna affermò nel 1917 che i peccati del mondo erano giunti a un tale livello da richiedere il castigo di Dio, non parrebbe logico che questi peccati siano continuati ad aumentare per più di mezzo secolo, che il mondo si sia rifiutato ostinatamente e fino alla fine di prestare ascolto a quanto gli fu detto a Fatima, e che il castigo non arrivi. Sarebbe come se Ninive non avesse fatto penitenza e, nonostante tutto, le minacce del profeta non si fossero realizzate. Per di più, la stessa consacrazione richiesta dalla Madonna non avrebbe l’effetto di allontanare il castigo se il genere umano dovesse restare sempre più attaccato alla empietà e al peccato. Infatti, fintanto che le cose staranno così, la consacrazione avrà qualcosa di incompleto. Insomma, siccome non si è operato nel mondo l’enorme trasformazione spirituale richiesta alla Cova da Iria, stiamo sempre più avanzando verso l’abisso. E, nella misura in cui avanziamo, tale trasformazione sta diventando sempre più improbabile. Applaudiamo l’atto di Papa Francesco e ci sommiamo toto corde a esso se seguirà i requisiti posti dalla Madonna a Fatima. Tuttavia, finché a questo atto non seguirà una vera e propria crociata spirituale contro l’immoralità dilagante – aborto, omosessualità, LGBT, mode indecenti, pornografia, gender e via dicendo – la semplice consacrazione della Russia – per quanto gradita alla Divina Provvidenza – non allontanerà il castigo. Mi sia permesso di sollevare un’altra perplessità, e non di piccolo peso. A Fatima la Madonna indicò, come l’elemento allora più dinamico del processo rivoluzionario che portava l’umanità verso l’abisso, gli “errori della Russia”, ossia il comunismo, che proprio nell’Unione Sovietica trovò la sua sede e fuoco di espansione. Non ci sarà una vera conversione finché questa ideologia non sarà rigettata in ogni sua manifestazione. Ora, proprio in questo campo il pontificato di Papa Francesco si è contraddistinto per la sua prossimità all’estrema sinistra: dalla vicinanza alla dittatura cubana, al sostegno ai “movimenti popolari” latinoamericani di matrice marxista, senza dimenticare i contatti col patriarca Kiryll, che della dittatura sovietica fu fedele servitore e propagandista. Anche qui, salvo miglior giudizio, ci sembra che, finché all’atto di venerdì a San Pietro non seguirà una vera e propria crociata spirituale contro il comunismo e i suoi epigoni, la sola consacrazione della Russia non fungerà da toccasana per risparmiare una catastrofe alla civiltà contemporanea. Fonte: TFP - Tradizione Famiglia Proprietà -