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13La misericordia di Dio “su quelli che lo temono”

La misericordia di Dio “su quelli che lo temono”


Le cerimonie della Settimana Santa, nelle quali ricordiamo la dolorosa passione e morte di nostro Signore Gesù Cristo e la sua gloriosa risurrezione, ci portano a meditare sulla gravità del peccato e sull’infinita giustizia di Dio, nonché sulla sua infinita misericordia.

Riparazione alla giustizia offesa di Dio

Infatti, il peccato dei nostri progenitori, per mezzo del quale «il peccato è entrato in questo mondo» (Romani 5:12) (1) è stata una rivolta contro Dio, un gravissimo atto di disobbedienza al Creatore e un immenso atto di ingratitudine verso il nostro Benefattore.

Poiché Dio è infinito, un’offesa contro di Lui ha qualcosa di infinito; poiché, come insegna san Tommaso d’Aquino, «un peccato commesso contro Dio ha una sorta di infinito dall’infinito della maestà divina, perché quanto più grande è la persona che offendiamo, tanto più grave è l’offesa». (2)

Pertanto, l’offesa di Adamo e il nostro debito verso Dio esigevano una riparazione che soddisfi l’infinita giustizia divina. Questa soddisfazione è stata data dall’Incarnazione, Passione e Morte di Nostro Signore Gesù Cristo. E in questo si è manifestata l’infinita misericordia di Dio.

L’amore infinito ripara un’offesa infinita

La giustizia di Dio esigeva una soddisfazione infinita, che fu fatta dal suo Figlio unigenito; nella sua misericordia acconsentì a quel sacrificio per ristabilire l’amicizia con l’uomo e aprirgli le porte del cielo. Anche se Dio avrebbe potuto soddisfare la Sua giustizia in un altro modo, ha scelto il modo che rendesse palese il Suo infinito amore per noi.

Pertanto, il peccato grave, e specialmente l’essere in stato di peccato (come vivere in adulterio), è un’offesa allo stesso tempo contro la giustizia di Dio e la sua misericordia, misericordia dimostrata specialmente attraverso l’Incarnazione, Passione e Morte di Nostro Signore Gesù Cristo .

La misericordia tempera la giustizia senza distruggerla

Queste considerazioni sono necessarie oggi, quando c’è un diffuso senso di misericordia senza giustizia e un risorgere dell’errore luterano della fede senza bisogno di opere buone.

La misericordia di Dio “su quelli che lo temono”
“I compratori e i venditori cacciati dal tempio” di Gustave Doré.

La Sacra Scrittura e la tradizione della Chiesa abbondano di citazioni sulla misericordia divina, ma anche sulla giustizia di Dio e sulla punizione per il peccato.

Così, nell’Ecclesiastico troviamo l’ammonimento: “E non dire: La misericordia del Signore è grande, avrà pietà della moltitudine dei miei peccati. Poiché misericordia e ira vengono presto da lui, e la sua ira si rivolge ai peccatori” (Ecclus. 5:6-7).

La misericordia è per i timorati di Dio

Invocare la misericordia divina come scusa per continuare a peccare è deridere Dio. E san Paolo ci ammonisce: «Non illudetevi, Dio non si può beffare» (Gal 6,7).

Nel suo canto di ringraziamento, la Beata Madre proclama che la misericordia è unita al timore di Dio: “E la sua misericordia si estende di generazione in generazione su quelli che lo temono” (Lc 1,50).

Nell’Antico Testamento, il Signore ha affermato la sua misericordia verso coloro che lo temono, lo lodano e osservano i suoi comandamenti (Salmo 102:17; Esodo 20:6; Deut. 5:10).

Il timore di Dio che «è il principio della sapienza» (Sal 110,10) è rispetto filiale per l’infinita maestà della giustizia divina, desiderio di non offenderlo e di non rompere con la sua amicizia. Insomma, il timore filiale è un frutto del vero amore di Dio, senza il quale non si può acquistare la sapienza.

Gentilezza e severità nella pastorale

La misericordia di Dio “su quelli che lo temono”
San Giovanni Bosco non mancò mai di bontà verso coloro che gli erano affidati, si batté con zelo per proteggerli da quanti avrebbero loro fatto del male, e non esitò ad ammonire e ammonire coloro che rischiavano di perdere la salvezza.

Oggi, molti cercano di creare una nuova forma di cura pastorale in cui non si parli di peccato, giustizia divina o punizione, e si utilizzi solo la gentilezza ma nessuna severità.

Nostro Signore ha cercato di attirare i peccatori. Perdonò l’adultera pentita, convertì la samaritana e lodò l’amore del peccatore pentito che lo unse di balsamo aromatico (Gv 8,1-11; 4,29; 7,47). La bontà delle sue parole percorre le pagine del Vangelo. Ma quando necessario non si sottrae all’uso di espressioni severe come quelle destinate a far vedere la propria malvagità agli incalliti farisei: “ipocriti”, “razza di vipere”, “sepolcri imbiancati” e “figli del diavolo” (Mt. 12:34; 23:27; Giovanni 8:44).

Fu anche con parole severe che il profeta Natan convertì il re Davide quando cadde in adulterio e fu responsabile della morte del marito di Betsabea (2 Samuele 11-12). E il risultato furono i bellissimi Salmi penitenziali che mostrano il dolore di un’anima pentita.

La misericordia e la ricerca della perfezione

Come spiega padre Théodore Koehler, la pratica della misericordia non può essere separata dalla ricerca della perfezione:

“ ‘Siate dunque misericordiosi, come anche il Padre vostro è misericordioso’ (Lc 6,36). Questo invito ad imitare la misericordia divina corrisponde ad un’altra chiamata di Matteo (Mt 5,48): “Siate dunque perfetti, come è perfetto anche il Padre vostro celeste”. Così, fin dai primi tempi del cristianesimo, la misericordia appare come il raggiungimento della crescita spirituale nella perfezione predicata da Gesù». (3)

Una vera politica pastorale, quindi, deve impiegare adeguati mezzi psicologici, gentilezza o rigore secondo necessità, per convertire le persone o renderle più ferventi nella fede. Ma cercando sempre di allontanarli dal peccato ricordando l’ineluttabilità delle Quattro Ultime Cose: Morte, Giudizio, Inferno, Paradiso. Con questo si evita di cadere nel peccato, come insegna l’Ecclesiastico: “In tutte le tue opere ricordati della tua ultima fine e non peccherai mai” (Ecclus. 7:40).

Note a piè di pagina

  1. Tutte le citazioni e le citazioni bibliche provengono dalla Bibbia di Douay-Rheims. (1)
  2. San Tommaso d’Aquino, Summa Theologica , 3, q.1, a.2, ad 2. (2)
  3. Voce “Miséricorde”, in Dictionnaire de Spiritualité , Beauchesne, v. 10, col. 1313. (3)

Luiz Sérgio Solimeo 11 aprile 2015

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