Niente è più sacro per un cattolico della Santa Eucaristia.
La Chiesa insegna che “la Santa Comunione è l’accoglienza del Corpo e del Sangue di Gesù Cristo, realmente e sostanzialmente presenti sotto le specie consacrate, offerti in sacrificio a Dio nella Santa Messa”.
Pertanto, qualsiasi insulto all’Eucaristia è qualcosa che riguarda tutti i cattolici, in particolare quando qualcuno riceve la Santa Comunione per sfidare le leggi della Chiesa o mostrare grande mancanza di rispetto.
Oltraggi alla Santa Eucaristia
Purtroppo, tali sfide pubbliche e gravi mancanze di rispetto al Santissimo Sacramento si verificano sempre più frequentemente.
Lo si è visto nel caso dell’anno scorso, quando due omosessuali, travestiti da suore, hanno ricevuto la Santa Comunione dall’arcivescovo Niederauer di San Francisco.
Un caso più recente è stato l’esposizione sacrilega al museo diocesano di Vienna. I cattolici sono rimasti inorriditi nel vedere un dipinto raffigurante l’Ultima Cena, dove Nostro Signore ha istituito la Santa Eucaristia, come un’orgia omosessuale. Altri dipinti offensivi rimarranno fino al 10 maggio.
Infine, c’è stata l’effettiva e annunciata ricezione della Santa Comunione durante le recenti messe papali da parte di eminenti politici pubblicamente contrari alla dottrina cattolica sull’aborto.
Una sfida calcolata alle leggi della Chiesa
Tali azioni scandalose sembrano essere una sfida calcolata alle leggi della Chiesa. A peggiorare le cose, la presidente della Camera Nancy Pelosi è stata citata dai media definendo la Santa Eucaristia in un modo che non riflette l’insegnamento della Chiesa.
“La comunione è il corpo del popolo della chiesa che si riunisce”, ha detto Pelosi alla sua conferenza stampa settimanale dopo essere tornata dalla messa papale. “Mi sento davvero parte di questo”.
Lo scrittore del National Catholic Reporter John Allen ha osservato che i politici avevano manifestato pubblicamente la loro intenzione di ricevere la Santa Comunione durante le messe papali e non è stata presa alcuna misura per impedire loro di farlo. Il risultato, ha sostenuto, è un de facto indebolimento della posizione di quei vescovi americani che affermano l’incompatibilità tra la posizione pro-abortista di questi politici e la loro ricezione della Santa Comunione.
La dottrina cattolica non può cambiare
Senza negare le conseguenze negative degli atti di questi politici, va notato che — a prescindere dall’opinione contraria di Mr. Allen — la posizione dottrinale dei vescovi contrari alla concessione della Santa Comunione ai pro-abortisti rimane del tutto solida, poiché si basa su principi morali immutabili.
Inoltre, quando era ancora Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, in un memorandum del 3 luglio 2004 ai vescovi americani riuniti a Denver, in Colorado, per il loro incontro semestrale, il cardinale Joseph Ratzinger ricordava chiaramente questi principi.
Dopo aver spiegato che per ricevere la santa Comunione bisogna essere in stato di grazia e osservare il digiuno eucaristico, aggiunge i seguenti punti:
• “La Chiesa insegna che l’aborto o l’eutanasia è un peccato grave. […] I cristiani hanno il “grave obbligo di coscienza di non collaborare formalmente a pratiche che, anche se consentite dalla legislazione civile, sono contrarie alla legge di Dio. Infatti, dal punto di vista morale, non è mai lecito cooperare formalmente al male. […]”
• “Al di là del giudizio di un individuo sulla sua dignità di presentarsi per ricevere la Santa Eucaristia, il ministro della Santa Comunione può trovarsi nella situazione in cui deve rifiutare di distribuire la Santa Comunione a qualcuno, come nei casi di scomunica dichiarata, un interdetto dichiarato, ovvero una ostinata persistenza in peccato grave manifesto (cfr can. 915)».
Legge eterna e naturale: il fondamento della morale e della legge
• “Per quanto riguarda il peccato grave dell’aborto o dell’eutanasia, quando si manifesta la collaborazione formale di una persona (intesa, nel caso di un politico cattolico, come la sua costante campagna elettorale e voto per le leggi permissive sull’aborto e sull’eutanasia), il suo Pastore dovrebbe incontrarla, istruendolo sull’insegnamento della Chiesa, informandolo che non deve presentarsi per la santa Comunione fino a quando non avrà posto fine alla situazione oggettiva di peccato, e avvertendolo che altrimenti gli sarà negata l’Eucaristia.
• Quando “queste misure cautelari non hanno avuto il loro effetto o in cui non erano possibili”, e l’interessato, con ostinata insistenza, si presenta ancora a ricevere la S. Eucaristia, “il ministro della S. Comunione deve rifiutarsi di distribuirla ” (cfr Dichiarazione del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi “La santa Comunione ei cattolici divorziati risposati civilmente” [2000], nn. 3-4). Questa decisione, propriamente parlando, non è una sanzione o una sanzione. Né il ministro della Santa Comunione giudica la colpevolezza soggettiva della persona, ma piuttosto reagisce alla pubblica indegnità della persona a ricevere la Santa Comunione a causa di una situazione oggettiva di peccato.
Pertanto, le regole sono molto chiare. Contrariamente a quanto riportato dai media, la sfida dei politici continuerà ad essere raccolta dai circa venti vescovi che hanno coraggiosamente manifestato la loro posizione su questo argomento, in particolare l’arcivescovo Raymond Burke di St. Louis e il vescovo Michael J. Sheridan di Colorado Springs. Da parte dei politici, sembra strano che i politici che si potrebbe pensare vogliano attirare il voto cattolico quest’anno elettorale scelgano di mostrare una tale mancanza di rispetto pubblico per ciò che la Chiesa ritiene più sacro.
Luiz Sérgio Solimeo 2 maggio 2008
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